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Chapter Twenty-one.

Harry continuò a guardarmi incuriosito e allo stesso tempo sospettoso, volevo saperne di più di questa storia, ovviamente non gli avrei detto ciò che mi disse Rowan e sul fatto che volesse distruggere Alan o che io sarei il bersaglio giusto per questo.

In ogni modo avrei dovuto trovare qualcosa per scoprirne di più.

Guardò un punto davanti a se prima di rigirarsi. «Andiamo.» Lasciò il posto accanto al bancone intento ad entrare in magazzino e uscire dalla porta sul retro. Suppongo lui non sapesse che si trovasse Gyne in magazzino in quel momento oppure non sarebbe di certo cercando di entrarci.

«Ehm Harry. » Mi guardò un'altra volta corrugando le sopracciglia. «Di là c'è Gyne.» Indicai il magazzino che portava sul retro, con un mezzo sorriso.

«Diamine, quella ragazza è dappertutto.» Borbottò passando davanti al gruppo di uomini che parlavano con Alan, lo seguì dopo essermi tolta il grembiule alla vita.

«Dove state andando?» Sbucò fuori Alan da quel tavolo.

«Ouh, a fare due passi.» Risposi velocemente, in un primo momento corrugò le sopracciglia. Forse perché pensava che io e Harry "a fare due passi" saremmo finiti con il attaccarci a vicenda. Ma si ricompose sorridendo e facendo cenno di poter uscire. Una volta fuori mi torturai le dita con un piccolo anello su di esse, non sapevo da dove iniziare o come aprire l'argomento ma sapevo che doveva essere fatto.

«Allora? Cosa c'è di così importante?» Mi chiese indifferente ma qualcosa mi diceva che era abbastanza teso, lo si vedeva anche dalle sue spalle e dai i lineamenti del suo viso.

«Ecco.. è più una curiosità al dire il vero.» Continuò a guardarmi aspettando che rispondessi non rilassando i suoi muscoli. Non era una curiosità, era una necessità. «Non volevo parlartene dentro perché Alan è li e quindi..»

«Aspetta, cosa? Alan?» Adesso sembrava leggermente confuso.

«Si insomma..» Trascinai le parole e lui sembrò rilassato, le sue spalle non erano più tese e i lineamenti del suo viso sembravano quasi più delicati. Tirò fuori una sigaretta dal pacchetto dopo averlo tirato fuori dai suoi Jeans e la portò alla bocca accendendola.

«Allora? Vuoi andare al punto o no?.» Insistette con tono quasi irritato, roteai gli occhi al cielo per la sua mancanza di pazienza.

«Voglio solo sapere perché tanto odio tra Rowan e Alan.» Risposi velocemente lasciando in pace le mie dita e gesticolando un po.

«Mi hai chiamato solo per farti i cazzi altrui? Wow Scarlett questo da te proprio non me l'aspettavo.» Continuò questa frase con cinismo nelle sue parole.

«Non mi sto impicciando, voglio solo sapere il perché. Rowan non è un tipo affidabile, non lo è per niente e Alan è così diverso da lui. Cosa li porta ad odiarsi così tanto?» Continuai a parlare senza sosta guardandomi intorno solo per essere sicura che Alan non fosse nei paraggi.

«Non sono cose mie e nemmeno tue, sono faccende personali tra di loro che tutt'oggi non sono riusciti a risolvere o mettere da parte.»

Non saranno cose mie ma in questo casino ci faccio anche parte!. Avrei voluto urlargli ma mi trattenni dal farlo.

Harry buttò la sigaretta ormai consumata per terra e la schiacciò con la suola delle sue scarpe, si avvicinò a me espirando e lasciò che il fumo pieno di nicotina si scontrasse sul mio viso. Arricciai il naso e mi voltai leggermente di lato cercando di tossire il meno possibile. «E non credi che si odino così tanto anche in parte per la loro diversità?» Chiese con il suo tono di voce basso e roca. Si allontanò da me prendendo una strada diversa, non stava più entrando al The Crown.

«Non entri?» Urlai quel che serviva per farmi sentire da lui.

«No. Ho delle faccende da sbrigare.» Urlò di rimando senza più girarsi, sperai solo non si mettesse nei guai.

__

Le ore del pomeriggio non erano poi così noiose come me l'aspettavo, la mia intenzione era quella di leggermi un libro che avevo iniziato da un paio di giorni, non credevo che Alan tenesse questi libri, nella sua vecchia libreria avevo solo scovato libri di auto, moto e gare molto importanti. E quando dico "non credevo che Alan tenesse questi libri" mi riferisco ad un libro che parla della mente umana, può sembrare noioso ma ti coinvolge davvero molto.

O coinvolge me solo perché amo davvero tutte le sfaccettature della mente di una persona, e che cosa si nasconda nella parte più remota del suo cervello.

Ma lasciando da parte questo, ho lasciato perdere l'idea di leggere quando vidi entrare a casa di Alan, Zayn e Louis. Cominciarono a chiacchierare, Louis iniziò a stuzzicare Zayn con le sue battute e quest'ultimo lo fulminava con gli occhi. Risi leggermente alla scena avvicinandomi a loro.

«Ehi ragazzi cosa fate qui?» Chiesi con il sorriso ancora stampato in faccia.

«Dobbiamo andare a fare una cosa dopo quindi prima abbiamo deciso di fare un salto qui.» Rispose Zayn stappando la birra e portandola alle labbra.

«Una cosa,tipo Top Secret?» Sollevai le sopracciglia trascinando le parole.

«Tipo.» Ridacchiò Louis.

Vidi Zayn tossire dopo essersi quasi soffocato con la birra.

Si ricompose e schiarì la gola. «Non è nulla del genere.» Fulminò Louis con lo sguardo. «Io e Louis andremo a lavorare.» Continuò convinto.

Pensandoci bene non mi avevano mai parlato del loro lavoro, come d'altronde il resto dei ragazzi. Ogni volta che chiedevo al riguardo sviavano il discorso parlando d'altro.

«Figo, ed è divertente?» Chiesi iniziando a fare conversazione.

«Nessun lavoro è divertente Scarl.» Scosse la testa Louis con un mezzo sorriso. «Tu lo dovresti sapere, ti occupi di ubriaconi quasi ogni sera.»

«Nah, mi limito a servirli.»

«Ieri sera è stato davvero forte!.» Esclamò Zayn dal nulla.

Lo stavano rifacendo, stavano cambiando discorso un'altra volta.

Si vergognavano del loro lavoro? Sarà uno di quelli poveri? Ma a chi importa, non dovrebbero preoccuparsene.

«Si amico hai ragione, tu Scarlett, ti sei divertita?.» Chiese Louis tirando fuori una sigaretta. Fece cenno con il capo se poteva fumare qui. Risposi anche io con un cenno, ovviamente positivo. Certo il fumo non mi piace ma comunque non è casa mia questa, può farlo tranquillamente.

«Mhh ecco io.. » Ripensai alla sera precedente e la mia mente mi riportò nel momento in cui, avrei voluto scomparire ma allo stesso tempo non perdermi nemmeno un momento del suo tocco.

La sua mano si posò sul mio avambraccio facendomi velocemente girare e scontrare con il suo petto. Spalancai gli occhi un po spaventata, sta volta la sua fronte aderiva completamente con la mia e suo naso sfregiava con il mio. Il mio respiro quasi si spezzò quando non lasciando la presa sul mio avambraccio percepì qualcosa dietro di me, non ci volle molto a capire che si trattava del tavolo di cemento, il quale era poggiato poco fa Harry. Strofinò il suo naso sulla mia guancia e le mie mani cominciarono a tremare insieme alle ginocchia, lasciò il mio avambraccio e poggiò la sua mano sulla mia vita attirandomi sempre più a lui. Spostò le sue labbra al mio orecchio mordicchiando il lobo.

«Avrei dovuto farlo da tempo.»

«Credo sia difficile divertirsi con una palla al piede come Jamie.» La risata di Zayn mi risveglio dai miei pensieri e scossi la testa. Odio me stessa e la mia mente che riporta sempre li. Dio mio, perché mi sento così coinvolta in tutto questo.

Ieri sembrava così giusto, sia io che Harry, che noi, sembravamo giusti. Ma era tutta una presa in giro e devo dimenticarmi di questo al più presto, esattamente come Harry, un nodo mi si strinse alla base dello stomaco involontariamente, e mi sentì come se fossi stranamente vuota.

Fa schifo.

«Scarlett stai bene? Sembri pensierosa.» Chiese Louis.

«Ouh si, è tutto okay. In effetti ero tra le nuvole.» Tirai su un'angolo della mia bocca giocando con il ciondolo al mio collo.

«Bene, perché noi stiamo andando, non vorremmo che stessi male per qualcosa.» Continuò Zayn, infilandosi la giacca di pelle nera che era solito indossare.

Louis e Zayn si avvicinarono alla porta e li segui con lo sguardo senza lasciare la rosa dei venti dalle mie dita.

«Stasera dovremmo essere di sotto insieme al resto del gregge.» Rise Louis riferendosi ai ragazzi, risi a fior di labbra e scossi la testa. «Va bene, allora a stasera!» Esclamò prima di aprire la porta e rilevandosi Alan.

«Oh ehi ragazzi, già via?» Entrò dando un colpetto ad entrambi sulla spalla.

«Si andiamo a lavorare.» Rispose Louis soffermandosi su quest'ultima parola, corrugai le sopracciglia perché non ne vedevo il motivo. Zayn lasciò un scappellotto sulla nuca di Louis, il quale si lamento massaggiandosi il punto colpito.

«Si andate va.» Alan spinse i ragazzi fuori dalla porta prima che potessero dire qualche altra stronzata.

Si girò sorridendo e strofinando le mani insieme. «Come ti ho già detto una volta, chi vi capisce voi ragazzi.» Una risata isterica lasciò le sue labbra e una volta che i suoi occhi si posarono su di me si soffermarono a guardare il ciondolo che avevo dimenticato di tenere ancora tra le dita.

La lasciai subito andare e sorrisi ingenuamente.

Si avvicinò velocemente al frigo e tirò fuori una limonata fresca. «Vuoi? L'ho fatta sta mattina mentre dormivi.» Alzò la brocca e sollevò le sopracciglia.

«Si, adoro la limonata.» Sorrisi e mi avvicinai al piano isola della cucina.

«Anche io.» Ricambiò il sorriso e mi passò il bicchiere con la bibita dentro. Cominciai a berne un sorso, era davvero buona. «Allora, il Rave di ieri è stato così tremendo come te l'aspettavi o valeva la pena andarci?.» Assaggiò la sua limonata con gli occhi su di me.

Presi un grande respiro e guardai in basso. «Forse avrei fatto meglio a rimanere qui e guardare un film o leggere uno dei tuoi libri.» Risposi annuendo lentamente ricambiando il suo sguardo.

«Perché dici così?.» Non gli avrei mai risposto, così bevvi un'altro po della limonata. «Qualcuno ieri ti ha importunata? Dimmi solo chi e vedrai che-» Lo interruppi stava diventando irascibile.

«No no, niente di tutto questo, davvero.» Mi guardò con i suoi occhi blu simili ai miei per cercarne conferma. «E solo che non sono il tipo di feste del genere ed ecco, si forse all'inizio mi sono lasciata andare e con Gyne accanto che ti sprona e impossibile dirle di no, ma la serata non è terminata come avrei sperato.»

«E questo significa che?»

Devo inventarmi una scusa, subito.

«Beh, mi è venuto un forte mal di testa ed ho chiesto a Jamie di accompagnarmi qui.» Menti guardando oltre e strofinando le dita sulla fronte.

«Tutto qui?» Annuì finendo in un sorso la bibita rimasta. Alan in un primo momento mi guardò e successivamente anche lui finì la sua.

«Ho preso un tuo libro in prestito qualche giorno fa spero non ti dispiaccia.» Comunicai ad Alan, lui prese la brocca e la infilò nel frigo. Prima di fare il giro del piano isola della cucina e sedersi sul divano.

«Davvero li dentro c'è qualche libro che ti piace?» Chiese indicando la piccola libreria dietro di se ridacchiando.

Roteai gli occhi e scossi la testa sorridendo. «Quel libro era nel scomparto più alto della libreria, era quasi nascosto dagli altri libri, quando lo preso potevi disegnare sulla polvere.» Risi.

«Stai dicendo che sono un tipo disordinato e sporco?» Chiese con ironia e mi buttai sul divano accanto a lui ridendo. «Ridi ridi.» Rise anche lui. «Quindi, di che libro si tratta?.»

«E' un libro che parla della mente umana, delle sue caratteristiche, da quanti e quali parti è composto il nostro cervello e tutta roba simile.» Risposi, lo sentì irrigidirsi sul posto e temevo di aver detto qualcosa di sbagliato. «Ho fatto male? Dico a prenderlo senza il tuo permesso.»

«Non è questo, puoi leggerlo se ti piace.» Annuì soltanto. «Non credevo che quel libro si trovasse li.»

«Credevi di averlo perso?» Chiesi cercando di non dire niente che potesse infastidirlo.

«Più o meno.» Sorrise di sghembo. «Solo che, con quel libro ho davvero tanti ricordi.» Abbassò il capo sorridendo malinconicamente.

«Spero belli.» Continuai poggiando una mano sulla sua spalla.

«Purtroppo le cose belle sono destinate a finire presto.» Sollevò il capo guardandomi, feci scivolare via la mano dalla sua spalla ed annuì. «Comunque, stai a casa mia e non mi hai mai raccontato di te, il minimo che tu possa fare e parlami un po di te, non trovi?.» Ritornò il solito Alan sorridente di sempre, la malinconia e la tristezza di poco fa sembravano essere scomparsi e anche se non mi piaceva l'idea di parlare di me, non volevo che ritornasse nello stato di poco fa. «Quanti anni hai di preciso?.»

«Ho compiuto diciotto nel giorno dell'equinozio di primavera.» Risposi semplicemente.

«Primavera? Sai penso che quella sia la stagione più bella.» Commentò Alan.

«Non tutti la pensato come te, sai .. a causa delle allergie.» Risi e Alan sembrava essere d'accordo con me.

«E dimmi, di dove sei? Dove vivevi prima di venire qui?.»

«Brighton.»

«B-Brighton?» Chiese quasi balbettando.

«Mhh mhh.» Annuì.

Ingoiò e strofinò le mani a vicenda. «E.. e perché sei qui? E la tua famiglia dov'è?» Continuò a chiedere velocemente.

Non avrei parlato della mia famiglia, che era per certo anche il motivo per cui ero qui, non l'avrei fatto. Fa ancora troppo male.

Prima che questa conversazione prendesse una piega sbagliata mi sentivo davvero a mio agio parlando con Alan. Come i vecchi tempi con pap.. con lui, ma poi tutto cambiò.

«Non ne voglio parlare, scusami ma è un argomento molto delicato per me.» Quasi sussurrai abbassando il capo.

Lui annuì velocemente e rialzò lo sguardo su di me. «Non molto tempo fa mi hai detto che quel ciondolo te l'ha dato tua madre.»

«Si ma, davvero, non voglio parlarne.» Stava insistendo sull'argomento quando gli avevo già detto esplicitamente che non volevo parlare di questo.

Ecco perché non avevo mai parlato di me apertamente a nessuno da quando sono qui.

Le persone fanno troppe domande.

__

La sera scese abbastanza presto e il The Crown si riempì velocemente, scommetto che era il locale più popolato dell'intero paese, ogni sera non avevi fiato o un momento per respirare e devi essere veloce come una trottola per accontentare tutti, non capisco come abbiano fatto per un periodo quando qui lavorava solo Gyne con Alan.

Gyne cominciò a preparare dei drink al mio fianco e io iniziavo a servire i primi clienti davanti al bancone, come lo stesso Alan.

Quest'ultimo si era avvicinato a me chiedendomi scusa per aver continuato a ficcare il naso in affari non suoi, gli dissi di non preoccuparsi e di stare tranquillo, e così risolvemmo la situazione.

I ragazzi erano arrivati al The Crown da un po ed avevano iniziato a divertirsi parlando vivacemente. Gyne non toglieva gli occhi di dosso a Liam, Niall guardava con la stessa intensità Gyne.

Scossi la testa a come poteva essere crudele la vita.

Sostenni fortemente questa mia teoria quando intravidi tra la folla .. Ana.

Era stata un bel po senza degnarci della sua presenza, non che questo mi dispiacesse.

Si agitava tra la folla cercando qualcuno, e quando vide i ragazzi sorrise ampiamente avvicinandosi a loro sorridendo e abbracciando Harry.

«Lo vedi anche tu?» Sentì la voce storpiata in un lamento di Gyne, ero sicura avesse il broncio.

«Si, lo vedo anche io.» Risposi continuando a guardare quella scena pietosa, Ana che scherzava e sorrideva con i ragazzi. Non so perché ma in quel momento ero davvero curiosa di sapere come li avesse conosciuti.

«Perché? Perché? Mi chiedo perché?» Continuò a lamentarsi quasi piagnucolando Gyne.

«Me lo chiedo anche io.» Non riuscivo a staccare gli occhi da loro, ero come intenta a studiare ogni loro mossa.

«Fa così male.. guardalo! Sembra così innocente cazzo! E poi l'altra sera se la filava con una bruna dalle tette enormi!.» Un cipiglio comparì sul mio viso mentre mi girai guardando Gyne, i suoi occhi erano su di Liam. E' adesso capisco ogni suo commento.

E io che rispondevo come una stupida sicura che stessimo parlando della stessa cosa.

«Mi dispiace.» Fu tutto ciò che riuscì a dire.

«Anche a me, spero solo si accorga della meraviglia che sono, e ne approfitti portandomi via da qui, scappando come dei ribelli, vivendo al giorno come dei banditi o dei clandestini. Questa cosa mi eccita un casino!» Risi sonoramente a questo e lei mise su il broncio che non stesse molto a farlo trasformare in una piccola risata accompagnata dalla mia.

«Cosa c'è di così divertente? Raccontatecelo così ridiamo anche noi.» Ana e il suo senso dell'umorismo scaduto. Si avvicinò al bancone accompagnata da Harry e Niall.

«Ciao.» Mi salutò Niall sorridendo. «Ciao Gyne.» Si rivolse alla mia amica qui accanto con un sorriso più genuino, era così dolce.

«Ciao Niall.» Ricambiò il saluto Gyne.

«Allora, cosa volete da bere?» Chiesi quasi scocciata.

«Per me va bene un Gin tonic.» Rispose Niall, annuì e guardai sia Harry che Ana in cerca di una risposta.

«Tequila.» Rispose secco Harry.

«Anche per me.» Continuò Ana.

Era nel loro intento ubriacarsi insomma. Io e Gyne preparammo i drinks e li passammo. Ana volle altri bicchieri e quando si stancò si allontanò trascinando Harry con se sorridendomi, strinsi i denti e la mandai al diavolo mentalmente. Era insopportabile, Harry non mi parlò molto se non in monosillabe o per ordinare un drink, mi sentì stupida quando mi colse in fragrante mentre lo fissavo. Niall rimase invece qui a fare gli occhi dolci a Gyne la quale aveva perso la testa per Liam.

Sentì il cellulare vibrare in tasca, così lo tirai fuori.

Un Sms da Jamie.

Da: Jamie.

Ehi, riguardo a quella uscita da soli io pensavo se magari dopodomani avresti potuto. So che lavori ma potresti prendere un giorno libero.

Fammi sapere. :)

A: Jamie.

Domani parlerò con Alan e poi ti faccio sapere. Buonanotte. x

Non so per certo se sia una buona idea uscire da sola con lui, è una bravo ragazzo e tutto ma non so come sarebbe.. insomma e se fosse imbarazzante?.

Intravidi un'ombra in magazzino così andai a vedere di chi si trattasse, vidi Alan legare dei sacchetti già pieni.

«Alan?»

«Oh, hey! Stavo andando a buttare la spazzatura.» Si sollevò mantenendo una posizione eretta e la sua schiena scricchiolò abbastanza da farmi ridacchiare e far fuori uscire dalla bocca di Alan un lamento mentre la massaggiava.

«Stai invecchiando.» Lo presi in giro avvicinandomi.

«Dovrai arrivarci anche tu un giorno.» Sorrise divertito.

«Vado a buttarla io, vai a riposarti vecchio.» Risi ancora e presi il sacchetto da buttare.

«No non è necces- Aspetta come mi hai chiamato?!.» Fece il finto offeso mentre lo sorpassai sorridendo. «Va bene, grazie!» Sentì urlare dal magazzino.

L'aria era davvero bella fresca e il rumore di bicchieri che si scontrano tra di loro, le risate, le urla o le chiacchierata mi stavano dando alla testa. Buttai il sacchetto in un bidone proprio li fuori. Sentì un fruscio tra i pochi cespugli li fuori, e mi voltai di scatto per vedere se ci fosse qualcuno. Continuai a guardarmi intorno e non vidi più nessuno non sentì più nessun rumore.

Scossi la testa, forse è solo la mia mente che si prende gioco di me. O forse ho ancora impresso in testa tutto quel casino che facevano dentro.

Strofinai i palmi delle mani sulle mie braccia a causa del venticello, e sentì ancora una volta quel fruscio, sta volta più prolungato.

Ero spaventata del fatto che ci fosse qualcuno li nascosto.

Eccolo di nuovo, di nuovo quel fruscio, ancora una volta.

Cercai di farmi coraggio. «Chi c'è la?! Chi sei?! Esci fuori e smettila!» Urlai, silenzio..prima che qualcosa freneticamente si mosse, stava per uscire.

#SPAZIOAUTRICE

Eccomi qui! Buon-salve bellezze! Ecco qui il capitolo ventuno!

Chi ci sarà secondo voi nascosto dietro quel cespuglio?

Ditemi cosa ne pensate nei commenti e votate!

See you soon!

All the love. xx

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