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7 - Francesca

Per un pelo non perdevo il treno! Ma in fondo chi ha la forza di svegliarsi alle quattro e mezza? Vabbè, l'importante è averlo preso. Ora devo solo trovare il mio posto. Ovviamente è nella carrozza più lontana al punto in cui sono salita! Ehi, di fronte a me c'è Federico, l'avvocato della metropolitana dell'altro giorno. Oggi però è vestito sportivo, jeans e felpa. Mi trattengo dal chinarmi per vedere che scarpe porta. Sì, sono una persona estremamente curiosa. Comunque è strano, non l'avevo più visto... Sarà perchè Simone mi ha mandato nei posti più strani di Milano a incontrare gente e a vedere spettacoli: Marta, la critica teatrale è in malattia e io e Caterina dobbiamo fare anche il suo lavoro. In effetti in ufficio penso di esserci andata solo lunedì... No, anche martedì, giusto per sentirmi dire "Corri a quest'indirizzo a intervistare questo signore perchè Marta è malata. E cestina il prospetto dei turni della settimana perchè dovrai sostituirla, oltre che continuare a fare il tuo lavoro." Che settimana d'inferno! Ma tornando al nostro Federico: sta smanettando alla velocità della luce sul suo computer. La cosa strana è che sembra non alzare la dita dai tasti, ma farle scorrere da uno all'altro... Ma come fa? Ok, lo sto fissando da troppo tempo. Certo però che è un bel ragazzo! A proposito: quello nuovo, della sezione finanza... Come si chiamava? Stefano, mi pare... Valla... Vallequalcosa... Vabbè quello, mi hanno detto in tanti che è molto bello. Peccato esser stata sempre in giro: mi sarebbe piaciuto vedere questo prodigio umano: bello, intelligente e così riservato che neanche le double-L sono riuscite a sapere molto sulla sua vita privata...
Vabbè meglio mettersi comodi ora: il viaggio sarà lungo (ovviamente questo è l'unico treno che ci mette quattro ore...) e io ho un sonno assurdo!

Mi sveglio appena in tempo per scendere e fuori dalla stazione trovo mio cognato che mi aspetta tenendo per mano Aurora e con in braccio Christian. Sorrido appena li vedo. Aura mi corre incontro e Chri si fa mettere per terra per poi trotterellere verso di me.
- Zia! Zia!
Cavolo, valeva decisamente la pena! Questi due terremoti sono la ragione della mia vita!
Mi accuccio per abbracciarli e sento che loro si stringono forte a me.
- Zia tenti come tono fotte! Ti titolo!
Cerco di non ridere e di fare una faccia impaurita, ma è un'impresa veramente ardua.
Si avvicina anche Luca.
- Posso abbracciarla anch'io la zia?
- No, è tolo notta!
Aurora però lo prende per mano.
- Dai, Chri!
Come un automa il fratellino si stacca da me, lasciando che il padre mi si avvicini.
- Ciao Luca!
- Ciao Fra! Sono contento che tu sia riuscita a venire! Ele ci teneva molto e anche i bimbi, come puoi notare!
Sorrido.
- Sì. Anch'io sono contenta! Lo sai quanto voglio bene a questi due teppistelli!
Scompiglio i capelli a Christian che mi guarda speranzoso.
- Zia? Hai i egali?
Luca, che ha appena sollevato il mio borsone, si gira verso il figlio per sgridarlo:
- Christian!
- Cua, zia...
Quando fa la faccina abbattuta è semplicemente adorabile.
- Ehi, biondino! - solleva gli occhi verso di me - Papà ha ragione a dirti di non chiederli, ma questo non vuol dire che io non abbia portato niente...
Gli si illumina lo sguardo.
- Hai i egali?!
- Forse... Luca, secondo te è pesante la mia borsa?
Lui fa una smorfia.
- Pesantissima!
- Non ci può essere solo il cambio per una notte, vero?
- A meno che tu non abbia un pigiama di piombo, direi di no...
- Allora, mi sa che c'è qualcosa per due bimbi di mia conoscenza...
- Pe me!! Pe me!!
Christian sottolinea l'esclamazione saltellando e indicandosi con la mano libera (la destra stringe ancora quella della sorella).
- Potrebbe essere... Ma i bimbi che conosco io sono molto bravi.... Voi lo siete?
Aurora annuisce speranzosa, Chri guarda suo padre con la faccina contrita. Mi rivolgo a Luca:
- Sono bravi?
Lui finge di pensarci, ma poi sorride.
- Sì, direi di sì!
Visto che nel frattempo siamo arrivati alla macchina, aspetto che Luca appoggi il borsone nel baule, poi lo apro e tiro fuori due pacchettini. Purtroppo non ho avuto molto tempo per andare a cercare dei regali, ma dovrei essere riuscita a soddisfarli. Ne porgo uno ad Aurora.
- Mi ha detto la mamma che da quando hai imparato a leggere, non fai altro tutto il giorno...
Scarta il suo libro con estrema attenzione a non rovinare la carta e le spunta un sorrisone, poi mi abbraccia.
- Grazie zia!!
Ne passo uno anche a quell'esagitato di Christian.
Lui straccia la carta e ammira per circa un secondo il suo camion del pompieri, poi comincia a farlo girare alternando il rumore delle sirene a quello del motore, a vari altri urletti non meglio identificabili.
- Christian, cosa si dice alla zia?
Lui mi indirizza un distratto "Gazie" e continua nella sua opera di spegnimento degli incendi.
Luca alza gli occhi al cielo e chiude il baule.
- Tutti in macchina!
Mio nipote ovviamente non ne vuole sapere, così lo prende in braccio facendogli il solletico e lo lega al suo seggiolino.
Guardo mio cognato con aria di scusa.
- Mi dispiace, non pensavo potesse essere un regalo tanto devastante!
Lui ride di gusto.
- Avresti potuto portargli qualunque cosa, anche un semplice foglio di carta, e avrebbe trovato il modo di usarlo per fare casino! Stamattina poi è particolarmente agitato perchè è sveglio dalle sette: non vedevano l'ora di venirti a prendere!
- Cavolo, mi dispiace riuscire a vederli così poco!
- Se vederli più spesso, vuol dire avere più spesso Christian in queste condizioni, direi che va bene anche così!
Sorrido.
- Per fortuna che c'è Aura! Non so come faccia, ma è l'unica a cui ubbidisce... Hai visto prima? - annuisco. - Lei è sempre stata tranquilla, poi da quando ha iniziato la scuola è diventata veramente giudiziosa, ma questo potere sul fratello...
- Dev'essere una cosa di famiglia: anche Elena era così con me!
- Tu eri un terremoto?! Non ci credo!
- Ci sono tante cose che non sai sul mio passato. E che è meglio che tu non sappia...
Ride di gusto.
- A me basta che non le sappia Christian! Non ha certo bisogno di idee!

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