Chapter Thirty-nine.
Harry's Pov.
Sbattei le palpebre un paio di volte prima di sbadigliare, strofinai i palmi delle mie mani su e giù per la mia faccia, solo dopo mi ricordai della figura rannicchiata al mio fianco e la guardai meglio.
La sua guancia contro la mia spalla, la bocca leggermente schiusa, il naso arrossato, gli occhi ancora chiusi, i capelli sparsi sul quel cuscino che condividemmo e il suo intero corpo rannicchiato facendosi piccola piccola.
Sembrava così indifesa, e forse lo era. Era quasi piacevole stare al suo fianco con la consapevolezza che non avrebbe iniziato a fare domande su domande come al suo solito.
Non capivo nemmeno come riusciva ad avere tutta quella voglia ed energia che vedevo in lei giorno per giorno, aveva una grande forza di volontà e molta pazienza oserei dire. La notte prima quando lei scoprì della presenza di Rowan riuscivo a vedere nei suoi occhi del terrore, ha cercato di violentarla e sfregiarla la prima volta che lei mise piede in questo paese, al The Crown stesso e una volta al parco abbandonato. Non capisco con quale criterio lei sia proprio passata di lì. Nonostante questo vedevo nei suoi occhi una nota di paura in più, e dovevo scoprire cos'era oltre quei fatti accaduti che la spaventava in quel modo, e dovevo scoprire anche il perché quel figlio di puttana gli andava sempre dietro. A quel punto credevo lui voleva qualcosa di più che un piacere sessuale da parte di Scarlett. Quel tipo mi dava ribrezzo.
Iniziai a tenerla d'occhio e a osservarla sempre da metà serata in poi, dopo che Ana mi aveva riferito ciò, lei l'aveva fatto per se e non certo perché evitassi che succedesse qualcosa a Scarlett. Ana stava sempre al mio fianco quindi cosa sarebbe potuto succederle? Non capivo questo senso di protezione nei confronti di Scarlett, non capivo perché qualcosa in me mi spingeva a proteggerla, ma dovevo farlo o non sarei stato tranquillo. E non mi riferisco solo alla sera prima ma da quando l'ho vista la prima volta, quando troppo da finta orgogliosa di se si avvicinò al Negro e i suoi amici ubriaconi pur sapendo che gli è l'avevo impedito, quando la caricai su una spalla ignorando le sue proteste e la scaricai sul sedile della mia macchina. Da li sapevo che mi avrebbe dato milioni di grattacapi.
E sempre senza sapere il perché di quella protezione che volevo dargli, cercai di assicurarmi che fosse tornata qui senza problemi, così quando entrai nella camera in cui lei dormiva lei era sotto le coperte, Rowan non aveva fatto niente contro di lei quella sera, ma in qualche modo credevo stesse cercando il momento giusto, il momento in cui non fossi stato presente.
Mi diede conferma ancora una volta il fatto che lei non stesse mentendo quando la colsi in fragrante nel bel mezzo dei suoi incubi, ignara della mia presenza. Tremava, sussurrava qualcosa di incomprensibile mentre cercava di negare qualcosa. Si sentiva in colpa per qualcosa e l'avevo capito da come me ne aveva parlato quella notte alla cascata, ma dai suoi incubi, dalle sue lacrime e dai suoi singhiozzi capivo che era qualcosa di molto grave, almeno per lei. Cercai di tranquillizzarla e sono riuscito farlo solo perché dormiva, non credo ci sarei riuscito se fosse stata sveglia. Il suo corpo rispose immediatamente ai miei gesti come se riconoscesse una fonte di sicurezza, come se si sentisse al sicuro.
Smisi di guardarla come un coglione, e mi alzai scuotendo la testa. Abbottonai i jeans che lasciai sbottonati la sera prima, passai una mano tra i capelli prendendo il cellulare sul comodino e guardandone l'ora.
«Merda.» Erano le tre e mezza del pomeriggio, avrei dovuto immaginare che si sarebbe fatto tardi. Afferrai la maglietta che stava su una sedia e le scarpe cercando di non svegliare Scarlett, ero sicuro che anche se appena sveglia non mi avrebbe risparmiato con le sue domande. Gettai le scarpe in corridoio e infilai velocemente la maglietta prima di entrare in bagno, dopo una decina di minuti ero già fuori abbastanza presentabile, infilai le scarpe e cercai in salone la mia giacca, sono sicuro di averla lasciata lì, infatti la trovai a terra accanto al divano.
Uscì da lì e chiusi la porta alle mie spalle scendendo le scale, nel locale non c'era anima viva, comprensibile giudicando l'ora, Alan non sembrava nemmeno nei paraggi anche il magazzino era aperto, alle volte mi chiedevo cosa diavolo facesse tutto il giorno la dentro. Cercai di non farmi sentire nemmeno da lui ma prima ancora di pensare a questo qualcuno alle mie spalle mi chiamò.
«Harry.» Quando mi voltai trovai un Alan con i palmi delle sue mani sul ripiano liscio del bancone e un'espressione abbastanza seria.
«Alan.» Feci un cenno come saluto.
«Noi due dovremmo fare una chiacchierata.» Aggirò il bancone afferrando le chiavi della sua Jeep.
«Perché?» Chiesi con noncuranza infilando le mie mani nelle tasche.
«E' da tanto che non ne facciamo una, non credi?» Infilò la sua giacca sistemandola meglio sulle spalle facendomi segno di seguirlo. «Andiamo ragazzo.» Era diverso dal solito Alan, ero proprio curioso di sapere di cosa volesse parlarmi.
«Ho la mia macchina.»
Si avvicinò alla porta d'uscita guardandomi. «Beh allora porta il tuo gioiellino al bar dopo la rotonda.» Lui uscì quando sospirai annoiato seguendolo a ruota, entrai nella mia macchina quando vidi già Alan mettere in moto la sua e farsi strada. Aprì il porta oggetti afferrando un CD dei Queen, ma mentre lo tirai fuori cadde fuori lo stesso disegno che Scarlett aveva trovato nei sedili posteriori, l'avevo dimenticato la dentro quando lei stava cominciando a curiosare un po troppo.
«Cosa stai facendo?» Quando la vidi sporgersi nei sedili posteriori per poi ritornare comoda dopo un paio di secondi, corrugai le sopracciglia quando notai un foglio tra le sue mani e un sorrisetto sul suo viso. «Dammi quel foglio, dove l'hai preso?» Mi irritai facilmente tanto che cercai di toglierlo tra le mani.
«Era qui dietro, ohw che carino.» Rise a fior di labbra. Sapevo cosa c'era tratto in quel foglio e sapevo che avrebbe iniziato con le domande.
«Dammelo.» Ordinai insistendo, afferrai il volante con una sola mano mentre con l'altra cercai di afferrare il disegno.
«No, chi l'ha fatto?» Continuò a ridacchiare facendo saltare i miei nervi.
«Che ti importa? Dammelo e basta.» Sembrava quasi che ci trovasse gusto nel farmi innervosire.
«Come mai era in auto?» Continuò a chiedere sostituendo la sua risata con un sorrisetto divertito, qualcuno le tappi la bocca. Sono stanco delle sue domande.
«E' solo una bambina. Ora dammelo.» Strappai il foglio dalle sue mani stropicciandolo e gettandolo nel portaoggetti.
«Non sapevo avessi amici così piccoli e fai piano, così lo rovini.»
Srotolai il foglio poggiandolo sulle mie gambe e cercando di stirarlo per bene, era un po rovinato, ma devo ammetterlo per colpa mia. Mi morsi l'intero della guancia prima riporlo di nuovo nel portaoggetti segnandomi mentalmente di portarlo a casa.
Girai la chiave nel cruscotto e partì, non sembrava esserci molto traffico, almeno non avrei perso tempo imprecando contro delle lumache dietro ad un volante. In poco tempo arrivai al bar chiesto da Alan, parcheggiai l'auto e scesi, feci ruotare la chiave nel mio indice per poi infilarla in tasca. Avanzai ritrovando Alan seduto in un dei tavoli all'aperto, così presi posto di fronte a lui sospirando.
«Allora, tutta questa fretta .. nel parlarmi di cosa, esattamente.» Passai una mano trai capelli.
«Non di cosa, ma di chi.» Corrugai le sopracciglia quando si avvicinò una donna sulla quarantina che lavorava in quel posto.
«Prendete qualcosa?» Sorrise cordialmente.
«Un caffè, grazie.» Ricambiò con gentilezza Alan.
«No.» Risposi non spezzando il contatto visivo con Alan. La donna segnò l'ordine di quest'ultimo su un blocknote e andò via. «Spiegati meglio Alan.» Ripresi la conversazione.
«Scarlett, voglio parlare di lei.» Rispose immediatamente poggiando i gomiti sul tavolo.
«Non è un argomento interessante. Che ne dici di parlare di football?» Proposi con sarcasmo, perché parlare di lei? Credevo volesse parlami di qualcosa di importante.
«Harry.» Mi richiamò. «Sono serio, cosa ti passa per quella fottuta testa.» Gesticolò alzando un po la voce.
«Molte cose Alan, davvero molte. Cosa diamine vuoi sapere precisamente?» Cominciai ad irritarmi ma cercando di non alzare più di tanto la voce essendo in un luogo pubblico.
«Giorni fa non l'ho vista stare un attimo ferma, diceva che doveva tenere la mente occupata e che aveva della rabbia dentro che non sapeva come far uscire. E sono sicuro che quella rabbia abbia il tuo nome.» Cominciò a spiegare velocemente mentre i suoi muscoli erano tesi.
«Potrà anche essere così ma non vedo dove sta il tuo problema.» Cercai di mantenere la calma poggiando la mia schiena alla sedia.
Evitò il mio commento alla sua risposta continuando a parlare. «Sta mattina sono entrato nel mio appartamento, sapevo che Scarlett stesse dormendo perché era rientrata abbastanza tardi, ma i miei occhi caddero su una giacca gettata alla rinfusa sul divano, sapevo che era la tua perché la conosco bene, pensavo eri in bagno o che fossi li di passaggio ma quando non ti ho trovato da nessuna parte sono entrato nella camera in cui dorme Scarlett e vi ho visti.» Risi divertito, cosa c'è che non va in questo?.
La donna arrivò subito dopo il suo sfogo servendogli del caffè, Alan la ringrazio con un cenno prima di fulminarmi con un'occhiata.«Non riesco ancora a vedere dove sta il problema.» Risposi onestamente.
«Dannazione Harry, credi che non noti il modo in cui la tratti, sappiamo benissimo tutti che sei fottuto lunatico ma non credo che questo ti autorizza a prenderti gioco di lei. O di intrufolarti sotto le stesse coperte in cui dorme lei.» La sua gamba non restava ferma un'attimo sotto il tavolo.
Il cipiglio sul mio viso scomparì una volta capito. «Ora capisco, ma ripeto, non è un tuo problema. Cosa faccio o non faccio con lei non è affar tuo Alan.» Ho sempre fatto tutto di testa mia e continuerò a farlo, non vedo perché con Scarlett non debba essere così. Gli occhi di Alan erano fissi nei miei, abbastanza nervoso e su di giri, sospirai staccando la schiena dalla sedia e avvicinandomi a lui. «Io e Scarlett non abbiamo fatto niente, non l'ho portata a letto, non abbiamo scopato se è questo se vuoi sapere.» Lo vidi sospirare lentamente cercando di non dare nell'occhio. «Adesso dimmi, perché ti importa così tanto ciò che succede con lei o non?»
Non sembrò pensarci molto prima di rispondere. «L'hai portata da me, è già da un bel po che sta nel mio appartamento, ci sta che mi affezioni a quella ragazza, e ci sta che ti metta in guardia ragazzo.» Sembrò calmarsi quando iniziò di nuovo a parlare. «So che non sei un cattivo ragazzo Harry, ma so anche che i tuoi modi non sono tra i più delicati.»
Sorrisi sghembo annuendo. «Suppongo che questo Scarlett l'abbia già capito.» Alan scosse la testa e bevve finalmente il suo caffè ormai freddo.«Ieri Rowan era nei dintorni di quel pub in cui siamo stati.»
«Come?» Un cipiglio comparì sul suo viso.
«Hai capito bene, Ana era uscita a fumare una sigaretta e l'ha visto.» Strinsi i denti. «Ha visto quel bastardo tirare fuori il suo solito coltellino.» Sentì il sangue ribollirmi dalla rabbia, succedeva ogni qualvolta si parlava di lui.
«E' successo qualcosa? Quel bastardo ha provocato incidenti?» Chiese Alan stringendo i pugni.
«No. E.. ho tenuto d'occhio Scarlett, quel figlio di puttana sembra volerla a tutti i costi.» Borbottai.
«L'hai accompagnata tu fino al The Crown?»
«No, Gyne e suo fratello.» Scossi la testa quando Alan annuì. «Ieri sera ero venuto solo a controllare se lei fosse tornata senza problemi.»
Susseguirono minuti di silenzio nei quali risposi velocemente ad un messaggio da parte di Zayn che chiedeva se ero disponibile per una serata insieme al resto dei ragazzi quella sera a casa sua. Risposi con un "Ci sarò." per poi riportare l'attenzione su Alan che aveva appena fatto una domanda.
«Come vanno le cose per te Harry?» Domandò toccandosi le tempie. «Ti servono ancora dei soldi?»
Mi pizzicai con le dita la punta del naso. «Per ora è tutto stabile, in questo momento no ma, presto ne avrò bisogno, di nuovo.» Risposi, avrei dovuto fare altri lavoretti in modo da guadagnarmi i soldi che mi servivano, in modo da non farlo quando sia poi troppo tardi.
«Quanta pressione hai su quelle spalle Harry, eh?» Mi diede una piccola pacca sulla spalla come incoraggiamento. «E loro come stanno?»
«Penso bene, l'ultima volta non sono rimasto molto tempo con loro, dovevo risolvere questa questione dei soldi.» Mi guardai intorno notando come il mondo si muoveva velocemente, come i giorni, i mesi passano per tutti e in tutti questi passati il ricordo di me essendo completamente solo era piazzato al centro della mia mente.
«Quanto hai?» Chiese ancora.
«Nemmeno la metà.» Strofinai i palmi sul mio viso in modo nervoso.
«E ti sei fatto gonfiare un occhio per nemmeno la metà?» Rise a fior di labbra scuotendo la testa.
«Era il prezzo giusto per quel incontro, invidio tutte quelle persone che cagano soldi senza far nulla.» Mi brontolai poi, raddrizzai il capo guardandolo quando una cosa mi passò per la mente. «Ho incontrato un uomo davvero sicuro di se e potrei scommetterci, anche pieno di soldi.»
«Chi sarebbe?» Chiese.
Come diavolo si chiamava?!«Aspetta.» Tirai fuori il portafoglio, estraendo il biglietto da visita che mi diede la notte della corsa.
Glielo porsi e sembrò analizzarlo attentamente. «Dave Hall.» Lesse scettico.
«L'ho incontrato la notte della corsa, alla vecchia autostrada, quella abbandonata.» Spiegai.
«Che tipo è?» Abbastanza curioso.
«Non molto alto ma abbastanza robusto, capelli e barba brizzolati. Sembra essere un tipo intimidatorio ma mi divertiva innervosirlo.» Ridacchiai, Alan sospiro ormai rassegnato. «Secondo quello che mi disse Diego, questo Dave è un tipo importante in questo girone di gare illegali, ha molte conoscenze, e pensa un po..» Lasciai in sospeso la frase per una frazione di secondi. «L'unico ad avere tutta la sua fiducia, è suo nipote, Jace mi pare si chiamasse. Beh dicevano anche che era il migliore ma dal verdetto di quella gara io non direi proprio.» Risi divertito.
«Stai attento ragazzo, te l'ho già detto un milione di volte.» Sollevò gli occhi dal biglietto da visita tra le sue mani. «Perché ti ha dato questo? Vuole che lo contatti?.»
«Mi ha offerto l'occasione di lavorare per lui.» Lo sguardo di Alan già mi fece capire come la pensava. «Ma tu mi ci vedi lavorare per qualcuno? Andiamo.» Risi a fior di labbra mordendomi il labbro.
«In effetti no.» Sembrò più divertito. «Io lo strapperei.» Mi passò di nuovo quel biglietto da visita.
Scrollai le spalle indifferente. «Potrà tornare utile.»
Ricevetti da parte sua un'occhiata non molto incoraggiante. «Nei hai già parlato con i ragazzi?»
«Mh, solo con Zayn e Louis.» Risposi giocando gli anelli alle mie dita per la troppa noia. «Liam e Niall ultimamente hanno la testa da tutt'altra parte.»
«Ho notato anche io, cosa ti hanno detto quei due?»
«Louis di chiamarlo e non perdere un attimo, e Zayn di lasciar perdere quel tipo.» Risposi.
«Almeno c'è qualcuno che pensa tra di voi.» Sospirò alzandosi e lasciando i soldi per pagare il caffè più una mancia. «Ci vediamo ragazzo.»
Scarlett's Pov.
Mi ero già svegliata da un ora e mezza, e quasi urlai quando vidi l'ora. Credo di non aver mai dormito così tanto in vita mia. Non sapevo se fare colazione, pranzo o aspettare la cena. Nel dubbio afferrai una barretta al cioccolato e la divorai in un attimo, quando mi svegliai trovai Anya dormire sul cuscino, sopra la mia testa. Se non fosse stata la sua coda a solleticarmi il viso penso che non mi sarei svegliata. Ma nonostante in quel letto insieme a me non ci fosse nessuno sentì come uno strano calore su una parte del letto, e del profumo diverso dal mio impresso su un lato del cuscino.
Quando automaticamente ripensai a quell'incubo della scorsa notte ma che poi si tramutò in qualcosa di diverso, qualcosa di rassicurante, quando mi sentì protetta e pensai fosse un sogno riuscì a collegare quel profumo a quella sensazione.
E tutto questo mi portò ad una sola persona.
Harry.
Ma lui non c'era quando mi sono svegliata, e probabilmente gli eventi della scorsa sera mi hanno scossa così tanto da subentrare nel mio subconscio, la sensazione di protezione di Harry nelle ore indietro fu abbastanza da distruggere un mio incubo così facilmente? Dio, non riuscivo a capire più niente.
Sospirai e gettai la carta della barretta nel cestino proprio quando la porta alle mie spalle si aprì.
«Ti sei svegliata, dormigliona.» Sorrise Alan togliendosi la giacca e appendendola.
«Oh, si.» Mi grattai la nuca in imbarazzo, Anya spuntò dal nulla con la sua coda rivolta verso l'alto strusciandosi su Alan. «Le sei mancato.» Ridacchiai vedendo la scena.
«Si, così sembra.» Si chinò accarezzandola e beandosi delle fusa della gattina. «Hai .. dormito bene?» Domandò tenendo lo sguardo fisso su Anya.
«Molto.» Risposi un po' frastornata dalle mie stesse sensazioni.
Si alzò da terra avvicinandosi al bancone quando invece io feci il giro prendendo Anya tra le braccia coccolandola un po'. «Cosa vuoi mangiare stasera?» Chiese, sollevai le sopracciglia. Di solito non mangiava sopra molto spesso a causa del suo lavoro e degli impegni ma ero davvero felice di essere in compagnia almeno stasera.
«Non lo so.» Scrollai le spalle. «Cosa consiglierebbe lo chef?» Alan era davvero molto bravo a cucinare, quelle poche volte che cucinò per poi cenare insieme, o quella volta insieme ai ragazzi i suoi piatti erano davvero da leccarsi i baffi.
«Chef è eufemismo, ma comunque pensavo ad un Roastbeef all'inglese.» Sottolineò la squisitezza da divorare in un attimo.
Schiusi la bocca. «Roastbeef? E' qualcosa che comunemente le persone fanno quando si hanno invitati o in un evento importante.» Spiegai perplessa.
Non sarebbe stato più sbrigativo una pizza?.
«Scarlett, in questo posto non succede niente di così eclatante, quindi significa che non mangeremo mai un Roastbeef come si deve?» Sorrise sapendo già di aver colpito in pieno.
«E' Roastbeef sia.» Sorrisi baciando la piccola testolina di Anya, la quale miagolò dopo quel gesto.
«Brava ragazza!.» Si girò aprendo l'anta del frigo, tirai fuori il mio cellulare dalla tasca rispondendo ad un messaggio stupido da parte di Gyne e ridacchiai. Un verso di lamento abbastanza forte attirò la mia attenzione così sollevai gli occhi dal cellulare, Alan mi guardò sospirando e gli feci cenno di dire cos'è che non andava. «Diciamo che manca un cosina.»
«Cosa?» Chiesi cercando di trattenere una risata alla sua faccia buffa.
«L'arrosto di manzo.»
«Ma il Roastbeef consiste in un arrosto di manzo.» Gli feci notare, senza quello non poteva fare nulla.
«Ecco appunto.» Confermò, chiuse l'anta del frigo con poca delicatezza.«Sono appena rientrato che già mi tocca uscire.» Si lamentò ancora.
«Vado io, non preoccuparti.» Mi offrì riposando il cellulare in tasca.
«No, Scarlett. Non hai un mezzo per andare e non hai nemmeno la patente.» Mi fece notare avvicinandosi alla sua giacca.
«Andrò a piedi, prenderò una boccata d'aria nel frattempo.» Allontanai la sua giacca dalla sua presa cercando di convincerlo.
«Sei matta.» Commentò incredulo.
Così alzai gli occhi al cielo divertita.«No, non dovrò camminare così tanto visto che non molto distante da qui c'è una stazione di servizio.» Risposi ovvia.«Sai, li accanto c'è quel piccolo market. Comprerò quel che ti serve lì.»
«Scarlett.» Mi richiamò di nuovo.
«Alan, rilassati ragazzo.» Mi trattenni dal ridacchiare e con una piccola corsa entrai in camera prendendo la mia giacca e lo zaino, posizionando quest'ultimo sulle spalle. «Io vado, ho i soldi che mi servono qui dietro.» Indicai lo zaino alle mie spalle.
«No aspetta, ti do i miei.» Prima che potesse tirare fuori il portafoglio dalle tasche posteriori scappai via chiudendo la porta alla mie spalle.
«Tornerò presto!» Urlai giù dalle scale e mi precipitai fuori. Da una parte ero davvero entusiasta di poter uscire e prendere una boccata d'aria, a Brighton lo facevo sempre, qui invece non ho mai avuto l'occasione di uscire da sola, e quando è successo ho incrociato.. Rowan. Presi un respiro profondo dimenticandomi totalmente dei fatti accaduti la sera prima, cercai di togliermi quei pensieri dalla testa e di rilassarmi. Pensavo che quella stazione di servizio fosse stata più vicino, mi ero un po sbagliata su questo.
Vidi per la prima volta dei bambini giocare in un parco notando le figure dei genitori non molto distanti da loro, e li capivo benissimo. Distolsi da loro l'attenzione quando sentì dei passi dietro di me, mi voltai ma non c'era nessuno, diedi la colpa a me stessa, probabilmente il timore di incontrare di nuovo Rowan mi faceva sentire cose che non esistevano. Proseguì per la mia strada e i passi insistenti dietro di me persistevano decisi di non voltarmi più ma alzare il cappuccio della mia felpa coprendomi il capo, infilai le mani nelle tasche e cominciai a velocizzare il passo.
Solo allora mi pentì di non aver lasciato che fosse Alan ad andare ha comprare quel maledetto arrosto. Il cielo iniziava a scurirsi, la temperatura ad abbassarsi e la mia paura a triplicarsi, iniziai correre quando anche qualcuno dietro a dei cespugli fece lo stesso. Mi scontrai con un bel po di persone prima di arrivare alla stazione di servizio, fuori sembrava non esserci nessuno, mi girai con il fiatone pronta ad urlare, non era una mia impressione, sento questo sensazione che qualcuno mi stesse seguendo, che mi stesse osservando da settimane ormai, e adesso sono stanca.
«Basta! Ne ho le scatole piene, lasciatemi in pace maledizione!» I rumori cessarono poco dopo, sospirai passandomi nervosamente una mano -tremante- sulla fronte, feci per girarmi quando mi scontrai contro qualcuno. Mi spaventai a morte ma mi rilassai subito dopo aver scoperto chi fosse.
«Che diavolo ti prende? Con chi stavi urlando?» Chiese Harry, con un tono abbastanza calmo anche se dal suo viso accigliato non direi lo stesso.
«Non lo so.» Borbottai, abbassai lo sguardo e notai una cassa di birra tra le sue mani.
«Cosa vuol dire che non lo sai?» Sospirò frustato dalle mie risposte guardandosi intorno. «Con chi sei? C'è qualcuno con te?» Chiese poi dirigendosi verso la sua macchina e aprendo la portiera dei sedili posteriori, ponendo li dentro la cassa nelle sue mani.
Mi guardò aspettando una risposta, quando cercai di non distrarmi dai suoi movimenti. «No, sono da sola.» Spiegai giocando nervosamente con le maniche della felpa. «Ad Alan serviva del.. serviva un..» Lasciai la frase in sospeso mentre sospirai distrutta.
Harry si avvicinò con le sopracciglia aggrottate.«Scarlett, ti senti bene?» Annuì in risposta.
La verità era che.. ero terrorizzata.
Non gli e l'avrei detto, non sapevo che cosa stesse succedendo, non sapevo se era Rowan, non sapevo se era la mia mente a fare questi brutti scherzi.
La morte di mia madre, l'arresto di mio padre, questo paese .. tutto. Mi stanno facendo impazzire.
Forse non ero pronta a cominciare da capo, forse non ero pronta a trasferirmi ed essere perlomeno autonoma. Forse avrei dovuto accettare l'offerta di mia zia tempo fa.
Continuai a torturarmi le mani e abbassai il capo, sentì la mano di Harry poggiarsi sul cappuccio della felpa e tirarlo piano piano indietro. «Vai dentro, compra quel che ti serve e dopo ti accompagno a casa.» Ordinò non facendo trasparire alcuna emozione. Lo guardai perplessa mentre si girò lasciando dei soldi nel distributore di benzina.
«Grazie.» Sistemai lo zaino sulle spalle.
«Mh.» Fece un cenno con la mano. «Va prima che cambi idea.»
Un sorriso si incurvò sulle mie labbra prima che con una piccola corsa entrai in un piccolo market beandomi dell'aria calda dell'interno. Ero contenta di aver trovato Harry li, ed ero contenta che mi abbia offerto un passaggio di sua spontanea volontà. Mi sentivo in qualche modo a sicuro con lui, ma non negai di essere ancora un po spaventata.
E probabilmente non so se per qualcuno la fuori che cerca di impaurirmi o da me stessa, quando penso che tutto questo è solo frutto della mia immaginazione.
La seconda teoria mi fa decisamente più paura.
#SPAZIOAUTRICE
Buongiorno ladies! Ecco a voi un nuovo capitolo! Un'aggiornamento fresco fresco!
Volevo informarvi che probabilmente il prossimo capitolo lo poterò un po più tardi, dovrei iniziare a scriverlo Sabato, ma Sabato è il mio compleanno (Yaay sono 17) quiiindi.. non temete non posterò tra un mese! Sarà la differenza di qualche giorno!
Votate e commentate dicendomi cosa ne pensate! Io ci tengo, vi voglio in tantee!
#PICCOLOSPAZIOPUBBLICITA'
Curly Hair. | H.S.| - ElizabehHazza (HO CREATO IO QUELLA COPERTINA GNEW.)
Freedom ||Zayn Malik.|| - MashaDree2.
See you soon.
All the love.xx
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