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3 CAPITOLO

Sono nel mio ufficio,seduta alla scrivania da non so quanto tempo,controllo per l'ennesima volta che tutti i preparativi per il party di domani sera stiano procedendo regolarmente e senza intoppi,questo nonostante abbia scelto di avvalermi della collaborazione del miglior party planner sul mercato gli devo riconoscerr una grande professionalità,è stato impeccabile e attento all
Cura di ogni singolo dettaglio,proprio come gli avevo espressamente richiesto. Il mio stomaco gorgoglia,deve essersi fatta l'ora di pranzo. Chiudo il fascicolo contenente la relazione di Luca,così di chiama il party planner,mi riverso sullo schienale della sedia e mi stiro per sgranchire spalle e braccia,poi appoggio le mani sui braccioli e di slancio mi alzo.Mi reco nel salone che ospiterà l'evento,e con piacere e sollievo noto che tutto è perfetto.Gli addobbi sono ovviamente nei toni dell'arancione e del nero,ma la scelta dei tessuti ,e materiali e drlle applicazioni è stata fatta alla grande gusto.Non avrebbe ptuto essere diversamente,non avrei mai permesso l'impiego di materiale dozzinale nel mio albergo,per di più una serata così importante.I ragazzi che stanno lavorando mi salutano con cortesia,ma non posso non notare anche con una certa ansia,in questi due giorni hanno imparato s conoscermi ed hanno capito che quanto io sia esigente e pignola.Che posso farci se,smo le cosr fatte bene e non ammetto errori.Con lo sguardo cerco Luca, devo chiarire con lui ancora alcuni dettagli, soprattutto voglio sapere di più sulla sua idea di organizzare un'asta di beneficienza. L'idea in sé mi ha incuriosito parecchio, ma solo che è stato vago sull'oggetto messo all'asta. Chiedo ad uno dei ragazzi dove posso trovare Luca.

"In questo momento non c'è" Mi risponde il giovane operaio che sta montando una tenda di luci al soffitto "Lo può rintracciare sul cellulare..." Ah, proprio non ci siamo. Mi aspettavo di trovarlo qui per l'intera giornata a sorvegliare il procedere dei preparativi invece, magari è sul lungomare a prendersi un babà e un caffè. Ora mi sente, lo chiamo:

"Pronto?" Risponde lui dall'altra parte.

"Pronto Luca sono Marì"

"Ciao Marì, sono dal fioraio per stabilire gli ultimi dettagli sui centrotavola per domani sera, dimmi pure..." Mi dice lui senza esitare, mi ammorbidisco e mi dico che la devo smettere di saltare subito a conclusioni sbagliate, e gli chiedo:

"Volevo sapere qualcosa in più su quest'asta di beneficienza, io ancora non ho capito cosa bandiremo. Un oggetto d'arte? Un libro raro? Cosa?" Lui incomincia a ridere e mi dice:

"Marì, non sarà un prodotto ma persone..."

"Persone?" Dico io confusa "Cosa intendi con persone?" Gli chiedo ancora mentre sto cominciando a sudare freddo.

"Si mia cara, hai capito bene!"

"E chi sarebbero ste persone?" Gli dico con una certa freddezza nella voce.

"In verità avevo pensato proprio a te Marì..."

"A me? Ma che cazzo dici? Io sono la direttrice del hotel! Ho un immagine professionale da difendere io all'asta...Ma tu staij for ca cap!"

"Marì fidati di me, senza falsa modestia, sono il migliore nel mio campo. Queste cose sono sempre un successone...chi meglio della direttrice potrebbe mettersi in gioco per beneficienza! Dammi fiducia e non te ne pentirai..." Sospiro riflettendo su questa pazzia, poi mi viene un'idea. Chi potrei coinvolgere? In questo gioco ci voglio qualcun altro con me e già so chi...Inizio a ridere al pensiero, come non mi succedeva da tempo in effetti.

"Marì, ma perché ridi come n'a pazza?" Mi chiede lui.

"Ok Luca, mi hai convinta, ci sto! M solo se con me a quest'asta ci sarà un'altra persona" Dico mentre tento di ricompormi.

"Chi?" Mi chiede.

"Lo so io caro, tu pensa solo che saremo in due a giocare"

"Ma hai in mente un uomo?" Mi sussurra.

"No Luca, una donna!"

"E chi sarebbe l'altra?" Mi domanda curioso.

"Te lo dico stasera bello mio"

Lo saluto, attacco il telefono e ricomincio a ridere come n'a pazza, mentre i ragazzi che stanno lavorando alla sala mi guardano stupiti di questa nuova Marì che non avevano mai visto.

Torno nel mio ufficio, mi chiudo la porta alle spalle e mi butto sulla sedia. Digito il numero di Ania sulla sedia in modo automatico, l'ho fatto talmente di quelle volte che non ho bisogno neanche di osservare il tastierino.

"Marì allora? Come vanno i preparativi? Se ti conosco avrai già ordinato la fustigazione di un paio di poveri operai solo perché la balza di un tessuto, su un tavolino nascosto in fondo alla sala, fa cinque pieghe anziché quattro" Mi dice schernendomi, cara ragazza, l'hai voluto tu!

"Se è per questo siamo a tre fustigati e uno scuoiato vivo fino ad ora, ma non ti ho chiamato per aggiornarti sulle statistiche delle torture..." Dico già pregustandomi il momento in cui le dirò che anche lei sarà messa all'asta.

"E per cosa allora?" Mi chiede.

"Ti ricordi che Luca, il party planner, aveva organizzato un'asta di beneficienza? Ecco, ho scoperto cos'andrà all'asta, ma forse sarà meglio dire chi..."

"Come chi?" Mi chiede stupita, poi capisce "Stai scherzando Marì?"

"No, non scherzo, saremo messe all'asta e il miglior offerente potrà godere della nostra compagnia per tutta la serata" Silenzio dall'atra parte del telefono "Ania, ci sei?" Le domando.

"Non ho visto proprio tutta la lista degli invitati: età media dei partecipanti?"

"Direi piuttosto bassa, ci sarà parecchia gente giovane"

"Ok, allora per Dio se ci sto! Solo che se a me toccasse l'unico vecchio bavoso che hai invitato, afferro la prima cameriera che passa di lì, le infilo il mio costume da angelo e io mi do ala macchia! Marì sarà divertentissimo! Secondo te quanto valiamo? Te con le poppe che ti ritrovi vali non meno di 1000 euro ogni mezz'ora, non accettare quotazioni inferiori, eh? Io invece sarei giustificata di essere stimata tra i 500 e gli 800 euro ogni mezz'ora...e poi ci sono un paio di nomi tra i partecipanti dove sarei disposta a dire -Senti, te metti 200 euro, poi la differenza la faccio io- pur di farmi prendere da loro..." Continua nel suo monologo per almeno altri 5 minuti, e io penso a quanto vorrei possedere almeno un briciolo della sua sicurezza, perché ora che l'iralità iniziale che l'idea mi aveva procurato è scemata, è rimasta soltanto la sensazione di timore che avverto quando provo ad immaginarmi lì, ad aspettare offerte che potrebbero non arrivare...O maronn ro Carmine!! Pensa che figura di merda se rimango lì imbambolata su quel palco, in attesa di un'offerta senza che nessuno dei presenti abbia la benché minima intenzione di effettuarla, mentre imbarazzati si guardano tra i loro in attesa che un coraggioso eroe si decida a buttare lì due spiccioli per salvare la situazione!! Mi sento mancare al solo pensiero. Mi serve un caffè, di quelli forti possibilmente.

Chiamo il responsabile del bar e gli chiedo di portarmene uno. Sono ancora immersa nei miei pensieri sul sicuro insuccesso che avrà l'asta, ed ho portato la tazzina alle labbra, senza neanche berne il contenuto, mi sono imbambolata. Poi all'improvviso sento un urlo, seguito da altre urla e per lo spavento dovuto a quell'improvviso rumore, mi rovescio tutto il caffè addosso. Ma miseriaccia! Ma che diavolo sta succedendo lì fuori? Appoggio la tazzina ormai vuota sulla scrivania e mi alzo di scatto dalla sedia per affacciarmi alla finestra. Vedo una folla di ragazzine completamente spalmate alla vetrata del hotel, che per altro era stata fatta pulire stamattina, che strillano come delle indiavolate "Gianluca, Piero, Ignazio! Una foto!" Le urla arrivano distintamente fino al mio ufficio che si trova ala secondo piano, e se appunto non fossi così in alto, mi sarei già catapultata fuori per dirgliene quattro. Ma queste non dovrebbero essere a scuola o a studiare? Alcune di esse forse addirittura sarebbe più indicato che andassero a giocare con le Barbie, piuttosto che stare qui e gridare certe cose, che farebbero arrossire anche il mio ginecologo. Sarebbero capaci di farsi asfaltare per questi tre fighetti. Non credevo che sarebbero arrivati così presto. La loro assistente mi aveva comunicato un altro orario per l'arrivo. Via, devo scendere ad accoglierli. Ma come posso fare in questo stato? Vado verso il piccolo armadietto che ho fatto installare in bagno, nel quale tengo qualche capo di vestiario e un po' di biancheria intima per le emergenze. Meno male che sono previdente. Lo apro velocemente e caccio un'imprecazione mentale quando scopro che il tailleur di riserva che tengo abitualmente qui, non c'è perché è ancora in lavanderia. Quindi sono costretta ad optare per un paio di jeans e una camicetta bianca con un incrocio sul seno senza bottoni, ecco dov'era finita, mi trovo a pensare mentre l'allaccio. E' molto carina e mette in risalto tutto il decolté. Mi sistemo leggermente i capelli, controllo lo stato del trucco e mi avvio a scendere nella hall dell'albergo, mi posiziono accanto al banco della reception e mi rivolgo verso l'ingresso aspettando pazientemente che il gruppo finisca di regalare emozioni e svenimenti alle ragazzine impazzite. Ora che guardo un po' meglio, noto che ci sono anche persone adulte che urlano peggio delle teenager. Mi viene da ridere a guardarle, ma com'è possibile che questi tre ragazzi riescano a suscitare tutto questo ribollire ed entusiasmo? Sento che nella tasca dei jeans il mio cellulare suona. E' un messaggio del party planner che mi informa che i centrotavola del fioraio sono ancora meglio di come se li aspettava. Meno male. Ogni tanto qualche buona notizia. Ho ancora il cellulare in mano, ma alzando lo sguardo, vedo che finalmente i divi si stanno congedando dalla folla urlante, e ora stanno procedendo verso la reception dove sono anch'io. Decido di andar loro incontro per presentarmi, accoglierli al meglio e farli accomodare, ma uno di loro, camminando più veloce degli altri, mi si avvicina con le braccia aperte ed un sorriso a trentadue denti. Io lo osservo sorpresa, per poi essere totalmente scioccata quando poi mi abbraccia, mi da un paio di baci sulle guance, mi strappa letteralmente il telefono dalle mani per poi dirmi:

"Ma ciao! Facciamo la foto, poi ti faccio l'autografo" O Dio mi ha scambiata per una fan! Devo affrettarmi a spiegare il malinteso...

"No..." Tento di dire ma non mi lascia finire.

"Vuoi un altro bacio prima della foto?" Mi chiede

"No, guardi..."Tento di continuare

"Non mi devi dare del lei! Vuoi la foto mentre ti do io un bacio sulla guancia?"

"Senta mi lasci spiegare..."Dico mentre non so se ridere o sputargli in un occhio.

"Ma benedetta ragazza, sei incontenibile!" Sbotta e finalmente sembra zittirsi.

"Incontenibile? Guardi, se lei mi avesse lasciato parlare le avrei spiegato che non sono una delle ragazzine che fino a qualche minuto fa vi attorniavano. Sono Marì De Blasio, la direttrice del hotel" Riesco a dire con molta calma, anche se dentro di me sto pensando: ^Tu devi essere Ignazio, quello spaccone, quello che si crede in grado di conquistare tutti facendo il simpaticone e il gradasso!^ Ma come è possibile che abbia solo pensato che io potessi essere una di quelle nevrasteniche in preda al ribollire di ormoni che abbiamo visto prima? E' arrivato qui con la sua spavalderia da quattro soldi blaterando di baci, abbracci e selfie, ma cavoli, non ti guardi un po' intorno per valutare le situazioni prima di buttarti addosso alla gente? O davvero credi che tutte le creature viventi dotate di utero ti svengano ai piedi? Ragazzo credo che ti abbiano fertilizzato un po' troppo l'autostima a te...Sono riuscita a mantenere un tono calmo e professionale, ma dentro sono incazzata come una belva, quasi mi esce il fumo dalle orecchie. I due ragazzi al suo fianco hanno guardato la scena con aria sconvolta, poi mi chiedono scusa con aria sinceramente dispiaciuta e tentano di giustificare il comportamento del loro socio dicendo che si ritrovano le fan dappertutto ed è per questo che Ignazio si è comportato così da sfacciato. Ma lui no, lui è troppo superiore per rendersi conto di aver sbagliato e per chiedere scusa. Mi guarda soltanto come se gli stessi facendo perdere tempo e non proferisce parola.

"Ignà...Perché non fai le tue scuse alla signorina Marì?" Lo incita l'amico.

Io ribatto con: "Signorina? Lasciamo da parte certe formalità e chiamatemi solo Marì d'accordo...Piero vero?"

"Si Marì, io sono Piero, lui è Gianluca..." Dice indicandomi il ragazzo più bassino e con il ciuffetto perfetto che ormai non ci caga per niente e ha occhi solo per il suo cellulare "E lui è, come hai sicuramente già capito, Ignazio" Lui continua a guardarmi con aria di sfida e non dice niente.

"Ignazio, tutto a posto?" Gli chiedo con tono fin troppo cortese che probabilmente tradisce le mie reali intenzioni.

"Ok signora Marì, oh pardon signorina o come vuole essere chiamata lei. Mi spiace tanto per l'accaduto" E mentre dice questo fa tipo un piccolo inchino come per prendermi per il culo. Dato che devo andare a prendere le tessere che servono per accedere alle loro camere, ne approfitto per passargli davanti e sussurrargli un:

"Non si azzardi mai più ad usare un atteggiamento del genere con me" E passo oltre continuando con un "Ma vaffanculo Boschetto!" Lui rimane tipo imbambolato, non si aspettava una reazione del genere e forse ho anche esagerato, spero non decidano di andarsene, ma cacchio! Qui siamo a casa mia e non mi faccio prendere per il culo neanche da Ignazio Boschetto de il volo, e se si offende sti cazzi! Se la farà passare. Mi incammino verso la reception e gli do le tessere per entrare nelle loro suite. Per prima mi rivolgo a Piero, che devo dire sembra un ragazzo cortese e gentile e poi tutto quello che si dice sul suo fondo schiena trova davvero conferma ai miei occhi. Poi il piccolo Ginoble che finalmente ci degna della sua attenzione "Tenga Gianluca..." Gli dico molto gentilmente e lui mi lancia un sorriso che francamente lascia disarmante. Ammetto che mi ha perfino imbarazzata il pulcino con il suo sguardo magnetico.

"Grazie Marì..." Mi dice anche lui molto gentilmente. E poi tocca a mister simpatia e cortesia, mentre prendo la sua tessera mi guarda e mi dice:

"Allora signorina direttrice, io sto aspettando..." Respira Marì, dieci giorni passano veloci, e pensa solo alla pubblicità che ne terrai.

"Ah si? Tenga pure Ignazio!" Gli porgo la tessera e noto che distoglie velocemente lo sguardo dalla mia scollatura. Mi stava fissando le tette? Forse mi sbaglio. Afferra la tessera dalle mie mani e mi dice:

"Comunque ha degli splendidi occhi, signorina Marì!" Mi fa l'occhiolino e assume un'espressione di chi è compiaciuto di se stesso. Immagino lo avrà spesso se ho capito il tipo di persona che ho di fronte. Gli altri si sono già avviati lungo il corridoio verso gli ascensori. Io mi avvicino e, senza farmi sentire da nessuno se non da lui gli dico:

"Questo albergo ospita gente rispettabile e tranquilla. Non ammetto certi comportamenti, anche da dei cantanti famosi. La tengo d'occhio!"

"Anch'io signorina Marì, anch'io mi creda" Mi dice con una gran faccia tosta.

"Sei solo uno stronzetto pieno di te" Esclamo pentendomene subito, ho per un attimo perso il controllo e non va bene. Lui sorride, si volta di scatto e a gran voce dice:

"Ci vediamo Marì" Mentre alza anche una mano per salutarmi. Vorrei urlare con tutto il fiato che ho in corpo.

"CONTACI!" Ma riesco a recuperare la mia consueta professionalità e mi obbligo a stare zitta. Lo vedo allontanarsi verso gli ascensori e prego che inciampi su qualche tappeto posizionato male, ma niente non inciampa. E per una volta maledico il mio essere sempre perfezionista. Avessi lasciato che qualche inserviente mettesse male il tappeto lasciando qualche piega qua e là, ora magari avre avuto la mia piccola vendetta personale. Mi rifugio nel mio ufficio, ho bisogno di calmarmi, mi è salito un nervoso che potrei scatenare una strage solo per scaricare la tensione. Mentalmente sto incasellando una lunga serie di imprecazioni da far impallidire Balzebù "Sto stronzo, cretino. Ma chi ti credi di essere? Scendi dal piedistallo Boschetto!" Sto sussurrando, ora non lo sopporto, con quell'aspetto da bravo ragazzo, ma che in realtà cela un animo talmente stronzo e che lo picchierei a sangue, mi devo sfogare, ora chiamo Ania, prendo il telefono e inizio a digitare il suo numero. Dopo qualche squillo mi risponde, non le faccio dire neanche pronto che subito parto come un treno:"Ania, non puoi neanche immaginare che razza di totale coglione sia quell'Ignazio Boschetto! No, guarda non puoi capire! Mi ha scambiata per una fan, mi ha preso per il culo e mi ha pure fissato le tette! La cosa peggiore e che mi ha fatto perdere il lume della ragione e gli ho pure detto che è solo uno stronzetto pieno di sé! Che dici, se ne andranno e io dovrò dire a Dio agli ospiti più illustri della mia festa?...Ania? Ania, mi senti?"

"Io no Ania, io filippina. Dire Ania che lei stronzetta piena di sé?" Sento rispondermi dall'altra parte. Filippina? Da quando Ania ha una filippina? Ma se si spende tutto il suo magro stipendio in vestiti e trucchi...

"No no, Ania, mi riferivo...oh lasci stare. Mi scusi e quando posso trovarla?" Chiedo infine.

"Se continui ad essere così idiota che mi scambi davvero la filippina, non mi farò trovare mai!" Mi risponde Ania ridendo.

"Ma guarda che sei stupida forte!" Le dico ridendo a mia volta e con piacere noto che la mia rabbia stà già sbollendo grazie a lei.

"Senti ma questo Boschetto, lo ignoreremo, che siamo troppo superiori per confonderci con lui. Ma dimmi un po' il Barone...è come lo descrivono?" Mi chiede maliziosa.

"Si, effettivamente è un gran bel ragazzo, soprattutto è il più educato dei tre"

"Si, ma il culo?" Mi chiede diretta la mia amica.

"Il culo è degno di nota..." Dico sorridendo.

"Lo sai come diceva Tognazzi in un film? Culo alto ci faccio un salto!" Mi dice lei.

Ora so che grazie al suo aiuto questi dieci giorni riuscirò ad affrontarli con un sorriso!

Olaaaaaaa bimbe anche se in ritardo sono riscita a publicarlo leggetelo e divertitevi io inseme alla mia collega amica colei che scrive con me la storia e mi sopportata con i miei scleri Crysania_e la mia dolce sorellina pazza Musicalmente_Magica grazie per il sostegno leggete le loro storie sono il top detto questo se vi piace un commentino e una stellina

Kisss ANNA

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