38 - Stefano
Francesca è per me la scoperta di un genere femminile che non conoscevo. Ogni volta che facciamo qualcosa insieme scopro che si comporta in maniera completamente diversa da tutte le altre donne che conosco. Preciso: la sosta in autogrill si è sempre risolta in un caffè al ginseng, eventualmente accompagnato da una spremuta d'arancia, un'interminabile sosta in bagno e a volte piccola pausa di fronte alle riviste. Ma tutte le mie aspettative si vanno a infrangere di fronte a questa ragazza.
Mentre mi metto in coda per lo scontrino, le chiedo cosa vuole.
- Un caffè e... Oh! Ci sono i muffin ai mirtilli!
Non posso fare a meno di sorridere davanti a quella sua espressione da bambina. Decido di fidarmi e prendo anch'io un muffin. La svogliatissima signora dietro la cassa mi allunga due piattini con i dolci. Ne passo uno a Francesca.
- Ah, hai già fatto tu? Quant'è che ti devo?
Ecco, la ragazza che vuole pagarsi la colazione dovevo ancora conoscerla. E ci metto pure una certa fatica a farla desistere dal suo intento!
Dopo mille ringraziamenti, divora il muffin pucciandolo nel caffè che in qesto modo si raffredda prima. Sì, anche questa di bere il caffè freddo è tutta una sua particolarità a cui ancora non sono riuscita ad abituarmi.
Comunque niente mi stupisce come uscire dal bagno e trovarla intenta nella lettura della una quarta di copertina di un libro in esposizione. L'unica spiegazione è che non ci sia proprio andata in bagno.
- Dimmi che non mi stavi aspettando! È che sono uscita e non ti ho visto, quindi ho pensato...
Ok, ha appena frantumato la mia unica certezza: che le donne sono, per definizione, lunghissime in bagno.
- Hai pensato giusto, sono appena uscito.
Lei sorride, rimette a posto il libro e mi segue verso l'uscita. Lungo il percorso, però, noto che recupera rapidamente alcune cose dagli scaffali: tre pacchi di biscotti del mulino bianco, dei wafer, una tavoletta di cioccolato e un pacchetto di cicche. Mentre paga sente, come al solito, la necessità di scusarsi.
- Scusa, arrivo subito! È che questi non li trovo al supermercato dove vado di solito e il cioccolato e le cicche servono a tenermi sveglia...
Forse ha ragione a dire che la cosa che faccio più spesso è sorridere. In fondo i suoi modi di fare, così tanto da bimba, spontanei e simpatici strapperebbero un sorriso anche agli inflessibili clienti con cui dovrò trattare domani.
Raggiunta la macchina tentenna un po' davanti alla portiera, poi mi si rivolge imbarazzata:
- Senti... Mi spiace chiedertelo... Ma non è che avresti voglia...
- Di guidare? Ma certo! Non mi sono offerto io perché in fondo è la tua macchina, magari non volevi...
- Grazie! Davvero! Mi fai davvero un immenso piacere!
Prendo posto sul sedile del guidatore e metto in moto.
- Ah, temo che si debba fare rifornimento...
Lancio un'occhiata all'indicatore.
- Sì, direi di sì.
Mi fermo al self-service, ovviamente con l'intenzione di farle io la benzina, ma quasi non ho fatto in tempo a frenare che lei è già con la pompa in mano che mi chiede le chiavi per aprire il serbatoio. Penso che nemmeno i pit-stop di Formula Uno siano così rapidi... Come temevo, tra l'altro, non c'è verso di convincerla a farmi pagare. Alla fine, per sfinimento di ambo le parti, dividiamo a metà.
Riprendiamo il viaggio e, guidando, mi viene in mente un cosa:
- Sai, stamattina non ti ho visto subito perché mi ero messo in testa che avessi una Ypsilon e non mi aspettavo...
Il suo silenzio mi spinge a girami verso di lei: ha uno sguardo a dir poco truce. Eppure non mi sembra di aver detto niente di così terribile... Ma mi fa comunque sentire in dovere di scusarmi.
- Lo so, è una cosa stupida e irrazionale... Davvero mi ero fissato...
- È perchè sono una donna, vero?
- No... Perché, scusa?
- Semplicemente hai ragionato per modelli standardizzati: la Ypsilon è forse l'auto che si consiglia di più a una donna che si muove prevalentemente in città. Ma non è certo la soluzione migliore!
La cosa si fa interessante.
- E quale sarebbe?
- Be' la Fabia wagon è sicuramente già meglio...
Solo ora mi rendo conto di che modello sia questa macchina. Ma non commento, lascio che continui visto che ormai è un fiume in piena.
- I motivi sono tanti, anche volendo tralasciare il fatto che la Ypsilon sia oggettivamente brutta, perché l'estetica è comunque un fatto secondario. Comunque, la Ypsilon di base è a quattro posti e se vuoi la stessa versione da cinque devi pagare almeno duecentocinquanta euro in più rispetto alla quattro posti. Poi, ok, è più piccola, quindi è più facile trovare parcheggio, ma lo spazio interno è davvero poco e sfruttato malissimo. Questa è lunga neanche mezzo metro in più, ma la capacità di carico è nettamente superiore anche in percentuale. Ma poi il motore! Cioè lo senti come si fa guidare? È un po' rumoroso, ma credo sia l'unico difetto... In fondo ho voluto a tutti i costi il diesel 1.4 da 90 CV perché è decisamente quello più adatto a questa macchina... La tua cara Ypsilon invece ha buone prestazioni solo con il diesel 1.3 multijet da 95 CV. E al di là di tutto, la Ypsilon è più cara della Fabia.
Sono sinceramente colpito.
- Ma hai ingoiato "Quattroruote"?
- No, sono abbonata.
Eh, no, però! Sono pronto a sentirmi dire tante cose da una donna, ma che è abbonata a "Quattroruote" è decisamente troppo fuori dal comune.
- Sì, lo so, sono una donna, ma mio padre ha avuto solo due figlie femmine... E Elena non ha mai voluto saperne di macchine, motori e compagnia bella.
- Ma tuo padre è meccanico?
- No, macchinista. Lavora coi treni, ma la sua vera passione sono le automobili.
- E tu?
- Se intendi che ho fatto finta che mi interessasse solo per compiacerlo, ti sbagli. O almeno, magari all'inizio, ma poi è diventata una vera passione.
Sono decisamente ammirato.
- Wow! Senti, ma visto che te ne intendi, mi daresti qualche consiglio? Perché devo comprarare una macchina, ma sono sicuramente meno esperto di te...
- Volentieri! Allora, fammi indovinare: vuoi un suv e/o crossover, che sia di una marca che faccia figo e che anche l'occhio abbia la sua parte.
Ok, se prima ero ammirato, ora sono decisamente stupefatto.
- Ci hai preso in pieno! Ma come hai fatto?
Lei alza le spalle.
- Intuito. E per intuito penso anche che non te ne freghi niente del prezzo. Ma ti consiglio di tenerti lontano dal Porsche Cayenne.
Considerato che era la macchina che avevo a New York non era sicuramente mia intenzione comprarlo ancora. La cosa buffa è che l'avevo comprata spinto proprio da una ragazza.
- E perché?
- Be', te ne importerà anche poco dei soldi, ma quella è proprio buttarli via: costa uno sproposito e non vale neanche la metà. Se provi a rivenderla anche solo un paio di anni dopo che l'hai comprata, ti danno una miseria.
Quanto è vero!
- Altro?
- Se il motore non è potente, e per potente intendo la Turbo da 519 CV che, se non sbaglio, si aggira sui 137.000 euro, optional esclusi ovviamente, non va niente. Poi non ha le marce ridotte. Cioè, ti sembra una cosa seria? Dovrebbe essere un suv sportivo, ma fuori strada non va un tubo.
Finora non ha fatto che dire la sacrosanta verità. In modo precisissimo, tra l'altro.
- Ah, e avrà anche gli interni in pelle e mille altre sciccherie, ma ha il lunotto posteriore piccolissimo, alias migliaia di euro di danni alla prima retromarcia, visto che un solo graffio lì sopra costa come un mese del mio stipendio...
Scoppio a ridere.
- Vero!
Mi guarda interrogativa e capiamo insieme di aver appena fatto una gaffe.
- Tu... Tu avevi un Porsche Cayenne?
- Già. E non avresti potuto farne descrizione migliore... Ti sei dimenticata solo lo spropositato consumo di benzina.
- Be', se vuoi metterla così... Se potessi io ti sconsiglierei i suv a prescindere.
- Ho una vaga idea del perché, ma vorrei sentirmelo dire da te!
E allora parte in quarta.
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