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2 - Rivendica d'orgoglio

Il rumore d'altri passi, imperiosi e vendicativi, risuona nel silenzio irreale del maniero dei Malfoy: una figura si staglia nell'ombra lontana.

Il tempo è sospeso nell'aria, respiri d'infinito cristallizzati nella penombra scura: Lucius avanza lento verso l'ingresso della biblioteca, mentre i cupi riflessi sanguigni delle fiamme danzano frenetici sull'ampia parete e il fuoco crepita nel minaccioso silenzio che avvolge la stanza.

- Così ti sei insediato a casa mia, Severus, a fare da Padrone al mio posto.

La voce di Lucius echeggia sicura nell'aria, a pronunciare infamanti parole d'accusa che lente inchiodano la realtà: Severus stringe le labbra e abbassa appena lo sguardo.

- Come un volgare ladro, mi ha portato via tutto.

Parole come staffilate di fuoco, vogliono lacerare e lasciare il segno.

Adagio Severus rialza gli occhi, brace incandescente di un dolore che non può neppure bruciare.

- Non sono un ladro. – afferma scarno.

- Mi hai rubato la moglie e il figlio! – esclama con ira Lucius, puntandogli contro con decisione la bacchetta.

- Non sono un ladro. – ripete Severus con tranquilla dignità. – Mi sono solo preso cura di ciò che avevi abbandonato da troppo tempo.

È Lucius ad abbassare lo sguardo, ora, davanti agli occhi dell'altro, neri di pungente verità.

- Sai che ho sempre amato Narcissa, fin dai banchi di scuola, pur sapendo che era destinata al nobile Lucius Malfoy. – dice Severus, gli ardenti occhi neri fissi nella distesa ghiacciata dell'altro – E sai bene che non ho mai fatto nulla per portartela via, anche quando avrei potuto.

Si avvicina piano all'altro, incurante della bacchetta puntata sul petto:

- L'ho sempre amata e desiderata, ma, da quando è diventata tua moglie, l'ho sempre rispettata, restando a guardare in silenzio il suo sogno d'amore impallidire e svanire, accorrendo ogni volta all'accorato richiamo, amico devoto che asciugava le sue lacrime e leniva le pene in tutti questi anni.

La voce di Severus è un intenso sussurro, ma sono bianche le nocche dei pugni strettamente serrati:

- Forse non lo credi, ma l'ho fatto anche perché ti sono sempre stato amico.

- Mi sembra che tu sia andato ben oltre alla devota amicizia! – l'accusa Lucius, con palese disprezzo.

- L'hai lasciata sola, Lucius! L'hai ingannata, tradita, trascurata!

Una pausa di bruciante silenzio.

- Non hai mai saputo amarla come aveva bisogno d'essere amata! – termina Severus, in un sofferto sussurro.

- Questo non ti dava il diritto di scoparti mia moglie! – urla rabbioso Lucius, mentre dalla punta della bacchetta sfuggono scintille verdi.

Severus rimane immobile, i pugni sempre serrati stretti, a fissare l'ira di ghiaccio negli occhi dell'altro, l'orgoglio del possesso violato, l'offesa della superiorità negata.

Poi percepisce di nuovo il terrore mai dissolto di Narcissa, tremante al suo fianco. Scrolla piano il capo e allunga un braccio a cingerle appena la vita:

- Narcissa aveva un disperato bisogno d'amore, di dolcezza, di conforto e di rispetto: questo le ho dato, al posto tuo! – sussurra piano Severus.


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