Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Scommettiamo?

Heather Wilson aveva i nervi a fior di pelle e sicuramente quella pioggia novembrina non aiutava a farla stare più tranquilla.
Certo, chiunque nella sua situazione non sarebbe rimasto sereno a prescindere, ma comunque sentirsi i capelli bagnati e attaccati alla faccia, non era tra le sensazioni che elogiava.
Corse più velocemente possibile, nonostante i suoi tacchi a spillo e la sua pettinatura sfatta, ma con un'energia interiore che non credeva di possedere e la consapevolezza che nulla le avrebbe fatto cambiare idea quella volta. Nulla.
Era la sua unica certezza che le ronzava nella mente da ormai una settimana.
Come di consueto, aprì il portone di ingresso, ricevendo un paio di insulti e frecciatine da dei dipendenti scostati di prepotenza dalla suddetta, senza preoccuparsi di scusarsi con loro, e recandosi direttamente nello studio che conosceva fin troppo bene.
Ad accoglierla fu una figura femminile, seduta compostamente sulla sua scrivania, intenta a riordinare dei fascicoli. La sua presenza sembrò non sorprenderla più di tanto, nonostante un leggero sussulto per la sua entrata fulminea.
-Heather...-
La mora in questione non la degnò minimamente di uno sguardo, sbattendo violentemente la porta e buttando in malo modo la giacchetta sulla poltrona in pelle, come fosse a casa sua.
-Sono qui per...-
-Lo so già perché sei qui.-
-Non usare quel tono insolente con me e fai ciò per cui sei pagata!-
-Scommetto che appena ti metterò davanti le carte del divorzio, cambierai idea.-
-Cosa ti fa credere che lo farei?-
-È la quinta volta che sei qui. In un anno. Diciamo che sei una mia cliente habitué.-
-È una sfida, Courtney?-
L'ispanica scosse la testa rassegnata, per lei e Alejandro era sempre una questione di sfida anche se il reality era finito ormai da anni, non avevano perso il loro spirito combattivo.
Non che lei non ce ne avesse, anzi, ma era maturata e su certe cose era meno transigente, nonostante avesse un marito che la metteva a dura prova.
Tuttavia l'idea del divorzio, a differenza di Heather, non l'aveva mai sfiorata nemmeno nelle peggiori litigate, perché sapeva quanto Duncan tenesse a lei e a loro figlia. E, non avendo abbandonato il suo stile da perfettina, ci teneva comunque a mantenere un'immagine pulita di sé e una separazione non avrebbe giovato a nessuno. Specialmente per il punk che si sarebbe ritrovato in mezzo alla strada per il misero stipendio che prendeva.
Decise quindi di lasciare da parte l'ascia di guerra e ascoltare l'asiatica, per l'ennesima volta.
-Che è successo?- sospirò, sedendosi sulla poltroncina e invitando a fare lo stesso alla sua cliente che invece non stava ferma un minuto, andando avanti e indietro per l'ufficio come una pazza.
-Quell'idiota! Mi aveva detto che andava ad un colloquio di lavoro perché “noi diplomatici abbiamo faccende da sbrigare”- spiegò, imitando ironicamente la voce del suo, ancora legalmente, marito. -Pensa che io sia stupida?! Era la terza volta in una settimana che partiva e non era mai successo!-
Courtney sapeva già il seguito, ma stette zitta lo stesso per la sua incolumità e perché era il compleanno di sua figlia e voleva rientrare a casa quanto prima.
-Così ho deciso di andare a vedere che cose stesse combinando, e indovina? Il suo “colloquio di lavoro” era con una segretaria avvinghiata a lui che starnazzava come una gallina!-
-Si stavano baciando?- domandò colpita l'avvocato, non credendo che Alejandro potesse arrivare a quel punto.
-No... Però sono certa che se non li avessi interrotti lo avrebbero fatto!-
Ecco, Heather era conosciuta per ingigantire i problemi o per crearli anche laddove non ci fossero.
-Non è che si stavano semplicemente abbracciando e lei era una sua collega?-
-Oh, beh! Questo è ciò che sostiene lui!- le rispose, confermando la sua ipotesi.
-Quindi è stato tutto un malinteso, non vedo perché...-
-Malinteso?! Ma mi prendete tutti per Linsday? Era una stupida scusa per non dirmi che mi voleva tradire, ammesso che non l'abbia già fatto, con una finta bionda che ha più plastica lei sulle labbra di Barbie!- urlò esasperata e sfinita, sedendosi finalmente anche lei per riprendere fiato.
-Senti, so che non vorrai sentire ragioni, conoscendoti, ma ti prego di ascoltarmi- la guardò in faccia Courtney, che le sembrò di essere passata da avvocato a psicologa in un'ora.
-Capisco ci possa essere una crisi, capita a tutte le coppie. Quando è nata Belle l'anno scorso, io e Duncan ancora litigavamo per il nome e per ogni altro minimo dettaglio, ma ce la siamo cavata e con i nostri alti e bassi siamo sempre qui. Insieme. Io credo che sia normale essere gelosi- continuò, nonostante le proteste di Heather che ci teneva a ribadire che lei non fosse mai stata gelosa, -ma credo anche che o ci dai un taglio netto e gli dici addio o tutto questo tira e molla non ti porterà mai ad essere felice. Perché lo so che anche tu vuoi una famiglia come ce l'ho io o come ce l'ha addirittura Gwen con Trent e loro figlio. È normale. Così facendo però fai del male soprattutto e solo a te stessa. Alejandro ti ama e per quanto possa essere stato un latin lover, non ha mai fatto nulla di così eclatante per dimostrarti di non fidarti di lui. Io credo che prima di tutto tu debba fare pace con te...-
-Ma tu da che parte stai?-
-A farti divorziare sarei l'unica a guadagnarci qualcosa, economicamente parlando, ma oggi mi sento buona e quindi non ti darò le carte del divorzio fino a quando tu domani non verrai qui con le idee più chiare, e con “idee più chiare” intendo Alejandro. Quindi- proseguì prendendo la sua borsa -ora io vado al compleanno di mia figlia e tu vai a casa da tuo marito, signora Burromuerto.-
Anche se l'aveva detto gentilmente, Heather sapeva che non era un consiglio ma un ordine e mentalmente dovette darle ragione.
Non poteva continuare così.

∞ ∞ ∞

Alejandro Burromuerto, nonostante la sua mente fosse altrove, era comodamente disteso sul divano a guardarsi la partita di calcio trasmessa quella sera, quando sentì il rumore delle chiavi di casa girare nella serratura della porta d'ingresso.
In un attimo scattò in piedi e il suo sguardo prestò attenzione alla figura alta e snella di sua moglie, che pareva non avesse una bella cera.
La rabbia per non avergli scritto e per essere scomparsa tutta la giornata, si trasformò in preoccupazione, cosa che lo fece subito avvicinare a Heather.
-Tutto bene?- riuscì solo a dire, cercando di nascondere il suo tono incerto.
Scosse la testa.
No, non andava bene niente!
Dopo l'accesa chiacchierata con Courtney era stata tutto il tempo a girare per la città e a pensare. A lei, a lui. A loro.
E in tutti i suoi ragionamenti contorti era riuscita a trarre solo una conclusione:
-Io non posso stare con qualcuno- disse semplicemente, con gli occhi ormai gonfi per le lacrime che segretamente aveva versato per quell'idiota.
-Come scusa?-
-Oggi sono andata da Court per chiedere il divorzio ma il fatto è che ormai ad ogni litigio è diventata un'abitudine farlo perché so che tanto ritorno qua, da te, nella nostra casa.-
-Aspetta un attimo... Hai chiesto ancora il divorzio?- le chiese allibito per non averne parlato con lui.
-Sì ma no...- gli rispose portandosi indietro i capelli in modo confusionale, gesto alquanto insolito da parte sua, che certo non le apparteneva, ma era disperata per quella situazione e voleva risolverla il prima possibile.
-Il fatto è che sono stata tutto il tempo a pensare a te, razza di imbecille, e io non credo di meritarti perché non so amare, non so fare niente che sanno fare le altre mogli. Tra i due sei tu quello più romantico, sei tu quello che sa cucinare meglio, sei tu quello che sa riordinare la casa, sei sempre e solo tu! E io ti odio per questo! Perché sei tutto ciò che io non sono, non sarò mai e che volevo essere. Io non...- cercò invana di continuare ma il groppo che aveva in gola era troppo da tenere e sentiva che una crisi di pianto stava per arrivare e sarebbe sicuramente crollata se due braccia calde non l'avessero sostenuta prima che scoppiasse in singhiozzi.
Quel suo momento di debolezza sapeva che l'avrebbe pagato caro, ma il suo abbraccio era l'unico posto in cui voleva stare.
-Tu vedi la perfezione in me, e non noti la tua, Heather. Ti assicuro che Alejandro Burromuerto non avrebbe mai sposato una qualunque se non fosse stato sicuro che sarebbe stata alla sua altezza. Chi era la presidentessa del comitato studentesco al liceo?-
-Io...- gli sussurrò, non capendo come il suo passato potesse aiutarla.
-Chi era il capo cheerleader?-
-Io- rispose ancora una volta, con più fermezza.
-Chi ha vinto il reality, battendomi subdolamente?-
-Ovviamente io!- disse staccandosi dall'abbraccio e ritrovando un minimo di contegno.
-Esatto. Tu, tu e soltanto tu. Sappiamo entrambi che nessun altro avrebbe potuto battermi e capire le mie strategie. Solo chi possiede delle qualità può fare questo e molto altro. Forse io sono più tipo pratico e tu mentale. E spero davvero che tu non possa amare nessun altro uomo, perché voglio starti accanto per il resto della vita- le sorrise prendendole il mento tra le mani per far combaciare meglio i loro sguardi.
-Dici che non sai cos'è l'amore, ma ti assicuro che, a modo tuo, me lo dimostri ogni singolo giorno come lo stai facendo adesso ed io ti amo proprio perché non sei come le altre mogli.-
Heather non poté fare a meno di sorridere a quelle parole che l'avevano spiazzata e al tempo stesso rincuorata.
-Ti amo perché non me lo dici mai, ma me lo dimostri sempre- concluse, riassumendo tutto il suo discorso, baciandola dolcemente e con passione.

∞ ∞ ∞

Un mese dopo Heather e Alejandro tornarono a casa insieme, sfiniti.
-Per i suoi due anni mi sembra eccessiva quella festa!- esplose finalmente la donna di casa, togliendosi la scarpe e stendendosi sul divano, raggiunta a ruota dal marito.
-Che vuoi che ti dica? Trent e Gwen sono sempre stati un po' fuori dagli schemi...-
-Un po'?! Hanno chiamato loro figlio Christian solo perché il nome aveva nove lettere!-
-Sì, mi avevi accennato della mania del chitarrista... strano che Duncan suoni ancora con lui. Non mi sembrano così simili- ragionò Alejandro ricordandosi di quando il punk gli aveva confidato di aver creato una band con il chitarrista e un altro loro amico. Era stato allora che Courtney e Gwen si erano riavvicinate, cercando di non fucilarsi a vicenda, per ovvi motivi precedenti.
-Non oso immaginare quando si dovranno sposare a giugno! Tra l'altro avrei potuto declinare l'invito se Courtney non avesse accettato al mio posto.-
-Dai chica, non ti arrabbiare. Ce ne andremo via prima.-
-Lo spero!-
Alejandro guardò di sottecchi la sua consorte, era da un po' di giorni che vedeva il suo viso diverso: i lineamenti sembravano più dolci e nei suoi occhi era presente un luccichio che non aveva mai notato.
Lui in realtà, dentro di sé, sapeva già cos'era dovuto il suo cambiamento e o lei faceva finta di niente o lui era davvero un ottimo osservatore.
-Heather?-
-Sì?- chiese disinvolta cambiando i canali.
-Ti piacerebbe avere un figlio con me?-
Heather lo guardò strabuzzando gli occhi per quella domanda inaspettata, ma si riprese subito, ritornando a guardare la TV.
-E se volessi un figlio ma non da te?- lo stuzzicò.
-Beh, penso sarebbe un problema.-
-Che vuoi dire, Al? Non vuoi che ti tradisca?- rise maligna.
-No, intendo dire che penso tu sia incinta e, a meno che tu non mi abbia davvero tradito, il bambino è anche mio- lo disse con una tranquillità innata che a Heather cadde il telecomando mentre la sua bocca si spalancò senza emettere un solo suono.
-Chica, è solo un'ipotesi, ma hai un'espressione in viso da un po' di tempo che non ti avevo mai visto. Potrei sbagliarmi, ma non succede quasi mai.-

Le seguenti serate Alejandro le passò sul divano a sorbirsi le urla isteriche di Heather sul fatto che non avesse un minimo di tatto e su come fosse possibile che se ne fosse accorto prima lui di lei.
Il che portò a preoccupazioni infinite dell'asiatica, che non sarebbe stata un'ottima madre solo perché non si era accorta di portare in grembo un bambino, che il figlio sarebbe stato sicuramente maschio, che avrebbe preferito lui a lei, che...
-Heather! Smettila di urlare! Saremo dei genitori fantastici! Anche se...- si fermò di colpo, attirando l'attenzione di Heather che si bloccò.
-Anche se?!-
-Anche se scommetto che sarò io il genitore migliore- si vantò, ritornando a rilassarsi come se nulla fosse.
-COME SCUSA?!- diventò paonazza la moglie, puntandogli il dito contro.
-È così. Ho già vinto.-
-Non hai vinto proprio un bel niente. Preferirà me!-
-Scommettiamo?- ghignò Alejandro tendendole la mano.
Dal canto suo, Heather, da brava madre quale sarebbe stata, accettò, stringendola. Avrebbe vinto lei.

∞ ∞ ∞

-Allora? È femmina?-
Heather aveva fatto l'ennesima sfida con Alejandro sostenendo che “il sesto senso materno” le diceva che era una femminuccia, mentre da buon playboy quale era l'argentino, era certo che fosse un maschio.
La ginecologa guardò entrambi un po' perplessa, non avendo mai visto così tanta rivalità per il sesso del nascituro, dopotutto, sarebbe stato pur sempre loro figlio, no?
Cercò di non far vedere la sua nota di incertezza e, mentre guardò sullo schermo, non poté fare a meno di sorridere.
-Credo abbiate vinto tutti e due- concluse, facendo sgranare gli occhi ai due coniugi.
-Ci scusi?- cercò di prendere parola Alejandro per entrambi.
-Qua ci sono due sacche. E a giudicare da quanto vedo, sono una femmina e un maschio. Beh, congratulazioni!-
Prima che la donna potesse voltarsi per vedere le reazioni dei futuri genitori, si sentì un tonfo e lo sguardo di Heather, allibito, fu poi dipinto da un ghigno, notando il marito a terra senza sensi.
-La prima che ha individuato è stata una femmina, quindi ho vinto io, Al.-

∞ ∞ ∞

-Corri idiota!-
-Ai tuoi ordini, cara!-
-Gwen e Trent sono già lì! Muoviti!-
Duncan aveva preso in braccio Belle per fare più veloce e aveva raggiunto Courtney nella stanza dell'ospedale.
-Eccoci! Scusate il ritardo- disse Courtney ai presenti, lanciando un'occhiataccia al punk.
-Tranquilli, vi lasciamo il posto!- disse Trent prendendo per mano la sua neo-moglie e suo figlio.
-Allora? Come state?- chiese l'avvocato, avvicinandosi al lettino.
-Come sto io, piuttosto! Lui non ha fatto nulla!- strillò Heather, esausta.
-Chica, almeno Maya è uscita fuori presto.-
-Un po' troppo presto! Stavo per partorirla in casa!- urlò di nuovo.
-E Matias come sta?-
-Matias, un maschio degno di suo padre, è nato dopo un'ora di travaglio continuo dopo la sorella, ma se non altro ho evitato il cesareo- spiegò la situazione Heather, alludendo a quanto le femmine fossero superiori.
Alejandro scosse la testa divertito.
-Beh, è un bel giorno oggi. È l'equinozio d'autunno!- sorrise raggiante Courtney, cercando di cambiare argomento.
-Già, ma è iniziato solo un'ora fa. I miei figli sono nati l'ultimo giorno d'estate- ci tenne a precisare la calcolatrice: odiava l'autunno.
-No, chica... È iniziato tre ore fa, quindi sono nati il primo giorno d'autunno- la contrastò il marito che al contrario suo preferiva quella stagione.
-Senti, chico, saprò io quando sono nati i miei figli!- si alterò di nuovo Heather.
-Perché quando vuoi avere ragione sono solo tuoi i figli?!-
-E ricominciano...- sbuffò Duncan facendo sorridere la piccola Belle.
-Non cambieranno mai- concordò per una volta la moglie.

-Vuoi scommettere che appena arriviamo a casa e controlliamo l'ora esatta avrò ragione io?!-
-Bene! Scommettiamo!-

...

Ci tengo a precisare che questa è la one-shot più lunga che abbia mai scritto!
Ho preso ispirazione da una letta su EFP, ovviamente non l'ho copiata, ma l'idea non è tutta farina del mio sacco anche se mi ha dato la giusta spinta per scrivere tutto il resto.
Spero vi sia piaciuta!
Fatemi sapere nei commenti
Baci,
Ila

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro