20 - Anche le porte hanno orecchie
Ormai era matematico, quando gridavo, lui compariva. Forse era una specie di magia... no anzi, era una maledizione.
"Lasciamo perdere" commentai, facendo per rialzarmi, ma quando poggiai il piedi per far leva, sentii un dolore acuto e tornai ad accasciarmi.
"Ti sei fatta male?" mi domandò Guido, avvicinandosi di qualche passo.
"No" replicai velocemente per evitare di farlo venire ancora più vicino. Guido mi osservò perplesso e io mi affrettai a distogliere lo sguardo da lui, ma subito dopo me lo ritrovai di fianco.
"Alzati" ordinò con voce ferma, facendo passare una mano sotto al mio braccio per aiutarmi a tornare in posizione eretta.
Non ebbi altra scelta, con la sua forza praticamente mi sollevò da terra e finii in piedi un po' troppo vicino a lui. Quando provai a poggiare il piede una seconda volta, sentii nuovamente dolore, così lo tenni sollevato e leggermente nascono, in maniera tale che il ragazzo non potesse vederlo.
Non volevo passare con Guido più tempo del dovuto, non mi sentivo in me quando c'era lui nei paraggi e non era una sensazione piacevole.
"Grazie" mormorai e feci finta di sistemarmi i vestiti, abbassando la testa e evitando accuratamente di guardarlo, perciò Guido non aggiunse nulla e si avviò verso le scale.
Quando fece il primo passo sul gradino, si rese conto che ero ancora ferma dove mi aveva lasciato, allora girò la testa verso di me e chiese con sguardo interrogativo: "Non vieni?"
"No, io devo..." cercai una scusa per giustificare la mia permanenza in quell'atrio che non aveva assolutamente nulla, perciò la mia frase cadde nel silenzio.
Guido sollevò un sopracciglio, continuando a tenere i suoi occhi scuri puntati su di me e, chissà cosa diavolo mi facevano quali occhi, mi arresi. Sbuffai sonoramente e iniziai a zoppicare verso di lui, facendo attenzione a non poggiare troppo il piede che mi faceva male.
Guido continuò a guardami impassibile e aspettò che fossi arrivata alla base delle scale, con molta fatica, prima di chiedermi: "Ti serve aiuto?"
"No" risposi veloce, ero arrivata fino a lì, potevo benissimo raggiungere il mio appartamento senza dover essere soccorsa come una donzella in difficoltà.
Non volevo lui come cavaliere.
Poggiai una mano sulla ringhiera per darmi forza.
Non lo volevo!
Sollevai lo sguardo e malauguratamente i miei occhi si scontrarono con le pupille sicure di Guido, così magnetiche.
Non lo volevo...
Senti un battito accelerato del cuore, così mi affrettai a girare il viso e interrompere quel contatto, poi feci forza e poggiai il piede sano sul primo gradino, trascinandomi dietro il resto del corpo.
Notai che l'angolo della bocca di Guido si era sollevato e sul suo viso c'era un'espressione divertita.
"Cosa ridi?" gli domandai irritata, continuando la mia salita, con fatica, uno scalino dopo l'altro.
"Niente" ribatté il ragazzo che stava salendo la rampa di scale alla stessa velocità mia, ovvero sfiancante.
Dopo qualche minuto di silenzio, durante il quale si sentiva solamente il mio respiro sempre più affaticato, Guido si chinò leggermente verso di me e tornò a domandarmi: "Sicura che non ti serve aiuto?"
"Sono sicura..." replicai con poca convinzione, mentre tentavo di superare l'ennesimo gradino.
"Lo sai che non siamo neanche a metà rampa?" mi informò il ragazzo con tono ironico e quando alzai la testa per controllare la situazione, mi resi conto che aveva ragione.
Cavolo, mi era sembrato di scalare l'Everest, ma avevo a malapena fatto qualche scalino, di questo passo sarei arrivata al mio appartamento all'alba. O forse non ci sarei arrivata del tutto perché sarei morta prima di fatica.
"Ce la faccio" mormorai testarda, aggrappandomi nuovamente al corrimano.
Sentii Guido sospirare, poi con uno scatto agile mi superò e si piazzò davanti a me, accovacciandosi sulle ginocchia e piegando la schiena in avanti.
"Sali" disse semplicemente con voce profonda, i muscoli delle spalle tesi, la sua ampia schiena, così invitante...
No, Victoria, no!
"Non ti..." provai a dire, ma Guido sollevò un braccio sopra la sua testa e lo portò verso di me, afferrandomi un polso con la mano e tirandomi poi verso di lui.
Persi l'equilibrio e fui trascinata in avanti, atterrando proprio su di lui, il quale fece scorrere le braccia sotto le mia cosce e poi si alzò con facilità, con il mio peso sulla schiena.
Oh mamma mia.
Riprese a camminare, superando un gradino dopo l'altro con calma, mentre io tentavo di dare una regolata al mio respiro prima che lui si rendesse conto della mia agitazione. Dove diamine era finito il mio autocontrollo?! Gli sembrava il momento di andare in pausa?
Potevo percepire i muscoli tesi delle sue braccia sotto al maglione, potevo vedere la sua pelle chiara del collo così vicino al mio viso, potevo sentire il suo profumo delicato ma allo stesso tempo sensuale.
Abbassai le palpebre e respirai profondamente quella fragranza inebriante, subito dopo però mi accorsi di quello che stavo facendo e spalancai gli occhi sconvolta.
Nel fare questo movimento improvviso, mi raddrizzai con la schiena e mi sbilanciai all'indietro, rischiando di cadere. Agitai le braccia e mi diedi uno slancio in avanti, tornando a far aderire il mio petto alla schiena di Guido e stringendo forte le braccia intorno al suo collo.
Guido emise un verso strozzato e si fermò proprio sul pianerottolo del secondo piano: "Vuoi uccidermi?" domandò ironico, muovendo la testa e il collo per invitarmi ad allenare la presa.
Immediatamente aprii le braccia mentre il cuore riprendeva a battere più forte del dovuto.
"Stavo per cadere" mi giustificai, schierandomi la gola per dare un maggior contegno al tono della mia voce.
"Smettila di agitarti, così non cadi" sentenziò il ragazzo, muovendo le braccia per riprendere saldamente la presa sotto di me.
"Non mi sto agitando" esclamai risentita, più per essere stata colta in fallo che per il rimprovero in sé.
"Non sei stata ferma un..." proprio mentre Guido stava pronunciando questa frase, mi resi conto che eravamo nel posto peggiore per battibeccare, perciò istintivamente allungai un braccio davanti a lui e con la mano gli coprii la bocca, facendolo zittire.
Mi guardai intorno sospetta e piantai il mio sguardo sul portone della signora Lina, sussurrando vicino al viso del ragazzo: "Qua anche le porte hanno le orecchie"
Notai che lui stava corrugando le sopracciglia perplesso e finalmente realizzai che stavo toccando le sue labbra con il palmo della mia mano. Non feci in tempo a ritraila che una serratura scattò e la porta di fianco a noi si aprì, facendo apparire Giulia sulla soglia.
Lei spalancò gli occhi per la sorpresa non appena ci vide, il capotto sulle spalle, la borsa a tracolla, le chiavi in mano.
"Ah" mormorai senza riuscire ad aggiungere altro, poi seguii il movimento dei suoi occhi, dalle mani di Guido sotto le mie cosce alla mia ancora sopra la sua bocca.
"Ah" esclamai questa volta a voce più alta, ritraendo immediatamente la mano e permettendo così a Guido di tornare a respirare normalmente.
"Ragazzi" disse Giulia con un filo di voce "cosa..."
"Ecco" cominciai a dire "sono caduta"
Guido si lasciò sfuggire un sospiro divertito, ma non capivo esattamente cosa lo divertisse in quella situazione, dal momento che io provavo solamente tanto disagio.
Giulia annuì con uno sguardo un po' triste, poi si stampò sul volto un sorriso forzato e mi chiese: "Ti sei fatta male?"
Che domanda stupida vista la situazione...
Feci per rispondere ma Guido mi precedette "Alla caviglia" tagliò corto.
"Andiamo" disse poi rivolto a me, riprendendo finalmente a camminare verso la rampa di scale "ciao" aggiunse poi riferendosi a Giulia ma senza degnarla di uno sguardo.
Mentre salivamo le scale una alla volta, percepivo gli occhi insistenti della ragazza sulla mia schiena.
Senza una vera spiegazione, la cosa mi creava irritazione.
Sono tornata! La Lapponia è stata una bella vacanza ricca di esperienze che mai avrei pensato di fare e, mi sono sentita un po' Nicola, quando ho fatto il bagno nel lago ghiacciato a meno dieci gradi. Ma, come Victoria con il bungee jumping, alla fine ce l'ho fatta! Gli aggiornamenti della storia riprendono normalmente, quindi il prossimo capitolo uscirà giovedì... non vedo l'ora di farveli leggere!
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