Riflessioni queer
Ave a tuttx, mi chiamo Narnia, ho ventun anni, sono omnisessuale e in costante queestioning per la mia identità di genere e sono cinque settimane che esco con un uomo.
(Qui mi immagino un "Ciao Narnia" collettivo).
In questa raccolta ho sempre cercato di portare positività per creare uno spazio sicuro per quantx lì fuori sono queer o ancora in questioning, facendo ironia sugli aspetti più spiacevoli dell'essere queer e, soprattutto, tentando nel mio piccolo di fare informazione su tematiche che mi riguardano in prima persona.
Questo capitolo, però, sarà più serio degli altri perché vorrei condividere con voi alcune riflessioni che sono venute fuori da quando ho iniziato a frequentare il mio attuale ragazzo.
A me i ragazzi sono sempre piaciuti, ma non ho mai avuto una relazione eterosessuale perché sono sempre stata friendzonata o ghostata. La mia unica relazione è stata con una persona al di là del binarismo di genere e biologicamente donna, il che mi ha reso molto semplice affermarmi come persona queer agli occhi di chiunque. Ma, ora che sto con un ragazzo, ho come la sensazione che questa parte di me stia svanendo e, per quanto io sappia perfettamente che stare con un uomo non mi rende meno queer, visto che sono omnisessuale proprio perché mi piacciono anche gli uomini, non posso fare a meno di notare che chi mi sta intorno non mi riconosce più come tale.
Vorrei proprio vedere come interagisce una lesbica con un cazzo. (Ninja)
Ma quindi ora sei sana. (Miot)
Finalmente si vede la luce in fondo al tunnel. (Mia madre)
Ora ti toccherà fare la donna. (Non mi ricordo chi me l'ha detto, ma poco importa)
Ma Boyfriend lo sa che si sta praticamente mettendo un uomo? (Chibi)
Il Boyfriend, tra l'altro, non sa che sono in questioning per la mia identità di genere, ma è a suo agio con il fatto che mi piacciono anche le ragazze ed è abbastanza intelligente da aver capito che non mi trovo molto a mio agio con la femminilità.
Esempio pratico dell'altra sera: stavamo ballando e lui è partito con un discorso stra-melenso sul fatto che sarebbe bello partecipare ad uno di quei balli principeschi, con lui in frac e io con il vestito da principessa. Al che io gli ho detto che non mi sentirei a mio agio, lui mi ha guardata e mi ha detto: "Giusto. Allora direi che dovremmo trovare un bel completo sartoriale pure per te" (sì, l'ho amato da morire per questo).
Eppure ho come la sensazione di star perdendo la mia anima queer, non solo perché sto con un uomo, ma anche e soprattutto perché, ultimamente, non soffro più di disforia. E, per quanto a volte preferisca ancora mettere un reggiseno sportivo sotto alle felpe per sembrare più piatta, non posso fare a meno di considerare quanto spesso metta le gonne, quanto mi senta a mio agio con il mio corpo, quanto stia pensando di riprovare a farmi crescere i capelli (non troppo però, che non ho sbatti di combatterci) e quanto il corso di etica femminista che sto seguendo mi stia facendo capire che, forse, quello che mi fa sentire a disagio non sia la femminilità, bensì l'ideale stereotipato di femminilità che mia madre ha provato ad inculcarmi fin dalla nascita (i miei mommy issues mi mettono ogni volta in difficoltà).
Ma so anche che "fasi" del genere ci sono sempre state nella mia vita, motivo per cui mi capita di pensare di essere genderfluid, e che è molto probabile che tra qualche mese tornerò a imprecare perché non sono nata con un cazzo.
E tutte queste riflessioni mi fanno sentire davvero ridicola perché, in fondo, poco importa se la gente pensa che io sia etero, che la mia omnisessualità sia un essere etero o lella a seconda dei casi o che io non sia abbastanza queer: io sono io, sono queer e niente e nessuno potrà cambiarlo. E, forse, quello di cui ho davvero paura è perdere tutto quello che ho conquistato finora "solo" perché ora amo un ragazzo.
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