35 - Francesca
Se fossi una persona normale, a quest'ora sarei a letto. Ma io non sono una persona normale. Per cui, dopo l'ennesima giornata passata al giornale a lavorare come una pazza per dimostrare a Simone che sono abbastanza capace da meritare il rinnovo del contratto, sono sveglia, stravaccata su un divano non mio, a scrivere. Alle tre di notte. Detto così, capisco che possa essere interpretato male, ma la realtà è molto più banale. Semplicemente questa è la casa di Debora che oggi ha il turno di notte. Visto che (giustamente) non vuole lasciare soli i bimbi di notte, cerca di evitarlo come la peste, ma quando proprio non ne può fare a meno comincia la disperata ricerca di qualche amico disposto a dormire a casa sua. Se posso, io non mi tiro mai indietro.
Quando sono arrivata alle otto e mezza, direttamente dall'ufficio, ho trovato... il delirio più totale. Debora si stava facendo la doccia, mentre il ferro da stiro si stava scaldando e un camice spiegazzatissimo la aspettava appoggiato al lavandino. I gemelli continuavano a correre dappertutto piagnucolando che avevano fame. Un pentolone d'acqua bolliva all'impazzata, senza che nessuno si degnasse di buttare la pasta. Ah, dimenticavo la tv accesa a tutto volume su un programma che a prima vista mi sembrava totalmente inadatto a due bambini di cinque anni. Vorrei poter dire che è un'eccezione, che di solito Debora è una mamma stile pubblicità con tutto sottocontrollo, ma non è così. Vorrei anche poter dire che io sono una specie di Tata Matilda che nel momento in cui varca la porta fa fermare tutti e sistema ogni cosa. Ma nemmeno questo è vero. Però quando vedo Edoardo sul punto di rovescarsi l'acqua bollente addosso e, contemporaneamente, Tommaso che si arrampica sull'asse da stiro, pericolosamente vicino al ferro rovente, lancio un grido che li fa bloccare per la sorpresa e lo spavento. Ma la più spaventata sono io.
- Non. Vi. Muovete.
Mentre prendo in braccio Tommy e lo riappoggio al sicuro sul pavimento, appare Debora, sommariamente avvolta in un asciugamano. E decisamente terrorizzata.
- Cos'è successo?
- Niente, per fortuna. Ma non dovresti lasciare tutte 'ste robe bollenti in giro per casa...
- Oddio! Dimmi che non hanno toccato niente!
- No, per una volta sono arrivata al momento giusto!
Mi regala un sorriso stanco.
- Grazie! Davvero!
La spingo dolcemente verso il bagno.
- Dai vai a prepararti, che sei in ritardo!
Le basta un'occhiata all'orologio per sbiancare.
- Oh mer...coledì sera!
Mentre corre via con uno svolazzo dell'asciugamano, mando Tommy a spegnere la tv e allontano Edoardo dall'acqua per la pasta. Peccato che non riesca a trovare un singolo fusillo, nè una misera penna dei piccolini Barilla. Debora deve decisamente fare la spesa!
Rovescio quell'acqua pericolosissima e ormai inutile nel lavandino e mi metto a stirare il camice, prima che ritentino la scalata dell'asse da stiro.
Mi sento tirare il maglione.
- Io ho fame!
- Anche io!
- Ok, allora oggi pizza! Come la volete?
Ordino le pizze, raccomandandomi di fare in fretta e accolgo Debora con il camice stirato in mano. Cioè, insomma, stirato è una parola grossa, ma non sono Tata Matilda, l'ho già detto. E nemmeno una colf.
Ringraziandomi se lo infila, poi vede la pentola vuota appoggiata nel lavello.
- Oh, cavolo! Ero sicura di aver già fatto bollire l'acqua... - Mi rivolge un sorriso di scuse. - I gemelli devono ancora mangiare... Ho avuto una giornata d'inferno, mi dispiace...
Apre il rubinetto per riempire di nuovo la pentola.
- Tranquilla ho ordinato le pizze. Effettivamente avevi fatto bollire l'acqua, ma non c'è più pasta...
- È vero, è vero. Devo fare la spesa...
Si stringe le tempie tra pollice e medio.
- Debora, vai, è tardi, per stasera è tutto a posto, davvero!
Comincia a frugare nella borsa, alla disperata ricerca di qualcosa.
- Cosa ti serve?
- Cercavo... I soldi per la pizza...
- Controlla di avere il portafoglio, ma vai, sei in ritardo, e la pizza stasera la offro io.
Finalmente riesco a convincerla ad andarsene e aiuto i gemelli a mettersi in pigiama mentre aspettiamo le pizze.
Edoardo e Tommaso sono dei terremoti solo perché sono costantemente repressi, così, non appena hanno la possibilità di sfogarsi... vanno a mille. Il punto è che vedono pochissimo la madre, per quanto lei faccia i salti mortali ogni singolo giorno per riuscire a stare con loro il più possibile. Ma se Elena può contare sull'aiuto di Luca, Debora ha solo se stessa. I suoi genitori non le parlano più da quando hanno saputo della gravidanza, le hanno anche tagliato i rifornimenti e da allora ha dovuto fare tutto da sola. All'inizio l'aiutavamo io e Silvana, ma poi ha preso in mano la sua vita e ha voluto restituirci fino all'ultimo centesimo. Credo sia la donna più coraggiosa che conosco e vorrei tanto che lo sapessero anche i suoi figli.
Finita la cena mi tocca una divertentissima battaglia con i cuscini, prima della canonica fiaba della buonanotte.
- Francesca?
- Sì?
- Ce ne puoi raccontare una delle tue? Sono più belle!
E quando un bimbo di cinque anni ti dice, con il gemello che annuisce vigorosamente, che le tue brevi storie per bambini, quelle che non hai mai avuto il coraggio di far conoscere a persone che avessero più di sei anni, che sono più belle di quelle classiche... Quando ti senti dire che sono meglio di quelle di Grimm, Perrault, Handersen e compagnia bella... Be', puoi solo prendere una sedia, metterti in mezzo ai due lettini e iniziare a raccontare.
È stato rimboccando loro le coperte che mi è venuta in mente una nuova storia. Non potevo farmela sfuggire. Ma prima volevo essere, per una sera, la Fata Madrina di una Cenerentola molto speciale. Per mettere a posto le case altrui in effetti ci metto molta più buona volontà che per rendere vivibile la mia... Sarebbe da studiare questa cosa...
Comunque. Quando ho fatto tutto quello che potevo fare, ho controllato che i bimbi dormissero tranquilli e mi sono seduta sul divano a scrivere.
Sto riscrivendo una frase che non mi suona, quando sento un grido. La porta della cameretta dei gemelli si spalanca e Tommaso corre, senza nemmeno vedermi, nella stanza della madre. Ma ovviamente la trova vuota. Lo raggiungo di corsa e lo trovo piegato sul letto intatto a piangere disperatamente.
- Tommy! Tommy, cosa c'è?
- Mamma! Mamma!
Ok, a questo non sono minimamente preparata. Di solito dormono tutta la notte come sassi, al massimo si svegliano per andare in bagno o per bere... Ma come si fa a consolare un bimbo che chiama la sua mamma perchè ha fatto un incubo?
- Tommy... Ascolta, va tutto bene!
- No, no, la mamma non c'è più!
- Ma no, è solo andata a lavorare, poi torna! Vedrai che ti preparerà la colazione!
Lui va avanti a singhiozzare e a tremare tra le mie braccia che lo stringono più forte che possono. Poi, piano piano, si rende conto che era solo un brutto sogno.
- Vieni, torniamo a dormire, adesso.
- No! Se no torna!
- Ma chi torna?
- Lui.
Ovvio! E chi se no?
Mi siedo sul letto di Debora e mi metto Tommaso a cavalcioni sulle ginocchia.
- Senti, hai voglia di raccontarmi il sogno?
Annuisce, tirando su con il naso.
- C'era un signore. Era alto, grosso.
Annuisco attenta perché continui.
- Era papà.
Ok, questa proprio non me l'aspettavo.
- Lo so che era lui. Anche se la mamma dice che lui non c'è, io lo so che c'è. Tutti i bambini ce l'hanno un papà!
- Amore...
- Ma lui è cattivo! Picchiava la mamma, diceva che noi non dovevamo esistere.
Scoppia di nuovo a piangere. Io rimango assolutamente basita. Sono più che sicura che Debora non abbia raccontato niente ai gemelli della sua storia con Fabrizio. E allora come può suo figlio sognare una scena simile?
- Stai tranquillo! Qui ci siamo solo io, te e tuo fratello. E nessuno potrà mai fare del male alla mamma finchè ci saremo noi!
Mi guarda con gli occhi ancora pieni di lacrime.
- Me lo prometti?
Ecco, lo so che non bisogna mai promettere a un bambino qualcosa che non si è sicuri di poter mantere, ma non posso rispondere altro che:
- Sì. Te lo prometto.
Lui mi abbraccia stretto, forte della certezza che gli ho appena dato.
- Senti, ti va di venire a sentire una storia? L'ho appena scritta, è nuova! Così poi torni a letto e sogni i personaggi della storia!
Annuisce e mi segue sul divano, poi si accomoda contro di me e mi tiene stretta la mano.
Quando Debora apre la porta, mi sveglio di soprassalto. Sono ancora seduta sul divano, con il computer sulle ginocchia e Tommaso che dorme beatamente rannicchiato addosso a me.
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