Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Extra di San Valentino

Ormai ho perso ogni dignità e ho preparato per voi questo extra un po' spinto che riguarda i nostri due protagonisti, ma che va letto sganciato dalla storia a livello temporale, visto che i capitoli pubblicati ora sono ambientati d'estate e il febbraio successivo... beh non posso fare spoiler. Perdonate la scarsa cura, l'ho scritto davvero molto velocemente. Per leggerlo sarebbe meglio essere arrivati almeno al capitolo "44. Macchinazioni".

In ogni caso, bando alle ciance: ho cercato di fare l'equilibrista, sperando di non essere caduta nella volgarità. Buona lettura.

Non aveva mai festeggiato una ricorrenza che gli era sempre sembrata stupida.
San Valentino.
Lui innamorato non lo era mai stato, almeno sino all'anno precedente.

Era il 13 di febbraio e Samuel non aveva ancora pensato a un regalo per Agnese. Non che ne avessero parlato, anzi, la sua ragazza sembrava allergica a questo tipo di festeggiamenti, ma proprio per questo motivo voleva sorprenderla per tenere il loro rapporto sempre su un livello molto alto, in modo da non far prevalere la noia o la routine.

Solo che non aveva idee.

Stava riflettendo su tutto questo mentre correva lungo la passeggiata che portava a Santa Monica, sotto una pioggia leggera ma resa fastidiosa dal vento. C'era poca gente in giro: era una delle poche giornate fredde dell'inverno di quell'anno e anche i turisti non si avventuravano in riva all'Oceano in tempesta.

Rientrò nella casa vuota. Agnese gli aveva lasciato un biglietto: era andata a fare la spesa insieme a Isabel. Il rapporto tra le due ragazze era diventato sempre più stretto da quando la donna che amava si era trasferita a Los Angeles. Isabel rappresentava la normalità che Agnese non poteva trovare nelle persone che Samuel frequentava per lavoro. Magari era uscita con la loro donna delle pulizie per comprargli un regalo, si ritrovò a pensare, e lui non aveva nulla in mano.
Dopo la doccia selezionò una playlist di canzoni d'amore sul telefono, sistemò gli auricolari e si sdraiò sul divano, fissando il soffitto per trovare l'ispirazione.

Il The View, il ristorante panoramico girevole di New York non era cambiato rispetto all'anno precedente. Quando Samuel aveva detto ad Agnese di preparare un piccolo bagaglio per la mattina successiva, aveva letto puro stupore nei suoi occhi.

«Non dirmi che tieni alla festa degli innamorati» aveva commentato allarmata. «Io non ho pensato a nessun pensiero per te. Non immaginavo fossi uno da San Valentino».

«Lo festeggiamo insieme, in un posto lontano da qui. Fidati di me. Non mi importa del tuo regalo».

Avevano preso un aereo per New York e quando si erano ritrovati davanti al Marriott a Times Square, Agnese lo aveva guardato a bocca aperta. «Non puoi averlo fatto».

«E invece sì» aveva replicato lui, soddisfatto.

Avevano preso possesso della suite in cui Samuel aveva dormito da solo l'anno precedente. Si erano cambiati e avevano preso l'ascensore per andare a cena.

Questa volta le candele sul tavolo non crearono imbarazzo tra loro e si godettero la cena ammirando con più attenzione i grattacieli.

Rientrarono nella suite e Agnese si lasciò cadere platealmente sul letto. «Non sai quanto ho sognato di tornare qui insieme a te».

«A volte i sogni diventano realtà».

Samuel si avvicinò come un predatore e cominciò a sbottonarle la camicetta. Rimase piacevolmente sorpreso da cosa trovò sotto: Agnese aveva indossato l'intimo che le aveva donato Chiara per il compleanno.

«Il triste destino della biancheria sexy è che aumenta il desiderio di toglierla il prima possibile» ansimò sulla sua pelle, mentre le stuzzicava i capezzoli attraverso il pizzo del reggiseno.

«Non mi opporrò di certo» replicò Agnese in un sussurro, «ma questo non è il vero regalo che ho preparato per te».

Samuel alzò lo sguardo su di lei, attento.

La sua ragazza si scostò per prendere qualcosa che aveva sistemato nel comodino accanto al letto. Quando gli mostrò un plug in silicone rosa che terminava con grazioso cuore, capì che Agnese intendeva davvero donargli qualcosa di prezioso.

«Non ho fatto in tempo ad allenarmi però» confessò Agnese, arrossendo. «Tuttavia non sarebbe la mia prima volta, eh. Solo che è passato del tempo e... il tuo è decisamente più grosso di quello di Marco».

Samuel era rimasto di stucco. La sua speranza di avere un rapporto sessuale di quel tipo con Agnese era ormai ridotta al lumicino. Lei non gli aveva più risposto dopo che lui aveva sondato l'eventuale disponibilità quando erano a correre a Milano.

«Stai tranquilla. Non pensare a ciò che accade nei miei film. Ci arriveremo per gradi e poi sarai tu a muoverti, io resterò immobile finché non ti sentirai a tuo agio. L'importante è che tu sia rilassata, ma anche eccitata».

Si distesero sul letto e Samuel le dedicò un lungo massaggio che sconfinava in sfioramenti delle zone erogene e dei punti che ormai sapeva essere i più apprezzati da Agnese.
Adorava quando lei assecondava le sue carezze, quando la sua eccitazione cresceva in modo tangibile, aprendosi alla sua iniziativa.

Quando le chiese di voltarsi le sistemò un cuscino sotto la pancia e tornò a massaggiarla concentrandosi su quelle natiche che adorava: due tondi perfetti, che neanche Giotto avrebbe tracciato così bene. Agnese aveva pensato anche al lubrificante e Samuel ne cosparse il plug senza parsimonia.
«Rilassati» le sussurrò all'orecchio e quando lei mugolò un sì, lo lasciò scivolare dentro di lei, vincendo l'iniziale resistenza.
«Oh» si lasciò sfuggire Agnese, ma non ebbe il tempo di irrigidirsi perché Samuel iniziò a dedicarsi con maestria al suo clitoride.
«Samuel, è... wow. È tutto così intenso».
Lui sorrise vedendola così ricettiva. Non c'era bisogno di parole: anche in questo caso il corpo di Agnese gli stava comunicando un notevole gradimento a giudicare da come stava bagnando le sue dita.
Indossò un preservativo e quando lei gli fece capire di essere pronta, estrasse il plug.

Entrò con calma, rispettando i tempi di Agnese. Sapeva che la parte più difficile era proprio all'ingresso, dove le terminazioni nervose facevano provare dolore e poi piacere.
«Oh» le sfuggì di nuovo, seguito da una serie di «aspetta» in rapida successione, uniti a una risata, a cui si unì.
Complici. Lo erano ormai da tempo, ma tutto ciò che stava succedendo lo dimostrava.

«Non mi muovo, tranquilla» la rassicurò. Era tutto diverso da quella parte. La compressione lo circondava completamente e l'immagine che aveva sotto gli occhi lo eccitò come se fosse la sua prima volta. Tornò ad accarezzarla, mentre Agnese cominciò lentamente a muoversi.

«Così, brava» gli sfuggì.

Vide il braccio di Agnese andare a cercare da sola il centro del suo piacere e la sua schiena muoversi di più per il respiro che cominciava a farsi affannoso. I gemiti che uscivano dalla bocca della sua fidanzata erano un ulteriore afrodisiaco.

Si rese conto di essere completamente dentro di lei e perse la testa, mentre ormai si muovevano all'unisono. 

«Samuel, io... vengo» strillò Agnese, cogliendolo di sorpresa. Le contrazioni dell'orgasmo lo raggiunsero di riflesso. Non se lo aspettava così rapidamente.

«Ti prego, esci, adesso» lo implorò.

«Come primo tentativo non c'è male» commentò Samuel, mentre si toglieva il preservativo.

«Ma tu non hai avuto la tua soddisfazione... e questo non mi va». Si alzò in piedi, guardandolo con un'espressione insolita, che Samuel non seppe come interpretare, sembrava volesse fare una marachella. 

Lo spinse sul letto e cominciò a strusciarsi su di lui. 

«Tra due giorni dovrebbero arrivarmi le mestruazioni» disse tra un bacio e l'altro, «ho visto i tuoi ultimi controlli e pensavo che per una volta potremmo fare l'amore pelle a pelle».

«Mio Dio, lo sai che questo è il più bel regalo di San Valentino che potessi farmi». Samuel non credeva alle sue orecchie. La portata di ciò che aveva appena detto Agnese era enorme e piena di implicazioni che però non gli facevano venire le vertigini. Sapeva che lei aveva sempre fatto usare il preservativo anche ai suoi precedenti partner ed essere il primo a cui Agnese concedeva questo onore lo esaltava, perché si sentiva l'unico custode della chiave della sua fiducia e in grado di proteggerla da timori e paranoie.

Agnese sorrise, tempestando il suo petto di baci, mentre giocava a sfregare la sua intimità su tutta la lunghezza già pronta. Samuel la abbracciò per poi sdraiarsi su di lei. Si guardarono negli occhi quando successe. Sentirla in quel modo, nuda, in tutto il suo calore, rappresentò una vera prima volta e Samuel si accorse che avrebbe voluto che quel momento non finisse mai. 

Furono baci, ansimi, parole d'amore, graffi e carezze e quando lui stava per venire dentro di lei, Agnese cominciò a gridare «Samuel, Samuel, Samuel...»

«Samuel, ehi! Svegliati». Il pornodivo aprì gli occhi, confuso. Era sdraiato sul divano di casa. Uno degli auricolari era scivolato, mentre la musica continuava a suonare nell'altro orecchio. Agnese lo stava guardando preoccupata.

«Sono rientrata dalle compere e ho sentito dei rumori. Ti sei addormentato, ma stavi sognando qualcosa di intenso, a giudicare dal tuo stato e da com'eri agitato». Sorridendo indicò il pube e Samuel non poté fare a meno di notare una delle erezioni più potenti che avesse mai avuto.

«Oh, non hai idea...» 

«Vado a sistemare la spesa, c'è un tempaccio fuori. Ho comprato anche l'occorrente per preparare un po' di minestrone, così ho risolto anche per domani e non dobbiamo cucinare».

Samuel si alzò, ormai aveva deciso.

«Nient'affatto. Vai a preparare un bagaglio. Io devo solo accertarmi di un paio di cose».

Agnese restò immobile a bocca aperta. Poi il suo cervello fece un rapido collegamento. «Ehi, non dirmi che tieni alla festa degli innamorati». Si riscosse, correndogli dietro.

«Da quest'anno sì». Le stampò un bacio sulla bocca, strizzandole l'occhio. Agnese aveva reagito come nel sogno. Samuel sorrise: chissà, forse sarebbe diventato realtà anche il resto...




Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro