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Chapter Thirty-four.

«Jamie!» Esclamai una volta aperta la porta, indossava dei jeans chiari, maglietta blu e giacca di pelle nera, era il solito Jamie tranne per il suo profumo, sembrava averci nuotato, tossì quando mi abbracciò e subito dopo un bacio sulla guancia. Troppo forte, non riuscivo a respirare.

«Ciao, sei molto bella stasera.» Si complimentò togliendosi la giacca e appendendola sull'attaccapanni dopo aver posato i cartoni delle pizze sul tavolino accanto alle ciotole di popcorn e patatine.

«Immagino.» Ero dentro i miei soliti vestiti e non ero nemmeno truccata, il mio commento fu abbastanza sarcastico. Era solo nel suo indole - forse - essere così dolce.  

«Pronta per questa serata da .. divano-pizza-film?»  Ridacchiò.

Annuì divertita. «Si, non sapevo quale avresti preferito così gli ho presi entrambi.» Indicai con il capo le ciotole sul tavolino.

«Grande, mi piacciono di più i popcorn. Non vado matto per le patatine ma non preoccuparti.»   Rivolse un sorriso rassicurante, prima di dare uno sguardo alla TV e subito dopo me. «Allora! So bene che Alan non ha molti film.. almeno di quest'epoca.» Ridemmo divertiti e scossi la testa. «Quindi sono andato ad affittarne uno.» Tirò fuori la copertina del film, era un film comico e ne avevo sentito parlare molto, probabilmente era uno dei migliori. «Spero solo tu non l'abbia mai visto.»

«Assolutamente, non vedo l'ora.» Mentre lui capiva come funzionasse il lettore DVD presi dal frigo delle bevande, so che l'alcool non mancava -in quanto Alan lavora come barman- ma non avrei voluto farlo ubriacare, così poggiai sul tavolino insieme ai bicchieri della sprite, coca-cola e del succo e una bottiglia di birra per Jamie. So quanto vadano matti per questo loro, sopratutto davanti alla TV. «Allora? Hai capito qualcosa?» Lo presi in giro sgranocchiando una patatina.

Il suo viso era corrucciato cercando di capirne di più. «Ci sono quasi.. ecco fatto!» Scattò in piedi con un sorriso soddisfatto. «Adesso, spegniamo la luce, mettiamo comodi e abbuffiamoci! Sono affamato.» Lui prese il telecomando in mano sistemando alcune impostazioni  e nel frattempo spensi la luce. Presi posto accanto a lui, al dire il vero infilai in mezzo il cartone di pizza.

Ma perché mi comporto in questo modo con Jamie quando con Harry ho dormito spiaccicata a lui in tenda e in un lettino singolo? Mi sto comportando come una tale idiota.

Sospirai e decidi di non pensare a nient'altro che non fosse stato il film, Jamie mi sorrise prima di comunicarmi che stava per iniziare. Iniziai a mangiare la mia pizza, anche io ero affamata e non vedevo l'ora di finirla tutta, presi un sorso di coca-cola  quando in una scena abbastanza divertente stavo per sputarla tutta, Jamie stava svenendo dalle risate, e suppongo la sua reazione era più divertente della scena. Non era stata poi una così cattiva idea passare del tempo con lui, suppongo di non aver riso così tanto da quando sono in questo posto o meglio, da quando sono andata via da Brighton.

«Sei molto più carina quando ridi.» Mi girai dalla sua parte e feci un sorriso abbastanza timido, prima di tornare a guardare il film. Si scolò un intera bottiglia di birra e mi chiese se poteva prenderne un'altra, gli risposi che non era necessario chiedermi il permesso, così si alzò e ne prese altre due. «Tieni.» Me la porse.

«No, grazie.» Rifiutai.

«Andiamo su dai, cosa c'è non bevi?» Chiese sollevando le sopracciglia, non era affatto questo il motivo, solo non ne avevo voglia.

«Non mi va e basta, tu perché non mangi le patatine?» Chiesi imitando le sue smorfie facendolo ridacchiare.

«Non mi vanno e basta.» Capì la battuta e rispose ancora ridacchiando. 

Tornammo a guardare la TV, Alan non irruppe nel suo appartamento nemmeno una volta, probabilmente la scorsa volta era stata un'eccezione. Presi una delle coperte poggiate sulla testiera del divano e mi coprì le gambe mangiucchiando le patatine, mi facevano pena lasciarle da sole quando Jamie stava divorando i popcorn. Il cartone di pizza di Jamie era già vuoto, il mio lo lasciai con tre pezzi all'interno.

«Senti freddo?» Sentivo i suoi occhi su di me mentre guardavo ancora il film, sorridendo per alcune battute stupide.

«Un po.» Lo guardai per un nanosecondo prima di accorgermi che non aveva intenzione di spostare l'attenzione al film. «Se senti freddo puoi coprirti anche tu, dietro di te c'è un'altra coperta.»

«Perché usare le coperte quando possiamo scaldarci abbracciandoci?» L'aveva detto sul serio? Wow, era più diretto di quanto pensassi, non smise di guardare i miei occhi nemmeno un'attimo.

«Le coperte sono fatte per essere usate.» Giocai con l'orlo della coperta coprendomi di più.

«E gli abbracci per essere dati.»  Avvicinò la sua mano al mio viso spostando una ciocca di capelli dietro il mio orecchio, alzai lo sguardo dalla coperta fissandolo timidamente. «Sei bellissima quando senti freddo, dovresti vederti, le tue guance e il tuo naso sono leggermente arrossati.» Feci scappare una risatina isterica per nulla al mio agio.

Sono contenta che pensasse che fosse per il freddo quel colorito, ma in realtà mi sentivo in imbarazzo in mezzo a tutti quei complimenti o frasi dette così direttamente, non ha fatto altro che riempirmi di complimenti per tutta la serata, voglio dire non mi dispiace riceverli una volta ogni tanto, ma penso proprio che lui ci stia provando spudoratamente.

Cominciò ad avanzare verso di me con il busto e non so se si accorse che ad ogni suo centimetro in avanti, io lo imitavo ma in indietro. Sembrava proprio non notarlo, dannazione avrei dovuto nascondere le bottiglie di birra. Il mio cuore martellava e speravo che si tirasse indietro o che il piccolo lampadario gli cadesse in testa. Okay no, forse è un po troppo.

Sentì il rumore di una chiave scattare nella porta e prima che Alan entrasse decisi di prendere un cuscino e sbatterlo sul viso di Jamie tirandolo indietro. Spalancai gli occhi sentendolo mugolare qualcosa e guardai la porta, non era affatto Alan, era l'ultima persona che aspettavo di vedere.

Soliti jeans scuri e leggermente strappati sulle ginocchia, e una felpa senza cappuccio della Calvin Klein e i suoi stivaletti. 

Harry era tornato. Dopo cinque fottuti giorni era li appena entrato. 

Non rimasi molto tempo con gli occhi spalancati e incredula che fosse lui, corrucciai lo sguardo quando notai uno dei suoi occhi, gonfio e di un rosso molto scuro, valeva a dire che non era da molto che se lo era procurato. Non riusciva a tenerlo del tutto aperto e non potevo fare altro che chiedermi..

Cosa diavolo aveva combinato?.

Jamie si avvicinò e mi sussurrò. «Ma questo non era partito? Bel momento per tornare.» Borbottò infine non molto contento.

«Ma guarda, il biondino è qui.» Commentò con il suo sorriso sghembo, era tornato con un occhio gonfio ma non aveva perso il suo stupido e odioso modo di fare.

Nemmeno un Ciao(?). Oh ma va bene.  

Jamie si spostò più in la nel divano sistemando il cuscino che gli avevo sbattuto in faccia al suo posto. «Il sottoscritto ha un nome.» Sputò.

«Oh, davvero? Io credevo non fossi nemmeno registrato all'anagrafe.» Continuò con noncuranza avvicinandosi al tavolino e afferrando una bottiglia di birra, la stessa che Jamie avrebbe voluto che bevessi io.

Non avevo speso nemmeno una parola da quando era tornato Harry, non avevo molto a che dire in verità dopo l'ultima volta che ci siamo parlati.

Jamie sospirò prima di alzarsi dal divano e stringendo i denti. «Va bene, te lo dico con le buone..» 

Un risolino divertito uscì dalle labbra di Harry prima di portarsi la bottiglia di birra alla bocca, avrei voluto coprirmi fin sopra la testa con la coperta. «Oh! Continua continua.» Fece finta di essersi preoccupato per averlo interrotto e si attaccò di nuovo alla bottiglia.

«Va via, stavamo guardando un film e passando la serata serenamente.» Spiegò Jamie abbastanza calmo.

Harry storse le labbra e annuì lentamente guardando sia lui che me, evitai di far incrociare i nostri occhi ma con scarso risultato. «E con le cattive?» Azzardò Harry staccandosi dal bancone in cui precedentemente si era poggiato. 

«A me mi dai il volta stomaco, e visto che con le buone non capisci, ti farò andar via da qui in un'altro modo, non penso che ti piacerà.» La voce di Jamie si fece più dura.

Harry emise un verso di disgusto. «Mi dai o a me dai il volta stomaco. In quel modo non si può sentire.» Lo corresse, mi trattenni dal ridere poggiando il palmo della mia mano sulla mia bocca e voltandomi dall'altro lato. Non è da tutti giorni vedere Harry correggere qualcuno.

«Vattene, o ti gonfierò io l'altro occhio.» Mi alzai dal divano alle parole di Jamie che intanto si avvicinava a passo felpato ad Harry. 

Harry sembrò aver perso tutto il divertimento di poco fa e la sua espressione si indurì, poggiò la bottiglia sul ripiano del bancone e strinse i pugni lungo i fianchi intanto che anche lui si avvicinò. «Chi ha fatto questo,» Indicò il suo occhio.  «Non era lontanamente paragonabile ad una merda come te.»

Stavano per reagire quando mi avvicinai a loro e spinsi più lontano Jamie da Harry. «Adesso basta, smettetela.» Guardai entrambi ed entrambi mi guardarono, gli occhi di Harry erano fissi su di me con un'espressione ancora dura. «Ci sarà un'altra occasione per finire di guardare questo film, forse è meglio che tu vada.» Jamie mi guardò confuso o forse incredulo che io stessi mandando via lui al posto di Harry, così lo rassicurai con un piccolo sorriso.  

Harry sospirò. «Porta il tuo culo moscio lontano da questa casa, ora.»

«Solo per te.» Cambiò totalmente tono rispetto a quello con Harry e mi sorrise.  

Si avvicinò al lettore DVD ed estrasse il film prima di metterlo dentro la custodia.Si avvicinò a me poggiando una mano sulla mia vita e lasciando un bacio sulla mia guancia, tutto questo sotto gli occhi furiosi di Harry. Se ne stava andando dovrà continuare a tenere il muso per tutto il tempo? Jamie uscì e chiuse la porta dopo aver fulminato Harry con lo sguardo.

Sospirai passandomi una mano sulla fronte prima di girarmi e guardare Harry con la ciotola di patatine in mano. «Contento?» Spalancai le braccia.

«Non volevo affatto rovinare il vostro appuntamento romantico.» Suonò così falso che alla fine emise anche un verso di disgusto.  

«Non era un'appuntamento romantico ma un incontro tra amici, che si effettivamente hai rovinato.» Sottolineai avvicinandomi al divano. «E quelle sono le mie patatine.» Piegai la coperta che usai e la sistemai di nuovo sulla testiera del divano.

«Tue?» Farfugliò con la bocca piena.

«A Jamie non piacciono.»  Presi i cartoni della pizza mentre Harry prese la mia pizza mordendola, alzai gli occhi al cielo buttando quello vuoto.

«Perché non gli facevi trovare tartine al caviale? Qualcosa mi dice che quelle non le avrebbe rifiutate.» Commentò sarcastico, mi fermai fissandolo e da vicino il suo occhio sembrava peggio di quanto immaginassi. «Questa pizza fa schifo.» La spinse più lontana e notò che lo stavo guardando.  Sospirò. «Avanti, inizia con l'interrogatorio.» 

Mi svegliai dal mio stato di trance. «No, non ho niente da chiederti.» Smisi di guardarlo quando qualcosa attirò la mia attenzione, o meglio dire qualcuno. Anya corse tra le gambe di Harry strofinandosi e miagolando.

Ora ero proprio sicura che Jamie non le stesse simpatico.

Non avrei chiesto nulla ad Harry, non dopo tutto quello che mi aveva detto l'ultima volta. Avrei preso le lontananze, anche se risulterebbe difficile con Harry qui in giro.

«Ci mancavi solo tu ora.» Borbottò Harry ad Anya, sapevo che moriva dalla voglia di coccolarla. L'avevo visto farlo un paio di volte ma è troppo orgoglioso per farlo davanti a qualcuno. 

Senza troppi ripensamenti lo lasciai da solo in cucina ed entrai in bagno, mi sciacquai velocemente il viso per poi asciugarlo, tirai fuori il cellulare dalla tasca guardando l'ora -le undici e qualcosa- notai anche due nuovi messaggi. 

Leggo il primo. 

Da: Gyne.

09:20 p.m.

Ti prego dimmi tutti i dettagli domani! Buonanotte ;)

Sospiro ripensando a davvero tutta la serata, e non era ancora finita. Credo che Gyne non sarà più così contenta.

Da: Jamie.

10:55 p.m.

Mi dispiace per come si è impostata la serata. Spero di rimediare. 

Decido di rispondere con un messaggio corto e veloce.

A: Jamie.

Buonanotte :)

Esco dal bagno riposando il cellulare nella tasca dei jeans, mi avvicino alla porta della mia camera dove la trovo socchiusa ed Anya che giocava con una piccola pallina di carta. Lasciai perdere Harry in cucina e decisi di entrare. Sobbalzai invece quando trovai Harry sdraiato sul mio letto con un quaderno tra le mani, strappava i fogli e le stropicciava chiudendoli in un pugno e gettandoli per terra, Anya giocava con tutte le palline.

«Che cosa stai facendo?» Chiesi corrugando le sopracciglia facendomi spazio nella camera.

«Mi annoio.» Rispose senza alzare lo sguardo e continuando a fare ciò che stava facendo.

«Intendo nel mio letto.» Ruotai gli occhi al cielo.

«Mi annoio.» Rispose con la stessa ovvietà di prima tirandomi una pallina di carta in faccia.

E' un fottuto bambino.

Sospirai riprendendo la pallina di carta e ritirargliela colpendolo in grembo.«Smettila.» Incrociai le braccia al petto.

«Smettila tu.» La tirò ancora ma stavolta la lasciai perdere, non ero per niente divertita da tutto questo. Aveva cacciato Jamie, beh quasi per lo meno e trattato in modo poco carino.

«Sono stanca, vorrei andare a dormire.»  Mi legai i capelli in una crocchia disordinata evitando di guardarlo, penso l'abbia notato perché gettò il quaderno sul comodino iniziando a guardarmi.

Ma poi da dove l'aveva preso quel quaderno?!

«Sono appena le undici.» Rispose.

«E io sono stanca.» Scattai in modo brusco. 

«Cos'è? Il tuo periodo del mese?» Scherzò a causa del mio tono, non ero in vena di scherzare.

«Non sei divertente.» Nonostante questo ridacchiò sfilandosi le scarpe. «Cosa non ti è chiaro di "Sono stanca, vorrei andare a dormire"?» Portai le mani ai fianchi.

«Tutta questa rabbia solo perché il tuo amico è andato via?» Corrugò le sopracciglia. 

«Non è assolutamente questo.» Cercai di restare calma, voleva davvero che gli urlassi la nostra ultima conversazione.

E' come un bambino, l'attimo dopo ridacchiò lanciandomi di nuovo una pallina di carta che stava per terra colpendomi in pieno.

«Ma la vuoi smettere? Non sono in vena di giocare.» Chiarì afferrando un paio di palline e tirargliele in contemporanea, il suo sorriso sparì e fu sostituito da un lamento di dolore quando una pallina di carta atterrò sul suo occhio.

Sul suo occhio gonfio.

Spalancai gli occhi avvicinandomi velocemente al letto, si copriva l'occhio con la mano e si lamentava. «Ti ho p-preso? Ti fa male?» Mi sentì stupida per il mio comportamento di prima per poi sostituirlo con questo. La realtà è che non avrei voluto fargli male nonostante lui l'abbia fatto a me.

«Tu che dici?» Si lamentò ancora.

«Togli la mano! Fammi vedere!» Poggiai la sua mano sulla sua e solo allora notai la differenza, la sua mano era enorme. La tirai via e il suo occhio era chiuso, l'ho aprì lentamente, e non si capiva un accidenti, non riusciva ad aprirlo tutto ed era davvero mal concio. «L'hai fatto medicare?»

«Si .. si.»  Borbottò, alzai gli al cielo. Non l'aveva fatto. «Cosa credi che serva poi la medicazione se cerchi di accecarmi con una pallina di carta?.» Dimenò la testa richiudendo gli occhi per il dolore.

«Posso fare qualcosa? Non lo so, dimmi tu io-» Mi fermai quando lo sentì ridacchiare e aprire gli occhi. «Sei un cretino!» Stavo per dargli un colpo sulla testa ma afferrò le mie mani sorridendo di sghembo, lo guardavo dall'alto mentre se ne stava coricato sul mio letto. «Avrei dovuto farti sul serio del male.»

Non posso credere si comporti in questo modo, è entrato dalla porta di questo appartamento facendo battute su battute dopo cinque giorni di assenza, mi prende in giro e mi stuzzica con delle fottute palline di carta! Ha già dimenticato le sue stesse parole? Ha dimenticato il suo tono duro? 

Sembra che dimentichi tutto troppo velocemente. 

«Sei così ingenua, credi davvero che uno come me fa tutta questa sceneggiata per un occhio gonfio?» Non risposi, strattonai semplicemente le mie braccia dalla presa delle sue mani precipitandomi fuori la porta, o meglio era la mia intenzione.  «Scarlett?»

Mi fermai continuando a dargli le spalle. «Che vuoi?»

«Vuoi spiegarmi perché tu e Ana avete fatto un casino qualche giorni fa?»

«Se sai che è successo saprai anche il perché.»  Mi voltai incrociando le braccia al petto. «Lei non te l'ha detto?»

Mi fissò per poi sospirare e mettersi seduto. «Voglio saperlo da te.» 

Dei brividi correvano lungo le mie braccia e la mia schiena, la sua voce era così.. dannazione. Socchiusi gli occhi e li aprì poco dopo. «Mi ha insultata.» Deglutì. 

Sospirò, abbassando il capo e annuendo lentamente, come se già aspettasse una risposta del genere.«Perché?» Ritornò a guardarmi.

«Non ha importanza, è stata solo una battuta stupida da parte di Louis.» Mi morsi il labbro inferiore in modo nervoso.

Non gli avrei detto che la battuta di Louis consisteva in me e Harry che scopavamo come conigli in calore, assolutamente no.

«Ti ha insultata per una battuta fatta da Louis?» Corrugò le sopracciglia, e per una volta in tutta la serata che aveva messo piede qui era serio.

«Si, è così. Mi ha dato della.. poco di buono e.. » Mi morsi la guancia, i suoi occhi aspettavano che continuassi. «E le ho risposto che non era il mio lavoro quello, e da li lei sono sicura volesse picchiarmi o una cosa del genere.» Sorrisi nervosamente al pensiero di quella cosa! So che è ingiusto paragonare una persona ad una cosa ma è la persona che mi ha fatto incazzare di più da quando sono qui. Beh con Harry è diverso, nonostante tutto io credo sia diverso.

«Ed è intervenuto Louis, non è vero?» Annuì. «Lo sapevo.» Borbottò scuotendo la testa. «Lei mi ha raccontato un'altra versione.» Comunicò.

E' una grande falsona, avrà gettato merda su di me davanti ad Harry. Dio, è una strega!.

«Perché allora non hai creduto a lei invece di chiedere a me come sono andate le cose?» Mi poggiai contro l'armadio mettendo dietro l'orecchio una ciocca di capelli uscita dalla crocchia.

«Perché conosco Ana da così tempo da sapere di non potermi fidare di lei, almeno non quando ci sei tu di mezzo.» Corrugai le sopracciglia, non si fida di lei? L'appena detto. Quindi crede più a me che a lei?. «Ti odia.» Ridacchiò.

Cosa c'è di così divertente?. «Non le ho mai fatto niente.» Sin dall'inizio fu lei a trucidarmi con lo sguardo, mandandomi frecciatine e robe varie.

Scrollò le spalle. «Non devi necessariamente farle qualcosa per essere odiata da lei.» 

«Questo è così malato. Come puoi essere una delle persone che preferisce? Sembra avere un'adorazione verso di te.» Spiegai, sembra che nessuno possa toccarlo senza il suo permesso, è solo suo.

«La conosco da tanti anni, e non ha mai avuto una vita facile. Probabilmente è questo.» Questo non spiega le mie curiosità ma cerco di tacere e già abbastanza strano che abbia risposto alle domande già fatte. 

«Mi credi?» Mi riferì alla mia versione e sono davvero curiosa di sapere qual'era quella di Ana.

Harry annuì per poi affondare di nuovo nel mio letto. «Puoi per favore andare via?» Mi azzardai a chiedere, ero stanca, volevo dormire e non volevo vedere più Harry, non più per stasera. Voltò il suo capo nella mia direzione e sollevò uno dei suoi sopracciglia. Non prendeva sul serio niente di quel che dicevo finito di raccontare cosa è successo con Ana. 

«E se io volessi sapere di più?»  Poggiò le sue mani sul suo addome e incrociò le gambe.

«Di più cosa?» Gli chiesi, gli avevo raccontato tutto o per lo meno quasi.

«Ti ha disturbata ancora Ana?» 

Si, sul retro. Era venuta a dirmi di stare giocando con i ragazzi e merda simile. Stavo per rispondergli quando invece pensai di negare,sopratutto per l'ultima parte. Dove lei mi disse che secondo lei mi stavo avvicinando troppo ad Harry. «No, non l'ha fatto.» Morsi ripetutamente il mio labbro.

«Sei sicura?» Chiese accigliandosi.

«Si lo sono.» Risposi ormai stufa. «Ripeto, puoi per favore andare via? Sono stanca.» Lasciai cadere le mie braccia lungo i fianchi, con Harry sapevo già che era battaglia persa in partenza. «Tu pensi che io stia scherzando, non è così?» Assottigliai gli occhi.

«Sai anche io sono stanco, e se mi fermassi a dormire qui? In questo letto? Devo ripeterti le stesse cose dell'ultima volta che è successo?.» Sollevò le sopracciglia con un sorrisetto sghembo.

Stavo per perdere la pazienza così non potetti controllarmi di far risultare la mia voce meno dura. «Sai cosa c'è? Resta pure qui, dormi in questo letto se ti piace tanto. Ma io non lo farò.» Afferrai una delle coperte e il mio pigiama, uscì di lì senza guardalo e gettai la coperta sul divano, mi rinchiusi in bagno e mi cambiai velocemente abbastanza irritata. Quando uscì sistemai i cuscini sul divano e la coperta in modo da essere comoda. Non sarei rimasta a dormire in quel letto con lui, se era già successo una volta è perché.. dio non lo so nemmeno io. Non so una accidenti quando si tratta di lui. Ma stavolta è diverso, dopo quello che mi ha detto non riesco quasi più a guardarlo in faccia o a parlargli come facevo in precedenza. E' davvero bravo a dimenticare tutto, lo è davvero.

Stavo per mettermi comoda quando Harry uscì dalla camera ed entrò in salotto, non sembrava più divertito ed era ritornato il solito burbero, che in questa situazione era un modo di fare più adatto. Non parlai e aspettai che fosse lui a farlo, si era rimesso le scarpe. «Puoi tornare di la, sto andando via.» Borbottò, continuai a dargli le spalle restando seduta sul divano, lo sentì avvicinarsi alla porta. «Posso immaginare perché tu sia così incazzata.»

«Davvero?» Chiesi in modo cinico. 

«Ma non capisco perché te l'ha prendi così tanto.» I suoi erano fissi su i miei e non sapevo che altro rispondere, beh forse perché gli ho raccontato qualcosa di me e a lui non gliene importato un cazzo? Sarebbe stato meglio dirmi che non avrebbe potuto aiutarmi, che non gli importava e di non continuare a parlare. Invece lui mi ha consolato, mi ha fatto piangere tra le sue braccia facendomi sentire protetta, mi ha detto che ci sarebbe stato e mi avrebbe aiutato.

Mi ha baciata, e il giorno dopo mi ha detto di dimenticarlo. 

L'ha fatto ben due volte, e in entrambi i casi o l'ha dimenticato per via dell'alcool o perché vuole scordarlo e basta.

E se sono incazzata non è solo per il bacio.. no.

Mi ha usata facendomi sentire poi nuovamente da sola.

Tutto questo lo tenni per me perché non riuscì ad esternarlo guardando i suoi occhi, sarei stato ancora più ridicola. «Buonanotte Harry.» Mi sembrò la cosa più giusta da dire.

Andò via sbattendo la porta poco delicatamente, il che mi fece saltare su posto, avrei voluto chiedergli altre spiegazioni, avrei voluto sapere se pensava davvero tutto quello che mi aveva detto, perché era qui e si comportava come se non era successo niente, avrei voluto riempirlo di domande.

Dov'era stato? Cosa aveva fatto in questi giorni? Perché il suo occhio era ridotto in quel modo? Chi era stato?.

Si era messo nei casini ancora una volta e ne era uscito come se niente fosse. Ero sicura che non l'aveva fatto medicare da nessuno quell'occhio, conoscevo Harry da abbastanza da sapere che era troppo orgoglioso e poteva farlo da solo. 

Sarei stata disposta a farlo io, nonostante tutto l'avrei fatto.



#SPAZIOAUTRICE

Ciao tesori! Un nuovo aggiornamento! Pepepepe! Come state?!

Nessun giorno di ritardo!

Cosa ne pensate dei pensieri di Scarlett e dei suoi modi di fare? Ha fatto bene a trattare Harry in quel modo nonostante qualcosa dentro gli diceva tutt'altro?.

E del cambio d'umore di Harry? Sarà pentito o no di quello che gli aveva detto il giorno dopo il loro secondo bacio?.

Votate e commentate dicendomi cosa ne pensate! GO GOO.

See you soon guys! 

All the love. xx

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