Quattro volte amore
Conteggio parole: 5200
Genere: Fanfiction (fandom Harry Potter), introspettivo, romantico, erotico
Personaggi: James Potter, Lily Evans, Harry Potter
Note: Ho immaginato questa one-shot come quattro sfaccettature dell'amore, utilizzando le definizioni greche riportate qui sotto. Il mio intento era raccontare la gravidanza di Lily e l'avvio della famiglia Potter attraverso l'amore che lega Lily, James e Harry. Ho voluto 'riempire' gli spazi vuoti della saga e dare risposta agli interrogativi lasciati dalla Rowling.
Agápe è l'amore familiare, la carità, usato nei testi antichi per denotare sentimenti per i propri figli e sentimenti per un coniuge .
Éros è l'amore della passione sessuale. Nel Simposio , l'opera antica più famosa sull'argomento, Platone fa sostenere a Socrate che l'eros aiuta l'anima a richiamare la conoscenza della bellezza e contribuisce alla comprensione della verità spirituale, la forma ideale di bellezza giovanile che porta noi umani a provare il desiderio erotico.
Storge è l'amore, l'affetto soprattutto dei genitori e dei figli. È l'empatia comune o naturale, come quella provata dai genitori per la prole.
Philautia è l'amore per se stessi. Amare se stessi o "rispettare la propria felicità o vantaggio" è stato concepito sia come una necessità umana fondamentale sia come un difetto morale , simile alla vanità e all'egoismo.
[Questa oneshot partecipa al concorso di spliondo e @Togno_mel ]
Philautia
Maggio, 1980
Lily sorrise.
Aveva seguito l'evoluzione della gravidanza sin dall'inizio. Ricordava di essersi guardata allo specchio per la prima volta nel settembre 1979, il giorno in cui aveva scoperto di essere incinta. Non l'aveva ancora detto a James, aveva appoggiato il test sul lavandino e si era portata una mano in ventre, istintivamente, e aveva sorriso all'immagine riflessa.
Lei e James si erano sposati da nemmeno un mese e non avevano neppure sfiorato l'argomento "bambini", eppure nel profondo Lily sapeva che lui sarebbe stato felice. Nonostante entrambi fossero giovani, solo ventuno anni, e appena diplomati da Hogwarts, si amavano e si erano amati in silenzio per moltissimi anni, anche se erano stati entrambi troppo orgogliosi per ammetterlo. Tutti i "ti odio" detti ad alta voce nascondevano in realtà tutt'altro significato, erano intrisi di "ti amo" sussurrati impercettibilmente affinché il suono fosse udito solo dal cuore dell'altro.
Quel giorno di settembre Lily si era sfiorata l'addome e così aveva continuato a fare giorno dopo giorno, mese dopo mese e ogni volta sorrideva. Anche quella mattina calda di maggio, mentre la luce del sole trapelava dalla finestrella del bagno, Lily ripeteva il medesimo gesto d'amore e si guardava allo specchio.
La donna osservò le sue cosce, la pelle chiara presentava qualche smagliatura, nonostante le parole rincuoranti di James, queste erano ancora un suo punto di debolezza. Lui era sempre stato presente per lei. Le labbra di Lily si curvarono in un sorriso al ricordo di quando lei gli aveva dato la notizia. L'uomo era appena tornato a casa da un colloquio al Ministero della Magia e lei stava finendo di preparare la cena. Non riusciva quasi a contenere la gioia e lui le chiese più volte se si sentisse bene o se avesse bevuto troppo, poiché la rossa era semplicemente euforica.
Lily avrebbe voluto attendere il dolce, ma non ci riuscì. Quando si accorse di non aver ascoltato nemmeno una parola del racconto di James circa il suo colloquio, lo interruppe bruscamente dicendo "James devo parlarti." Difficile dimenticare l'espressione dell'altro, gli occhi avevano percorso velocemente tutta la stanza e aveva deglutito sonoramente il boccone. Aveva poi puntato gli occhi castani su di lei tenendo la bocca leggermente socchiusa come per chiedere spiegazioni. Pertanto lei non attese oltre, non indugiò e affermò con voce sicura "Sono incinta".
E poi il silenzio.
Lui non aveva proferito alcuna parola per una manciata di secondi in cui Lily trattenne il fiato. Poi lui si alzò e guardandosi attorno disse "Sirius vieni fuori!"
Lei lo guardò confusa e lui gonfiò il petto: "Non è uno scherzo?!"
Lily sorrise mentre lacrime di gioia iniziavano a scorrere lungo le sue guance. James ci mise un altro paio di secondi per realizzare il tutto e poi un urlo di eccitazione gli morì in gola e abbracciando la moglie ripeté: "Sei incinta."
Si ricordava di essersi stretta tra le braccia di James per molto tempo. Lei adorava i suoi abbracci, James era la sua roccia e lei lo amava.
Lily risalì la sua figura allo specchio e gli occhi le si illuminarono vedendo il pancione. Quel piccoletto che doveva ancora nascere lo amava già tanto, tantissimo. Sentirlo muoversi e scalciare dentro di lei era un'emozione immensa, una gioia e un'amore indescrivibili. Si ricordò di quando avvertí il piccolo per la prima volta, era Natale e stava aiutando la sua carissima amica Alice Paciock a decorare l'albero con enorme ritardo.
Si era piegata per prendere un addobbo e negli infiniti discorsi di Alice, questa si era accorta che l'amica non rispondeva più alle sue numerose domande. Così si era voltata per trovare una Lily piegata su sé stessa, subito si era precipitata per vedere se stesse bene. Non era stato necessario che nessuna delle due avesse proferito parola poiché quando Alice vide la rossa alzare il capo sorridendo e con gli occhi umidi, ella comprese: il piccolo si era fatto sentire.
Le due si erano abbracciate ed erano scoppiate in lacrime entrambe, così quando James e Sirius fecero ritorno dal loro "shopping-natalizio-dell'ultimo-minuto" e trovarono le due in quelle condizioni, gioirono anch'essi. Lily non dimenticò mai quel Natale, il primo che lei e James avevano passato insieme, il primo come coniugi, il primo come genitori.
Lily si riscosse dai ricordi, era riuscita a catturare alcuni momenti con la macchina fotografica e stava lavorando insieme a James a sistemare l'album della sua gravidanza. E nonostante non fosse riuscita a catturare tutti i piccoli attimi e gesti d'amore, questi sarebbero rimasti impressi per sempre nella sua mente.
Si guardò allo specchio. Osservò il luccicare della sua pelle perlacea, mai così levigata e uniforme da quando era una bambina, al bagliore del Sole. Le sue forme si erano arrotondate per accogliere il neonato e lei si amava. Solo inizialmente aveva cercato di nascondere il ventre e le cosce che si stavano allargando, ma quando James lo aveva notato e le aveva detto che si faceva troppe paranoie e che era bellissima o per come l'aveva detta lui "Scherzi? Sembri una Venere, la tua pancia mi eccita e nemmeno con tutti gli allenamenti che facevi prima avevi un culo così." Lei aveva riso e lo aveva spinto via per gioco, in realtà quelle parole l'avevano rassicurata molto.
Oramai mancavano poco meno di due mesi e non vedeva l'ora di stringere tra le braccia il pargoletto che portava in grembo. La sera gli parlava, sussurrandogli dolci parole d'affetto. Lily gli raccontava della sua giornata, di come le facevano male i piedi a causa sua, di come, però, James glieli massaggiava e le faceva raggiungere l'estasi. Prima di dormire canticchiava ninna-nanne babbane imparate a sua volta da sua mamma e si accarezzava il ventre. Talvolta si univa anche James con melodie che le erano estranee riguardanti storie di maghi, rane volanti e magia.
Avrebbe cresciuto suo figlio non ignorando le sue origini, ma lasciando spazio anche a James che forse non vedeva l'ora di stringere loro figlio tra le braccia più di lei. La donna era rimasta stupita dal modo in cui suo marito parlava di ciò che avrebbe desiderato fare una volta nato il piccolo e lei si emozionava ogni volta che, mentre lui fantasticava, i suoi occhi luccicavano.
Lily, guardandosi allo specchio, sorrise.
Storge
Luglio, 1980
Il trambusto era iniziato più o meno dodici ore prima.
James era pacificamente sdraiato sul divano a oziare per la prima volta in tutta quella settimana, tra il lavoro al Ministero e Lily ormai alla trentanovesima settimana, le giornate erano più che occupate. Era tornato a casa da nemmeno un'ora e aveva mangiato i resti della cena della sera prima, un ottimo arrosto che aveva cucinato sua moglie. Lily non era mai stata una grande cuoca, ma da quando era incinta amava sperimentare nuovi piatti e James non poteva essere più contento: Lily Evans eccelleva in tutto ciò che faceva, quindi quando la prima sera gli preparò una trota salmonata cucinata alla perfezione, James non si stupì.
Dopo il pranzo improvvisato era andato a controllare cosa stesse facendo la rossa e la trovò sonnecchiante in camera da letto, non volevo disturbarla decise di riposare sul divano. Gli sembrò di non aver dormito da giorni, stava finalmente iniziando a prendere sonno e sentirsi avvolto dalle braccia di Morfeo, quando sentì un grande tonfo.
Si alzò all'improvviso portando gli occhiali in malo modo in volto, prese la bacchetta e si precipitò in cucina. Nel frattempo chiamò a gran voce: "Lily! Lily!"
Entrato nella stanza trovò la donna aggrappata al tavolo mentre respirava profondamente. James ritirò l'arma e si precipitò dalla moglie chiendole agitato: "Lils tutto bene? È successo qualcosa?"
Lei fece un gesto con la mano: "No, no sto bene, penso sia una contrazione di Braxton-Hicks."
"Sei sicura? Che cos'è caduto a proposito? Ho sentito un colpo."
"Non ne ho idea, non avevo nulla in mano e non penso di aver urtato nulla." Rispose lei guardandosi attorno, la cucina era in ordine.
James fece spallucce e accompagnò la donna in camera, al piano superiore.
Il resto del pomeriggio passò abbastanza velocemente, James non sapeva ancora che quella fosse la quiete prima della tempesta.
Ben presto arrivò l'ora di cena, James non aveva nessuna voglia di cucinare e Lily dormiva ancora. Decise quindi di ordinare del cibo da un locale babbano lì vicino, uno dei lati positivi di vivere in una città abbandonata dai maghi e popolata dai babbani. Lily mesi prima gli aveva fatto provare tutte le diverse cucine della zona e lui aveva cambiato idea sul restare in quella casa.
Lui e la rossa mangiarono in silenzio, l'aveva capito che lei era stanca. Specie nelle ultime settimane, Lily alternava periodi di energia incontenibile in cui lo trascinava in ore di shopping per il nascituro a periodi di stanchezza totale in cui si rinchiudeva nella loro camera e usciva solo per i pasti. Lui cercava di assecondare la moglie e ciò non gli risultava particolarmente difficile dato il carattere solare di Lily che, nonostante in giornate come quella, non smetteva mai di sorridere.
Fu proprio quando James era assorto nei suoi ricordi che successe ciò che rese quel giorno memorabile. Lily aveva rovesciato un bicchiere mentre ansimava in una smorfia di dolore.
James si riscosse e chiese preoccupato: "Sei sicura che non vuoi andare in ospedale? A me sembrano contrazioni".
Lei si lasciò scappare un grugnito di dolore e domandò in malo modo: "Che ore sono?"
Il corvino la guardò confuso e rimase immobile.
"James! Che ore sono?"
Lui rispose senza comprendere il senso della domanda: "Uhm, le sette e mezza perchè?"
"Oh no". Fu l'unica cosa che Lily disse prima di fissare il vuoto.
" 'Oh no', perché?"
"L'ultima contrazione è avvenuta circa un quarto d'ora fa". Replicò lei secca alzando lo sguardo e incontrando gli occhi castani dell'altro.
James ci mise qualche secondo per realizzare: "Sta succedendo! Merlino, Lily perchè non me l'hai detto prima?! Dobbiamo andare!"
"No, no sono sicura di poter resistere ancora un po'". La rossa allontanò il marito che si era alzato per aiutarla.
James rispose sorridendo: "Lils non penso tu possa tenere dentro il bambino".
Lei gli lanciò uno sguardo fulminante. Allora lui rispose cercando di non irritare l'altra ancora di più: "Va bene, inizio a prendere il necessario e tu mi aspetti qui."
Lily annuì, James notò lo sguardo preoccupato della rossa e non potè che provare una certa empatia: stavano per diventare genitori, nel giro di poche ore avrebbero avuto un bambino. Ora anche lui era andato nel panico, d'improvviso le gambe gli divennero molli e lo sguardo si fece sfocato mentre saliva le scale.
James prese un bel respiro, si diresse in camera e iniziò a raccattare il necessario: pigiama, calzini, "un libro? Perchè no" si disse. Ben presto la borsa iniziava a riempirsi: la sciarpa regalatagli da Sirius, poteva servire, magari faceva freddo; una pozione calmante, quella gli avrebbe fatto molto comodo; guanti in pelle di drago, certo sarebbero stati sicuramente utili.
Non fece in tempo a finire di frugare nell'armadio in cerca di qualcosa di utile che udí un altro grido provenire dal piano inferiore: Lily.
Si precipitò giù per le scale dimenticandosi del borsone e si diresse in cucina. Trovò la moglie appoggiata al piano cottura mentre respirava profondamente.
"Lily dobbiamo muoverci, non voglio che nostro figlio nasca in macchina".
"No, è da stamattina che resisto, posso farcela fino a domani".
"Ehm non penso sia una buona idea- come da stamattina?" James chiese sorpreso, se l'affermazione della moglie era vera come aveva fatto lui, il maestro dell'investigazione, a non accorgersi di nulla?
"Mi si sono rotte le acque questa mattina e le contrazioni sono iniziate prima di pranzo".
"COSA?" Urlò lui, più offeso di non essersene accorto che stupito delle capacità di sopportazione della donna.
Sul volto di Lily si dipinse un'altra smorfia di dolore.
"Lily dobbiamo muoverci." Quella di James non era una richiesta, era una preghiera: aveva vent'anni, aveva appena finito la scuola, si era sposato da pochi mesi e ora stava per avere un figlio: la situazione gli pareva assurda.
"Ma io non sono in grado" Lily scoppiò in lacrime "Ho paura e se sbagliassi qualcosa e nascesse male? E se poi non gli piaccio?"
James accarezzò via le lacrime dal volto della rossa e le rivolse parole dolci di conforto: "Lily sono sicuro che tutto andrà bene, se ci muoviamo ora. Tu sarai una madre fantastica e Harry ti amerà infinitamente, proprio come ti amo io."
"Harry?" ripeté la donna sorridendo tra le lacrime.
'Harry'. James non si ricordava dove avesse letto quel nome, ma se ne era da subito innamorato. Pensare al nome del bambino lo aiutava in quei momenti d'attesa, ormai erano un paio d'ore che Lily era stata portata in sala parto.
Alla fine lui era riuscito a convincerla. Aveva guidato fino all'ospedale, tra il panico di Lily, dato il suo modo spericolato di guidare, e le sue stesse urla quando rischiarono di finire fuori strada un paio di volte.
Fortunatamente, la dottoressa che aveva preso in cura Lily durante tutta la gravidanza era di turno e dopo un veloce esame aveva annunciato che la donna era già dilatata di sei centimetri e che erano arrivati in tempo.
Da quel momento James non aveva idea di cosa stesse succedendo alla sua Lily. L'attesa lo stava consumando, lui non era mai stato un ragazzo paziente e aspettare non era il suo forte. Era più un uomo d'azione, uno di quelli che si lanciava nella mischia senza pensarci e che spesso finiva conciato male. Non poteva farci nulla, agire istintivamente era il suo tratto distintivo e in quel momento essere confinato su quella sedia era estenuante.
Finalmente, dopo ore che trascorrevano lentissime arrivò un'infermiera a chiamarlo. James scattò in piedi, ascoltò la donna che gli raccontava di come "sua moglie e suo figlio stavano bene", smise poi di ascoltare quando ella gli riferí, peso, altezza e altri dettagli in quel momento insignificanti.
Aprí in malo modo la porta ponendo fine al monologo della donna e sorrise. Il volto di Lily aveva caratteristiche angeliche mentre guardava innamorata il fagottino che teneva in braccio. James rimase paralizzato, non riuscì a distogliere lo sguardo da quell'immagine di amore: ora aveva una famiglia sua, ora era diventato padre.
Piano si avvicinò alla donna mantenendo fisso lo sguardo sul figlio che ella stringeva. Sussurrò alla rossa: "È così piccolo".
Lei rispose delicatamente, mentre spostava lo sguardo su James: "Saluta papà, Harry".
Éros
Ottobre, 1980
Il tocco di Lily fece sussultare James.
Gli mancava provare quel brivido quando i polpastrelli di Lily gli sfioravano delicatamente le braccia e le cosce. Una carezza, delicata, era necessario questo per incendiarlo di piacere. Lei non lo toccava così da molto tempo, negli ultimi mesi di gravidanza era diventato impossibile soddisfare il desiderio e le prime settimane di vita di Harry erano state un incubo.
Certamente il sesso era l'ultimo dei pensieri di Lily, James non necessariamente lo poneva in ultima posizione, forse terzultima? Quarta? Non aveva insistito però e gli era piaciuta anche la vita da padre per le prime sei ore. Dirlo a Lily gli pareva crudele, ma quel piccolo mostriciattolo di Harry non smetteva di lagnarsi, mai.
Il bambino urlava poco, pochissimo, ma i suoi lamenti erano una nenia continua mentre mangiava, mentre giocava e mentre dormiva.
Quando Sirius gli aveva chiesto, o meglio pregato, di lasciargli il marmocchio per un paio d'ore il pomeriggio; James aveva lanciato un'occhiata a Lily e aveva quasi gettato Harry tra le braccia dell'amico.
Chi poteva biasimarlo? James era giovane, forse troppo, per dedicare ogni giorno della sua vita esclusivamente a suo figlio, voleva anche lui divertirsi e fare altro, fosse anche lavorare. Sarebbe stato pronto a difendere il suo comportamento di fronte a tutte quelle madri anziane purosangue pronte a criticare lui e Lily.
Non per questo James amava di meno Harry, anzi adorava suo figlio. La prima volta che l'aveva visto tra le braccia della rossa aveva provato la gioia più pura della sua vita. James faceva le migliori facce buffe per divertire il piccolo e si commuoveva ogni volta che Lily cullava Harry sussurrandogli delle canzoni babbane.
Sì, James amava la sua famiglia, ma non poteva nemmeno trascurare Lily. Nonostante lei non lo facesse notare, lui capiva che anche lei condivideva il desiderio di restare da soli e potersi comportare di nuovo come due ventenni irresponsabili.
Erano passati mesi dalla nascita del piccolo, eppure pochi erano stati i momenti che i due erano riusciti a prendere per loro stessi. Molto spesso quando Harry dormiva al mattino, James era a lavoro, mentre la sera entrambi erano sfiniti e prendevano sonno in pochissimo tempo.
Ed ora sentire le dita fredde di Lily nuovamente sul suo corpo lo faceva impazzire. Lui le prese delicatamente la mano e iniziò a baciarle il polso salendo piano verso la spalla. James arrivò al collo e i baci si fecero più violenti.
Per tentarla, le sfiorò gli angoli della bocca con le labbra e le sussurrò: "Mi sei mancata Evans".
"Taci" Mormorò lei poggiando le mani sulle spalle dell'altro.
Il corpo di James fremeva di passione. Lily si diede una spinta e si mise a cavalcioni, le sue cosce contro i fianchi di lui. Il corvino prese allora a baciarla e lei ricambiò, poi lui mosse qualche passo e sollevò Lily posandola sul bracciolo del divano. La rossa non si staccò, troppo presa dalle labbra di lui.
James si ricordava bene del loro primo bacio: un completo disastro e orrore. Tutto era nato da una scommessa che Lily aveva fatto con Sirius al sesto anno: se Lily fosse riuscita a dare a James un bacio a stampo, allora Sirius avrebbe fatto i compiti della ragazza di Trasfigurazione, in cui lui era un vero genio, per il resto dell'anno scolastico e considerando che la scommessa era stata fatta intorno a Natale, l'offerta di Sirius aveva stuzzicato Lily.
Alla fine la rossa aveva accettato. Sirius, però, non ne aveva parlato minimamente con James e lo aveva condotto al tranello con una mera scusa: fare una passeggiata nel parco del Lago Nero. Chiacchierare con un amico era decisamente meglio che sprecare il suo tempo scrivendo quattro pergamene sull'origine dei folletti, pertanto James accettò senza porsi troppe domande.
Il mago aveva però notato che l'amico era stato stranamente silenzioso per tutto il viaggio, non avevano parlato di Quidditch, di futuri scherzi e ne tanto meno di Lily. Sirius sapeva da anni la cotta che James si era preso per la rossa e ogni occasione era buona per prenderlo in giro, eppure in quell'occasione perfetta, Sirius era rimasto zitto.
James all'epoca decise di non pressare l'amico e si limitò a seguirlo nel parco. Con una banale scusa, aver dimenticato di dover aiutare Hagrid nello sfamare qualche strana creatura, Sirius aveva lasciato l'amico da solo.
Il corvino si era quindi seduto su un tronco e ne aveva approfittato per osservare il Lago Nero. Il bagliore del Sole si rifletteva sulle lenti degli occhiali e fu quando James si portò una mano alla fronte che con la coda dell'occhio notò una figura avvicinarsi.
Si alzò in piedi, finalmente Sirius era tornato e James gli avrebbe finalmente chiesto spiegazioni per il suo strano comportamento. Essendo miope si accorse che la persona in avvicinamento non fosse l'amico solo quando questa distava da lui circa una decina di metri.
I capelli rossi di Lily riflettevano la luce del Sole e James non ebbe più dubbi sull'identità della figura. La ragazza pareva dirigersi verso proprio di lui e lui si guardò più volte alle spalle per controllare che non ci fossero Marlene o Alice ad aspettarla.
James iniziò a preoccuparsi: non le aveva fatto nulla, almeno non nell'ultima settimana e di solito lui e la Evans non parlavano se non quando lei gli urlava contro a causa di uno scherzo riuscito male.
La rossa gli arrivò di fronte, James abbassò lo sguardo per guardarla negli occhi verdi che sprigionavano la loro bellezza e unicità alla luce del tramonto.
Lily sospirò e lui scrutò confuso il volto di lei.
All'improvviso lei gli si avvicinò sfiorandogli incerta le labbra per poi affondarle in un bacio. Lui trattenne il respiro, oramai ragionare era impossibile.
Lei si staccò per prima, dopo nemmeno un paio di secondi e mormorò con le guance ancora rosse: "Questo non cambia nulla".
James aveva ripensato a quel momento per le settimane successive, impossibile dimenticarsi della fortissima emozione provata nel petto. Tuttavia, presto scoprì la scommessa organizzata dall'amico e ricordò di essersi sentito incredibilmente deluso e sconfitto.
Lily si sbilanciò all'indietro e James finì su di lei sopra al divano. Poi lui prese a baciarla di nuovo sul collo e tentò alla cieca di toglierle la maglietta.
"Di sopra" mormorò ansimante la rossa fra un bacio e l'altro.
I due si alzarono senza mai staccarsi e provarono a raggiungere le scale con evidenti difficoltà, James preso da un impeto di desiderio sollevò la rossa e salì le scale.
Il loro secondo bacio, invece, era stato decisamente migliore del precedente. James aveva dovuto attendere un anno e questa volta Sirius non aveva nulla a che fare con l'evento.
Durante un'uscita a Hogsmeade, si erano ritrovati da soli; ripensandoci forse Remus, Sirius, Alice e Marlene si erano messi d'accordo dato che le due avevano ridacchiato prima di andarsene e i suoi migliori amici gli avevano lanciato degli sguardi ambigui.
Erano rimasti soli per un paio d'ore, avevano preso una burrobirra e chiacchierato come non erano mai riusciti a fare prima, in modo spontaneo e genuino. Lui non era riuscito a staccarle gli occhi nemmeno per un minuto, Lily invece aveva spesso guardato in giro facendogli notare altre coppiette sedute ai tavoli vicini.
Avevano poi passeggiato lungo la via principale e si erano appartati in un vicolo più tranquillo, fermandosi davanti a una vetrina piena di lucine colorate.
James aveva osservato Lily restare incantata di fronte ai bambolotti che prendevano vita, prima il suo sguardo era caduto sugli occhi verdissimi della ragazza che riflettavano i mille colori della vetrina, poi si era spostato sulle sue labbra rosee.
Allora, Lily accortasi del silenzio si era voltata e anche lei aveva abbassato lo sguardo alle labbra di James.
Entrambi avevano esitato per un istante, ripensando probabilmente alla loro relazione passata: dall'odio alla tolleranza all'amicizia, valeva la pena rischiare tutto per andare oltre? Per lasciarsi vincere dall'eros?
James chiuse gli occhi e si avvicinò a Lily e lei fece lo stesso.
Lui aveva provato la stessa sensazione nel petto della volta precedente, eppure quel bacio aveva avuto un gusto diverso.
Lily contro lo stipite della porta era appena riuscita a sfilarsi la maglietta tra i baci appassionati di James, si era poi spostata verso la maniglia aprendo violentemente la porta.
Lui le passò una mano tra i capelli e ghignò sfiorandole il collo, i loro occhi si incontrarono per un momento "Ti amo" sussurrò James, prima di farsi sopraffare nuovamente dall'eros e chiudere la porta.
Agápe
Dicembre, 1980
Sin da quando era piccola Lily credeva che nel Natale ci fosse un qualcosa di magico, certo scoprire di essere una strega a undici anni aveva portato la definizione di "magia" a tutt'altro livello.
Da quando ne aveva memoria, Lily aiutava sua madre a decorare l'albero e a allestire il presepe. Di solito accadeva nel primo fine settimana di Dicembre e ella aveva provveduto a trasferire la 'tradizione' anche a James. Contrariamente a quello che si era immaginata lei, il marito era un fanatico di decorazioni natalizie ed era stato lui a trascinarla a metà novembre a trascorrere ore nei negozi tra le vie di Londra per prendere il "minimo necessario", ovvero un albero sintetico di due metri, un centinaio di palline colorate, una decina di metri di luci da mettere fuori dal balcone e tanti, tantissimi ninnoli da appendere in cucina e in salotto.
A casa sua, né Petunia né suo padre erano grandi amanti del Natale e le decorazioni coinvolgevano quasi esclusivamente lei e sua madre. Alla rossa non dispiaceva, si ricordava di quando insieme stavano fino a tardi per aggiustare festoni e luci oppure ancora di come la casa cambiasse aspetto il giorno successivo alle decorazioni. L'odore di biscotti appena sfornati, il tepore della casa e il freddo gelido dell'esterno, lo scoppiettio del fuoco e mille colori riflessi nelle vetrate e nelle finestre, Lily adorava il Natale.
Da adulta la passione non era venuta meno. Ad Hogwarts non vedeva l'ora che il castello si tingesse di Natale e passarlo con gli amici lo rendeva ancora più speciale. Dal terzo anno lei, Mary McDonald, Marlene McKinnon e Alice Prewett avevano iniziato a scambiarsi doni con il metodo del "babbo natale segreto", al quinto anno poi la tradizione era stata estesa anche ai Malandrini. Ogni Vigilia i ragazzi si sedevano in Sala Comune e tra schiamazzi e risate si scambiavano i regali, impazienti di vedere le reazioni degli amici. A lei, in particolare, non era mai interessato ricevere costosi doni, ciò la rendeva più felice era poter cogliere lo scintillio negli occhi e il sorriso sui volti dei suoi amici nello scartare il regalo. Remus le diceva sempre che lei aveva una dote nel trovare sempre l'oggetto perfetto per tutti, a Lily piaceva pensare che fosse istinto.
Quel Natale, in particolare, era molto speciale: il primo che lei e James spendevano insieme e c'era anche la presenza di Harry. Erano già un paio di settimane che Lily rifletteva su cosa regalare al marito, ma essendosi appena sposati e trasferiti le idee scarseggiavano. Alla fine aveva optato per una spilla dorata raffigurante un cervo.
Lily fissò le luci dell'albero.
"Che ne pensi?"
La voce di James la riscosse dai suoi pensieri e la trascinò fuori dal vortice di ricordi che l'aveva avvolta.
"È proprio come quello di casa mia." Sorrise lei scoccando un bacio sulla guancia al marito.
"Ho incantato gli elfi e le statuine delle renne, le luci sono fissate e..."
"È tutto perfetto, James".
"Ne sei sicura? Perché secondo la mia lista ci mancano ancora un paio di decorazioni per la cucina e forse potremmo arricchire di più il salotto, sì, ci vuole un bel centrotavola, magari qualcosa sul rosso così s'intona al tappeto-"
Lily ascoltava incantata le parole di James, non avrebbe mai pensato di amare anche quel lato del suo carattere: l'organizzatore maniacale. Prima che l'uomo andasse in sovraccarico, la rossa lo zittì con un bacio e gli sussurrò nell'orecchio: "Non ti devi preoccupare, è tutto perfetto."
"Vado a svegliare Harry."
Lily seguí con lo sguardo l'uomo salire le scale e scomparire dietro a esse. Successivamente, si voltò a contemplare il salotto: le decorazioni rendevano veramente la casa più viva eppure mancava ancora qualcosa, si disse lei. L'albero era addobbato e i festoni erano stati disposti correttamente, ecco che la donna si ricordò che quando lei e sua madre finivano di decorare la casa si riposavano cucinando biscotti.
La rossa si diresse quindi in cucina e accese i fornelli, mentre prendeva uova, farina, burro e zucchero dal frigo e dalla dispensa. Dalla camera udì un urletto di Harry, segno che il bambino non era contento di essere stato svegliato. Sorrise immaginando la reazione di James.
Si ricordava ancora di quando Harry non smetteva di piangere a una settimana di vita. Lei era finalmente tornata a lavoro e giunta a casa si era ritrovata un Harry in lacrime e James ancora più disperato.
"Lily ho cambiato Harry tre volte, ho provato a dargli da mangiare ma quel mostriciattolo sputa tutto il latto che tento di dargli, non so più che fare."
Lei aveva riso: "James sei rimasto solo con lui per un paio d'ore."
"È questo cosa vorrebbe dire?"
Lily aveva poi scosso il capo, preso delicatamente Harry dalle braccia di James e iniziato a cullarlo mentre il bimbo smetteva di piangere. Mormorò poi all'altro: "Ha bisogno di dormire."
James si era dato uno schiaffo in fronte: "Che idiota! È ovvio!"
Lily aveva poi canticchiato una ninna nanna al piccolo Harry che si era assopito in pochi minuti. Successivamente a quell'episodio, James se l'era sempre cavata e una scena tale non si era più ripetuta.
La donna continuò a massaggiare l'impasto e udí i passi di James che scendeva dalle scale con il piccolo.
"Abbiamo dovuto risolvere una piccola questione da uomini, ma ora è tutto apposto, vero Harry?" fece James sorridendo.
Il bambino si limitò a imitare il riso del padre. L'uomo poi sporse in avanti il piccolo in modo che Lily potesse dargli un bacetto.
"Buongiorno amore" sussurrò Lily strofinando il naso contro la guancia del figlio che ridacchiò.
"Che cucini?" domandò poi James.
"Quando io e mia mamma finivano di decorare la casa, ci premiavamo con dei biscotti. Ho pensato che potremmo fare lo stesso noi."
"Mi sembra un'ottima idea!" esclamò lui facendo sedere Harry sul seggiolino e iniziando a preparare una pappetta dall'aspetto disgustoso, ma che al piccolo piacevano tanto.
"Nonostante tutto" iniziò il mago "credo che questo Natale sarà speciale, magari il prossimo potremmo invitare qui da noi anche Sirius!"
Con il 'nonostante tutto', Lily sapeva bene che cosa James intendesse. Da quando lei era rimasta incinta e quella maledetta profezia era stata pronunciata, i due vivevano nascosti dal mondo. Nelle ultime settimane, in particolare, Silente aveva vietato loro di lasciare l'abitazione se non per gli spostamenti necessari, per evitare di rischiare troppo.
Lei sapeva che James si sentiva come un animale in gabbia e che faceva di tutto per non darlo a vedere. Nemmeno lei era contenta della situazione, avrebbe voluto condividere la gioia di essere diventata madre con la sua famiglia e i suoi amici, eppure non poteva.
Piccoli gesti come spendere il pomeriggio decorando la casa distraeva entrambi, facendo loro credere che potevano aspirare a un minimo di normalità. Troppo spesso lei e James si ritrovavano la sera, dopo aver messo a dormire Harry, a parlare del futuro: di come avrebbero continuato a vivere rinchiusi, se fosse stato saggio cambiare città, se l'Ordine era veramente in grado di proteggerli. Inoltre stavano considerando la proposta di Silente di porre un incanto fidelius sulla loro abitazione e chi scegliere come custode del segreto, a chi affidare le loro vite e quella di loro figlio.
Forse per effetto dell'atmosfera magica natalizia, Lily si stava convincendo che tutto si sarebbe risolto. D'altronde loro erano gli eroi, il Signore Oscuro era il lupo cattivo della storia e alla fine il bene doveva vincere, giusto?
Così rispose al marito: "Sì, l'anno prossimo dobbiamo festeggiare con il gruppetto di Hogwarts al completo".
James sorrise mesto.
Lily si avvicinò al marito e gli accarezzò la guancia, rivolse uno sguardo veloce a Harry e disse ferma: "James, staremo bene."
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