5 - Glielo aveva chiesto
Lucius Malfoy.
Ripeteva il nome potente nell'intimità del suo letto.
Lucius Malfoy.
Pronunciava il nome elegante lisciandosi l'abito sul petto, appena fiorito, davanti allo specchio.
Lucius Malfoy.
Recitava il nobile nome immaginando il sogno di un futuro ricco e felice.
Rideva al nero sguardo di Severus che, in biblioteca, la redarguiva richiamandola allo studio, lo stuzzicava facendogli notare il timore che il biondo Caposcuola incuteva anche a quelli delle altre case, lo tormentava enumerando le virtù del nobile Malfoy che lui non avrebbe mai posseduto: bellezza, ricchezza, eleganza, potere e... chissà cos'altro c'era d'importante nella vita? Severus chinava la testa sui libri e alzava le spalle, mormorando stizzito che lui sapeva fare pozioni migliori e inventare incantesimi potenti.
Avrebbe dato chissà cosa per essere la dama di Lucius Malfoy, al ballo della scuola, ma era solo una ragazzina troppo magra per ambire al suo braccio.
Così era sempre lo scontroso Severus, convinto all'ultimo istante da un suo luminoso sorriso, a pestarle i piedi nel ballo di fine anno.
Poi Lucius aveva finito la scuola e lei aveva cominciato ad apprezzare le pozioni di Severus e i suoi incantesimi proibiti. Ne ammirava l'acuta intelligenza e la penetrante logica, così come invidiava la sua potenza di mago che cresceva ogni giorno di più.
Sapeva che lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, se solo glielo avesse chiesto.
Gli anni passavano e la loro amicizia cresceva, Lucius Malfoy accantonato in un angolo nascosto della mente.
Gli sguardi di Severus erano diversi, ora, e non le pestava più i piedi al ballo di fine anno, le mani sicure a cingerle la vita e a stringerla a sé, facendole provare brividi sconosciuti.
E ancora sapeva che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, se solo glielo avesse chiesto.
Poi c'era stata quella chiamata, suo padre serio nella biblioteca di casa a comunicarle il dorato futuro. Il sogno di ragazzina troppo magra era divenuto l'inaspettata realtà di una giovane donna bella e attraente.
Pensò a Severus, e una fitta le attraversò il cuore, un brivido intenso sulla pelle al ricordo degli ardenti occhi scuri, e desiderò carezze che lui non le aveva mai dato.
Un sospiro appena accennato e gli occhi severi del padre inchiodarono sulle sue labbra parole non dette, desideri solo appena immaginati, speranze ancora non nate.
- Tu diventerai la moglie di Lucius Malfoy.
Il più bel premio, la peggiore condanna.
In camera sua, davanti allo specchio, per la prima volta vide nei propri occhi l'ombra scura della paura che non l'avrebbe mai più abbandonata.
E chinò il capo.
Tornata a scuola non sapeva come dirlo a Severus, finché scoprì, nel rossore del volto pallido e nelle tristi tenebre degli occhi, che lui sapeva, che aveva sempre saputo che era destinata a diventare l'invidiata moglie dell'erede dei Malfoy.
La sua mano era scattata in uno schiaffo secco, una larga riga rossa sulla guancia pallida di Severus.
Le aveva sorriso in silenzio, un dolcissimo sorriso, e si era toccato la guancia con aria sognante, come se la sua fosse stata, invece, una tenera carezza. Poi l'aveva lasciata sola con la sua ira.
Una collera durata a lungo: fino al successivo compito di Pozioni, che sarebbe stato un disastro insopportabile nella sua carriera di perfetta studentessa, se Severus non l'avesse aiutata.
Solo uno sguardo: lui, ovvio, le aveva passato il compito.
Ma le aveva stretto la mano tra le sue, in una lunga carezza.
Un brivido aveva percorso il suo giovane corpo, richiamando alla luce desideri sconosciuti e sprofondando nel nulla il nome di Lucius Malfoy.
Sapeva che Severus avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, se solo glielo avesse chiesto.
Quella sera glielo chiese.
Erano trascorsi mesi di carezze appena accennate, sguardi che la facevano vibrare di desiderio, labbra che si avvicinavano ardenti, fino a confondere il respiro con il suo, per poi ritrarsi sempre, severamente punite da un morso crudele.
Quella sera gli chiese di amarla, gli chiese di essere il primo.
Il primo amore, il primo bacio, il primo uomo.
Severus chiuse gli occhi e sorrise.
Poi le chiese solo, dolcemente:
- Sei sicura?
Aveva annuito.
Aveva scelto.
L'unica scelta della sua vita, solo per la durata infinita di quella breve notte estiva.
Lui, Severus.
I suoi baci, le sue carezze, il suo corpo. Il suo amore e la sua dolcezza. Il suo fuoco e la sua passione.
Poi aveva chinato il capo davanti alla vita, aveva raccolto dal fondo di un cassetto l'ingenuo sogno di una bambina, e ne aveva fatto la sua fredda realtà.
Per lunghi, interminabili anni, solo il ricordo di quella notte a scaldarla, a farla sentire viva nell'illusione d'amore, gelidamente perfetta, del suo matrimonio con il nobile Lucius Malfoy.
A ricordarle che l'amore esisteva, oltre la sua dorata ed effimera realtà.
Forse Lucius non le aveva mai perdonato che ci fosse stato un altro prima di lui, forse non l'aveva mai amata, forse non sapeva cos'era l'amore, ma il gelo che le sue mani eleganti le lasciavano sulla pelle penetrava ogni giorno più a fondo nella sua carne.
Il ricordo del fuoco di Severus la torturava, quando si guardava allo specchio e vedeva l'ombra scura della paura allargarsi come uno spettro negli occhi chiari, mentre si sentiva sempre più sola.
Anche l'arrivo di un figlio non aveva riempito la sua solitudine d'amore, anche se lo aveva infinitamente desiderato e amato più di se stessa.
Ma era sola, del tutto sola, anche quando Lucius era al suo fianco e cercava il suo corpo dal ventre di nuovo piatto.
Era sola nell'anima, assetata di un amore e di una comprensione che non sapeva darle, perso nel suo sogno di potere, sprofondato nell'orrore del Marchio che pulsava, vivo nella sua carne, l'odore del sangue sul suo cappuccio nero.
L'unica volta che aveva avuto il coraggio di parlare, le era sfuggito il nome di Severus e che lui non avrebbe mai fatto quelle cose. Lucius aveva riso crudele, trascinandola sul letto, togliendo ogni illusione di purezza ai suoi ricordi, amandola per la prima volta con brutale passione, raccontandole su Severus cose a cui non aveva mai voluto credere.
Il mattino dopo, ancora dolorante, aveva dovuto rassegarsi all'evidenza dei fatti, confermata da Bellatrix: anche Severus era un Mangiamorte, anche le sue mani erano piene di sangue.
Glielo aveva chiesto, ottenendo solo tristi occhi di tenebra a implorare il perdono, e un silenzioso dolore a confermare che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, se solo glielo avesse chiesto.
Ma quella volta non gli chiese nulla, non gli chiese di lasciare Voldemort.
Aveva troppa paura per farlo.
Gli occhi di tenebra l'avevano fissata in profondità, immensamente seri, poi Severus le aveva sorriso, come avesse compreso tutto, richiesta e sua negazione, come se quella domanda non fatta fosse inutile, ormai già superata dagli eventi.
L'aveva abbracciata piano, rispettoso, e per quel breve istante, avvolta dal suo amore, la paura l'aveva lasciata respirare.
Poi Voldemort era scomparso dalla sua vita, in un sollievo fittizio, che aveva riportato la gelida presenza di Lucius al suo fianco, di nuovo padrone della propria vita e di quella della sua bella e perfetta moglie.
Anni che si succedevano agli anni, in una vicinanza lontana, una presenza assente, il gelo dell'amore nel suo grembo che non voleva più donare la vita.
Solo un'ombra lontana a regalarle il calore di un'amicizia sincera: il suo gufo nero, che picchiava discreto sui vetri, le faceva ancora battere forte il cuore, e le piccole e spigolose parole, nel brillante inchiostro verde, tornavano a farla sentire viva tutti i venerdì sera.
A ricordarle che l'amore non era solo un'illusione perduta.
A rammentarle che Severus avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, se solo glielo avesse chiesto.
Infine Voldemort era tornato a portare l'orrore nella sua vita e a trasformare la sua paura in terrore per la vita di Draco.
Così glielo aveva chiesto di nuovo, di amarla e di proteggerla, e di difendere suo figlio.
E Severus l'aveva amata, con dolce e instancabile passione, e l'aveva protetta con sicura determinazione, anche quando Lucius aveva sbagliato d il gelido vuoto della sua assente presenza era diventato solo vuoto.
Poi, ancora una volta, gli aveva chiesto aiuto per Draco.
Nel suo terrore di madre non aveva capito più nulla ed era caduta nella subdola, pericolosa richiesta, imposta dai maledetti sospetti di sua sorella.
Sapeva che Severus avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, se solo glielo avesse chiesto, che non c'era bisogno di quel dannato Voto Infrangibile. Ma quel Voto avrebbe dimostrato a Bella che lui non aveva mai tradito l'Oscuro Signore.
Anche se era stato per anni il suo inconfessabile sogno, coltivato nella segreta profondità dell'anima, ora voleva solo che nessuno dubitasse di Severus, che non rischiasse d'essere scoperto. L'ira dell'Oscuro Signore per il suo sospettato tradimento sarebbe stata più pericolosa di un Voto Infrangibile.
Così gli aveva chiesto di uccidere Silente per salvare l'anima di Draco, facendoglielo giurare davanti a Bellatrix.
Non se n'era resa conto, ma aveva scelto per lui.
Aveva scelto che lui fosse un Mangiamorte, purché Draco non fosse costretto a diventare un assassino.
Aveva condannato Severus a essere un assassino.
Severus aveva accettato la condanna guardandola fissa negli occhi, mentre la sua mano forte aveva tremato solo un istante fra le sue.
Severus aveva giurato.
Poi, aveva ucciso Silente.
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