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3 - Bella Davis




- Mamma...-  Disse la ragazza, sconvolta. L'imbarazzo le ruppe la voce, lasciando la frase in sospeso.

Il silenzio che si era creato mi fece fischiare le orecchie, provocando una sensazione di disagio nel mio corpo.

La madre di Rebecca sembrò finalmente accorgersi di ciò che aveva fatto e cercò così di ricomporsi, non riuscendo a mascherare il rossore delle sue gote.

- D'ora in avanti resterai il più lontano possibile da questo ragazzo! Ti sarà proibito anche il pensiero di poterlo sfiorare. Non vedo perché tu abbia da perdere tempo con gente del genere. -

La sua voce era ferma, tanto quanto la sua presa sul polso di Rebecca. La trascinò via dalla villa con uno strattone, lasciandosi un mormorio di gente sconvolta e divertita alle spalle. Sul volto di Chase sembrava che fosse possibile leggere le parole 'imbarazzo', 'shock' e 'incredulità'. Tuttavia, dopo aver riflettuto sul da farsi, esclamò: - Okay, fine dello show, facciamo continuare la festa! -

Ebbe così l'attenzione degli invitati e la musica ripartì a palla, non abbastanza forte da poter confondere il brusio che si era creato a causa dell'accaduto.

A quanto pareva Max non sembrava affatto in vena di commenti, stava barcollando verso il divano quando lo sorressi e lo feci sedere. Non reggeva l'alcol, il che era una fortuna in quanto non avrebbe ricordato niente. Farfugliava parole indistinte, sopraffatte dal rumore della musica. Decisi così che fosse il caso di portarlo a casa, evitando ulteriori equivoci. Feci per aprire la porta d'ingresso quando per poco non mi arrivò in faccia. Due furie entrarono nella casa, furibonde tanto quanto la madre di Rebecca. La donna aveva i capelli biondo scuro, tale quale a quello di Chase. Si diresse a lui, apostrofandolo: - La festa è finita, spegni tutto, ora! -

Se il ragazzo sembrava già sconvolto da ciò che era successo precedentemente, la sua espressione non fece altro che peggiorare.

- Mamma, papà, non dovevate uscire stasera? Eravamo d'accordo che la casa... -

- Be' ora gli accordi sono cambiati, manda via tutti. - Suo padre era poco più alto di lui, gli occhi azzurri fissi su quelli altrettanto chiari del figlio.


Esalai un respiro di sollievo una volta che riuscii a caricare Max in macchina, lasciai cadere il telefono sul sedile posteriore, in tasca mi dava fastidio. Era appena mezzanotte, eppure la casa di Chase non era la sola ad essere illuminata.

Ciò che mi trovavo davanti scorreva troppo velocemente perché i miei occhi potessero abituarcisi, così quando passai di fronte alla vecchia casa di Rodrick rallentai, notando che nonostante fosse notte inoltrata, anche i nuovi proprietari dovevano essere svegli. Avrei tanto voluto conoscere quella nuova ragazza, eppure presentarsi alla sua porta e suonare il campanello non sembrava un'idea così invitante. Non sapevo nemmeno se ci fosse una ragazza nuova, dopotutto Brian non ne sembrava così sicuro. Di certo si sarebbe iscritta alla Prempton High, una delle poche scuole della zona, nonché quella che frequentavo io, così avrei avuto modo di conoscerla.

- Sai, non credo sia appropriato fissare la casa di gente che non si conosce nel bel mezzo della notte...- Max si stava riprendendo e mi fece notare che mi ero accostato poco distante dall'abitazione, inconsciamente. Diventai rosso e misi in moto il motore, il resto del tragitto lo passai discutendo con il mio migliore amico sulla definizione di "stalking".

Una volta a casa feci dormire Max in un sacco a pelo accanto al mio letto e in men che non si dica lo sentii russare pesantemente. Dopo essermi fatto una doccia, scesi le scale e raggiunsi la cucina per bere una bibita rinfrescante. Il calore dell'estate si faceva sentire, il che non mi dispiaceva affatto. I miei genitori erano via per lavoro questo weekend, il che stava a significare che avrei dovuto costringere Max ad aiutarmi con le faccende di casa. D'un tratto mi immaginai il mio migliore amico vestito da signora delle pulizie con tanto di grembiule, così decisi di non lasciare che la mia immaginazione prendesse il sopravvento e mi diressi al piano superiore. Ero piuttosto abituato al ronfare di Max, così mi addormentai, un po' per la stanchezza e un po' per la voglia di iniziare una nuova giornata senza il rumore della sveglia.


Qualcosa mi svegliò all'improvviso, facendomi rigirare nel letto. In qualche modo riuscii a prendere il telefono e controllare l'ora, notando che erano appena le 7 del mattino. Svogliato, mi infilai una canottiera e andai a controllare chi avesse suonato il campanello. Dallo spioncino intravidi una figura minuta, con una felpa grigia, ma i miei occhi erano troppo stanchi per identificarla e la prima luce del mattino di certo non era d'aiuto. Aprii la porta facendo un passo indietro, cercando di evitare che me la sbattessi sul piede. Alzai lo sguardo e i miei occhi verdi incontrarono quelli celesti della ragazza che mi trovavo di fronte. Era più bassa di me e quella felpa enorme la faceva sembrare ancora più piccola, i capelli dorati come il sole, seppur raccolti in una coda, le ricadevano scompigliati nel cappuccio. Mi accorsi della mia espressione sbigottita solo quando prese a parlare:

- Scusami, ti ho svegliato?- Prese a dondolare su se stessa, in imbarazzo. Io non riuscii a proferire parola, così riprese.

- Comunque è urgente, siete voi la famiglia Hayes?-

Questa domanda era più facile da rispondere. - Sì, sono Theo, piacere. -

Le porsi la mano e lei la strinse - Bella Davis, sono qui per una faccenda importante.-

- Oh, ok... accomodati pure dentro. -

La portai in cucina e notai che avevo lasciato il bicchiere vuoto della sera prima sul tavolo.

- Scusa per il disordine, non mi aspettavo...-

- Theo, - mi interruppe, chiamandomi per nome - non voglio spaventarti, ma stamattina ho ricevuto questa e credo si riferisca a te.-

Mi porse una busta bianca, l'apertura già strappata. Guardai il contenuto e vidi che dentro c'era una polaroid che raffigurava una ciocca di boccoli biondi che scendeva lungo lo schienale di una sedia, fino ad arrivare a delle mani legate saldamente ad essa. Dietro la fotografia c'era una scritta con un indelebile rosso. Lessi quelle parole ad alta voce, con voce tremante.

- I prossimi saranno gli Hayes -

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