Chapter Twenty.
Mi allontanai da Harry più velocemente possibile, fermai i miei passi cercando Jamie, non sarei rimasta qui dentro nemmeno un minuto di più. Era seduto nello stesso posto dove lo lasciai, mi avvicinai a lui strofinando il palmo della mano sulla fronte nervosamente. Era il minimo dopo tutto quello successo poco fa.
«Scarlett, tutto bene? Sembri un po scossa.» Jamie si alzò avvicinandosi.
«Mhh, si voglio solo tornare a casa Jamie, ti prego.» Torturai la rosa dei venti al collo mentre mi sforzavo di convincere Jamie ad accompagnarmi a casa.
«Certo.» Rispose con tono dolce e premuroso. «Andiamo, ti accompagno.» Mise una mano sulla mia schiena spingendomi lentamente. Una volta fuori incrociai le braccia al petto a causa di quel venticello che scompigliava i capelli. Jamie fece strada fino al posto dove la sua moto era parcheggiata, in realtà quella sera avevo perso la cognizione del tempo e non sapevo ancora che ora fosse.
«Ehm Jamie?» Si voltò sollevando le sopracciglia. «Che ore sono?»
Guardò il suo orologio da polso per poi rialzare lo sguardo su di me. «Le tre e passate.» Tirò le chiavi dalla tasca e la infilò nella serratura, proprio in quel momento notai della luce illuminare il mio viso rapidamente prima di sparire, socchiusi gli occhi per il fastidio, e guardai Jamie come per dirle se avesse visto. Ma la sua faccia era più confusa della mia.
«Hai visto? Quella luce, l'hai vista anche tu?.» Mi avvicinai alla moto con passo svelto.
«Si, probabilmente sarà stato l'abbagliante di qualche auto.» Non risposi, sarà come dice lui, anche se una piccola parte dentro me pensa non sia stato solo l'abbagliante di una autovettura. Mi passò il casco e lo indossai, stavo per allacciarlo quando un'altro flash di luce batté sul mio viso, si e potei dire con certezza che era un flash.
«Eccolo di nuovo! Era un flash Jamie! Lo era, non è possibile sia stato solo un'altro abbagliante.» Jamie mi guardò come per elaborare ciò che ho appena detto, scosse la testa lentamente. Sentimmo un rumore tra i cespugli, ero terrorizzata che qualcuno avrebbe potuto saltare fuori da un momento a l'altro e ucciderci entrambi. Le foglie rovinate continuarono a muoversi e a sfregarsi tra loro, a susseguire delle risatine e dei passi alternati fin quando da li non spuntarono una coppia di ragazzi ubriachi, barcollando da destra a sinistra e con dei cellulari in mano in posa per un selfie.
«Sta tranquilla.» Rise a fior di labbra Jamie. «Sarà stato il flash di qualche foto piccante tra di loro.» Sospirai di sollievo mentre lui continuava a ridacchiare, allacciai per bene il casco e salì dopo di lui sulla sua moto prima di sfrecciare via. Era stata una serata con dei colpi di scena davvero indimenticabili, avevo messo nel retro della mia testa Harry e tutte le sensazione provate con lui, tutto ciò che lo riguardava era stato sostituito da un sonno profondo dopo che Jamie mi lasciò davanti al The Crown. Non mandai nemmeno un messaggio a Gyne dicendogli che me ne sarei andata ma onestamente non avevo minimamente pensato a questo.
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I fastidiosi raggi del sole s'infiltrarono dalla finestra fino a raggiungere e colpire il mio viso, una smorfia infastidita s'impossessò del mio viso mentre mi stiracchiavo accompagnata da uno sbadiglio. Mi voltai dall'altro lato dando le spalle alla finestra in modo che la luce colpisse le mie spalle, la pigrizia è nel mio DNA e questo mi impedisce di andare a chiudere le tende. Chiusi lentamente le palpebre fin quando quest'ultime non si aprirono di scatto quando udì degli schiamazzi provenienti dalla cucina o salotto. Dedussi da subito fossero i ragazzi, come quando li trovai in cucina dopo un'altra festa, si e ricordo che quella notte non dormì molto a causa di Harry che s'impradonì del mio letto.
Ecco si.. Harry, spero solo non si trovi qui con i ragazzi, anche se ne dubito fortemente, dopo un rifiuto va e continua la sua caccia.
Ritenei fosse il momento giusto per alzarmi e controllare cosa stessero combinando in cucina, ma prima.. farei volentieri una scappatina al bagno.
Abbassai la maniglia della porta del bagno e questa non si aprì. Era occupato.
Sospirai ed entrai in cucina dove li si trovava un arco a dividere la stanza con il salotto.
Mi schiarì la gola sollevando le sopracciglia mentre i ragazzi riportarono l'attenzione su di me.
Niall, Zayn e Louis stavano già mandando giù la loro colazione mentre Liam la stava ancora preparando.
«Oh, buongiorno Scarl!» Mi diede il buongiorno Niall con la sua bocca strapiene di merendine appena inzuppate nel latte.
«Mhh, buongiorno..» Mormorai guardandomi intorno cercando di.. come dire, trovare qualcun'altro. Ma niente, ed il bagno era anche occupato quindi... «Sapete per caso chi sta occupando il bagno?» Avanzai di qualche passo verso di loro.
Alan.
Alan.
Alan.
«Si, Harry.» Rispose Louis guardandomi con i suoi occhi azzurri pigri di prima mattina.
Ad un tratto il panico si impossessò di me, e se Harry ricordasse ciò che è successo ieri? Si prenderebbe gioco di me per la vita. Sono stata un burattino nelle sue mani.
«Da quando è li?» Chiesi spazzando via i miei pensieri.
«Da un bel po, sta stringendo amicizia con il cesso.» Ridacchiò Zayn prima di prendere un'altra cucchiaia dei suoi cereali al miele.
«Già, sta vomitando l'anima.» Continuò Liam prima di iniziare la sua colazione.
"Sei disgustoso, e si sarei la persona più felice del mondo se domani non ricordassi niente e vomitassi anche l'anima!."
Ricordai improvvisamente ciò che desiderai la sera precedente e non avrei potuto fare a meno che pensare "Ben ti sta".
Il rumore della porta del bagno aprirsi e dei passi quasi trascinati arrivarono pian piano sempre più alle mie orecchie, quando stetti per girarmi e vedere cosa stesse succedendo la spalla di Harry colpì la mia prima che quest'ultimo si buttò sul divano con la testa tra le mani. Si massaggiò le tempie in modo circolare e imprecava di tanto in tanto, non era messo molto bene. I suoi ricci ribelli erano un caos totale, e pensare che proprio non molte ore fa le mie mani e le mie dita affondavano nei suoi capelli.
Devo smetterla di pensarci! Mi diedi un piccolo pizzicotto mentre mi ripetevo questo come una stupida.
«Allora amico, come stai?» Chiese Louis, presi la palla al balzo e approfittai di questa situazione per entrare in bagno. Una volta dentro sbuffai portando le mani tra i capelli in modo quasi disperato. Finito di fare i miei bisogni, entrai nel box doccia e mi beai del magico fresco getto acqua. Passai lo stesso bagnoschiuma alla vaniglia almeno quattro volte in modo da prolungare la mia permanenza qui dentro e non dover affrontare Harry se ricordasse qualcosa. Pensai fosse il momento giusto per uscire così presi un asciugamano e cominciai ad asciugarmi tranquillamente, prima di entrare in panico realizzando che non avevo portato con me il cambio. Spalancai gli occhi cercando una possibile soluzione per non uscire di qui dentro .. nuda. L'unica opzione era avvolgere un asciugamano intorno al mio corpo, ripensandoci bene la camera in cui dormo non è poi così lontano, e se le mie preghiere verranno esaudite i ragazzi saranno in cucina a parlare di ciò che hanno fatto ieri alla festa. Mi strinsi nell'asciugamano mentre i miei capelli erano legati in una crocchia abbastanza disordinata lasciando cadere qualche ciocca sul mio viso. Aprì la porta dopo un profondo sospiro e feci il primo passo fuori guardando i miei piedi, andai a sbattere contro qualcuno immediatamente fuori e accanto ai miei di piedi ne vidi un paio non molto piccoli. Alzai titubando lo sguardo incontrando ancora una volta in quella mattina il viso pallido e gli occhi stanchi di Harry. Distolsi immediatamente i miei occhi nei suoi per paura di perdermi in essi esattamente come ieri. Guardai un punto fisso dietro di lui, in quell'appartamento regnava magicamente un silenzio totale, tutto quello che non trovai appena mi svegliai. Cercai di scansarlo sorpassandolo ma mi afferrò non sgarbatamente il braccio fermando i miei passi.
«Non la togli nemmeno quando vai a fare il bagno?» Chiese con naturalezza, come se io fossi vestita e non mezza nuda.
Come se ieri non fosse successo niente.
Un cipiglio comparì sul mio viso a quella strana domanda.
Credo abbia capito dalla sua piccola risata a fior di labbra alla mia smorfia. «Mi riferisco a questo.» Portò la sua mano a pochi centimetri del mio collo afferrando delicatamente tra le sue dita la catenina scendendo sempre di più fino afferrare la rosa dei venti, accarezzando credo involontariamente la mia pelle bianca appena lavata.
«Oh, ehm no.» Non ressi il suo sguardo mentre continuava a tenere in mano la rosa dei venti come quella sera che si ferì la mano e l'ho dovuta medicare.
«Deve essere importante per te.» Alzai lo sguardo sbigottita e quasi stupida da quel suo modo di fare, stava ancora giocando?. Notai che mi stava già fissando e i suoi occhi si incastrarono nei miei.
«Che ti importa? Da quanto ti interessi a qualcuno?» Risultai più acida del dovuto ma non me ne importai perché era proprio ciò che volevo.
«Che ti prende? Ti sei inacidita in batter d'occhio.» Corrugò le sopracciglia mantenendo il suo tono calmo e rilassato quasi fastidioso.
«Che mi prende? Giochi con le persone come se fossero dei burattini!» Mantenne il solco tra le sue sopracciglia.
Non sapeva davvero di cosa io stessi parlando?.
«Ti ricordi di ieri sera?» Chiesi un po spaventata dalla risposta.
«Come potrei dimenticarlo.» Spalancai gli occhi e il cuore iniziò a battere a mille a quella sua risposta. «Fino a poco fa vomitavo l'anima, non è stata una serata da dimenticare facilmente.» I miei battiti ritornarono regolari e il mio respiro tornò alla normalità. «Ma con questo non capisco dove tu voglia arrivare.»
Non ricorda niente.
Sono leggermente arrabbiata riguardo a questo e allo stesso tempo sollevata perché non avrei saputo come affrontare la cosa.
Attendeva ancora una risposta da parte mia e quando aprì bocca per rispondere la prima frottola non credibile che mi passò per la mente qualcuno alle mie spalle si schiarì la gola. Harry lasciò la catenina facendola aderire di nuovo al mio collo mentre mi stringevo ancora di più in quell'asciugamano che ad un tratto mi ricordai di star solo indossando. Gyne aveva le braccia incrociate al petto e le sue sopracciglia erano sollevate mentre i suoi occhi vagavano per il mio corpo e su quello di Harry.
Notai il fastidio da parte di Harry dalla presenza di Gyne, infatti entrò in bagno borbottando chissà che cosa di poco amichevole.
«A quest'ora dovresti essere giù ad aiutarmi a portare le casse vuote fuori e aiutando Alan con la nuova merce, quindi.. cosa fai ancora qui, mezza nuda, in un corridoio e fino a pochi secondi fa con quel tipo?.»
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«Ti ho già detto che non è successo niente. E' almeno un miliardo di volte che te lo ripeto.» Sbattei uno strofinaccio sul bancone al quanto seccata. Io e Gyne avevamo appena buttato le casse vuote e portato dentro con l'aiuto di Alan quelle piene, ma lei ogni volta che ne aveva l'occasione mi chiedeva sempre le stesse domande, ossia:
Cosa faceva Harry da solo con te?
Perché avevi addosso solo un asciugamano?
Perché eravate così vicini quando sono entrata?.
Le spiegai un infinità di volte com'erano andate le cose, ma lei sembrava non credere alle mie parole.
Mi guardò con occhi spaventati e speranzosi allo stesso tempo. La incoraggiai a parlare anche perché l'avrebbe fatto ugualmente.
«Dimmi che tu e Harry non state tenendo una relazione clandestina.» Sgranai gli occhi alla sua affermazione, come diavolo può pensare ad una cosa del genere?! Si è bevuta il cervello?!
«Ma cosa bevi a colazione? O sei ancora ubriaca da ieri sera?.» Mantenni la calma e dalla sua mimica facciale capì che non aveva capito niente. «Sei impazzita?! No, no e cento volte no!.» Lasciò andare un sospiro di sollievo. E io esausta di prima mattina avevo già capito che non sarebbe stata una giornata facile.
Gyne poi finalmente si convinse della mia spiegazione e non chiese nient'altro, ne fui grata per questo.
Essendo ancora presto al The Crown non era pieno, il solito gruppo di uomini che si presentavano qui alla solita ora per una chiacchierata con Alan e un bicchiere di alcool per colazione. Alan andò a servirli, mentre a Gyne era toccato fare l'inventario in magazzino. Non era entusiasta di farlo e non la biasimo, stai un eternità la dentro ad annoiarti a morte. Passai lo straccio per terra, accanto al bancone dove uno dei amici di Alan versò il liquido addosso ad un'altro di loro, e pensare che non erano ancora ubriachi. E comunque.. a chi tocca pulire? Alla sottoscritta.
Una volta finito posai lo straccio e il secchio d'acqua al bagno di servizio che accanto al magazzino, non entrai a fare una visita a Gyne se no mi avrebbe convinta in un modo o nell'altro ad aiutarla. Uscì da li e con la coda dell'occhio vidi scendere dalle scale che portano all'appartamento di Alan, Harry con una mano tra i suoi capelli mentre li portava all'indietro e l'altra in tasca. Saluto Alan e paio di uomini seduti li che non smettevano di parlare. Subito dopo lo vidi guardarsi intorno per poi fermare lo sguardo su di me, si riguardò ancora una volta in giro e poi si avvicinò. Roteai gli occhi al cielo e mi preparai psicologicamente e fisicamente ai suoi atteggiamenti bipolare che non tarderà ad avere.
«Da Lara Croft a Cenerentola?.» Chiese con un sorriso beffardo in viso a pochi centimetri dal bancone che ci divideva. Ricordo che mi chiamò così la stessa sera che ci siamo conosciuti, al dire il vero in una sera mi ci ha chiamato ben due volte.
Flashback.
«Accontentati di me e del mio letto bellezza.» Si avvicinò di nuovo con passo deciso e cercò di toccarmi con una delle sue sporche mani. Ma prima che questo potesse succedere mi sentì tirata per lo zaino alle mie spalle, voltata all'improvviso e sollevata su una spalla come una sacco di patate. Un grido lasciò le mie labbra.
«Andiamo "Lara Croft".» Borbottò Harry dopo avermi messa su una spalla.
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Ehi ragazzo! Non si saluta?.»
«Vecchio. Lara Croft.» Non si voltò, e io mi limitai a roteare gli occhi mentre sentì Alan ridacchiare. Mi voltai dando un'ultima occhiata ed Harry era già sparito.
End Flashback.
«Allora?» Interruppe i ricordi di quella sera o di quel nomignolo affibbiato sempre con il suo sorrisetto in volto.
«Non sei divertente.» Incrociai le braccia al petto con fare serio.
Imitò i miei gesti e le mie mimiche facciali. «Non sono mica un pagliaccio.»
«Mhh.» Risposi soltanto guardandolo annuendo lentamente con il capo. Lui dal canto suo non rispose con nient'altro, infondo era sempre Harry, un tipo dalle poche parole, girò il bancone e un cipiglio comparì sul mio viso, lo vidi riempirsi un bicchiere, dopo essersi servito ritornò al posto di prima sedendosi e gustandosi il suo drink.
«Sai, dicono che hanno visto Rowan qui in giro, dovresti scoprire cosa vuole..» I miei occhi si posarono immediatamente dalla fonte di voce, che scoprì immediatamente che proveniva dal gruppo di uomini che Alan conosceva.
Dopo l'ultimo incontro con Rowan adesso ho molta più paura ad incontrarlo. Sembrava matto e fuori di se. Alan rispose a quell'uomo ma non capì a causa della distanza e la voce bassa di Alan.
«Ho visto come si prende cura di te Alan, come ti guarda, come ti parla.» Sul suo viso c'era ancora l'espressione incazzata nera di poco fa. «Voglio solo fargliela pagare di tutto, tutto ciò che mi ha tolto, di tutto ciò che mi ha negato. Di tutto! E tu mi sembri il bersaglio giusto per distruggerlo.»
Misi fine ai miei pensieri, solo al ricordo di Rowan a pochi centimetri da me mi dava il disgusto. Ma non posso smettere invece di pensare alle sue parole, mi mettono i brividi. Non ho detto a nessuno quello che mi ha riferito nemmeno ad Alan. Forse dovrei farlo ma prima voglio scoprire da me perché Rowan odia tanto Alan, perché tutto questo rancore, perché vuole tanto distruggerlo, e perché mai sarei io il bersaglio giusto per farlo.
Questo non mi tranquillizza per niente e ogni volta che qualcuno lo nomina le sue parole piene di odio, piene di disprezzo echeggiano nella mia testa. Alan mi tratta come tratterebbe chiunque, mi tratta come tratta Gyne o i ragazzi, Alan è una persona dal cuore d'oro, non farebbe del male ad un mosca se non ne avrebbe il motivo ed è proprio per questo che non capisco che tipo di rivalità possa esserci tra loro.
«Harry?.» Lo richiamai, rigirò il bicchiere ormai vuoto tra le mani e si voltò guardandomi con un solco tra le sopracciglia. «Avrei bisogno di parlarti, adesso ma non qui.»
#SPAZIOAUTRICE
FINALMENTE CAPITOLO VENTI POSTATO!
Sono stata un bel po a scriverlo a causa dei vari impegni ma eccolo qui!
Immaginavate che Harry non ricordava niente del bacio e delle sensazione provate?
Perché mai Rowan odia tanto Alan?
Votate e commentate dicendomi cosa ne pensate qui sotto!
See you soon, guys!
All the love. xx
P.S: Se trovate errori, mi dispiace correggerò il capitolo presto.
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