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3 - Francesca

- Ti prego, ti prego, ti prego, dimmi che non mi ha cercato nessuno!
- Fra, respira! Le bombole dell'ossigeno sono finite ieri! Comunque puoi stare tranquilla, hai ancora il tuo posto.
Mi lascio andare sulla sedia e mi sventolo con la mano.
- Grazie al cielo!
Caterina mi guarda sorridendo. Poi mi scruta la faccia:
- Ma che hai fatto?!
Cazzo se n'è accorta! In fondo non potevo neanche lontanamente pensare di passare inosservata allo sguardo indagatore di "miss trucco perfetto", nonchè mia migliore amica qui dentro. Lei è sempre impeccabile, con i vestiti senza una piega, mai un ciuffo che sfugga alla pettinatura o una sbavatura di mascara. E ovviamente, mai un solo secondo di ritardo. All'inizio mi sentivo in soggezione, ma poi ho scoperto che è molto simpatica e non giudica assolutamente le imperfezioni degli altri.
- Mmm... A te che sembra?
Alza un sopracciglio e fa finta di studiarmi con interesse.
- Serata alcolica? O notte di sesso sfrenato?
- La prima purtroppo. Ti ricordo che non mi vedo con nessuno, praticamente dalla fine del master...
- Infatti, mica ho detto "sesso sfrenato con il tuo ragazzo"!
Rido. In fondo, dietro l'apparenza da "miss perfezione" si nasconde una ragazza assolutamente normale. E decisamente con più vita sociale di me. Anche se non è mai venuta al lavoro in questo stato...
- Ma si vede tanto?
- Tranquilla, l'hai mascherato bene. E' per quello che sei arrivata in ritardo?
- A dire la verità mi sono truccata in metro... Come tutte le mattine...
Scuote la testa ridendo.
- Un giorno mi devi insegnare!
- A fare cosa?
Arrossiamo in simultanea, all'ingresso nell'ufficio di Simone Randi, il caporedattore, ovvero il nostro diretto superiore.
- Ehm...n-niente...
Caterina si impappina e diventa ancora più rossa. Non ci vuole certo un genio per capire che è cotta di lui. Ma evidentemente lui non lo è.
- Ma...un trucchetto con il computer... - cerco di restare sul vago.
- Sì, e scommetto che non saresti disposta a insegnarlo a me! - usa un tono neutro, perciò non capisco se è arrabbiato o no. Nel dubbio sto zitta.
- Se ora avete finito, potremmo cominciare a lavorare.
Ci mettiamo sull'attenti.
- Caterina, sei andata a visitare quella mostra...
Lei non lo lascia neanche finire.
- Sì, sono andata sabato e ho già buttato giù qualche idea. Per quando ti serve il pezzo?
- Mezzogiorno.
Lei annuisce e si mette a smanettare con il suo laptop.
- E tu? Che hai fatto nel weekend?
Lo guardo interrogativa: e da quando gliene frega qualcosa? Poi un lampo mi attraversa la mente: la mia faccia! Arrossisco violentemente e cerco di balbettare una scusa.
- Mmm... No, sai... Ho dormito male...
- Francesca svegliati! Non me ne frega proprio niente di quello che hai fatto stanotte! A meno che tu non l'abbia usata per completare l'articolo che mi dovevi consegnare...
L'articolo, giusto!
- Sì, è pronto. Te lo invio subito.
Mi chino e tiro fuori il computer, cercando di non incrociare il suo sguardo. Intendiamoci, è un bel ragazzo, anche se non altissimo, con i capelli neri ricci e occhi castani, nascosti dietro un paio di sottili occhiali rettangolari, senza montatura, ma non è il mio tipo. Però è il mio capo e ho appena fatto una bella gaffe, che potevo anche risparmiarmi. Se solo questo maledetto cervellino non fosse ancora addormentato!
- Ok, mi è arrivato. Hai qualche novità dalla posta?
- Sì, un paio di eventi...
Mi guarda storto.
- Molinari, potresti essere leggermente più precisa?
Ahia, il cognome! Si mette male! Arrossisco ancora, mentre guardo rapidamente la posta elettronica, che ovviamente non avevo nemmeno scaricato. Per mia fortuna riesco a trovare quasi subito qualcosa di interessante.
- Ok, preparami due trafiletti in mattinata.
- Lunghezza?
- Il solito.
Si alza e si dirige alla porta, ma prima di uscire si volta ancora verso di noi. Apre la bocca, ma poi la richiude senza dire niente ed esce.
Tiro un sospiro di sollievo.
- Cate io vado a prendermi un caffè, stamattina non ho fatto colazione e ho decisamente bisogno di svegliami un po'. Tu vuoi qualcosa?
- No, a posto così, grazie!
Giusto, lei deve preparare il pezzo per il suo amore e finchè non l'ha finito non alzerà gli occhi dallo schermo del computer.
In corridoio noto un po' di trambusto e, stranamente, alla macchinetta del caffè non c'è nessuno. Certo che se tutto il giornale stava seguendo un programma di disintossicazione dalla caffeina, potevano anche dirmelo!
Chiedo a Cate se è successo qualcosa di particolare, ma lei non ne ha idea.
- Prova a chiedere alle double-L loro lo sanno di sicuro.
Le double-L sono le receptionist del giornale, soprannominate così perchè si chiamano Laura e Linda. Chi le vede per la prima volta pensa che siano gemelle con i colori sbagliati, infatti pur non essendo neanche parenti si assomigliano terribilmente, solo che Laura ha lunghi capelli biondi e occhi azzurri e Linda un caschetto nero e occhi marroni molto scuri. Il loro compito sarebbe presidiare l'ingresso, indicare i vari uffici a chi chiede indicazioni, smistare la posta e rispondere alle telefonate, ma sono sempre informatissime su tutto quello che succede in redazione: vuoi sapere chi è in ferie? Chiedi a loro. E' finito il caffè della macchinetta? Loro lo sanno già e sanno anche quando verranno a riempirla. Devi proporre qualcosa al tuo capo? Ti possono dire se è la giornata giusta, perchè conoscono, non solo tutti i suoi impegni, ma anche il suo umore. E, come volevasi dimostrare, sanno anche cosa c'è oggi nell'aria.
- È arrivato un neoassunto...
- E allora? Quando sono arrivata io non hanno mica fatto tutto sto trambusto...
- Forse perchè tu non avevi fatto una spaventosa carriera in una multinazionale, per poi buttare tutto all'aria e lasciare New York per un posto come giornalista finanziario. Che per quanto ben retribuito...
Linda la zittisce:
- Guarda, che ha mantenuto un contratto anche con loro. Figurati se se lo lasciavano scappare! Quel ragazzo è un genio!
- Già, e allora perchè è venuto qui, invece che farsi assumere al Financial Times o qualcosa del genere?
- Sarà voluto tornare in Italia...
Le interrompo ridendo:
- No, non ditemi che non lo sapete! Mi rovinate un mito: pensavo che sapeste sempre tutto!
Laura mi si avvicina con fare da cospiratrice.
- Se vuoi però posso dirti che è un gran bell'uomo!
- Ma che uomo! Ha trentaquattro anni! Comunque sì, è un gran figo!
Questo spiega molte cose!
- Ma come si chiama?
- Stefano. Stefano Vallanzasca.

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