Chapter Fifty-one
Gyne la sera era arrivata in anticipo proprio perché Alan non era ancora arrivato, dovevamo assicurarci che tutto fosse apposto prima dell'apertura e stavo cominciando a preoccuparmi. Non era mai stato via così tanto tempo per ritirare della merce fuori città, cominciai a chiedermi se gli fosse accaduto qualcuno o che magari la sua macchina avesse fatto cilecca. Ma i ragazzi mi assicurarono che se qualcosa del genere fosse successo avrebbe di certo chiamato.
Gyne non credeva ancora che Alan avrebbe assunto qualcun'altro, non riuscii a capire se questa cosa la infastidisse o fosse contenta del fatto che il suo lavoro non sarebbe più stato così pesante.
I ragazzi avevano preso posto in un tavolo nel locale ormai pieno, e se Gyne stava al bancone io avrei dovuto girare tra i tavoli e viceversa. Mi chiedevo come facessero prima Alan e Gyne da soli, era così pesante e stressante in due. Servii degli shots a dei ragazzi che stavano scommettendo su chi ne bevesse di più, trovai quel gioco abbastanza stupido così girai i tacchi senza degnarli di una parola.
Sbuffai avvicinandomi al bancone e poggiai i gomiti sul ripiano di fronte a Gyne.
«Se tutta questa storia della nuova arrivata è finta io ti uccido.» Borbottò Gyne preparando velocemente un cocktail, un uomo al mio fianco urlò che aspettava ancora il suo drink e fu quello a far scattare Gyne. «Aspetta il tuo turno!» Rispose allo stesso modo e dovetti girarmi per non farmi scoprire a ridere.
I miei occhi si posarono sulla figura di Harry dove trovai i suoi occhi studiarmi per bene, il sorriso divertito di poco prima scomparii rimpiazzato da un'espressione più seria e non accennammo distogliere lo sguardo finché Liam al suo fianco lo chiamò con una gomitata. Sospirai continuando a guardare il loro tavolo, erano tutti seduti a cerchio e fortunatamente Ana se ne era andata nel pomeriggio, la sua presenza stava cominciando a stancarmi, evitai di restare nella sua stessa stanza per poco più di un quarto d'ora. Non faceva altro che puntare insistentemente i suoi occhi su di me, guardandomi quasi disgustata, non risposi a nemmeno una delle sue provocazioni che consistevano nel toccare le spalle di Harry o le cosce, e scesi di sotto dopo che tirò fuori un argomento totalmente a me estraneo che sembrava coinvolgere davvero tutti.
«Dovresti portar loro le loro birre, Zayn è venuto chiederle.» Mi informò Gyne, così annuii per niente convinta, afferrai un paio di bottiglie per ogni mano e mi incamminai verso il loro tavolo quando Gyne mi richiamò. «Dopo possiamo parlare un po'?» Mi guardai intorno osservando il locale strapieno, sarebbe stato difficile.«Se c'è lo permettono.» Sorrise lievemente imbarazzata.
«Certo.» Ricambiai il suo sorriso prima di riprendere ciò che stavo facendo, arrivai al loro tavolo e mi fermai tra Niall e Louis posando le bottiglie.
«Grazie mille.» Sorrise Liam prima di portare la bottiglia già stappata alla bocca.
Harry evitò di guardarmi concentrandosi solo sulla bottiglia e sul suo cellulare.
«Adesso ti portò la tua.» Dissi a Zayn, avevo solo portato quattro bottiglie, purtroppo non riuscivo ad aggiungerne un'altra.
«Non preoccuparti.» Sorrise dolcemente prima di intraprendere una conversazione con gli altri.
Mi allontanai afferrandone un'altra e gliela portai mi congedò con un Grazie dolcezza e un occhiolino che mi portò a ruotare gli occhi al cielo, e potei giurare di aver notato gli occhi di Harry su di noi.
Non riuscivo a comprendere il suo comportamento, era vero che io non riuscivo a parlargli dopo quel che era successo, ma solo per quelle sue parole un po' spinte. Era imbarazzante per me, avevo una valida giustificazione poiché ogni volta che i suoi occhi si soffermavano troppo sul mio corpo mi incasinavo e cominciavo a chiedermi se quei pensieri girovagassero liberi per la sua testa.
E non potei neanche negare quella delusione che cresceva in me dopo quelle sue parole, ero al corrente della attrazione fisica che provavo nei suoi confronti ma i miei sentimenti andavano oltre a questo, forse avrei sperato di sentirmi dire lo stesso.
Ma era Harry, ed era già tanto che mi avesse dato una spiegazione, parlato in parte della sua vita. Sarebbe stato opportuno prendere le distanza da lui ma sapevo che non ci sarei riuscita, quindi avrei solo dover lasciar stare le sue parole?
Quando mi avvicinai a Gyne i suoi occhi erano fissi su di me per niente sereni, nell'ultimo periodo sembrava tormentata e inquieta. «Ti senti bene?» Chiesi preoccupata, la solita Gyne quella estroversa con tutti, con un sorrisone a trentadue denti e che con le sue rispose non dava soddisfazione a nessuno ultimamente sembrava non prevalere alla sua parte pensierosa e agitata.
«Si, credo.» Torturò le sue mani in quell'attimo di pace dato dai clienti del The Crown. La guardai per niente convinta delle sue parole. «Possiamo parlare adesso? Devo chiederti una cosa.»
«Si, ma penso non sia possibile allontanarci da qui.» Il posto era pieno e noi eravamo due, se saremmo uscite entrambe sarebbe successo un pandemonio.
Lei annuì d'accordo.«Si mi va bene.» I suoi occhi si posarono in un punto dietro di me che non temei a seguire; Niall, il suo braccio era intorno alle spalle di Louis, con la sua contagiosa risata a fior di labbra. Sospirai tornandola a guardare, uno sguardo che la incitava a spiegarsi meglio, non avrei capito niente da una semplice occhiata. «Perché fa così?» Chiese con mestizia. «Non è questo che ti voglio chiedere ma non riesco a capirlo.»
In tutta quella situazione mi sentivo come una palla da ping pong, sbattevo in ambi i lati ascoltando le due campane e non potevo fare niente per aiutarli, non volevo tradire la fiducia di Niall ma far finta di non sapere niente e nascondendo tutto questo a Gyne era come se io stessi tradendo la sua di fiducia. «N-non saprei.»
«Si, me l'hai già detto. Tutto quanto è iniziato in quello stupido campeggio, avrei dovuto ascoltarti.. era meglio restare a casa.» Si lamentò gettando furiosamente lo straccio sul bancone.«Era con Liam che aveva dei problemi e adesso guardali, sono contenta che abbiano risolto non fraintendere ma sembra che entrambi abbiano firmato un contratto contro di me.» Gesticolò indicandoli e quasi non le staccai le mani mandandole un'occhiataccia.
Non capivo la sua mania di indicare le persone quando parlava di loro.
«Perché entrambi? Liam non ti parla?» Chiesi poi perplessa, Niall mi aveva raccontato che Liam non era interessato ma credevo intendesse che comunque le parlava.
Cristo che confusione.
«Si, lo fa.» Scrollò le spalle come qualcosa di poco conto. «Ma lo fa come prima del bacio e di tutto il resto.»
«Speravi ancora che cambiasse idea sui suoi sentimenti?» Tutto quello che provava per lui era solo una dannata attrazione fisica, ne avevo avuto la prova di come ne parlava quando gli chiesi cosa provasse ogni volta che lo vedeva.
E mi ricordarono tanto le parole di Harry di quel giorno.
«No, nemmeno io provavo qualcosa per Liam, era più come..-»
«Tensione sessuale?» La interruppi, spalancando poi gli occhi gridandomi di essere stata una stupida. Non mi sarebbe dovuto scappare.
Sul suo viso spuntò un sorrisino scrutandomi per bene. Cosa?! Urlai dentro di me.«No, io credo che la tensione sessuale sia quell'elettricità che lega due persone, le attrae follemente e le fa puntualmente scontrare.Si manifesta in pochi secondi senza un perché particolare e solo con le persone che ci attraggono o che pensiamo non ci piacciano. Non è niente di negativo, ma non è neanche segno di vero amore o stronzate varie come credono in molti; Capita, punto.»
Non è niente di negativo, ma non è neanche segno di vero amore o stronzate varie come credono in molti; Capita, punto.
Mi schiarì la voce sperando non risultasse per niente acuta. «Wow, sei davvero informata.» Tirai su un sorriso e mi grattai nervosamente la nuca.
Non è niente di negativo, ma non è neanche segno di vero amore o stronzate varie come credono in molti; Capita, punto.
Maledissi la mia mente poiché sembrava essersi soffermata su quella frase.
Capita, punto.
Mi dissi, puntando poi di nuovo gli occhi sul soggetto che sembrava prendersi tutta la mia completa attenzione.
E lui non sembrava nemmeno accorgersene.
«Tutto questo tra me e Liam non c'è mai stato. Da parte mia c'era solo dell'attrazione fisica.» Continuò poi. «Comunque sia non era questo ciò che dovevo chiederti.» Rotolò una ciocca dei suoi capelli castani intorno al suo indice ciò mi fece capire che era davvero nervosa.
«Dimmi pure.» La incoraggiai quando un ragazzo si avvicinò chiedendoci una bottiglia vuota per il gioco appunto della bottiglia.
Gyne si lamentò rumorosamente. «Cerca nella spazzatura.» Sollevai le sopracciglia incredula alla sua risposta.
«Che cosa?! Non cercherò nella spazzatura!»
«E non giocherai stasera al gioco della bottiglia.» Controbatté Gyne.
Sospirai facendo il giro del bancone e mi chinai tirando fuori una delle bottiglie vuote che aspettavano di essere buttate. «Ecco qui.» Gliela porsi guardando entrambi.
«Grazie.» Ammiccò sfilando dalla mia mano la bottiglia prima di rifilare un'occhiataccia a Gyne. «Cerca tu nella spazzatura, forse troverai del buon senso per non rischiare di perdere i clienti.» Quasi non fumavano le orecchie a Gyne mentre il ragazzo mi ringraziò un'ultima volta prima di andare via.
«Che gentaglia.» Farfugliò.
«Certo, cosa volevi chiedermi Gyne?» Andai dritta al punto, sperai non mi chiedesse l'impossibile.
«Oh si, ecco.. mi chiedevo se,» Deglutì. «Se potresti parlare con Niall, ecco l'ho detto.»
«Cosa dovrei dirgli?» La mia bocca era ancora schiusa dalla sorpresa.
«Non lo so, magari potresti accennargli del fatto che mi evita e chiedergli il perché. Ma ti prego aiutami.» Mi pregò sistemando le mani a mo' di preghiera e una faccia da cucciolo, non che mi suscitasse tenerezza, la trovavo davvero divertente.
«Va bene, gli parlerò.» No che non l'abbia già fatto. Sorrise prima di allungare le braccia oltre il bancone. «Ma non ti prometto niente.» Riuscì a dire tra le sue braccia che mi stavano stritolando.
«Grazie, grazie, grazie!»
«Okay.. non respiro.» Parlai con voce strozzata.
«Come?»
«Non respiro..» Riprovai.
«Oh, scusa.» Ritirò subito via le sue braccia sistemandosi il grembiule, scoppiamo in una fragorosa risata una volta che i nostri occhi si incontrarono. «Grazie.» Mi ringraziò ancora una volta, doveva essere davvero importante per lei e se solo avesse ricambiato i sentimenti di Niall, dio se sarebbero stati una coppia perfetta.
Ma ai sentimenti non si comanda.
I suoi occhi mi guardarono spalancati e il suo modo di reprimere un sorriso mi fece accigliare, e quando non riuscì più a reprimerlo si lasciò scappare un Oh mio dio prima di lasciare crescere quel dannato sorriso. «Non ci posso credere! Hai risolto con Jamie e non mi hai detto niente?!»
«Cosa? No.» Cosa centrava Jamie in quel momento? Avevo perso qualche passaggio senza rendermene conto?
«L'ho visto.» Si dondolò su i talloni come una bambina.
«Jamie?»
«Più o meno.. Oh mio dio Scarlett, avresti dovuto dirmelo, ti fa male?» Pressò le dita sul mio collo facendomi sobbalzare e imprecare sottovoce per il lieve dolore provato, ed entrai nel panico quando i capelli che per tutto il giorno avevano coperto il livido lasciato da Harry avevano fallito nel loro lavoro, con una delle persone che quando ci si metteva diventava terribile.
Che dio mi aiuti.
Pensai.
«Diamine se ci sa fare quel ragazzo! Com'è stato?» Ammiccò guardando ancora quel punto, così sistemai nuovamente i capelli nascondendo l'enorme livido da occhi indiscreti. Anche se la prima a cui avrei dovuto tenerlo nascosto era proprio Gyne. «Avanti racconta!»
«C-che c-cosa?» Torturai le mie mani tramanti, perché queste cose capitavano sempre a me?
«Si certo, fai finta niente.» Portò gli occhi al cielo. «Com'è stato fare pace con Jamie, eh?» Le sue sopracciglia fecero su e giù il che mi mise più sotto pressione.
Jamie, ecco cosa centrava lui.
Non potevo dirle "No sai, è interessante. Non è stato affatto lui, ma quel bipolare di Harry, che dopo aver scoperto faccia gare clandestine e incontri di boxe.. per non parlare della sua situazione famigliare mi ha accompagnata a casa sbattendomi contro la porta del retro mentre ci mangiavamo la faccia, oh si ecco, lì mi ha lasciato questo fantastico succhiotto!" No, non l'avrei fatto.
«Va bene, ti perdono per non avermelo detto prima ma adesso voglio tutti i dettagli! Dov'è stato? Quando è successo? Penso da non troppo tempo visto che ti fa ancora così male e poi dimmi, ti è piaciuto? E non dirmi che.. oltre quel bel marchio che ti ha lasciato c'è dell'altro?» Sorrise maliziosamente lanciandomi frecciatine ben evidenti.
«Okay basta.» Non avrei parlato di quella faccenda con Gyne, e sapevo che avrebbe continuato a pensare fosse stata opera di Jamie, ma con lui non ci ho avevo ancora parlato non vedevo come sarebbe potuto essere lui. Ingoiai il groppo in gola mentre lei aspettava impaziente. «Vado a buttare la spazzatura.» Annuii alle mie stesse parole.
«Ma non c'è niente da buttare.» Si lamentò. «Ti prego, raccontami di più!»
«Si trova sempre qualcosa da buttare e tu devi lavorare.» La congedai entrando in magazzino, continuò ancora a lamentarsi e sospirai sollevata quando fui fuori dalle sue grinfie. Sapevo che per lei non fosse un problema parlare di questo ma era una situazione complicata e volevo evitare di combinare un pasticcio.
Mi guardai intorno cercando qualcosa da portare fuori, non mi dispiaceva prendere una boccata d'aria, stranamente, molto stranamente niente nei paraggi sembrava aver bisogno di essere buttato, mi ricordai delle bottiglie vuote sotto il bancone ma che non sarei andata a prenderle vista la presenza di Gyne.
Sospirai aprendo la porta del retro e uscire fuori con le mani nelle tasche posteriori, rabbrividii quando la brezza della sera sfiorò il mio viso, non c'era niente da fare lì e come brava amica avrei dovuto essere dentro ad aiutare Gyne ma pensandoci bene lì fuori si stava meglio.
Afferrai il cellulare quando quest'ultimo vibrò segnalando un messaggio.
Da: Zia Judith.
Chiamami quando puoi, ho delle novità da raccontarti! Ti voglio bene tesoro.
Sorrisi riponendo il cellulare in tasca, da come l'aveva scritto dedussi non era niente di grave. Chissà cosa avrà combinato, lei era diversa da mia madre e dagli altri due fratelli, e non solo per il colore dei capelli. Zia Judith era sempre stata la più estroversa e la più rumorosa. Non era mai stata sposata e sicuramente non era la figlia preferita di nonna. Voleva dei figli perfetti e sembrava aver avuto un gran risultato con John e Carter, uno medico e l'altro uno dei migliori avvocati, con dei figli anche loro perfetti ma a parer mio troppo altezzosi.
Adorava i suoi nipoti, praticamente aveva progettato non solo la carriera dei figli ma anche la loro. Una volta si arrabbiò con me perché le dissi che non era nei miei piani diventare una dentista, odiavo i dentisti, volevo seguire le orme di mio nonno e questo non le piaceva molto visto che aveva progettato questo lavoro per Samuel, figlio di John.
Pensai fosse questo l'esatto motivo del perché non mi guardava con un occhio di riguardo come gli altri, in quella famiglia sembravo solo il brutto anatroccolo, proprio per questo preferivo starmene fuori dalle loro discussioni trovando davvero noioso parlare del surriscaldamento globale o altre merdate.
A portarmi lontana dai miei pensieri della mia fantastica famiglia fu la porta del retro sbattere, segno che qualcuno fosse appena uscito.
«Si Gyne, sto entr-» Mi bloccai quando mi accorsi di aver toppato in pieno, la figura di Harry era in piedi a pochi passi dalla porta, le sue mani nelle tasche e i suoi occhi mi dicevano che mi stava cercando. Deglutii distogliendo lo sguardo da lui mordicchiandomi il labbro.
Cosa avrei dovuto fare? Aspettai che fu lui a parlare, era stato lui a seguirmi.
Si avvicinò lentamente e i miei occhi sballottavano dappertutto tranne che su di lui, dopo gli eventi accaduti la mattina, come facevo a guardarlo senza che le sue parole mi sfiorassero? Era praticamente impossibile.
«Gyne l'ha visto.» Sapevo di cosa stesse parlando ma non capii come potesse sapere questo lui, con tutta quella confusione lì dentro era davvero improbabile che la sua attenzione fosse rivolta a noi.
A me.
Puntai finalmente gli occhi su di lui ma non accennai aprire bocca, sorrise divertito passando il suo indice sul suo sopracciglio. «Sai è divertente.» Avanzò ancora e mi chiesi cosa trovasse di così divertente, sapevano tutti quanto poteva essere asfissiante Gyne. Il suo corpo era una spanna di distanza dal mio e i miei occhi fissi sul suo petto coperto da una maglietta leggera bianca a causa della sua altezza. «E' divertente il fatto che lei pensi che questo sia opera di quel coso senza palle.» Ridacchiò facendo un cenno al mio collo.
Presi un grande respiro per niente divertita dalle sue parole, pressai le labbra in una linea sottile puntando gli occhi sul suo viso.
Notò nessun segno di divertimento sul mio viso e il suo si rabbuiò all'improvviso. «Lo capisco.» Mormorò con un solco tra le sopracciglia.
«Che cosa?» Domandai confusa a quella affermazione. Che cosa capiva?
Scosse la testa allontanandosi da me e guardandosi intorno, le sue spalle erano tese e i muscoli della sua schiena erano visibilmente contratti grazie alla maglietta bianca. Quando si voltò mi accorsi che i tratti del suo viso si erano induriti, e mi chiesi a cosa stesse pensando in quel momento anche se da quel giorno cominciavo a temere un po' i suoi pensieri. «Non avrei dovuto dirti niente.» Borbottò, sapevo di cosa parlasse, mi avvicinai lentamente a piccoli passi, la mia testa mi rimproverò di stare ferma al mio posto ma le mie gambe non sembravano d'accordo. Gli avevo chiesto io delle spiegazione, probabilmente aspettandomene di altro tipo questo si. Ma in un certo ero felice di sapere che cosa gli frullasse nella testa o a quell'ora non avrei saputo niente di tutto quello, non pensavo minimamente di potergli piacere in quel modo. «Ma non ti toccherò.» Schiusi la bocca non aspettandomi minimamente delle parole del genere. «Ti assicuro che non lo farò, non ti toccherò in quel modo, non posso farlo.»
Ingoiai il groppo in gola portando via quel brutto sapore che si era appropriato della mia bocca, rimasi sorpresa delle sue parole e i suoi occhi mi dicevano che era totalmente serio. Ero indubbiamente sollevata ma non completamente e non riuscivo a capirne il motivo, ed entrai nel panico quando percepii che non erano le sole parole che avrei voluto sentire. «P-perché?»
Davvero Scarlett? Davvero?
Mi chiesi, ma non riuscii a non domandarglielo.
Ti assicuro che non lo farò, non ti toccherò in quel modo, non posso farlo.
Non posso farlo.
Perché non poteva farlo?
Prese un grande respiro continuando a tenere il contatto visivo con me quando un lamento strozzato giunse alle nostre orecchie, Harry ci accigliò dandosi un'occhiata intorno tirando fuori anche le mani dalle sue tasche, all'inizio sobbalzai ma lo imitai subito dopo portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Hai sentito?» Mi chiese sorpassandomi, mi cominciarono a tremare le mani e quella strana sensazione di un paio d'occhi puntati su di me comparì. Era da un po' che non mi sentivo osservata, che non mi sentivo pedinata e stava ricominciando tutto da capo. «Allora?» Mi richiese con un pizzico di irritazione, annuii velocemente non riuscendo più a controllare le mie mani e il suo sguardo cadde proprio lì. «Aspetta qui.» Mormorò aspettando un cenno d'assenso da parte mia prima di voltarsi e incamminarsi a passo felpato lungo l'altro ciglio della strada.
Cominciai a mordicchiarmi l'interno guancia distogliendo lo sguardo da Harry solo per guardare dietro di me, avevo quella strana paura che qualcuno sarebbe saltato fuori all'improvviso con l'intenzione di farmi del male. Al contrario Harry sembrava sicuro di quello che stava facendo, si avvicinava cautamente ai cespugli, rabbrividii quando il venticello fece svolazzare i miei capelli dietro le mie spalle, Harry spostò con un gesto deciso l'erbacce alte quando il mio labbro stava stretto tra i miei denti. Si lamentò calciando qualcosa sul terreno prima di chinarsi.
«Cosa hai t-trovato?!» Alzai il tono di voce cercando di farmi sentire da lui dall'altro lato della strada, mi fece cenno di avvicinarmi con il capo così non persi tempo a correre con le braccia strette al petto per la leggera frescura, non capivo come Harry potesse camminare in giro con una maglietta con le maniche corte. Rallentai una volta arrivata al suo fianco e corrugai le sopracciglia notando che con le dita stesse toccando qualcosa sul terreno. «Cosa stai facendo?»
Girò la mano facendo così vedere l'indice e il suo dito medio sporco di un liquido rosso, era del sangue. «Qualcuno si è fatto male.» Mormorò poi facendo cenno a del filo spinato simile a quello con cui si era ferita Anya.
Mi chinai al suo fianco osservando meglio la sua mano. «Sei s-sicuro?»
Avrebbe potuto essere un'altro animaletto..
Volevo solo convincermi di questo, volevo solo convincermi che andasse tutto bene.
«Il sangue è fresco Scarlett, se non fosse così si sarebbe asciugato sul terreno.» Spiegò poi ripulendo le dita sporche su dell'erba pulita, si sollevò da terra e lo seguii a ruota.«Hai sentito anche tu e non era un lamento procurato da qualche animale. So cosa stai pensando.»
Sbattei leggermente i denti per il freddo stringendomi più a me stessa. «I-o volevo s-sol-»
«Qualcuno ci stava spiando.» Mi interruppe passandosi una mano tra i capelli e muovendosi freneticamente lungo la strada, lo seguii raggiungendo di nuovo il retro del locale.
Qualcuno ci stava spiando.
Era la cosa che mi più temevo ma che una parte di me lo sapeva. Non potevo essermi immaginata tutto, era impossibile.
Si girò di scatto e quasi non gli finì addosso, riuscii a calpestargli i piedi spalancando gli occhi. «Ti sei mai accorta di qualcosa?» Chiese afferrando le mie braccia, boccheggiai non solo per la distanza dei nostri visi ancora una volta ma perché qualcosa mi diceva che in tutta questa storia che mi spaventò, e non poco centravo io. «Hai mai avuto la sensazione che qualcuno ti stesse seguendo? Che ti stesse pedinando? Hai mai avuto l'impressione che qualcuno ti stesse osservando? Rispondimi.» La sua voce bassa, roca e incredibilmente seria mi lasciò intendere che la cosa che più seria di quanto volessi pensare.
«I-io n-non-»
«Rispondi!»Urlò, sobbalzai in un primo momento al suo tono inaspettato di voce.
«Si!» Ricambiai il suo gesto urlando e i nostri nasi si sfiorarono quando in un nanosecondo involontariamente mi avvicinai più a lui. Le sue labbra restarono premute in una linea sottile e i suoi occhi viaggiarono trai miei e le mie labbra insieme al suo respiro, stava succedendo di nuovo?
La risposta arrivò subito dopo poiché lasciò andare la presa sulle mie braccia allontanando anche il suo viso dal mio, passò la sua mano tra i capelli cosa che gli avevo visto fare solitamente quando era nervoso. «Quando?» Chiese ritornando a guardarmi negli occhi.
«E'-è successo un bel po' di volte.» Ammisi.
Sospirò e sapevo che stava stringendo i denti. «Perché non me l'hai detto?»
«All'inizio pensavo fosse tutto frutto della mia immaginazione e non vedevo il motivo nel dirlo a qualcuno..» Portai le mani nei capelli in una totale frustrazione una volta essermi seduta su una panchina.
«Spiegati meglio, non riesco a capirti.» La sua figura fu proprio di fronte a me aspettando delle spiegazioni più complete.
«E' successo prima, prima di quell'incontro con te a quella stazione di servizio dove sembravo davvero fuori di me e anche prima di quella sera a quel pub dove Rowan era all'esterno. E' iniziato prima, molto prima, se non ricordo male tutto iniziò quella volta al rave, quella sera dove per la prima volt-» Mi bloccai prima che dalla mia bocca uscisse qualcosa che non avrei dovuto dire. Diamine stavo davvero per farmi scappare la prima volta in cui mi baciò? Non se lo ricordava nemmeno! Mi guardò ancora aspettando che continuassi così mi schiarii la gola ripensando a come rimediare al discorso. «Cioè, che per la seconda volta salii in moto con Jamie.» Sospirò afferrando la punta del suo naso tra l'indice e il pollice. «Un paio di flash si scontrarono sul nostro viso e quando gli chiese cosa fosse stato mi rassicurò dicendomi che probabilmente non erano dei flash ma i fari di qualche macchina, non ne ero convinta e poi successe di nuovo, infine scoprimmo che gli artefici di quei flash era una coppia intenta a rimpinzarsi di selfie. Da lì iniziai a sentirmi costantemente osservata e pedinata, non riuscivo nemmeno a mettere piede qui fuori per della stupida spazzatura, sentivo il fruscio tra i cespugli e pensai più di una volta che qualcuno fosse nascosto lì, ma non c'è mai stato nessuno, ho addirittura iniziato a pensare fossi diventata pazza e mi stessi immaginando tutto, era impossibile che tutto questo mi perseguisse.»
«Parli in continuazione di cose totalmente stupide e senza nessuna importanza e ciò che invece dovresti dire..-» Si bloccò voltandosi un attimo prima di girarsi di nuovo indicandomi insistentemente con il suo indice.«E' a questo che mi riferisco quando ti ho detto che molte volte vorrei riportarti io stesso da dove sei venuta.»
Abbassai lo sguardo sulle mie gambe dove giocai con l'orlo del grembiule ancora legato alla mia vita. «Ma ultimamente non è stato così, non ho più avuto quell'impressione.»
«Naturalmente, chiunque sia è stato occupato a seguire me.» I miei occhi scattarono su di lui, che non faceva altro che guardarsi ancora intorno, chiunque fosse seguiva anche lui? Ma perché? «Non sono un idiota, sentivo la presenza di qualcuno appostata fuori casa mia e nei posti che comunemente frequento.» Calciò un sassolino davanti ai suoi piedi prima di sedersi al mio fianco su quella panchina, poggiò i gomiti sulle sue cosce pizzicando il suo labbro inferiore con le dita, mi persi a guardarlo anche se non avrei dovuto farlo, arrivai al punto di desiderare per un momento di essere le sue dita solo per toccare le sue labbra morbide e così dannatamente attraenti. «Smettila di fissarmi e dimmi se c'è qualcosa che hai dimenticato di raccontare.»
Venni colta di sorpresa così puntai lo sguardo nuovamente sulle mie mani che si tenevano impegnate con il grembiule. «Non penso ci sia altro.»
I suoi occhi si posarono su di me e le sue dita lasciarono stare le sue labbra. «Non pensi? Non devi pensare, devi esserne sicura.» Il suo suonava quasi come un rimprovero.
Se qualcosa non la ricordavo non poteva farne una colpa, sostenni il contatto visivo pronta a rispondere come di dovere. «Senti, se ti dico che non c'è dell'altr-» I miei occhi si spalancarono mentre la sua espressione si accigliava.
«Cosa?» Mi chiese muovendosi un po' di più sulla panchina facendo sfiorare la sua gamba con la mia, non gli diedi molta importanza in quel momento.
«Ho visto qualcuno, quel giorno che avevo preso il tuo portafoglio per restituirtelo.» Sottolineai quando la sua mascella si serrò. «Era l'ora di cena, mi ero affacciata alla finestra quando sentì un lamento simile a quello di prima, e subito dopo da li uscì un uomo completamente vestito di nero, zoppicava e-»
«L'hai visto in faccia?» Mi richiese sperando in una risposta affermativa.
«No, era buio e il cappuccio della sua felpa lo copriva, ma era alto e aveva una costituzione normale questo è tutto ciò che sono riuscita a vedere.» Spiegai, non era molto ma era pur sempre un inizio. Confermava che non mi stavo immaginando tutto e che qualcuno che ci stesse seguendo c'era.
Era solo da scoprire chi e il perché.
«Chi diavolo è e che cosa vuole?!» Mormorò poggiando la sua schiena alla panchina.
«E se fosse qualcuno di quei posti che tratti tu? Io non mi stupirei..»
Mi lasciò un'occhiataccia per niente carina. «No, non è possibile. Hai detto che è da tempo che ti stanno seguendo quindi tutta questa storia non ha a che fare con me.» Le sue parole non facevano una piega.. ma non avevo fatto del male a nessuno dalla mia permanenza in quel posto, non riuscivo a capire cosa potessi centrare io. «Non sono mai stato seguito in vita mia e questa storia della boxe e delle gare clandestine l'hai scoperta solo la scorsa notte, no.. chiunque sia il suo obbiettivo non sono io.»
«V-vuoi dire che.. sono io?» Inutile dire che la risposta mi spaventava parecchio, mordicchiai il mio labbro dalla pura agitazione.
«Se non tu chi?» Distolsi lo sguardo da lui deglutendo.
«Non ho mai fatto un torto a nessuno.. i-io non capisco.» Rabbrividì ancora una volta e stavolta non giustificai la frescura della sera ma la situazione che non mi piaceva affatto, sperai non prendesse un'altra brutta piega.
«Credo di sapere chi ci sia dietro a tutto questo.» I suoi occhi sembravano persi in un punto davanti a sé.
«Chi? Rowan?» Era l'unica persona in quel posto a potercela avere con me, ed era anche all'esterno di quel pub quella notte, nonostante se quel tizio non fosse lui qui sul retro non significava che magari dietro c'era lo zampino di Rowan.
I suoi occhi si posarono su di me senza però accennare una parola, il suo silenzio fu la conferma dei miei dubbi e non potei non sussurrare un oh mio dio prima di afferrare la testa tra le mani tirando anche i capelli all'indietro. Chiusi gli occhi quando la mano di Harry si posò sulla mia coscia stringendola leggermente prima di muovere lentamente il suo pollice in modo circolare. «Torna dentro, fa freddo qui fuori.» Girai il viso trovando il suo a poca distanza dal mio, avrei voluto dirgli che faceva freddo anche per lui visto la sua maglietta con le maniche corte ma in quel momento la mia voce sembrava avermi abbandonata, la realtà era che fin quando tutta questa storia era nella mia testa o meglio, che ne fossi al corrente solo io non gli davo tutta quella importanza. Ma parlandone con Harry mi fece capire che qualunque cosa fosse era più seria di quel che credevo, il modo in cui i suoi occhi mi guardavano e la sua mano restava poggiata sulla mia coscia esitando quasi nel lasciare una carezza non facevano altro che farmi desiderare di restare lì fuori con lui ancora un po', infischiandomene del freddo o di qualsiasi altra cosa.
Sembrava sentirsi a disagio, non spiaccicava parola e non che fosse uno di molte in realtà, ma si sentiva quasi minacciato o frenato nel dirmi qualcosa di più rassicurante, l'unica cosa che riuscii a rassicurarmi fu la sua mano posata in quel punto senza nessun segno di malizia, strano a dirsi dopo le sue spiegazioni. Sentii una strana sensazione allo stomaco notando come fosse strano e diverso il modo di rassicurare, come cambia da persona a persona e nonostante in quel momento avrei preferito essere tirata tra le sue braccia mi accontentai di quelle piccole attenzione.
Fece scivolare via la sua mano e in quell'esatto momento mi alzai da lì, lo guardai non ricevendo lo stesso trattamento e cercai di rendermi meno stupida avviandomi alla porta sul retro.
«Scarlett.»
La sua voce giunse alle mie orecchie bloccando i miei passi e facendo perdere un battito al mio cuore, mi voltai trovando la sua figura non più seduta sulla panchina ma in piedi con le chiavi che riconobbi essere della sua Range Rover.
«Non dire di tutto questo a nessuno, ci penserò io a farlo smettere di giocare.»
Stava parlando di Rowan, stava parlando di lui. Non avevamo la certezza fosse davvero lui e non volevo che si mettesse nei guai o che gli succedesse qualcosa.
«Sta' attento.»
Sorrise divertito, come se fosse stupido da parte mia fargli quell'avvertimento ma non disse altro, girò i tacchi e si allontanò, sospirai rientrando in magazzino e ancora con il cuore che martellava a mille.
Voleva gestire tutto da solo, non avrei detto niente a nessuno. Avrei rispettato la sua decisione, volevo aspettare di vedere come fossero andate le cose, accennai un sorriso quando il pensiero che si preoccupasse di me sfiorò la mia mente, se così fosse valeva a dire che gli importava anche se non lo dava a vedere.
Non si preoccupa per te, hanno seguito anche lui.
La graziosa vocina nella mia testa sapeva smontare qualsiasi tipo di entusiasmo.
A volte mi chiedevo perché la mia mente fosse così stronza. Ma evidentemente non tutte le domande avevano una risposta.
Uscii dal magazzino rientrando nel locale la mia testa era tra le nuvole e l'espressione pensierosa sul mio volto non faceva altro che confermarlo. «Scarlett! Guarda chi si è degnato di tornare.» Un'euforica Gyne mi richiamò passando al mio fianco con delle bottiglie da servire.
L'espressione accigliata sul mio viso si trasformò in un grande sorriso e la tensione di quel giorno andò via venendo rimpiazzata dal sollievo quando vidi Alan accanto al bancone con ancora la sua giacca addosso. Un paio di passi veloci bastarono a raggiungerlo e a circondare il suo busto con le mie braccia, sembrò abbastanza sorpreso dal mio gesto poiché si irrigidì a quel tocco. «Stai bene allora.» Ero sorpresa anche io di me stessa, non era esattamente da me comportarmi in quel modo. Ma con Alan era tutto così diverso, era capace di farmi sentire a casa con una semplice battuta all'ora di cena o con l'aiuto in cucina nonostante lui sappia quanto io sia pessima in questo, aveva un'aura così gentile e premurosa nei miei confronti che durante la sua assenza qui al The Crown mi mancò, mi preoccupai che gli fosse successo qualcosa o che avesse avuto un incidente a causa di quella sua macchina vecchia.
«Si, ho fatto un po' tardi.» Ridacchiò a fior di labbra ricambiando l'abbraccio, passò una mano trai miei capelli mentre la mia guancia restava premuta sul suo petto. E mi sentivo davvero bene, erano così comode ed emanevano un calore familiare.
E in quel momento avrei potuto paragonare quell'abbraccio a quelli di mia madre.
Avrei voluto solo un abbraccio suo, non chiedevo molto eppure non potevo averlo. Cosa avrei dato per accorciare la distanza che ci separava.
Spazio Autrice;
Ecco qui! Nuovo aggiornamento! Credevo di non riuscire a postare oggi.. ma c'è lo fatta!
Sono più di cinquemila parole.. ci sono stati capitoli più lunghi..
Volevo mettermi chiedervi di passare da Italian FanFiction Awards 2016 di DaisyYrral e leggere il regolamento [2]
Vi accenno qualcosa qui sotto;
Praticamente dovete seguire l'utente su Wattpad e su Twitter, e votare su quest'ultimo social la fanfiction che secondo voi merita.
Basta twittare il titolo del libro seguito dal nickname di wattpad dell'autrice con l'ashtag : #ItalianFanFictionAwards taggando poi DaisyYrral. Non ci sono limiti di tweet al giorno e mi chiedevo se avreste voluto provare a votarmi! Ne sarei felice ma ovviamente non vi obbligo. xx
Anyway..
Detto questo cosa ne pensate di questo tizio di cui non si sa ne l'identità e che l'aspetto? Sarà sul serio Rowan o avrà a che fare sul serio con lui?
Votate e commentate dicendomi cosa ne pensate!
See you soon.
All the love. xx
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