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SECONDA POSSIBILITA' - @Belmarath


GRUPPO VAMPIRETTI - PACCHETTO ARANCIONE

PERSONAGGIO: ALEX MARQUEZ

PROMPT: CIMELIO DI FAMIGLIA

CARATTERISTICA: IL PERSONAGGIO CREDE DI AVERE UNA PARTICOLARE CONNESSIONE CON IL MONDO DEGLI SPIRITI




SECONDA POSSIBILITA'

Belmarath




La casa della famiglia García, normalissima villetta dallo stile borghese, gli era sempre sembrata bella e luminosa dal di fuori, non troppo vicina ad altre abitazioni ma nemmeno troppo lontana dal centro abitato. Una casetta che conosceva come le sue tasche.

Eppure, in quel momento c'era qualcosa di sbagliato, di diverso, sinistro. Oscurata dai nuvoloni grigi e dalla pioggia battente, immersa nel silenzio del vicinato quasi inesistente, con le luci esterne spente: sembrava un'altra casa.

Un terribile presentimento lo pervade, ma respira a fondo e si fa forza, attraversando a passi svelti e corti il vialetto di casa, circondato dalle siepi basse ormai giallastre e scarne.

Ormai non puoi più tornare indietro.

La sorella maggiore salta per aria sentendo il campanello di casa suonare a quell'ora. Sua sorella minore le rivolge uno sguardo carico di curiosità.

"Un secondo Merce, vado a vedere chi è alla porta."

La bionda cammina spedita verso il portone d'ingresso, mentre sente di nuovo suonare il campanello. Si affaccia allo spioncino prima di aprire, ma è troppo buio fuori e non riesce a capire bene del tutto chi sia la figura scura che aspetta fuori.

Scrolla le spalle con noncuranza e apre subito la porta, rimanendo poi qualche secondo di fronte al ragazzo in piedi sulla soglia.

La pioggia che batte violenta e un tuono in lontananza sono gli unici rumori che riempiono lo spazio tra i due giovani.

"Alicia García, è un piacere rivederti."

Esclama poi il ragazzo fuori casa, nel frattempo la ragazza lo lascia entrare, contenta di vederlo.

"Lo stesso vale per me Alex Márquez. Anche se sei in estremo ritardo."

"Lo so, ma in special modo quest'anno non avevo nessuna voglia di festeggiare."

Alicia squadra l'amico, che è bagnato come un pulcino e attende qualche ordine da lei rimanendo in piedi sul tappeto per non bagnare il pavimento.

Lei sbuffa e lo accompagna verso il bagno.

"Capisco che non hai mai voluto festeggiare, ma potevi fare uno sforzo e metterti qualche costume cretino addosso. Inoltre, potevi portare un ombrello, dopotutto siamo in pieno autunno."

Arrivati al bagno, Alex si guarda intorno immerso nell'imbarazzo, mentre l'amica prende alcuni asciugamani puliti.

"Lavati e aspettami qui, cerco di trovare qualcosa di mio fratello che può andare bene per te."

Non appena la ragazza chiude la porta del bagno e si dirige verso la camera del fratello maggiore Luis, al momento assente in casa.

Certo, suo fratello era alto e largo il doppio di Alex, ma doveva pur dargli qualcosa da mettere.

Presa una felpa e un jeans a caso dall'armadio, aspetta che lui finisca di cambiarsi. Uscito dal bagno con i vestiti di Luis indosso, Alicia non riesce a contenere le risate. La felpa bianca e nera gli arriva quasi al ginocchio e per non far toccare i jeans per terra, il pilota è stato costretto a arrotolarli svariate volte.

"Cosa ridi?" Domanda subito con il broncio Alex, sbuffando infastidito.

"Niente, niente. Andiamo di là, devo controllare mia sorella."

I due ragazzi si spostano nella sala adibita alla festicciola organizzata dalla sorella minore con i suoi pochi amici, tutti rigorosamente vestiti da Halloween. Mercedes, la sorella più piccola di Alicia, si avvicina subito a Alex per salutarlo e poi torna saltellando alla festa.

"È cresciuta tanto Mercedes, quanti anni ha ora?"

"Deve fare tredici anni tra due settimane." Risponde Alicia, osservando la sorella mentre gioca spensierata.

"Wow, mi sento vecchio adesso."

"Vecchio adesso, diciamo maturo." Ridacchia leggermente lei. "E comunque ancora non ti ho ringraziato abbastanza per essere venuto, Luis mi ha dato buca all'ultimo momento e so quanto odi Halloween."

Alex sorride, facendo spallucce e mettendo le mani in tasca.

"Non devi ringraziarmi, non ti avrei mai lasciato da sola a controllare quattro bimbi scatenati vestiti da mostri, vampiri, zombie e altri esseri orribili."

"Che poi siamo amici da quando eravamo alle elementari e non ho mai capito perché odi tanto questa festività, è una festa come le altre."

La bionda osserva il pilota cambiare espressione e diventare improvvisamente serio. Lui scuote la testa, guardandosi attorno come per controllare l'ambiente intorno a sé.

"Non è una festa come le altre, Ali. È diversa, si parla di morti, di occulto... Non sono cose che possono essere affrontate con una maschera e dei dolcetti. Ecco perché non mi è mai piaciuto Halloween, per me è roba seria."

Alicia non è molto d'accordo, pensando che lui stia solo esagerando, forse si impressiona facilmente su questi argomenti. I due ragazzi osservano poi Mercedes che corre da loro con un broncio implorante.

"Ali, ma non andiamo a fare dolcetto o scherzetto?"

La più grande sospira e da un'occhiata veloce fuori dalla finestra, dove riesce a vedere un lampo che illumina il cielo nero.

"No, fuori sta facendo il temporale, piove troppo per andare in giro. Inoltre, io e Alex da soli non possiamo controllarvi tutti là fuori e i genitori dei tuoi amici non sarebbero d'accordo."

La bimba la osserva arrabbiata, poi capisce la situazione e non protesta.

"Però possiamo fare qualcosa di interessante, tipo raccontarci storie dell'orrore?"

Il motociclista sente un brivido percorrergli la schiena e l'amica lo nota subito.

"Certo, più tardi. Ora giocate un altro po'. Adesso vi porto anche i biscotti, vai di là."

Mercedes torna dai suoi amici, sotto lo sguardo attento dei ragazzi. Alicia invita Alex a seguirla in cucina e mentre mette i biscotti sul vassoio, si accorge che l'amico sta giocherellando con la collana che ha al collo da svariati minuti.

"Alex? Se ti serve qualcosa dimmelo..."

La voce di Alicia lo distoglie dalla collana. Sorride, annuisce e non aggiunge altro, seguendola poi nell'altra stanza.

Alex osserva le decorazioni, i vestiti degli amici di Mercedes e diventa sempre più bianco in volto.

"Non dirmi che sei spaventato dai costumi dei bambini. Poi in particolare mia sorella che è vestita da principessa Leila." Ridacchia Alicia prendendo in giro l'amico, che per tutta risposta le rivolge un'occhiataccia.

"Non scherzarci troppo su questo Ali."

"Dai, rilassati. È un'innocente festa tra bimbi, cosa può andare storto?"

La ragazza allarga le braccia, ma Alex continua a guardarla poco convinto. Anzi, sembra ancora più spaventato dalla sua ultima frase.

"Tante cose. Tante cose possono andare storto."

Lei lo fissa, sembra davvero terrorrizzato da qualcosa, se non da tutto ciò che lo circonda. Nota anche che la collana che prima indossava al collo adesso è nella sua mano e lui continua a sfregarla con fare nevrotico.

Non passa molto tempo prima che Mercedes e i suoi amici si siedono in cerchio sulla moquette per iniziare a raccontare le loro storie paurose.

Alicia inizia a sedersi con i bambini, ma Alex le mette una mano sulla spalla per fermarla. È bianco come un cadavere e il suo aspetto preoccupa subito la bionda, la quale pensa subito alla febbre o a un raffreddore per via del freddo preso poco prima.

"Alex ti senti bene?" Alicia mette subito la mano sulla fronte dell'amico, ma lui la scosta malamente.

"No, Ali. Non sto affatto bene. Dobbiamo andare via di qui. Dalla tua casa. Prima di subito."

Lei lo guarda con un sopracciglio alzato, confusa. Poi fa scorrere lo sguardo incredulo su di lui da sotto a sopra.

"Ma sei scemo? Non possiamo, non vedi che devo stare attenta ai bambini? E poi perché dovremmo andarcene? Qui siamo al sicuro a casa, fuori fa un temporale bruttissimo."

"Potrebbe succedere qualcosa di spiacevole, non scherzo."

Alicia inizia a sospettare del fatto che quello sia uno dei famosi scherzi di Alex. Non perdeva mai occasione per farle dispetti quando erano più piccoli insieme a suo fratello Marc.

"Alex. Piantala, mi stai facendo preoccupare. Non è che stai delirando per la febbre, sei pallido..."

Il pilota sospira rassegnato, poi torna a parlare con la voce tremante.

"Senti, Alicia. C'è un motivo ben preciso se non ho più festeggiato Halloween."

"E sarebbe?"

Mercedes chiama la sorella e l'amico impaziente, Alex trema come una foglia e non riesce quasi a parlare.

"Io sento i fantasmi. Riesco a percepire la presenza degli spiriti."

Alicia guarda a lungo il pilota, rimanendo seria. Poi scoppia in una fragorosa risata.

"Bello scherzo, davvero. Ci hai provato. Ma ora andiamo dai bambini. Anzi, un secondo che vado a prendere quella tavola Ouija che ho in garage."

"Ali non scherzo. Penso che sia proprio una cosa di famiglia, sul serio."

La ragazza incita ancora l'amico a piantarla con quei discorsi, quando lui le mostra la collana che indossava prima con fare esasperato.

"Questa me l'ha data nonna. Non trovi sia una collana strana e abbastanza vecchia per essere un regalo normale come tutti gli altri?"

La ragazza osserva il ciondolo. Un cerchio spesso, fatto di qualche metallo arrugginito e ossidato. In rilievo nota degli strani simboli geometrici, apparentemente senza significato.

"È una specie di cimelio di famiglia, uno di quei oggetti che si tramandano di generazione in generazione?" Sussurra la ragazza.

Il pilota annuisce, arrotolando la catenina ramata vecchia e scolorita intorno al palmo della mano.

"Non so che cosa sia in grado di fare, ma nonna dice che quando sento queste presenze devo averla con me. Per sicurezza."

Alicia squadra l'amico. Non trova nessun altro modo per farlo zittire se non tacere e assecondarlo.

"Quindi cosa dovremmo fare? Andare in mezzo alla strada tutti? Non posso portarli fuori con questo temporale."

Lui si guarda attorno, rassegnato, poi sospira.

"Ormai non siamo più in tempo, è come se gli spiriti stiano aspettando un qualcosa di preciso per uscire allo scoperto. Non ci resta altro che continuare la serata e fare attenzione a ciò che diciamo o facciamo."

La bionda annuisce, tornando da sua sorella Mercedes i suoi amici.

"Hector vuole raccontare la storia per primo!" Esclama tutta contenta la piccola principessa di Star Wars.

Alicia trattiene il respiro, senza rispondere finché non incontra lo sguardo impaurito del motociclista.

"Sì, ma non fatela troppo spaventosa. Ok?"

Mercedes alza gli occhi al cielo, guardando Hector, il suo amico vestito da conte Dracula. Il pilota osserva il bimbo, mentre va a chiudere la luce grande della sala e lascia accessa la lanterna vicino al tavolo dei dolcetti.

"Non si può mantenere la luce accesa almeno?" Piagnucola leggermente Alex.

Alicia gli prende la mano, gli sussurra che andrà tutto bene.

"Questa storia me l'ha raccontata una volta mio nonno. Quando era piccolo, lui e i suoi amici non festeggiavano Halloween come noi, però la notte si divertivano andando in giro di notte a fare gli scherzi alla gente."

"Hector, puoi farla il più breve possibile? Altrimenti non fate in tempo a raccontare tutti una storia." La bionda cerca di dire senza far trasparire la sua ansia e anche per dare un segnale a Alex che lei gli ha dato ascolto.

"Ok, ok. Una volta, sono arrivati fino alla spiaggia, di notte. Non c'era nessuna casa lì, ma volevano solo mangiare le loro caramelle in pace. Non appena fanno silenzio, iniziano a sentire degli strani rumori, come se qualcuno stesse piangendo..."

Alex salta per aria, stringe la collana, si guarda intorno per aria. Poi si avvicina a Alicia.

"L'hai sentito anche tu?" Bisbiglia senza farsi sentire gli altri.

La ragazza cerca di seguire la direzione del suo sguardo, ma non vede nulla. Non riesce a sentire altri rumori particolari.

"No, di cosa parli?"

"Alicia, è troppo tardi. Qualcuno è qui. Dobbiamo trovare un riparo." Alex trema, guarda con la coda dell'occhio Hector, che dopo essersi gustato il terrore negli occhi degli amici, torna a raccontare la storia.

"Poco dopo lui e i suoi amici iniziano a sentire dei fruscii, dei passi. Qualcuno stava camminando verso di loro. Qualcuno con un lungo velo, un vestito pesante, che strisciava sulla sabbia lentamente."

Alicia nota che la lucetta della stanza si fa più debole, in fondo è vecchia di quasi venti anni. Tutti gli amici della sorellina, compresa Mercedes, sono come ipnotizzati dalle parole del piccolo conte Dracula.

Ormai Alex è diventato di ghiaccio, non parla e non si muove più. Ogni tanto gira la testa in punti indefiniti, aguzzando vista e udito, ma non dice e fa nient'altro.

"Poi nonno e i suoi amici si sono ricordati di una vecchia storia... Qualche anno prima, nel giorno di Halloween, una mamma affogò i suoi due bambini in mare perché era pazza, e lei era morta di stenti, piangendo pentita per quello che aveva fatto."

"Hey." Interrompe la principessa Leila. "Stai copiando la leggenda della Llorona. Bugiardo."

"Fammi finire di raccontare! Cattiva!" Si spazientisce Hector guardando male Mercedes.

In un solo colpo, l'unica luce giallastra e fioca si spegne, insieme alle altre luci dell'intera casa. I quattro bambini urlano quasi automaticamente, in un solo e unico grido acuto.

Alex si alza di colpo, tenendo stretta a sé la collana con il ciondolo in un pugno sul petto. Chiama subito Alicia, che però nel frattempo non è più accanto a lui.

Il motociclista fa un giro su se stesso, cercando di scovare nel buio la figura dell'amica, ma la stanza è troppo scura per poter vedere qualcosa, le urla incessanti dei bambini gli entrano in testa, presentimenti sempre più strani e pericolosi affollano i suoi pensieri.

Un rumore leggero di clic, come se qualcuno premesse un pulsante, zittisce tutti e riesce a calmare leggermente Alex.

Alicia è in piedi, vicino al tavolo del buffet, con una torcia elettrica in mano. Guarda tutti di sottecchi, poi va a passi spediti verso un cassetto del mobile del salone. Torna con tre candele elettriche, la fiamma piccola e dipinta sulla plastica, il tipo di candela finta adatta ai bimbi.

"Potevate risparmiarvi l'urlo." Sentenzia fredda la ragazza, posizionando le candele accese in mezzo al cerchio di persone.

Alex la guarda a bocca aperta, è come se le sue sensazioni riguardo gli spiriti se ne siano andate in un solo colpo. Osserva il ciondolo e un brivido corre su per la schiena.

I simboli geometrici del ciondolo si sono mischiati, hanno cambiato posto all'interno del cerchio di metallo. Hanno una disposizione diversa e non solo: sono più brillanti, come se la patina di ruggine fosse scomparsa.

"Alex, come ti senti?" Alicia si avvicina, dopo aver dato un bicchiere d'acqua al gruppo di bambini.

"Potrei stare meglio." Il motociclista omette il dettaglio del ciondolo, ma continua a stringerlo nella mano.

"Bene, possiamo continuare, allora?"

"Io! Io!" Saltella con la mano alzata Tecla, l'amichetta vestita da strega.

"Alicia, possiamo interrompere?" Alex continua a provare, ma la ragazza gli rivolge uno sguardo fulminante.

"Una volta, mio cugino stava tornando a casa da solo, di notte. Però gli si era rotta la macchina lungo la strada. Si era ritrovato in mezzo al nulla, riusciva a vedere soltanto una casetta piccola, in lontanza."

Il modo di raccontare la storia stava facendo venire la nausea ad Alicia e Alex. Parlava quasi a singhiozzi, come se fosse agitata e impaziente di arrivare alla fine della storia.

"Arrivato alla casa, bussa e gli apre un signore elegante, che lo accoglie e lo fa mettere comodo, lo tratta bene."

Alex si gira di scatto, la porta di ingresso, visibile dal suo punto di vista, sembra muoversi. Forse anche le altre porte si sono mosse.

"Poi quando mio cugino chiede cosa c'è per cena, si gira e trova il signore con un coltello enorme in mano che gli dice: "Sei tu la mia cena!""

La porta d'ingresso si spalanca, insieme alle altre porte del corridoio, scattano tutti in piedi.

"Sono qui... Sono dentro casa, li sento, Alicia! Usciamo di qui!" Alex urla, ma vede i bambini che stanno andando tutti verso l'unica stanza ancora chiusa, quella della dispensa.

Alicia è in piedi che cerca di tenerli calmi, ma ormai si stanno chiudendo dentro la stanza lasciando i due ragazzi più grandi fuori.

"Non sono al sicuro lì dentro, Alicia!" Alex cerca di aprire la porta, ma è già chiusa a chiave.

"No, no, no! Merce, apriteci! Siamo noi!" Alicia cerca di forzare la maniglia, mentre il vento forte e la pioggia battente entrano dalle porte. Un altro rumore secco fa saltare i ragazzi per aria, quello delle finestre aperte.

"È solo il temporale, calmatevi." Alicia dice tramite la porta, tremando e cercando conforto nello sguardo di Alex, che nel frattempo è corso a chiudere tutte le porte e le finestre.

"Sono andati da un'altra parte, Alicia. E hanno qualcuno insieme a loro." Sussurra nel panico il ragazzo.

La bionda sbarra gli occhi, incredula, prova ancora ad aprire la porta della dispensa. All'ennesima chiamata, nessuno risponde.

I due si guardano, danno una spallata alla porta nello stesso istante, ma a parte il dolore alla spalla, non riescono a rimediare nulla. Alicia cerca la sua carta di credito nella tasca dei pantaloni, cerca di passarla nella serratura datata, che dopo alcuni gesti violenti, si muove leggermente e finalmente si apre.

La lampadina appesa al soffitto oscilla piano, spenta per via del blackout che c'è ancora in tutta la casa. Alicia sbianca, non c'è traccia di sua sorella e i suoi amici.

"Gli spiriti volevano i bambini, volevano prenderli. Dovevano spaventarli per allontanarli da noi... Forse uscendo da qui li avrebbero presi in un altro modo, o li avremmo potuti salvare... Come ho fatto a non capirlo, che stupido!"

Alex si tira uno schiaffo sulla fronte, poi si accorge di Alicia, inginocchiata in mezzo alla dispensa. Lacrime silenziose le rigano il viso pallido.

"Mercedes..." Bisbiglia a singhiozzi la bionda. Alex la raggiunge, mettendole una mano sulla spalla.

Sospira, chiude gli occhi, stringe al petto il ciondolo, che gli sembra stranamente caldo al tatto. Forse è per averlo stretto così tanto fino a quel momento.

"Mi dispiace, credevo di avere questa connessione con gli spiriti e... Mi sono confuso, pensavo tutt'altro. Dovevo stare più attento."

Rivolgendo lo sguardo al ciondolo di metallo, i segni geometrici stanno brillando, come se dovessero prendere fuoco da un momento all'altro.

"Perdonami Alicia. Vorrei che tutto questo non fosse mai successo."

Il pilota chiude forte gli occhi, costretto da un forte bruciore. Urli diversi tra loro gli entrano nelle orecchie, forti. Poi si spengono, pian piano, Alex si stropiccia gli occhi, infastidito dal prurito.

Quando li apre, si sente spaesato. Scruta l'ambiente del luogo intorno a lui, poi riconosce la carta da parati arancione e giallastra del salone. È a casa di sua nonna.

L'anziana lo raggiunge dall'altra stanza, con un sorriso stampato sulle labbra.

"Capito tutto? Questa collana non ti offrirà una seconda possibilità, ti resta solo l'ultima. Usala bene, Alex. Stai attento a quello che desideri."

Il ragazzo è ancora sotto shock, confuso da cosa sia successo prima. Non riesce a ricordare nulla degli attimi precedenti a quel momento.

"Nonna, che devo fare con questa collana? Come la uso? Non me l'hai mai spiegato..."

La nonna si avvicina, gli stringe il ciondolo leggermente arruginito nel palmo della mano.

"Scusami, hai ragione. Tienila stretta a te, ti basta sapere questo. Sai già come usarla. Alex, non farti ingannare dagli spiriti, potrebbero confonderti."

In quel momento tornano in mente al pilota tutti i discorsi sugli spiriti, sulle sensazioni strane che aveva sempre da bambino, specialmente ad Halloween. Però è come se gli mancasse un pezzo, qualcosa di importante che deve sapere, che ha già vissuto.

"Ora vai, Alicia ti aspetta. Porta un ombrello, può iniziare a piovere da un momento all'altro."

Alex obbedisce, si incammina verso la villa della famiglia García. Mentre sta per arrivare, un tuono preannuncia l'inizio del temporale. Non appena il ragazzo apre l'ombrello color ambra, percepisce qualcosa di particolare.

Ha già avuto quelle sensazioni, è già passato per quella strada poco tempo fa. Si sente bagnato, come se l'ombrello non lo coprisse dalla pioggia. Osserva le gocce d'acqua che scivolano sulla plastica dell'ombrello.

Mugugna leggermente tra se e se, decide di mettersi la collana di metallo della nonna al collo per sicurezza. Tutte le sensazioni strane svaniscono.

Il motociclista scrolla le spalle e aumenta il passo verso la casa di Alicia, che si trova subito dietro l'angolo.

Andrà tutto bene, stai tranquillo.

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