Idk parte 2
Mi guardai intorno e lo notai, lì, sulla rampa delle scale che parlava con i suoi amici, che erano anche miei amici, però quest'immagine è molto più da fan fiction americana degli anni 2000. O Zeus benedetto com'era bello: già potevo sentire le sue soffici e morbide labbra...
Ce la potevo fare! Dovevo farcela! Erano pochi gradini a separarmi da una vita felice con l'uomo più bello subito dopo di me! Gli avrei tirato la mela più bella e succulenta che avessi mai trovato così che ci saremmo sposati in grande stile e con i fuochi d'artificio. Anzi dovevo puntare in grande: li avrei lanciato la mela d'oro, perché era lui la più bella! Poi avremmo comprato una deliziosa casa sull'Olimpo dove avremmo vissuto con i nostri bambini tutti nati per partenogenesi! E infin-
«Apollo che aspetti?» chiese il novellino con la voce stridula che mi martellava in testa ormai da una settimana.
«No, nulla stavo pensando» risposi seccato.
«A ma quindi tu pensi?»
«SENTI GI- GIAC- GIACOMINO O COME TI CHIAMI TU, ERA UNA COSA IMPORTANTE!»
«Aspetta» intervenne Afrodite: «Quanto importante?»
«I tovaglioli al ricevimento saranno dorati o arancioni?»
«MA STAI SCHERZANDO!?» sbottarono Giacinto e Afrodite all'unisono.
«È una cosa così stupid-» iniziò il primino
«Dorati, mi sembra ovvio!» esclamò Afrodite facendo un facepalm.
«Basta io me ne vado, sono allergico alla stupidaggine» serenziò lui rassegnato.
«No ci servi invece! Tu hai una cosa che noi non abbiamo!» cercò di convincerlo Afrodite.
«Il cervello?»
«Io volevo dire i mocassini, ma anche quello!»
«Allora Apollo sbrigati per favore» disse lui stringendo i denti mentre mi spingeva verso i gradini.
Lanciai una fugace occhiata dietro, giusto in tempo per vedere Afrodite che correva disperata verso l'aula di scienze per la sua prossima lezione. QUELLA TROIA MI AVEVA LASCIATO IN UNA SITUAZIONE DEL GENERE CON GIACINTO!? Non che non fosse un tipo a posto, MA SUL SERIO AFRODITE!? Avrei fatto io una lezione di scienze con Hermes: anatomia umana!
Preso da una vampata momentanea di coraggio iniziai a salire a due a due quei maledetti scalini dispari e in men che non si dica mi ritrovai faccia a faccia con Hermes. Ma io ero sicuro di me stesso: feci uno swish e continuai imperterrito. Anche se... non gli ero stato più così vicino da quando avevo scoperto che... insomma...
Arrossai visibilmente, sembravo un cazzo di peperone, fino a quando riuscì a tirare fuori: «H-Hey H-Hermes...» COSA CAZZO STAVA SUCCEDENDO!? IO BALBETTAVO, NON RIUSCIVO A PARLARE SCORREVOLMENTE E PER DI PIÚ ERO COSÌ ROSSO CHE SE MI FOSSI MESSO DAVANTI A UN TORO QUELLO MI AVREBBE INCORNATO IN PIENO. Io ero... ero imbarazzato? COME POTEVO IO, LA CREATURA PIÚ PERFETTA SU QUESTA TERRA ESSERE IMBARAZZATO. Questo era solo un brutto sogno, io dovevo svegliarmi!
Con la coda dell'occhio controllai Afrodite alla fine della rampa di scale e sarebbe stato tutto perfetto se non contiamo il fatto che AFRODITE NON C'ERA PERCHÈ ERA ANDATA A FARSI INCULARE DALLO SCHELELTRO DEL LABORATORIO! Ma quell'altro esserino dai capelli a pecorella che mi seguiva a ruota iniziò a ridere visibilmente. Quando rideva le sue lentiggini risaltavano ancora di più e gli si arrossava anche la punta del naso.
«Apollo, ma guarda chi si rivede!» esclamò Hermes stritolandomi! Aaaaaah come avrei voluto che quell'abbraccio spacca-spina dorsale durasse per sempre!
«Perché non ti sei fatto vedere in questi giorni?» chiese lui genuinamente interessato. AAAAAAAAA SI PREOCCUPAVA PER ME SKDKDJXJXNDKKZNSSLAMMSLSLWMDKL.
«Emh, i-io ero... occupato! Sisi, ero occupatissimo, super occupato, pieno di impegni e-e altri sinonimi...»
Volevo. Spararmi. In. Bocca.
Altrettanto genuinamente però si interessò anche del piccoletto nascosto dietro la mia spalla. «E lui chi è?» chiese teneramente indicandolo. SAREBBE STATO UN PADRE PERFETTO PER I NOSTRI FIGLI! Ma comunque non doveva sapere che andavo a spasso con un nerd, avevo un immagine da mantenere!
Lui fece per rispondere ma io lo interruppi: «L-lui è il mio... cuginetto, si cuginetto! Ma dalla parte di mia madre, della mia mammina, della donna che mi ha partorito, della mia generat-»
«Apollo smettila» bisbigliò lui da dietro. Ma che mi stava prendendo!? Non mai dato così di matto! Per un attimo cercai di scrollarmi l'ansia di dosso, feci un respiro profondo e poi guardai dritto in viso al ragazzo alquanto confuso.
«Senti Hermes» esordii, poi continuai: «devo dirti una cosa importante: tu non mi piaci!»
«Cosa?» domandò lui divertito
«Cosa?» ripeté Giacinto
«Cosa?» feci io, in seguito aggiunsi: «Nonono, quello che intendevo dire è che io mi piaccio, cioè no lui mi piace, eeeeh no aspé...»
E suonò la campanella. Suonò quella fottutissima campanella. MA DICO IO SI PUÒ CHE OGNI COSA SIA CONTRO DI ME!? IO PENSAVO FOSSE SOLO LA NATURA MA PURE LA CAMPANELLA!? NO OK BIDELLA BASTARDA CHE NON CANCELLI MAI I PENI DAL MIO BANCO QUESTA È UNA DICHIARAZIONE DI GUERRA. TI SEI MESSA CONTRO IL DIO SBAGLIATO BRUTTA ZITELLA.
«Mi sembri un po' confuso, facciamo che me la dici dopo. Raggiungimi nel campo di lancio del disco, subito dopo gli allenamenti ok?» mi rassicurò lui dandomi una pacca sulla spalla e scompigliandomi i capelli. Mi scioglievo ogni volta che lo faceva...
Poi si allontanò con il suo gruppo di amici popolari, che erano anche miei amici dato che sono popolare anch'io però fa tutto molto più figo. Poi Giacinto mi affiancò.
«Una parola, UNA SOLA PAROLA CON QUALCUNO e sei morto» pronunciati freddo senza nemmeno guardarlo.
«V-va bene H-Hermes senpai...» rispose facendomi la caricatura ed inziando ad avviarsi.
«Hey, HEY TORNA QUÌ. Non sei divertente, NON SEI DIVERTENTE» affermai seguandolo nonostante stessi scoppiando a ridere.
«Io no di certo, tu tantissimo!» esclamò ridendo pure lui.
«Ti sto insegnando troppe cose» sussurrai piano in modo che non mi sentisse, ma alla fine ero contento di avere un amico come lui: era simpatico, mi faceva sempre ridere ed era riuscito a tirarmi su il morale.
Alzai il passo per raggiungerlo e, mentre ci guardavamo senza riuscire a prenderci seriamente, un gruppo di ragazze, belle ragazze, ci circondarono tutt'intorno. Frequentavano tutte il mio club di musica, tant'è che a scuola le chiamavano muse e, modestamente, ero andato a letto con ognuna di loro. No ok scherzo, solo con due.
«Adesso esci anche con gli sfigati?» sbottò una di loro in tono scherzoso e non aggressivo, come evidentemente si aspettava Giacinto.
«Oh dai Calliope!» si aggiunse un'altra: «Se esce con Apollo non sarà uno sfigato!»
«Io lo trovo molto carino, sembra un batuffolo di lana» s'intromise una terza, sfiorandoli sensualmente le spalle.
«Beh allora dovremmo uscire tutti insieme non vi pare? A te va batuffolo?» gli chiese la prima, con sguardo pervy.
«Grazie ma non mi interessano le ragazze» spiegò lui tranquillamente, come se stesse dicendo la cosa più normale del mondo. CIOÈ IO MI ERO FATTO LE CRISI ESISTENZIALI CON TANTO DI DRAMA E LUI SE NE USCIVA COSÌ. Fantastico!
Le ochette troi- emh volevo dire le mie amiche muse se ne andarono deluse e una di loro mi fece l'occhiolino indicando il primino trash. COOOOOSA!? Quello? Si ok mi era simpatico ma non mi ci sarei mai messo insieme!
«Forza andiamo da Hermes» mormorai apatico perché boh, mi era preso.
«Ma gli allenamenti non sono ancora finiti»
«Fa niente ci andiamo lo stesso»
.
.
.
Ci sedemmo sul punto più alto della tribuna, lì dove potevo avere la completa visuale sul mio dio greco (anche perché non c'era nessun'altro seduto oltre noi) e dove il sole dava ai miei capelli una luce irresistibilmente perfetta. Ma non ero arrivato impreparato: con me infatti avevo qualche attrezzo del mestiere stolking in cui ero il migliore modestamente!
«Sul serio ti porti dietro tutta questa roba anziché libri?» mi chiese Giacinto scioccato come se gli avessi appena bestemmiato la famiglia in greco antico. Non che non l'abbia mai fatto, sia chiaro, sono un uomo di cultura io!
«Già, ma dato che non abbiamo nessuna copertura dobbiamo stolkerarlo in modo naturale e disinvolto: non dobbiamo farci notare» spiegai mentre estraevo un telescopio astronomico dal mio zaino arancione fluo glitterato con un cappello natalizio completo di luci e canzoncina. Niente poteva andare storto!
«Ma tu ci credi pure alle cazzate che fai?» mi chiese esasperato.
«Non capisco di cosa tu stia parlando» affermai nello stesso momento in cui indossai la mia maglietta personalizzata dell'Hermes fanclub.
«Mi chiedo perché continuo ancora a frequentati...»
«Oh sta zitto batuffolo, non c'è niente che possa andare storto!»
Poi il cielo rimbombò sfumando nel grigio più spento dell'anima del mio prefessore di matematica ed iniziò a cadere una pioggia torrenziale che madonna papà tutta mo la vescica la dovevi liberare echecazzo.
«Oh no!» si lamentò Giacinto anche se io la presi per una jojo's reference.
«OH SÌ» orgasmai io con la bava alla bocca: «Sai cosa significa un alluvione a maggio?»
«Il totale collasso del clima globale causato dall'effetto serra?»
«NO! SIGNIFICA MAGLIETTA BAGNATA!!»
In quel preciso momento la voce proveniente da un puntino fradicio richiamò la mia attenzione gridando: «Hey menomale che ci siete voi! Scendete presto!»
Oh wow era Hermes. ERA HERMES AKDNXNSJSNSKSNSMSLSLAMSMSLAMAMAMSMS.
«T-ti serve un aiuto, soccorso, a-azione atta al bene altrui e ok la smetto... » urlai abbassando sempre più il tono scendendo dalle scale. O miei dei magari si era infortunato e mi avrebbe chiesto di sorreggerlo o di accompagnarlo nello spogliatoio e aiutarlo a cambiarsi o-
«Per favore potete sistemare dentro l'attrezzatura? Noi non possiamo restare sotto la pioggia: il torneo inizia tra una settimana e non dobbiamo rischiare di ammalarci. La cosa urgente puoi dirmela domani!»
«Ah» setenziai io deluso.
«Quindi potete?» chiese lui così speranzoso che dirgli di no sarebbe stato come bastonare un cucciolo... E CHE PALLE PERÒ IO VOGLIO ESSERE EGOISTA!
«Oh sì certo... va bene, andate pure tranquilli»
«Aspetta io non voglio farl-» inziò Giacinto ma Hermes lo interruppe: «Grazie Apollo, sei il migliore!»
Aveva ragione: lo ero!
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