Chapter Six.
«Dove vai?»
«Non mi avevi detto che andavamo con la tua auto?» Chiesi più che ovvia.
«Avremmo preso la mia auto solo se tu avessi fatto la difficile, avrei bloccato le porte così non saresti potuta uscire, ma questo non mi sembra il caso.»
Sbuffai e roteai gli occhi allo stesso tempo, rispose a quella domanda come se fosse una cosa normale obbligare una persona a fare qualcosa contro la sua volontà, rispondeva sempre con indifferenza, beh quando rispondeva, non ché amasse le domande. Ma il silenzio dopo quindici minuti che si era creato era irritante.
«Dove stiamo andando?» Chiesi rompendo il silenzio.
«A fare un giro per Caernarfon.»
«Avrei potuto farlo anche con Gyne nel nostro tempo libero.» Risposi guardandolo mentre invece lui continuava a guardare avanti.
«Dio che lagna però. Dovresti ringraziarmi che ti ho tirata fuori da quel posto per un po'.»
Beh in effetti non uscivo da "quell'edificio" da quando qui, mister simpatia, mi portò al The Crown.
«Dovresti riportarmi indietro prima che faccia sera, Alan avrà bisogno di aiuto.» Sviai la sua risposta di poco fa.
«Tranquilla non è mia intenzione restare con te per tutto quel tempo.» Un sorriso sfacciato spuntò sul suo volto insieme a quelle fossette perfette.
Scossi la testa mandando via quei pensieri.
Continuammo a camminare e quando gli dissi se c'era qualcosa da visitare in questo posto o comunque qualcosa che rappresentasse questo paese per poco non mi rise in faccia. Quindi questo giro consisteva nel camminare al largo e il lungo mentre come una cretina facevo domande a cui non ricevevo risposta.
Figo no?.
«Posso farti una domanda?»
Sospirò prima di rispondere.
«Nell'ultima mezz'ora nei hai fatte un'infinità.» Rispose seccato.
«Quella ragazza, Ana..» A quel nome lui scattò la testa verso di me corrugando le sopracciglia. «Non ti chiederò il perché delle sue bende, perché sono sicura che mi risponderai con un "Non sono affari tuoi."»
«Esatto» Borbottò guardando di nuovo davanti a se.
«Ma vorrei chiederti se ha qualcosa contro di me, voglio dire non ha fatto altro che mandarmi occhiatacce e frecciatine ogni qualvolta che poteva.»
«Non ti conosce neanche perché dovrebbe avere qualcosa contro di te.» Sputò.
Scrollai le spalle non volendo ritoccare quell'argomento, magari era stata solo un'impressione mia, non so.
«Sei nato in questo posto?» Provai con qualcosa di diverso, sarebbe stata anche la volta buona per conoscerlo meglio.
«Si.»
«E' sempre stato così o una volta era meglio. Intendo le persone, erano tutte così.. degenerati e perversi?.» Quest'ultime parole le pronunciai quasi sussurrando e più che una domanda era quasi una affermazione, sentii ridacchiare al mio fianco e quando mi voltai per guardarlo c'erano di nuovo quelle fossette che incorniciavano il suo sorriso e ai lati degli occhi delle piccole rughe d'espressione.
Sorrisi senza nemmeno esserne consapevole di ciò.
«Non è cambiato molto d'allora.» Mi guardò sorridendo mettendo in mostra i suoi denti perfettamente bianchi.
«Hai mai pensato di cambiare paese? Magari in una città grande, dove c'è più prosperità e-»
«Disse lei che da una città abbastanza grande ha trovato lavoro in un buco di merda come questo.» Mi interruppe non troppo bruscamente, cercai di dire qualcosa quindi aprì la bocca inutilmente, quando notò la mia reazione ridacchiò prendendomi nuovamente in giro.
«Beh, tu come ti guadagni da vivere? Sentiamo.» Lo guardai con il naso all'insù e il suo sorrisino scomparì.
«Cazzi miei, torniamo indietro tra un po si fa buio.» Cambiò strada in me che non si dica.
Cosa ho detto?! Dannazione a me.
Per una volta che la conversazione stava prendendo la piega giusta.
__
«Jamie, quel ragazzo che da la festa si chiama Jamie! Sai quella di questo fine settimana? Scarlett? Mi stai ascoltando?» Gyne continuava a parlare di quella festa.
Annuii in risposta, in questo momento non mi importava molto di questo, stavo pensando alla reazione di Harry alla mia domanda. Stava andando tutto così tranquillo.
«Ragazzine non pensate a festeggiare e a organizzare, aiutatemi a servire, il locale è pieno.» Ci riprese Alan non troppo severamente, Gyne si porto una mano alla fronte e si mise all'attenti come un soldato prima di prendere delle bottiglie e avvicinarsi ai tavoli. «Tutto apposto Scarlett?»
«Ehm si, stavo solo pensando.» Sorrisi.
«Riesci ad ascoltare i tuoi pensieri con questo casino? Wow Scarlett!» Scherzò facendomi ridacchiare.
Presi anche io delle bottiglie intenzionata a portarli ai tavoli mentre Gyne e Alan ritornarono dietro il bancone, i miei occhi caddero su una figura seduta su uno sgabello al bancone,con i gomiti poggiati su di esso e dei capelli ricci disordinati ma non era solo, al suo fianco c'era Ana, la ragazza di quella mattina. Lei le parlava vicino all'orecchio, forse perché qui dentro c'è troppo rumore..
Si forse.
Guardai le bottiglie nella mia mano, ero qui per lavorare non dovevo distrarmi così, al dire il vero non sapevo perché i miei occhi caddero proprio li.
Mi voltai e mi avvicinai al tavolo che avevano chiesto queste bottiglie di alcoolici. Gli uomini seduti ridevano e parlavano di cose senza senso.
EFFETTO DELL'ALCOOL.
«Ecco qui.» Dissi loro sorridendo poggiando le bottiglie sul tavolo, si voltarono per guardarmi e il mio sorriso svanii quando il volto di uno di loro mi passò in mente.
Il suo sorriso disgustoso con i suoi denti sporchi e storti.
Il suo sguardo malizioso.
I suoi capelli lunghi e unti.
La sporcizia evidente sul suo viso e sul suo abbigliamento.
Rowan.
No un'altra volta no.
«Fiorellino, chi non muore si rivede.» Rise guardandomi, sgranai di poco gli occhi e cercai di fare un passo indietro, invano perché mi acchiappò dal braccio. «Che c'è? Hai fretta? Resta ancora un po'. » Il sorriso malizioso sul suo volto persisteva e anche se cercai di dimenarmi e andarmene lui si alzò stringendo le mie braccia con le sue mani sporche e disgustose. «Dobbiamo finire quello che abbiamo iniziato qualche sera fa, ricordi?» Cambiò espressione da pervertito al finto innocente mentre gli altri al suo tavolo ridevano.
«Lasciami.» Il suono dalla mia bocca uscì come un lamento, un lamento di dolore che le sue mani provocano alle mie braccia stringendole.
Sorrise ancora una volta prima di passare la sua mano sotto la mia nuca, lo strattonai spingendolo all'indietro ma non riuscii a farlo di tanto. Tanto è vero che si arrabbiò di più, stavolta strinse i miei capelli all'attaccatura della nuca con un'espressione molto arrabbiata prima di avvicinarsi di più.
«Oh mio dio, Scarlett!» Sentì urlare Gyne alle mie spalle. Non potei girarmi per guardarla perché la sua presa era troppo stretta, chiusi gli occhi sia dal dolore che per il suo viso orribile.
Fin quando non sentì il mio corpo barcollare e libero dalla presa di Rowan, aprì gli occhi molto velocemente e vidi la presa della mano di Harry stringere la faccia di Rowan contro un pilastro, così forte che le sue nocche erano ormai diventate bianche. Spalancai nuovamente gli occhi portandomi una mano al petto ancora incredula.
«Vedo che tutti gli avvertimenti che ti ho dato non ti sono serviti, eh?.» Disse Harry a denti stretti e potrei giurare che la sua presa si stringeva sempre si più. Un lamento di dolore uscì dalla bocca di Rowan. «Rispondimi!» Urlò, cosa che mi fece sobbalzare. Gyne mi raggiunse e accarezzò il braccio con la sua mano, la guardai ancora un po spaventata mentre tutti intorno incitavano di più eventuali risse.
Rowan cercò di dire qualcosa ma non ci riuscì a causa della presa di Harry, così quest'ultimo allentò di poco la stretta solo per sentire cosa stesse per dire.
«Styles, chi sei tu? Il suo paladino? L'angelo custode?» Ridacchiò prima che Harry lo tirasse a sé per poi fallo sbattere di nuovo - ma più forte - contro il pilastro e strinse di nuovo la presa.
«Sei un fottuto bastardo, un maniaco, sei un malato di mente.» Continuò Harry ad insultarlo a bassa voce e a denti stretti, con questo casino nessuno potette sentirlo, solamente la mia vicinanza me lo permise.
Harry, concentrato ad insultarlo non si è nemmeno accorto che un amico di quella bestia stava per avvicinarsi ad Harry con un coltello in mano, e sapevo che se non l'avessi fermato l'avrebbe accoltellato in un fianco. Gyne non si era accorta di niente visto che gli occhi di tutti erano puntati su Harry e Rowan, così mi allontanai velocemente da Gyne e presi la prima cosa che mi capitò sotto, ossia una bottiglia di alcool. Non so con quale coraggio, ne dov'era finita la mia paura ma quella stessa bottiglia che tenevo tra le mani in un nanosecondo la ruppi in testa al tizio con il coltello, dopo due secondi lo vidi cadere a terra come un sacco di patate, fu allora che spalancai gli occhi per quello che avevo fatto, Harry voltò di scatto la testa non lasciando la presa su Rowan, guardò prima me, fece scontrare i nostri occhi, poi il tizio per terra e subito dopo il coltello. Si rivoltò bruscamente verso Rowan tolse la presa dal suo viso e la posizionò sul suo collo, il verde dei suoi occhi era scuro, talmente scuro che non sembravano nemmeno i suoi occhi, la mascella tesa e la presa al collo sempre più stretta.
«Ragazzo lascialo stare.» Lo avvertì Alan ma Harry sembrò non importare. «Harry, lascialo, non ne vale la pena.» La vena sul collo di Harry si gonfiò e il viso Rowan aveva cambiato totalmente colore. «Dannazione Harry, lascialo stare!» Urlò più che poteva Alan, mi spaventò un po', non l'avevo mai visto così.
In un batter d'occhio mi ritrovai accanto ad Harry cercando di togliere la sua mano dal collo di Rowan, un'altra volta.
Questo mi fece ricordare la prima volta che lo vidi.
«Harry lascialo, non sporcarti le mani per lui.» Parlai con calma cercando di tirare via la sua mano, ma non lo faceva. «Harry! Ti prego..» In un primo momento urlai ma subito dopo la mia voce si inclinò totalmente. Harry si voltò guardandomi, il suo viso era a pochi centimetri dal mio, guardavo i suoi come lui guardava i miei, il caos sembra scomparire anche se sapevo bene che non era vero, i suoi occhi ritornarono nella loro tonalità originale, la sua presa si staccò bruscamente da Rowan tirandosi indietro, tirandoci indietro, afferrò il mio polso portandomi di nuovo vicino a Gyne, mentre Alan si faceva spazio avvicinandosi a Harry.
«Non finisce qui.» Rowan guardando tra me, Harry e .. Alan. Perché Alan?.
Uscì seguito dagli uomini seduto al suo tavolo tranne quello per terra che sembrava davvero stare male. Dopo un paio di minuti che Rowan fosse uscito, fece lo stesso Harry sbattendo la porta. Sobbalzai per la paura che Harry fosse andato a cercare Rowan di nuovo per continuare la "rissa". Ma Alan posò la sua mano sulla mia spalla rilassandomi, mi dimenticai totalmente della presenza di Ana fin quando non la vidi uscire dalla stessa porta da dove era uscito Harry.
Sarebbe stata da lui ne ero sicura.
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Buon pomeriggio! Sono tornata!
Capitolo sei postato!
Votate e ditemi cosa ne pensate tramite i commenti! Ci tengo davvero tanto. 💕
All the love. xx
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