Chapter Forty-Three.
Il suo respiro batteva insistente sul mio viso mentre il suo - avrei potuto giurarci - si era avvicinato lentamente al mio, causando al mio povero cuore battiti accelerati e il mio stomaco divorato dalle precedenti farfalle diventate api assassine. La sua mano sfiorava ancora la mia e i suoi occhi restano inchiodati nei miei e di tanto in tanto posava lo sguardo sulle mie labbra, in quel momento i suoi occhi erano illeggibili sembrava essere scoppiata una guerra dentro di lui che nemmeno lui stesso riusciva a gestire, qualcosa più grande di lui e di tutto ciò che lo circondava. Il suo viso scattò lontano dal mio e la sua mano si staccò bruscamente dalla mia, si alzò da terra in un nanosecondo scuotendo i capelli e sistemandoli con una passata di mano.
Guardò tutto ciò che lo circondava senza mai posare lo sguardo su me, mi tirai a sedere abbastanza confusa dal suo comportamento. «Andiamo, è tardi.» Ordinò. Il suo tono di voce era diverso da tutto quel tempo passato in quella spiaggia, sembrava essere ritornato l'Harry di sempre, quello strafottente e - mi permetto di dirlo - anche stronzo la maggior parte del tempo. «Tra un paio d'ore è l'alba.» Era passato davvero tutto quel tempo? Mi alzai da terra sbattendo le mani nei pantaloni scacciando via la sabbia rimasta attaccata.
«E'.. è tutto okay?» Azzardai a chiedere un po' esitante.
«Fino a prova contraria.» Rispose stizzito, prima di incamminarsi al passaggio aperto precedentemente da Harry.
Non risposi, mi limitai a sbuffare irritata quanto lui. I suoi repentini cambi d'umore erano capaci di far perdere la pazienza a chiunque essere umano, sfiderei chiunque a passare del tempo indeterminato con Harry per poi venirmi a dire che quel ragazzo aveva dei seri problemi. Ed era quello che stavo iniziando a pensare mentre percorremmo il buio passaggio illuminato solo dalla lanterna nelle mani di Harry, stavo cominciando a pensare che qualcosa lo turbava talmente tanto da riuscire ad influenzare il suo modo di essere e il suo modo di approcciarsi con le persone. Non riusciva mai - almeno per quello che avevo sempre visto io - a provare di mettere di lato quel suo lato odioso quanto irritante che sembrava piacere a molte ragazze. E se non era irritante trovava comunque un modo per infastidirti, che siano battute perverse o squallide, che avevo scoperto erano tutte a fior di labbra, il suo modo diretto era ciò che mi metteva più in imbarazzo.
Lanciai un occhiata al suo profilo, soffermandomi a guardare la sua mascella tagliente come vetro e come quelle sue fossette perfette si nascondevano bene nella pelle chiara della sua guancia.
«Non te l'hanno mai insegnato che è segno di maleducazione fissare la gente?» Parlò tenendo lo sguardo fisso davanti a se.
Inutile dire che sobbalzai leggermente quando mi colse in fragrante così cercai di camuffare il mio imbarazzo e le mie guance leggermente rosse in una finta sicurezza. «Non ti stavo fissando.» Mormorai cercando di essere interessata alle pareti rocciose di quel posto.
Ridacchiò a fior di labbra.«Ovviamente.» Scimmiottò, lo fulminai con lo sguardo ma non credo che lo notò poiché era impegnato a scostare le piante rampicanti in modo da farmi passare. Uscì fuori seguita da Harry ritrovandomi ancora una volta in quella spiaggia per niente accogliente piena di rifiuti e sostante stupefacenti. Arricciai il naso con disgusto quando Harry riprese a camminare facendomi cenno di seguirlo. In lontananza sentimmo delle risate e delle voci accavallate tra di loro. «Stanno andando via.» Mi indicò un gruppo di uomini barcollanti, che feci a fatica ad individuare a causa della lontananza e del buio.
«Come lo sai?» Lo affiancai passando una ciocca di capelli dietro l'orecchio, automaticamente i miei occhi andarono a finire sul suo polso, dove trovai ancora lì il mio l'elastico nero. Aveva intenzione di tenerlo?.
«Te l'ho detto, è quasi l'alba.» Continuò prima di mettere piede sull'asfalto della strada che in quel momento non schifai per niente.
Ci avvicinammo alla sua moto quando sentimmo qualcuno urlare dietro di noi.«Ehi tu! Perché non ci presenti la tua ragazza?!» Ridacchiarono, stavo per voltarmi ma la mano di Harry racchiuse la mia nella sua facendomi dimenticare l'azione precedente.
E potei giurare che stesse formicolando e non perché stesse mettendo forza. «Non ti voltare, farai il loro gioco.» Annuì alle sue parole quando ancora i miei occhi erano puntati sulle nostre mani, sapevo che quel gesto non avrebbe avuto nessuna importanza, stava solo evitando che potessi combinare qualche pasticcio.
«In che bel posto romantico l'hai portata!» Risero così forte che pensai quasi che fosse più vicini di quanto pensassi.
Harry staccò la sua mano dalla mia e salì in moto, aspettando che io facessi lo stesso. Così con lo stesso imbarazzo di prima poggiai le mani sulle sue spalle per poi sistemali esitante sul suo addome. Sfrecciò nella strada lasciandoci alle spalle quel gruppo di uomini dove nelle loro vene scorre solo alcool e droga, quella spiaggia disgustosa, il passaggio e al contrario della precedente, quella spiaggia meravigliosa. Che interpretai come un segreto tra me e Harry, mi piaceva pensarla così.
Accelerò aumentando la velocità e automaticamente strinsi di più le mie braccia intorno il suo busto. Il quale sotto il mio tocco rimase rigido per tutto il tempo, al contrario del viaggio per arrivare in spiaggia, il quale si rilassò subito dopo. Era palese che il mio tocco lo infastidiva così diedi un occhiata dietro di me cercando di trovare qualsiasi cosa su cui aggrapparmi ma quando feci staccare le braccia da lui le sue mani si posarono sulle mie rimettendole di nuovo sul suo corpo. «Cosa vuoi fare? Ucciderti?» Chiese con voce abbastanza alta per farsi sentire nonostante il rumore della moto.
«Volevo solo.. niente.» La sua mano rimase per un po' prima di tornare alla postazione iniziale facendomi quasi sentire la mancava del suo tocco.
Rinunciai all'idea di spostare le mie mani e nuovamente i miei occhi si posarono sul suo polso, avrebbe usato quell'elastico per legare i suoi capelli? Quasi ridacchiai ma cercai di risultare meno strana di quanto già Harry non pensasse. Non potei non ammettere che la tentazione di nascondere il viso nuovamente nel suo collo solo per sentire il suo calore e l'odore della sua pelle era tanta e mi stupì di me stessa e delle mie strane voglie, non era mai stato da me fantasticare su qualcuno in questo modo.
Certo che però nonostante il suo orribile carattere la maggior parte delle volte, sa essere anche divertente, abbastanza normale come quella notte e anche davvero molto attraente, e quasi non negai a me stessa di essere attratta da lui.
E' un bel ragazzo, i suoi occhi verdi sono più belli di una gemma, di un smeraldo, il suo sorriso - non curandomi del fatto di quante poche volte mostrava uno di quelli veri - incorniciato da quelle fossette meravigliose erano capaci di toglierti il fiato, il suo corpo sembrava scolpito facendo così concorrenza ad una di tutte quelle figure mitologiche.
Socchiusi gli occhi quando quelle due volte in cui le sue labbra si posarono sulle mie s'impossessarono di nuovo della mia mente facendomi sentire una stupida a star pensando quelle cose proprio quando la sua schiena è appiccicata al mio petto facendomi andare in fibrillazione.
Smettila di pensare a tutto questo.
E poi, da quanto ti fai questi pensieri?.
A interrompere il flusso dei miei pensieri fu proprio Harry che accostò difronte il The Crown. Così schiarendomi la gola poggiai le mani sulle sue spalle in modo da scendere senza inciampare per poi ritornare a guardarlo.
E adesso?.
«Ecco io.. voglio dire..» Balbettai non trovando le parole giuste per dire ciò che nemmeno io ne ero a conoscenza, stavo più o meno prendendo tempo in modo da trovare le parole giuste e ringraziarlo senza farlo sembrare imbarazzante.
E invece..
«Sei imbarazzante.» Tagliò corto sollevando le sopracciglia e incrociando le braccia al petto.
«Già.» Mormorai con capo basso e un piccolo sorriso tirato.
Per lui ero questo, imbarazzante.
«I-io entro, grazie per il passaggio.» Indicai la porta dietro di me prima di raggiungerla, ma mi fermai a pochi passi dalla porta dell'entrata realizzando che Harry l'aveva chiusa a chiave una volta essere usciti, mi voltai e sospirai lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.
Harry teneva tra le dita le chiavi del locale, scese dalla moto avvicinandosi a me per poi superandomi lasciando sfiorare le nostre braccia.
«Ecco fatto.» Mormorò facendo scattare la chiave nella serratura e lasciare la porta socchiusa.
«Grazie a-anche per-»
«Vai a dormire.» Mi interruppe facendo comparire un sorrisino divertito sul suo viso.
Passai una ciocca di capelli dietro l'orecchio mordicchiando il mio povero labbro inferiore. Non aveva avuto un'attimo di pace quella notte, forse era davvero meglio andare a dormire sperando di poter sul serio dormire. Annuì. «Buonanotte Harry.» Sgranai gli occhi occhi, era quasi l'alba! «Cioè.. voglio dire- quello che ne rimane e-» Corsi sulle parole facendo fatica io stessa a capire cosa stessi dicendo.
«Va bene, okay Scarlett.» Ridacchiò. «Hai davvero bisogno di chiudere un occhio.» Scosse la testa ancora divertito dalla mia stupida boccaccia.
Avrei dovuto imparare a tenerla a freno, entrai dentro sospirando, un piccolo sbadiglio scappò dalla mia bocca quando Harry chiuse a chiave la porta di vetro facendomi notare con il suo sorrisino che mi aveva appena vista sbadigliare.
Socchiusi gli occhi cercando di non far caso al leggero fastidio alle mie palpebre, e quando li riaprì lui era già salito sulla sua moto.
Narrator's point of view.
Harry aveva appena accompagnato Scarlett al The Crown, dove al piano superiore si trovava l'appartamento del proprietario del locale, Alan.
Stava aprendo la porta di quel posto, entrambi ignari che dall'altro ciglio della strada qualcuno che loro stessi non conoscevano, nascosto per bene dietro una struttura abbandonata stesse scattando loro fotografie, cercando sempre di mettere bene a fuoco l'obbiettivo con la sua reflex. Uscì fuori dalla tasca della giacca il cellulare, cercando tra la rubrica il nome della persona che avrebbe dovuto chiamare e informare degli ultimi avvenimenti.
E' mentre il telefono dall'altra parte continuava a squillare, quell'uomo continuava a invadere la privacy di quei ragazzi.
«Cosa vuoi?» Scattò una voce dall'altra parte del cellulare.
«E' tornata adesso, ed è di nuovo con quel ragazzo.» Cominciò.
«Dove sono stati?» Chiese con prepotenza.
Un'altro scattò partì dalla sua reflex, nello stesso istante in cui Harry chiuse a chiave la porta del locale dall'esterno. «N-non lo so, li ho persi di vista.»
«Non sei capace di mandare a termine ciò che ti ordino! Ti avevo chiesto di scoprire dov'erano stati a quest'ora!» Urlò dall'altro lato la voce abbastanza su di giri.
«Mi s-scusi, andavano troppo veloce e le strade erano buie.» Cercò di giustificarsi ma conosceva bene il temperamento della persona che stava dall'altro lato.
«Stai zitto e ascoltami bene. Lascia perdere per ora Scarlett, concentrati su di lui, voglio sapere tutto di lui. Come si chiama, cosa fa, dove abita, che posti frequenta, che tipo è e cosa più importante è sapere cosa centra con lei, cos'è lui per Scarlett. Inizia questa sera stessa e tra un paio di giorni ti voglio qui, voglio sapere tutto quello che hai scoperto.» Ordinò senza mezzi tempi.
«Un paio di giorni? Non riuscirò mai a sapere niente in così poco tempo.»
«Seguilo.» Riattaccò subito dopo.
Alzò gli occhi verso il ragazzo vedendolo sfrecciare via con la sua moto.
Harry's Pov.
Arrivai poco tempo dopo in casa e mi avvicinai con la moto al box, dove dietro correva Axel facendomi quasi cadere una volta sceso dalla moto.
«Ehi ehi ehi, fermo bello. Fammi entrare la moto.» Ridacchiai accarezzando la testa del cagnolone che non faceva altro che saltellarmi intorno. Una volta aperto il box posizionai la moto accanto all'auto per poi uscire e concentrarmi alle attenzioni di Axel, un cagnolone di Husky siberiano di ormai cinque anni, con un paio di occhioni azzurri stupendi. «Cosa c'è, ti sono mancato?» Sorrisi prima che decise di sollevarsi a sue zampe e laccarmi il viso. «Ohw Axel!» Mi sollevai da terra strofinandomi il palmo sulla guancia.
Cominciò a correre e a rincorrersi la coda, aveva cinque anni ma a volte si comportava come se fosse ancora un cucciolo, penso che mi faccia sentire meno solo in questa casa così vuota. Passai come ormai d'abitudine una mano tra i capelli prima di avvicinarmi alla porta di casa e tirare fuori le chiavi.
Alex non aveva problemi ad entrare e uscire quando voleva, poiché nella parte inferiore della porta Axel aveva il suo divisore abbastanza grande per lui.
Sentì ringhiare proprio quando inserì le chiavi nella serratura, girai il capo con un cipiglio notando come Axel fosse in posizione di allerta. «Axel! Andiamo bello!» Cercai di richiamarlo più volte ma senza risultato, ad un certo punto iniziò ad abbaiare e correre tra l'erba abbastanza alta a qualche metro da casa. «Cosa cazzo gli prende adesso.» Borbottai tirando fuori la chiave dalla serratura per poi raggiungerlo, corsi fino in fondo alla strada e lo raggiunsi fino a quello strato d'erba molto alto. Era impuntato in un punto fisso ringhiando e mostrando i suoi canini. Mi avvicinai a lui cominciando a pensare che lì, nascosto tra quei cespugli ci fosse qualcuno, spostai velocemente lo strato d'erba fin troppo alto e non si rilevò nessuno. Sospirai abbastanza scocciato e non nego -stanco- dopo aver passato quasi tutta la notte in bianco, non mi potei di certo lamentarmi visto che l'ho voluto io. «Stai perdendo colpi, amico.» Accarezzai la sua schiena prima di voltarmi ed incamminarmi verso casa, ma ovviamente Axel non mi stava per niente seguendo. «Axel, ti lascio dormire fuori stanotte se non ti muovi di lì.» Usai un tono abbastanza autoritario e lui smise di ringhiare e corse per raggiungermi. «Mhh, buon per te..»
Avrei fatto volentieri a meno di quella passeggiata fino a casa, ma Axel non mi aveva dato altra scelta, una volta dentro proseguì dritto in cucina aprendo il frigo e facendo comparire un'espressione disgustata in volto, era assolutamente vuoto se non fosse stato per qualche lattina di birra e un cartone di latte.
Cazzo, era finita anche l'acqua!
«Che schifo la vita amico mio, guarda qui.» Tirai fuori il latte e un bicchiere dalla dispensa. Axel emise un lamento strozzato prima poggiare il muso per terra. «Ehi ma che ti lamenti? Tu hai da mangiare.» Feci cenno alla sua ciotola di croccantini all'angolo della stanza.
Mandai giù lentamente il latte ripensando alle ore precedenti, forse mi ero azzardato troppo a portare Scarlett in quella spiaggia.
E l'avresti sul serio lasciata piangere e singhiozzare sul pavimento della sua stanza?
Guardai Axel che non si era mosso di un centimetro da prima, se non avessi saputo che la mia coscienza era venuta a farmi di nuovo visita avrei pensato che quello che stesse parlando fosse proprio Axel.
Era solo del latte quello che ho bevuto perché stavo cominciando a farmi dei complessi?!
Non bastò quella vocina interiore o quei stupidi pensieri che stavo cominciando a fare ad evitare che le immagini di poco prima corressero per la mia mente. Mi sono comportato come un tale stupido, non avrei dovuto raccontarle così tanto di me. Anche se pensandoci bene averle raccontato come facevo a conoscere quel posto non era poi così personale se non per alcuni particolare che omessi.
Mi passai ancora una volta la mano tra i capelli sospirando rumorosamente, quella ragazza mi sta fottendo il cervello.
Fin quando è quello.
Strinsi i denti prima gettare il bicchiere nel lavello, poggiandomi di schiena su di esse, portando le braccia al petto.
Sono stato un Harry totalmente diverso dal solito, per questo credo che alla fine sia stata confusa dal mio repentino cambiamento ma cazzo, l'avrei baciata senza lasciarla respirare un secondo, avrei accarezzato quella sua pelle delicata del viso e il profumo di vaniglia che emanava la sua pelle, se quel briciolo di lucidità mi avesse abbandonato. Il modo in cui la sua mano restava inerme sotto la mia, mentre sfioravo la sua pelle liscia e fredda e i suoi occhi non schiodarono dai miei mi fece quasi pensare che fosse sicura di quello che volesse. Ma avrebbe potuto essere anche confusa dal quel tipo di comportamento da parte mia. Il suo modo di stringersi a me durante quella curva presa in maniera brusca, mi fece così strano il suo viso così vicino al mio collo, il suo modo di nascondersi e quando improvvisamente sentì la punta nel suo naso sfiorare il mio collo.
Era una così rompicoglioni, era imbarazzante, impicciona, non faceva altro che creare problemi ma nonostante tutto sembrava che lei non lo facesse perché ci trovasse gusto. Ed era questo che mi sorprendeva più di lei, faceva tutto con una così spontaneità ed era pessima a mentire. Non avevo mai conosciuto nessuno come lei, era diversa da tutte. Mi divertiva metterla costantemente a disagio fin quando non avrebbe cominciato a portarsi il labbro tra i denti, gesticolare nervosamente o correre nelle parole senza dare loro un senso.
Proprio come quando l'accompagnai quella notte a casa.
Sorrisi divertito prima incamminarmi in camera seguito da Axel.
«Non salire sul letto.» Ordinai quando stava per saltare, si rannicchiò sul tappeto della stanza mentre mi tolsi le scarpe. «Dovresti imparare a non sporcarti prima.» Misi via la maglia e i jeans prima di avvicinarmi a lui e accarezzargli il muso.
Sbadigliai e mi buttai a pancia sotto sul letto, proprio alle prime luci dell'alba.
Qualcosa mi dice che passerò metà della giornata a dormire.
Scarlett's Pov.
Inutile dire che quando Harry mi aveva lasciata al The Crown mi addormentai senza più svegliarmi fino a quando non diedi un'occhiata al cellulare, sobbalzai quando lessi che mancava un quarto d'ora a mezzogiorno. Scostai velocemente le coperte dal mio corpo e mi alzai in un nonosecondo, portai una mano alle tempie quando ebbi un capogiro e la mia vista si oscurò leggermente.
Avrei dovuto fare con più calma. Rimproverai a me stessa, abbassai lo sguardo al mio corpo notando ancora i vestiti delle ore precedenti, non avevo pensato minimamente a cambiarmi e stranamente riuscì a dormire con i jeans.
Non diedi molta importanza a questo e decisi che dopo avrei fatto una doccia togliendo così la poca sabbia rimasta tra i miei capelli.
Entrai in cucina ancora assonnata e lasciai andare un urlo strozzato quando qualcuno con un "Buh" e le dita sui miei fianchi mi fece prendere un colpo.
Mi allontanai velocemente e ancora prima di vedere con i miei occhi di chi si trattasse ma la sua risata risolse il dilemma. Louis era piegato in due dalle risate e le lacrime agli occhi. Afferrai un cuscino dal divano colpendolo in viso.
«Ehi, passiamo alle maniere pesanti stamattina, eh?.» Afferrò il cuscino caduto a terra dopo aver sbattuto sul suo viso.
«Mi hai spaventata idiota! Mi sono appena svegliata, avresti potuto risparmiartelo!» Lo rimproverai anche se non ero davvero arrabbiata, un po' infastidita tutto qui.
Mi avvicinai al frigo tirando fuori il cartone di latte ancora imbronciata. «Notte bianca, ti sei divertita?» Alzai lo sguardo dal bicchiere appena preso al suo viso dove un ghigno malizioso s'impossesò del suo viso.
Roteai gli occhi al cielo alla sua stupidità. «Da quanto sei qui?»
«Da stamattina.» Rispose seriamente, la sua espressione però non rimase tale poiché un sorrisetto sghembo comparì nuovamente. «Dalle quattro e un quarto del mattino al dire il vero.»
Quasi mi strozzai con il latte freddo, dalle quattro del mattino?! Sono arrivata più o meno a quell'ora ma non l'ho visto qui! «C-cosa?»
«Ti ho vista arrivare, ero sdraiato sul divano. Sai anche io ho fatto notte bianca non solo tu e questo è il posto più vicino che ho trovato per andare a dormire.» Spiegò come se fosse la cosa più normale del mondo.
Si okay, stiamo parlando di Louis ma voglio dire.. «Il posto più vicino che ho trovato per andare a dormire..» Ripetei perplessa. «Ma dimmi un po' tu dormi dove ti capita? E poi no, non ho fatto notte bianca o qualcosa del genere.» Mandai giù velocemente il latte rimasto nella tazza per poi lasciarla cadere nel lavello.
«Solo quando sono ubriaco marcio o non mi va di andare a casa.» Annuì alle sue stesse parole ma quando tornò a guardare il mio viso abbastanza sorpreso della sua rivelazione continuò a parlare. «Comunque sia io ho visto quindi basta.» Appoggiò i gomiti al bancone inchiodando i suoi occhi azzurri nei miei.
«Hai visto cosa?» Chiesi interdetta.
«Scarlett, Scarlett..» Sospirò scuotendo la testa in modo teatrale, colpì il suo braccio facendolo ritornare dritto mentre massaggiava il suo braccio con una smorfia di dolore. «Picchi forte.» Si lamentò ancora, alzai gli occhi al cielo. «Va bene va bene, ho visto la moto di Harry.» Sorrise in modo sghembo lasciando immaginare a cosa stesse alludendo. «E ho visto anche voi.»
«Ma non eri sdraiato tu?!» Esclamai allargando le braccia.
«Dopo, ma prima ero andato a pisciare e quando sono tornato ho sentito il rombo della moto, mi sono avvicinato alla finestra e vi ho visti.» Spiegò sollevando le sopracciglia, mentre la mia espressione rimase impassibile. Come si può sopportare un Louis di prima mattina?!
E' mezzogiorno. Ribadì la mia vocina nella mia testa..
«Vi siete divertiti, eh?» Ammiccò. «Avete fatto scintille immagino.» Ridacchiò facendomi arrossire leggermente.
«Sei un porco, e smettila con queste battutine mi hai già messo nei casini una volta.» Portai dietro l'orecchio una ciocca di capelli abbastanza frustata, si dilettava in questo modo, avrei dovuto capirlo dalla battuta dei conigli in calore.
Feci per andarmene. «Ooh ti riferisci quando-»
«Si!» Esclamai non dandogli modo di continuare, non mi fermai e proseguì fino alla porta della mia camera, dove preparai dei vestiti da mettere dopo la doccia.
«Però l'avete fatto?!» Urlò dalla cucina facendomi spalancare gli occhi.
Uscì dalla camera e prima di chiudermi in bagno, urlai; «No!»
Inutile dire sopportai le sue frecciatine fino a dopopranzo, il quale aveva lasciato interdetto anche Alan che non capiva il senso di quelle sue battute ignaro di quello che accadde la notte precedente, perché doveva comportarsi da bambinone? Louis è davvero simpatico e tutto ma quando fa così lo butterei volentieri dalla finestra.
Fortunatamente gli elastici non mi mancavano e dopo quello che mi rubò Harry nello zaino ne trovai un'altro, con i capelli lunghi che mi trovavo e il movimento che facevo aiutando Alan con gli scatoloni vuoti con Gyne, avevo necessariamente bisogno di tenere i capelli legati in qualche modo. Odiavo quando mi andavano a finire davanti al viso, mi veniva di tirarli fino a strapparli.
Alan di tanto in tanto mi lanciava delle occhiate che non riuscivo a decifrare e stavo cominciando a chiedermi se stessi sbagliando qualcosa, ma ogni volta che lo coglievo in fragrante prestava attenzione a qualcos'altro. Gyne mi diede una gomitata. «Potresti aiutarmi per favore?.» Chiese con un filo di voce mentre gli scatoloni superavano la sua figura, mi scusai più volte e cercai di togliere gli scatoloni che occupavano la sua vista. Passammo il pomeriggio così, aiutando Alan con gli scatoli vuoti, sistemando in magazzino e parlando del più e del meno.
Mi disse anche la mattina aveva incontrato Niall, e quando si era avvicinata per salutarlo, lui rispose solo un "Ciao." prima di andare via molto di fretta.
«Mi manca il rapporto che avevamo prima.» Sussurrò giocando con le mani sul suo grembo, eravamo seduti su una panchina sul retro e il suo capo era basso. Accarezzai la sua schiena lentamente, facendo su e giù. «Non capisco cosa gli prende, passava quasi tutto il suo tempo con me, e veniva a trovarmi nei turni di mattina qui al locale pur sapendo che Alan l'avrebbe costretto ad aiutarmi.» Mormorò ancora.
Presi tra i denti il labbro inferiore cercando di tirarle su il morale in qualche modo, non avrei potuto dirle tutto, avrei tradito la fiducia di Niall, ma in questo modo non nego di star tradendo la sua. «Magari andava di fretta.» La mia voce uscì abbastanza acuta così mi schiarì la gola cercando di sfuggire alla sua espressione accigliata. «Forse non aveva tempo.»
Sospirò prima di scuotere la testa.«Non si tratta solo di questo, hai visto come mi evita ogni volta che viene qui con i ragazzi?»
Annuì. «Mi dispiace.»
Lei scrollò le spalle prima di guardarmi con un piccolo sorriso. «Le cose non vanno come mi aspettavo nemmeno Liam.»
«Cosa vuoi dire?» Raddrizzai la schiena,preparando le orecchie.
«Non avevamo mai parlato di .. quel bacio.» Mi lanciò un occhiata in modo da assicurarsi che la stessi seguendo, la spronai a parlare. «Quando gli ho chiesto se potevamo parlarne lui non mi negò questa possibilità, ma mi disse che era ubriaco e che gli dispiaceva, finì il discorso con un "Sei una buona amica."»
Sgranai gli occhi e ripensai come i ragazzi se ne uscivano facilmente con un ero ubriaco, o addirittura dimenticavano cosa fosse successo.. io non credo dimenticherei mai una cosa del genere.
Ma Harry non sembrava dello stesso parare.
Non si ricorderà di quel momento e mi sento fottutamente stupida.
«Lui ha creduto che io volessi chiarire perché non volevo che si creasse imbarazzo tra di noi. In realtà speravo che mi dicesse che gli piacevo e che voleva provare ad iniziare un rapporto con me.»
«Il mare è pieno di pesci, Gyne.» Le sorrisi debolmente.
Ridacchiò a fior di labbra. «Aspetterò prima pescarne qualcuno.» Annuì. «Tu invece? Qualcuno ha abboccato all'amo?» Ammiccò lanciando leggere gomitate.
«No, anche perché non nemmeno preparato la canna da pesca.» Scherzai, le strappai un sorriso sincero.
«Dovresti, sei una figa pazzesca e quel tatuaggio lì,» Fece cenno con il capo al mio fianco. «E' la prova che non sei la Scarlett noiosa che si fa pregare per andare a qualche festa o rave che sia.»
«Ti ringrazio per la noiosa, questa me la lego al dito.» Feci finta di essere arrabbiata quando lei rise leggermente. «Cosa.. cosa provi per Liam?» Corrugò le sopracciglia. «Voglio dire, cosa senti quando sei con lui?.»
Lei sospirò fallendo miseramente nel trattenere un sorriso. «Intanto gli ormoni impazziti.» Ridacchiò facendo ruotare gli occhi al cielo. «Non è molto complicato da spiegare, è così maledettamente sexy che lo prenderei per la maglietta e lo sbatterei al muro, anzi no, gli strapperei i vestiti da dosso fino a farlo rimanere nudo davanti a i miei occhi e-»
«Si penso di aver capito.» La stoppai prima che cominciasse a scendere nei dettagli.
«No, no, non puoi. Quel ragazzo è il sesso che cammina.» Commentò dopo aver sorriso maliziosamente.
Scossi la testa con un piccolo sorriso divertito e concentrai i miei occhi in un punto fisso senza un preciso motivo, la mia mente cominciò a vagare e tutto quello che fu la risposa di Gyne non aveva nessuna traccia di sentimenti, era palese fosse solo un'attrazione fisica e ne ebbi la conferma, era così strano poiché avevo posto quella domande proprio per trovare delle risposte, delle risposte a delle domande che stavo cominciando a pormi.
Stavo cominciando a pormi delle domande su Harry, sulle sensazioni che provo per lui e anche se la risposta di Gyne non mi era servita a molto, insomma quando stavo con Harry non sapevo cosa aspettarmi, avrei potuto aspettarmi una situazione imbarazzante, un Harry odioso, incazzato o addirittura stranamente gentile come la notte precedente, aveva un non so ché di strano, era gentile e quello che provo per lui vacilla tra il sputargli in un occhio, urlargli quanto lunatico sia, prenderlo a schiaffi e il volergli stringere la mano nella mia, sentire il calore delle sue braccia intorno al mio corpo come quando ci trovavamo alla cascata e mi lasciai andare tra le sue braccia, così forti e delicatamente allo stesso tempo.
E la cosa che mi spaventava di più fu che il mio cuore cominciava a scalpitare in modo differente dall'inizio, sentivo delle strane strette e vuoti allo stomaco e mi sentivo andare in fibrillazione con un suo solo tocco.
Non avrei negato che mi sentivo attratta da lui, ma non credo che avrei ammesso così facilmente come Gyne il fatto di voler strappargli i vestiti fino a ..
Così come sono mi sarei imbarazzata solo a pensarlo.
Ma il fatto che mi ritrovai a desiderare le sue labbra sulle mie che mi spaventò di più, in quel momento volevo solo quello e quando si alzò bruscamente da terra non potei non negare che uno strano senso di vuoto e di delusione si espanse dentro di me. E questa sensazione così.. come dire, strana, orribile non mi era mai capitata.
Ovviamente Gyne non poteva darmi le risposte che cercavo.
E la risposta che evitavo di darmi era alla domanda; Mi starò innamorando di Harry?.
Spazio Autrice;
Buon pomeriggio! Ecco a voi un nuovo aggiornamento! In quanti l'aspettavano?
Ve l'avevo detto che l'avrei postato oggi xx
Come vedete in questo capitolo c'è un Narrator's point of view e uno di Harry!
Cosa ne pensate? Secondo voi chi ha mandato quell'uomo a spiare Scarlett e adesso anche Harry? Che cosa starà tramando?
E dei pensieri di Harry?
Scarlett si starà innamorando?
Quanti punti interrogativi in questo capitolo!
Insomma bellissime, votate e commentate dicendomi cosa ne pensate qui nei commenti!
See you soon guys!
All the love. xx
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