Capitolo 40
Capitolo 40
Sergio
Sono quasi le ventitrè e trenta anche gli ultimi tavoli sono arrivati e stanno finendo di cenare.
La serata è andata alla perfezione i complimenti sono arrivati da tutti i tavoli.
Se nelle prossime sere arriveranno gli Ispettori locali Michelin, io sono più che pronto.
Stò preparando l’ultimo piatto mentre i miei ragazzi stanno cominciando a risistemare.
Poso il piatto sul bancone mentre Kyros entra in cucina, e guardando il mio semifreddo decorato con petali di rosa ed orchidee mi chiede con estrema tranquillità:
“Lisa è un attimo occupata puoi portare tu questo piatto al tavolo “F”?”
Lo guardo stranito e rispondo:
“Lo puoi portare tu, che centro io? E poi qual è il tavolo “F”?”
“E dai ragazzo, per una volta puoi fare quello che ti chiedo? E’ il tavolo sulla sinistra in fondo alla sala” mi dice allegramente irritato
Scuoto la testa, prendo il piatto ed esco dalla cucina, una parte della sala è già tutta sparecchiata e due ragazzi la stanno risistemando.
Nella sala centrale ci sono ancora tre tavoli occupati che stanno finendo di gustarsi il dolce ed il caffè, appena mi notano mi salutano complimentandosi e io ringrazio, giro la colonna ed entro nella sala di sinistra, il tavolo infondo è occupato.
Mi blocco di scatto appena i miei occhi incontrano due occhi nocciola lucidi e intensi che mi sorridono appena agganciano i miei più scuri.
Occhi che riconoscerei anche al buio.
“Laura” la mia voce esce da sola
“Ciao Sergio” mi risponde alzandosi dal tavolo
La sua voce è musica per le mie orecchie e anche per il mio cuore.
Mi avvicino lentamente come se fosse un miraggio e avessi paura che scompaia in un istante, ma non succede lei è qui, poso il piatto al suo posto senza staccare il mio sguardo su di lei.
E’ bellissima, i suoi capelli mossi circondano il suo meraviglioso viso, indossa un tailleur pantalone gessato con una camicetta chiara che risalta il suo stupendo seno.
Ci continuiamo a guardare non so per quanto tempo ed è proprio lei la prima a parlare dicendomi:
“Ti va di farmi compagnia mentre mangio il dolce?”
Io annuisco senza emettere una parola continuando ad ammirarla, ci accomodiamo e lei assaggia il mio dolce alla rosa con pistacchio.
“È delizioso” mi dice sorridendomi
“Tutta la cena è stata una miriade di profumi e gusti, è da terza stella” dice entusiasta
“Lo pensi davvero?” domando guardandola come un babbaleo.
Non posso credere che lei sia qui…
Ma perché è qui?
Starà per partire!
Sarà venuta a dirmi addio… per sempre!
A quel pensiero mi irrigidisco e divento più serio del solito, anzi sono irritato.
Laura se ne accorge e mi dice guardandomi seria:
“So a cosa stai pensando, noi due dobbiamo parlare anzi io devo parlare con te”
“Leggi nel pensiero, sei diventata una veggente adesso?” le chiedo forse un po' troppo risentito
“Bè se sei qui deduco che qualcosa hai da dirmi” finisco di dirle alterato
Laura non si fa intimidire dal mio timbro di voce e mi dice diretta:
“Ho pensato molto in questi giorni Sergio. Quando te ne sei andato ho cominciato a farmi tante domande e a darmi delle risposte, risposte che tra l’altro uscivano da sole non avevo il tempo di pensarle che loro uscivano da sole, naturali”
Sospiro ascoltandola e non la faccio continuare che le dico:
“Se sei qui per dirmi addio fallo senza tanti giri di parole Laura. Era meglio che non venissi per questo non credi?”
Mi alzo in piedi guardandola e continuo a dirle:
“Vedi tutto questo? Sì è il mio mondo ma non è la mia vita e lo sai perché? Perché c’è stata una donna che mi ha insegnato che il successo non è niente, se non ha qualcuno con cui condividerlo”
Lei annuisce e mi risponde alzandosi:
“Lo so, ed è per questo che ho rifiutato il lavoro”
La guardo stranito credo di non aver capito, forse l’ho immaginato e le domando:
“Cosa sei venuta a fare Laura? A vedere se stò bene’ se soffro? Cosa vuoi che ti dica? Che hai fatto bene a scegliere il lavoro al posto del mio amore, del nostro amore?”
La rabbia, l’amarezza che ho nel cuore mi fa parlare la mia voce è sofferente.
Lei si avvicina a me, mi prende le mani e intreccia le nostre dita, il mio cuore prende a battere in maniera diversa, batte insieme al suo lo sento nel silenzio della stanza.
I suoi occhi scrutano i miei e io le dico di nuovo:
“Cosa sei venuta a fare Laura?”
E con la voce rotta dall’emozione e anche da un inizio di pianto mi risponde:
“Sono venuta a chiederti scusa, sono qui davanti a te per chiederti perdono per tutta la sofferenza che ti ho causato. Ti amo più della mia vita e del mio lavoro. Non posso andare in Australia, non voglio andare in Australia non almeno, come Laura Ferrari”
“Cazzo! la “F”” ripenso a voce alta
“Come scusa?” mi chiede stranita Laura
“No, niente devo poi parlare con Kyros” le dico velocemente.
Poi ripensando al suo discorso, visto che il mio cervello è nella più totale confusione per tutto quello che stò provando le chiedo:
“Che vuol dire “non almeno come Laura Ferrari”?”
Lei sorride e mi risponde:
“Vuol dire che vorrei andarci come Laura Mantovani”
Continuo a guardarla stranito.
Mi sono così rincoglionito da non capire?
E a quel punto lei mi dice:
“Sergio vuoi sposarmi?”
Tutto intorno a me sparisce ci siamo solo noi due, la guardo per un tempo infinito, poi la sua voce mi riporta alla realtà.
“Lo so che sei arrabbiato e ti capisco perfettamente”
“Aspetta, aspetta ” le dico bloccando le sue parole.
Il suo sguardo è fisso su di me, riprendo possesso del mio cervello, del cuore e della realtà e sogghigno maliziosamente senza che lei se ne accorga.
“Tu sei venuta qui a chiedermi di sposarti?” le domando con arroganza.
Lei si accorge subito del mio tono di voce e s’irrigidisce ma non emette un suono.
“Tu vorresti che io adesso ti perdonassi?”
“Sergio lo so che ti ho fatto del male e non è una scusa se ti dico che ero confusa, ho creduto che tu me lo chiedessi per gelosia, ma poi ho riflettuto e ho capito di aver fatto una grande cazzata” mi dice dispiaciuta.
La sua voce fa fremere il mio cuore sento la sua sofferenza, la guardo per poi stringere di più le nostre mani, il suo sguardo si fa più intenso, desideroso, io le sorrido lievemente e le dico:
“Ti dico e ti chiedo una cosa e tu devi rispondermi senza pensare”
Lei annuisce.
“Non puoi rifiutare un’opportunità del genere Laura, non te lo permetto”
“Ma Sergio…”
“Stà zitta non ho finito! Tu andrai in Australia, vero?”
“Sì ma dopo averti sposato” mi risponde diretta senza remore.
Io rimango serio e le dico:
“Mi dispiace ma non posso sposarti”
Lei sgrana gli occhi e mi chiede tristemente con un nodo alla gola
“Non mi ami più?”
La guardo intensamente nei suoi occhi che mi guardano sconcertata.
“Non ti ho detto che non ti amo più, ti ho detto che non posso sposarti” le faccio presente rimanendo serio da vero stronzo.
Lei continua a guardarmi stranita.
“Perché non puoi?” mi chiede con voce lieve
“Perché sono io che…”
L’attiro verso di me.
Sciolgo le nostre mani per stringerla e guardandola intensamente le dico:
“Non ho un anello come piace a te, non mi inginocchierò come piace a te perché sai che non sono cose da me, ma ti dono il mio cuore e ti chiedo…”
Lei s’illumina capendo benissimo il mio trabocchetto, il suo sorriso illumina il mio essere e le chiedo:
“Laura vuoi sposarmi?”
Lei mi stringe forte e mi risponde:
“Per tutta la vita”
Le nostre labbra s’incontrano e le nostre lingue si ritrovano nuovamente a giocare tra loro, i nostri cuori battono all’unisono e io mi ritrovo nuovamente tra le braccia la mia ragazza, la donna che mi ha fatto capire cosa voglia dire la parola AMORE.
Adesso posso veramente godermi la vita, la felicità che ho sempre sognato.
P.s.
Ragazze che ne dite?
Il prossimo capitolo è l'epilogo.
Siamo giunti alla fine anche di questa storia
😥😜
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