Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

12 - Onnipresente esistente ragazza


"Avanti" disse l'ubriaco, continuando ad avvicinarsi e mettendomi con le spalle al muro "fammi vedere la tua bella borsa"

Il suo viso si era fatto così vicino che potevo sentire il suo disgusto alito alcolico, così con dei cauti movimenti, avvicinai la mano destra alla borsa che era appesa alla mia spalla sinistra.

"Ehi" una voce tuonò dal fondo del vicolo mentre la luce del sole cominciava a rischiarare anche quel maledetto cubicolo nel quale mi ero malauguratamente infilata.

Che idea di merda.

Mi voltai di scatto, seguita dai due uomini e vedemmo un ragazzo in controluce che avanzava verso di noi, fermandosi a pochi passi dall'uomo che fumava. Era alto e aveva le spalle larghe e, quando finalmente misi a fuoco il suo viso, quasi mi mancò il fiato: Lorenzo!

La sue espressione era dura, la fronte ricoperta dai capelli ricci biondi, gli occhi ridotti a due fessure, le labbra strette in una linea severa.

"Cosa vuoi, amico?" gli chiese l'uomo con la sigaretta, con molta tranquillità, come se non fosse strana la situazione nella quale ci trovavamo.

"Cosa state facendo alla ragazza?" domandò di rimando Lorenzo, puntando gli occhi su di me.

"Niente, stiamo solo parlando" rispose con tranquillità l'uomo di fronte a lui, ma notai dal suo profilo che stava sorridendo in maniera tutt'altro che simpatica.

La situazione non stava migliorando.

"Sembra terrorizzata, lasciatela andare o chiamo la polizia" sentenziò Lorenzo, facendo un passo verso di me, ma l'uomo che fumava lo imitò e gli si pose davanti nuovamente.

Lorenzo lo minacciò con lo sguardo, potevo sentire la tensione anche da questa distanza, mentre l'uomo ubriaco continuava a starmi davanti, traballando un po', ma mantenendo la sua posizione. Nella mia testa cominciarono a risuonare le parole che mi ero ripetuta davanti allo specchio: non ero debole.

"Vattene, amico" ribatté l'uomo che fumava "non sono affari tuoi"

La mascella di Lorenzo si contrasse e vidi che la sua mano si stringeva a pugno, ma fui improvvisamente distratta dall'ubriacone di fronte a me, il quale allungò una mano e toccò la pelle costosa della mia borsa, facendomi spalancare gli occhi.

Non ero debole...

Feci un respiro profondo e, con un rapido movimento della mano, estrassi uno spray al peperoncino dalla borsa e lo puntai sugli occhi dell'uomo di fronte a me, inondandogli il viso di quella sostanza pruriginosa.

L'uomo gridò per il fastidio e si portò le mani sulla faccia, indietreggiando instabile.

Ero così arrabbiata per quanto stava succedendo che quella punizione non mi bastava, così senza pensarci troppo, sollevai una gamba e colpii con forza con il ginocchio i genitali dell'uomo, il quale urlò ancora più forte per il dolore e si accasciò a terra.

Il tutto successe talmente velocemente che il fumatore non fece in tempo a realizzare la situazione, ma fortunatamente Lorenzo aveva i riflessi pronti e con un movimento deciso assestò un pugno sul viso dell'uomo di fronte a lui, facendolo crollare a terra dolorante.

Mentre i due malviventi si rotolavano sull'asfalto, io strinsi forte la presa sullo spray e corsi in direzione di Lorenzo, con la mano libera afferrai il suo polso e in un soffio gli gradai: "Andiamo"

Lui si lasciò trascinare via senza dire nulla e corsi fino a raggiungere una piazza abbastanza distante, con molta più gente rispetto a quello stupido vicolo.

Mi fermai per riprendere fiato con Lorenzo di fronte a me che cercava anche lui di ritrovare la calma. Si passò una mano tra i capelli mentre il suo respiro tornava regolare e puntò i suoi occhi preoccupati su di me, domandando: "Stai bene?"

Mi raddrizzai, con il cuore che batteva ancora forte, e lo spray ancora stretto nella mano, ma appena incontrai quella distesa verde che mi guardava, ritrovai la calma.

"Sì" mormorai "grazie"

Non stavo bene, ero ancora spaventata dopo quanto successo, ma non l'avrei mai mostrato a qualcuno.

"Non dovresti girare al buio da sola" mi raccomandò il ragazzo con tono dolce "è pericoloso"

"Già" mormorai mentre nella mia testa si faceva strada un pensiero "hai ragione"

Piegai la testa di lato e osservai il ragazzo che avevo di fronte in tutto il suo splendore: indossava un paio di jeans neri, scarpe da ginnastica come l'altra volta e un maglione grigio di cachemire che metteva in risalto la sua pelle chiara. Era come un cavaliere che accorreva in aiuto della sua dama.

E tra tutte le persone su questa terra, proprio lui era arrivato per salvarmi, proprio colui che desideravo, se questo non era destino, allora non sapevo cosa lo fosse!

"Alla fine però" puntualizzò Lorenzo con un mezzo sorriso sulle labbra "sei tu che hai risolto la situazione"

Corrugai le sopracciglia pensierosa, effettivamente ero stata io a mettere fuori gioco l'uomo che mi stava dando fastidio... tecnicamente mi ero salvata da sola...

Scossi la testa con decisone per cancellare quel pensiero che ribaltava tutta la mia teoria del destino e sostituii la mia espressione corrucciata con un sorriso civettuolo.

Era la mia occasione di far colpo su di lui, ero pure vestita bene, dovevo approfittarne! Ma proprio mentre ragionavo su quale strategia adottare, un pensiero mi balenò nella mente.

Che ore erano?

Diedi uno sguardo veloce all'orologio costoso che portava al polso il ragazzo e istintivamente esclamai:"Oh diamine, sono in ritardo!"

Che espressione elegante... complimenti Victoria! 

Era passato poco tempo da quando avevo abbandonato l'alta società eppure mi stavo già dimenticando i miei modi signorili, com'era possibile?

Lorenzo non si scompose ma replicò: "Va bene, se è tutto a posto allora io..."

Riportai la mia attenzione su di lui e realizzai che se ne stava andando, non potevo permetterlo, dovevo trovare una maniera per stare ancora un po' con lui, parlargli...

"Aspetta" gridai prima che lui potesse congedarsi, così si bloccò dal passo che stava per fare e mi guardò interrogativo. Tentennai alla ricerca di una qualche scusa, non ero mai stata impacciata ma chissà come, improvvisamente lo ero diventata.

Non ero debole...

"Mi sono persa" dichiarai, che poi non era neanche una bugia, mi ero persa davvero! Lorenzo aprì leggermente gli occhi per la sorpresa, ma sembrava anche perplesso, così continuai: "E il mio cellulare si è spento"

Va bene, questa era una bugia.

"Ah" mormorò il ragazzo, portandosi una mano dietro la testa e scuotendosi i capelli "Dove devi andare?"

Dove devo andare? Al lavoro... Dannazione a fare la cameriera! Non potevo farglielo sapere. Che idea stupida improvvisare questo piano! Però dovevo sbrigarmi, non potevo permettermi di saltare ore di salario o peggio ancora di farmi licenziare.

In fondo non dovevo fargli sapere quale mansione avevo, semplicemente dove dovevo andare, al resto avrei pensato strada facendo.

"Al bar biscotto della fortuna" risposi con sicurezza, muovendo leggermente la testa per far ondeggiare i miei lunghi capelli scuri.

Lui fu catturato da quel movimento e lo seguì con gli occhi prima di dire "Che coincidenza" allargò le sue labbra in un sorriso cordiale "ci stavo andando pure io"

Che caso...

"Bene, allora..." addolcii la mia espressione e sollevai le labbra in un sorriso di rimando "potremmo andare insieme"

Lorenzo annuì, vagò con lo sguardo lungo la piazza nella quale ci trovavamo e dopo aver puntato gli occhi sulla via alle mie spalle disse: "Ho lasciato la macchina parcheggiata in quella zona, andiamo" fece un cenno con la testa verso la direzione alla quale si riferiva e io mi voltai seguendo il suo movimento.

Ci incamminammo fianco a fianco, lui mi superava in altezza, perciò piegai leggermente la testa di lato per osservarlo da vicino. Aveva ancora un po' di barba incolta che gli ricopriva il mento, doveva essere il suo modo di portarla, rendeva la sua mascella così sexy...

"Ah" esclamò lui improvvisamente, cogliendomi di sorpresa e facendomi distogliere gli occhi da lui "non ci siamo ancora presentati" si voltò verso di me con la testa e, con un sorriso cordiale continuò "sono Lorenzo"

Sfoderai tutto il fascino del quale ero capace e, stampandomi sul viso la mia migliore espressione, risposi: "Un bel nome! Io sono Victoria, ma chiamami pure Vicky"

"Vicky" ripetè lui quasi automaticamente, ma sentire il mio nome sulla sua bocca fece sorgere un sorriso soddisfatto sulle mie labbra.

Stava funzionando... come sempre del resto.

Raggiungemmo la sua bellissima auto sportiva azzurra e prima di salirci rimasi ad osservarla sognante, non tanto per la macchina in sé, alla quale ero piuttosto abituata, ma al pensiero che presto avrei ricominciato a vivere in questo ambiente.

"Come mai giravi per le strade alle sei del mattino?" domandai curiosa mentre Lorenzo accendeva il motore con un forte rombo.

"Mi sono fermato per comprare le sigarette" spiegò con calma "sono venuto per fare colazione con la mia fidanzata..."

Sentendo quella parola arricciai il naso scocciata. La fidanzata... giusto...

"...faceva il turno di notte, sai fa l'infermiera e..." il ragazzo continuò a parlarne con entusiasmo, commentando quanto fosse faticoso seguire certi orari per lei, ma quanto amasse il suo lavoro.

Mentre elogiava Federica, mi ritrovai a guardare fuori dal finestrino irritata, cos'aveva questa ragazza di tanto speciale?

Il viaggio fu breve perché il locale era vicino e fu un vero disastro, praticamente avevamo parlato solamente di Federica e del suo stupido lavoro, non ero riuscita nemmeno a sapere qualcosa sulla famiglia di Lorenzo, credevo di aver fatto una buona partenza con lui, ma forse mi ero sbagliata.

Dovevo trovare altri modi per stare con lui e farmi conoscere, ma non sapevo come fare.

Quando scendemmo dalla macchina, davanti al bar, mi inventai che dovevo fare una commissione in un posto lì vicino e mi defilai mentre lui entrava. Dall'esterno della finestra notai che salutava Nicola che era già dietro al bancone e si andava a sedere al suo solito tavolo, in attesa della sua fidanzata.

Quella stupida, onnipresente esistente ragazza. 

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro