29 - Francesca
Tornare alla normalità dopo la settimana bianca non è facile. Soprattutto se ad aspettarmi c'è un Simone sul piede di guerra.
- Francesca!
Caro mio, hai sbagliato giorno per fare l'incazzato.
- In effetti sarebbe il mio nome...
Mi fulmina.
- Meno ironia, signorina!
Sbuffo.
- Simone, dimmi cosa c'è e falla finita!
- C'è che non dovresti essere qui!
Allora, le cose sono due: o mi hanno licenziato oppure ho sbagliato a prendere le ferie. Considerando che la seconda ipotesi è praticamente impossibile, visto che ho dovuto penare per avere quella settimana striminzita... Comincio ad agitarmi.
- In che senso?
- Nell'unico senso possibile...
Adesso mi sta facendo arrabbiare.
- E, sentiamo, dove dovrei essere?
- All'indirizzo che ti ho scritto nella mail a cui non ti sei degnata di rispondere. Ed evidentemente neanche di leggere...
- Sai com'è... Ero in ferie... Hai presente quella cosa in cui la gente non lavora per alcuni giorni, si riposa e al lavoro non ci pensa neanche?
- Sai com'è, quella cosa che si chiama intervista fissata mesi fa e che mi avevi scongiurato di affidarti...
Oh cazzo. Cazzo. Cazzo. Cazzo.
Devo essere sbiancata perchè Simone decide di rigirare il coltello nella piaga:
- Ecco, magari cerca di non svenire, perchè allora saresti veramente impossibilitata a fare qualcosa di utile... Tipo cominciare a correre per minimizzare il ritardo!
Da come urla è parecchio incazzato. E ne ha tutte le ragioni! L'ho pregato di affidarmi l'intervisa a Paolo Di Paolo in occasione dell'uscita del suo ultimo libro "Una storia quasi solo d'amore" perché è uno dei miei scrittori preferiti e ora rischio di mandare tutto all'aria. Mettendo in guai seri anche lui.
Schizzo via mentre scorro le mail alla ricerca dell'indirizzo. Con google-maps alla mano decido che il mezzo più veloce sarebbe il taxi, ma ora che lo chiamo e lo faccio arrivare, ho perso il vantaggio che avrei guadagnato. Metropolitana sia, allora. Per fortuna che l'intervista è pronta da settimane!
Trafelata arrivo alla reception dell'albergo e chiedo di lui. Il mio ritardo si aggira sul quarto d'ora. Merda.
- Il signor Di Paolo? Sì, è appena rientrato. Lo avviso.
Rientrato da poco? Che diavolo vuole dire? Che era nella hall ad aspettarmi, ma poi si è stufato?
Mi accorgo che la ragazza della reception mi sta facendo un segno.
- Come scusi?
- Dicevo: quarto piano, camera 423.
- Oh, grazie!
Prendo l'ascensore ringraziando il cielo che in fondo non se la sia presa troppo e abbia deciso di ricevermi comunque. Mentre salgo, cerco di ricompormi un po', ma quando busso alla camera 423 ho ancora il fiatone e l'aria leggermente sconvolta.
Appena apre la porta rimane leggermente interdetto. Per cui decido di presentarmi.
- Piacere, Francesca Molinari. Sono qui per l'intervista.
- Oh, sì, mi scusi...
Mi fa entrare e chiude la porta dietro di sè.
- Prego si accomodi. Mi scusi per il ritardo, è tanto che mi aspetta?
Qui c'è qualcosa che non va. Sono io quella in ritardo, perchè si scusa lui?
- Mi scusi, ma...
- Lo so che l'appuntamento era per un quarto d'ora fa, ma le confesso di essermi perso... Ero uscito a fare quattro passi... ma avevo lasciato il telefono in camera, quindi niente google-maps. E non ho nemmeno potuto avvisarla...
Decido di bloccare quel fiume di parole.
- Stia tranquillo, a dire la verità sono appena arrivata anch'io... Sa, la metropolitana...
- Ah, allora perfetto!
Mi fa un gran sorrisone e si siede di fronte a me.
- Quando vuole, io sono pronto.
L'intervista prosegue liscia come l'olio. Di Paolo è molto disponibile, anche se un po' troppo prolisso: dovrò lavorare un po' per sgrossare le risposte... Alla fine trovo perfino il coraggio di chiedergli una dedica su un suo libro.
Prima di salutarci, noto che cerca il coraggio per chiedermi qualcosa. Credo di aver capito cosa vuol sapere...
- Senta... Ma lei...
- Sì?
Scuote la testa imbarazzato. Decido di aiutarlo.
- Le sembro troppo giovane per lavorare al Corriere?
- In effetti... Cioè non vorrei...
Lo blocco.
- Le apparenze ingannano! Dimostro, purtroppo, parecchi anni meno di quelli che ho. E poi non è che sia proprio assunta... È solo un contratto a tempo determinato...
Lui è diventato rosso come un peperone. Sorrido, cercando di dimostrargli che non me la sono presa e la butto sul ridere.
- In fondo è un vantaggio. Tutti mi credono innocua e inesperta e così posso tirare fuori le unghie a tradimento...
Lui sorride e io mi defilo prima che possa continuare questa conversazione: non è un argomento che amo particolarmente, figuriamoci parlarne con un perfetto sconosciuto... Che ho appena intervistato, per di più.
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