Chapter Fifty.
Scattai tirandomi su a sedere quando un'altro incubo tornò a farmi visita in quelle ore. Non dormì per niente se non per un paio d'ore, era già tardi quando Harry mi lascio al The Crown e con quei suoi atteggiamenti, quel suo comportamento non mi aiutarono per niente a chiudere occhio, il momento in cui il suo corpo era contro il mio, le sue mani sui i miei fianchi e le sue labbra sulle mie e sulla mia pelle era come incollata nella mia mente. Ogniqualvolta che cercavo di chiudere gli occhi subito vedevo i suoi e la mia mano nei suoi capelli, era impossibile poter dimenticare tutto per un po' d'ore dormendo, nemmeno il sonno andava bene. Poiché quando riuscì ad abbandonarmi alla stanchezza di quella sera gli incubi tornarono, uno dietro l'altro impedendo così al mio cervello di spegnersi per qualche ora, volevo solo chiudere le palpebre e dormire tutta la notte come ogni altra persona.
Ma no, non era possibile. Perché io venivo tormentata continuamente da me stessa, i sensi di colpa si attanagliavano contro di me la notte impedendomi anche di respirare.
Passai le mani tra i capelli umidicci a causa del sudore sospirando, chiusi gli occhi pochi secondi prima di lanciare un'occhiata alla sveglia che segnava le nove e un quarto. Scostai le coperte dal mio corpo alzandomi lentamente e evitando un capogiro, che spesso la mattina avevo. Sbadigliai avvicinandomi alla porta della camera quando sentì delle risate e delle voci provenire dalla cucina.
Sbirciai fuori trovando i ragazzi sparsi per il salotto e la cucina abbastanza sereni, non notarono la mia testa sbucare dalla camera così tirai fuori dall'armadio un paio di jeans neri,una camicia sempre di jeans ma chiara e dell'intimo. Uscii dalla stanza e velocemente entrai in bagno chiudendo la porta alle mie spalle.
Non feci realmente caso se fosse presente con loro anche Harry, pensai che forse avremmo dovuto parlare, certo, non di là, con il resto dei ragazzi tra i piedi.
«Ti abbiamo vista Scarlett!» Mi accigliai quando Louis urlò ridacchiando.
«Sono carini quei pantaloncini, dovresti uscire così!» Continuò poi Zayn.
Scossi la testa avvicinandomi allo specchio sopra il lavabo, il mio aspetto era orribile quasi temevo ad andare di là, si sarebbero spaventati a morte. Le occhiaie erano ben evidenti sul mio viso e la mia pelle era pallida, feci scorrere i miei occhi giù per il mio collo e li spalancai al livido ben evidente, non era nemmeno così piccolo e un lamento frustato uscì dalle mie labbra quando realizzai che non sarebbe stato facile coprirlo, facendolo passare inosservato. Sfiorai quel punto con le mie dita come quando Harry mi lasciò lì, attaccata alla porta sul retro del locale, faceva ancora male e non mi ero illusa del contrario visto che erano passate solo poche ore.
Impedii a me stessa di far vagare la mia mente nuovamente a quel momento perché sapevo che mi sarei fatta ancora più quesiti di quanto già non ne avessi. Così staccai gli occhi dal mio riflesso terrificante e verificai se la porta era chiusa a chiave, prima di spogliarmi e infilarmi nel box doccia. Fortunatamente per quel mese il problema ciclo era risolto, i dolori alla pancia erano scomparsi insieme al mio malumore cronico.
Ma le domande che continuavo a pormi non scomparivano mai, al contrario sembrava che si aggiungessero dell'altre. E per quanto cercavo di rimproverare la mia mente e farla stare zitta, sembrava non ascoltarmi.
Tutto ciò che mi raccontò di sua madre, di suo padre, della sua famiglia mi lasciò a bocca asciutta. Non sapevo che dire e un mi dispiace sarebbe suonato banale, scontato. Si stava facendo in quattro per una persona a cui teneva davvero molto e io ero stata davvero egoista nell'urlargli quelle cose.
Ero solo preoccupata, e lo ero anche in quel momento. Non ero stupida e sapevo che non sempre in quei tipi di posti le cose fossero rose e fiori, e quel Hall e suo nipote ne erano la conferma. Negli occhi di quell'uomo c'era qualcosa di malvagio e se fossi in Harry starei lontana da quel tipo.
Ma non erano affari miei e non avrei dovuto intromettermi.
Lasciai scivolare l'acqua calda sul mio corpo dopo averlo insaponato per bene rimanendo a tenta alla zona del collo. Strizzai i capelli e uscii dal box doccia avvolgendo un asciugamano intorno al mio busto e l'altro nei capelli. Mi asciugai velocemente prima di vestirmi e rotolare le maniche della camicia fino ai gomiti.
Passai ai capelli e imprecando mentalmente ogni qualvolta che un nodo si fermava al pettine. Molte volte erano in grado di farmi venire una gran voglia di rasarli, ma sapevo che me ne sarei pentita presto poi. Gli asciugai con un phon abbastanza antico che Alan teneva in un armadietto in bagno. La potenza non era delle migliori e quindi persi del tempo.
Pensai fosse più opportuno lasciare i capelli slegati lungo le spalle, del fondotinta non avrebbe mai coperto il livido lasciato da Harry, ed ero così sfigata da non possederlo nemmeno. Non avevo portato con me nessun tipo di make up da Brighton, non lo trovavo necessario.
Ed ero così nervosa che qualcuno potesse vederlo..
Avrei dovuto parlare al più presto con Harry, volevo delle spiegazioni e le avrei avute.
Non poteva sempre comportarsi in questo modo. Non era giusto nemmeno nei miei confronti.
Uscii dal bagno rientrando in cucina non riuscendo a trattenere uno sbadiglio e con la consapevolezza che il marchio di Harry fosse ben coperto dai capelli.
«Finalmente, mi stavo pisciando addosso.» Louis saltò via dal divano correndo come una furia verso il bagno, urtando così anche la mia spalla.
Buongiorno anche a te Louis.
Pensai.
«Buongiorno Scarlett, affrettati prima che questi maiali si mangino tutto.» Liam sorrise facendo un cenno ai cornetti sul ripiano di marmo dell'isola della cucina.
«Oh beh, in realtà non ho molta fame.» Sbadigliai nuovamente. «Buongiorno Liam.» Sorrisi poi, gesto che ricambiò. Mi avvicinai al frigo tirando fuori solo la spremuta d'arancia che versai su un bicchiere.
Sembrava fresca, ero quasi sicura che Alan l'avesse preparato appena alzato dal letto.
«Scarlett! Ne verseresti un po' anche a me?» Chiese Zayn con gli occhi illuminati alla vista della bevanda.
«Non sta lavorando, alzati e vai a prenderlo.» Sorrise divertito Niall lanciando all'amico una gomitata.
Ruotai gli occhi al cielo prima di afferrare un'altro bicchiere per Zayn. «Non preoccuparti Niall, ho un'indole molto gentile.» Mi avvicinai a loro porgendo il bicchiere a Zayn che afferrò senza esitare.
«Grazie, dolcezza.» Sorrise accompagnato da un occhiolino prima di dedicare una smorfia di vittoria a Niall, che ridacchiò.
Niall e Zayn guardavano annoiati una replica di un telefilm con la loro colazione in mano e Liam era seduto in uno sgabello accanto all'isola con il suo cellulare in mano. Beh Louis era sfrecciato in bagno e non era ancora uscito, qualcosa mi diceva già da quando l'acqua scorreva sul mio corpo nella doccia che probabilmente Harry non ci fosse, ed era così.
Ma non mi sorprendeva più di tanto, ogni volta che succedeva qualcosa di questo tipo mancava poi per chissà quanti giorni, stava solo sfuggendo in una possibile spiegazione. Che avrei comunque chiesto quella volta, gli avrei chiesto una spiegazione, sapevo che forse non me l'avrebbe data. Sarebbe stata una situazione imbarazzante conoscendo già in parte Harry, i suoi repentini cambi d'umore e quanto potesse essere stronzo a volte.
Dovevo solo aspettare di incontrarlo, in parte speravo di poterlo fare subito mentre dall'altra l'idea di chiedere una spiegazione, di formulare le giuste domande con le giuste parole mi mandava nel panico.
«Alan è di sotto?» Chiesi a Liam, l'unico in quel momento con cui scambiare qualche parola.
«No.» Scosse la testa spostando i suoi occhi su di me, mi accigliai chiedendomi dove fosse nell'esatto secondo in cui Louis uscì dal bagno avvicinandosi a noi.
O meglio ai cornetti sul ripiano.
«Questo lo prendo io.» Si fregò l'ultimo cornetto prima di correre da Niall e Zayn.
Liam sospirò ma il sorriso divertito sul suo viso confermava che non era davvero scocciato da Louis.
«Alan è uscito, ha detto che doveva andare a ritirare della merce che è rimasta bloccata poco fuori Caernarfon.» Spiegò quando notò la mia espressione ancora accigliata.
«E con quel catorcio di macchina che si ritrova mi sa che anche lui rimarrà bloccato.» Commentò Zayn facendo ridacchiare i due al suo fianco.
Portai gli occhi al cielo trattenendo un sorriso, sperai di no, voglio dire, certo la sua macchina non era una delle migliori ma se l'aveva usata era certo di potercela fare.
«Va bene, io allora scendo di sotto.» Dissi loro prima aggirare l'isola della cucina avvicinandomi alla porta, Liam mi salutò con un Okay a dopo mentre gli altri un cenno di mano abbastanza annoiato.
Mi chiedevo se la mattina erano così vuoti di energia, dovrebbero essere carichi. Quella mattina non ero l'esempio lampante ma in teoria avrebbe dovuto essere così.
Scesi lentamente le scale ritrovandomi nella sala principale del locale che in assenza di Alan era ancora chiuso. La mattina non c'era mai anima viva, a parte qualche amico di Alan. Anche se avrei preferito tenere la porta chiusa a chiave pensai fosse sempre meglio aprirla.
Sacchetti enormi pieni di immondizia stavano in magazzino, ovviamente aspettando che qualcuno li portasse fuori. Tirai fuori le chiavi della porta sul retro prima di aprirla e trascinare uno di quei grandi sacchetti fuori. Il tempo quella mattina non era male, contando il fatto che quasi sempre il cielo era grigio e nuvoloso, quel sole alto nel cielo premetteva una bella giornata. Lasciai il sacchetto accanto al cassonetto non avendo abbastanza forza da sollevarlo.
E feci così anche con gli altri due ancora dentro.
Quando rientrai sospirai già stanca, erano davvero pesanti e forse non avevo tutta quella forza che credevo di avere. Afferrai uno straccio dando una pulita al bancone, cercavo di tenermi occupata evitando ai miei pensieri di andarsi a soffermare su Harry anche se era inevitabile. Trovavo sempre un modo per pensare al momento condiviso con Harry proprio fuori da questo posto, il problema era che nonostante mi ostinassi nel ricevere una spiegazione, avrei anche voluto che quel momento non fosse finito così presto.
Mi diedi della stupida prima di stringere lo straccio nelle mie mani con l'intenzione di gettarlo in magazzino lasciandolo lì. Ma mi fermai proprio davanti alla porta che lasciai aperta quando mi scontrai con qualcosa, indietreggiai quando gli stivaletti a me familiari furono nella mia visuale.
E quel qualcosa diventò qualcuno.
Gli occhi di Harry mi scrutarono in modo accigliato quando avanzò, indietreggiai ancora di qualche passo fin quando non ebbe la strada libera dall'intralcio -io- girò a destra entrando in sala.
«Alan è assente oggi?» Chiese quando si fermò e si voltò guardandomi. «Di solito è sempre qui.» Constatò lanciando un'occhiata intorno al posto completamente vuoto.
«Si, è fuori città per ritirare della merce.» Spiegai mordicchiando l'interno della mia guancia.
E' qui, non volevi una spiegazione?
La solita vocina fastidiosa si accese all'improvviso, ricordandomi quello che avrei dovuto fare.
Era tutta la mattina che pensavo a queste maledette spiegazioni, come diavolo avevo fatto a dimenticarlo una volta ritrovato davanti?
Harry annuì con noncuranza prima di guardare su per le scale, i suoi jeans scuri gli fasciavano perfettamente le gambe, e al contrario delle sue solite magliette nere quella volta ne indossava una bianca, le sue braccia erano scoperte e i suoi tatuaggi erano sul campo visivo di chiunque ci posasse gli occhi.
Ed ero sicura non erano pochi, Harry era quel tipo di ragazzo che non poteva passare inosservato, aveva un non so che attirava a sé gli occhi di chiunque fosse lì intorno, che sia del parterre femminile che quello maschile.
Mi svegliai da i miei stessi pensieri quando Harry si avvicinò alle scale pronto a salire, probabilmente per raggiungere gli altri.
Ora o mai più. Mi dissi. «Harry..» Mi affrettai a chiamarlo e quando i suoi occhi si posarono su di me deglutii prima si schiarirmi la voce. «Possiamo parlare?»
Sospirò ancora con le mani nelle tasche prima prestarmi la sua attenzione. «Non credo ci sia qualcosa di cui parlare.»
Mi accigliai chiedendomi se stesse parlando sul serio. «Davvero? Io credo di si.»
Avanzò di qualche passo ma non mi raggiunse. «Oh si, tu hai sempre da parlare. Come ho potuto dimenticarlo?» Un sorriso sghembo comparì sul suo viso, si stava prendendo gioco di me facendo così risvegliare il mio nervosismo.
«Sono seria Harry, vorrei che mi spiegassi come stanno davvero le cose.» Tirai fuori la catenina dal mio collo cominciando a rigirare il ciondolo tra le dita.
«Non capisco cosa intendi con come stanno davvero le cose.» Fu il suo turno di accigliarsi e mi chiedevo se non capisse davvero a cosa mi riferivo o facesse il finto tonto. «Spiegati meglio.»
Presi un enorme respiro lasciando posare il ciondolo sul mio petto. «Sto parlando di ieri sera, di quella notte alla cascata e dell'altra nell'appartamento di Alan.» Gesticolai puntando gli occhi dappertutto escludendo la sua figura, evitai anche di nominare il bacio in quel pub che dimenticò.
Il primo bacio.
«Non ci sto capendo più niente Harry.» Posai gli occhi finalmente poi su di lui che non sembrò minimamente turbato da ciò che gli dissi, la sua figura era totalmente rilassata.
«Non c'è niente da capire.»
«E allora perché sono così confusa?» Chiesi alzando un po' il tono di voce.
«Ti soffermi troppo su piccoli dettagli.» Rimase ancora calmo quando si voltò con l'intenzione di raggiungere la scala nuovamente.
«Forse si, forse no!» Scattai, non sembrò importagliene poiché fece finta di non sentirmi ma si fermò quando iniziai di nuovo a parlare. «Non lo saprò mai se continui a comportarti in modo così evasivo, pensavo che dopo quello che mi hai raccontato ieri sera ti saresti comportato diversamente invece tutto quello che fai è scappare quando ti chiedo una cosa. Fuggi quando qualcosa non va bene a te o non va come avevi progettato, non affronti la realtà.» Scattò guardandomi in modo tutt'altro che carino, i suoi pugni erano ben saldi e la sua mascella tesa non prometteva nulla di buono. «Voglio solo delle dannate spiegazioni!»
Tirò fuori le mani dalle sue tasche avvicinandosi velocemente, indietreggiai lentamente cercando di evitare che mi raggiungesse ma quando la sua mano si posò bruscamente sulla mia vita facendo aderire la mia schiena contro la parete dietro di me gemetti per il dolore provato chiudendo per un attimo gli occhi. «Non ho mai dato spiegazioni a nessuno in vita, cosa ti fa credere che inizierei oggi con te?» Sibilò, istintivamente aprii gli occhi ritrovando il suo viso incazzato più vicino di quel che credessi e la sua mano poggiata sulla parete, accanto alla mia testa, le sue narici erano leggermene dilatate, i suoi occhi ridotti quasi in due fessure e i suoi denti stretti tra loro.
«Non pensi che io meriti di sapere?» Non mi feci intimorire dalla qualità della sua voce o dal suo corpo che sovrastava il mio.
«Mi hai dato del codardo.» Strinse la presa sulla mia vita non dandomi altra via d'uscita.
Così non ci pensai due volte prima di parlare, con la consapevolezza che non mi avrebbe dato ascolto. «Ma tu lo fai, ti comporti come tale.» Non volevo fargli perdere la pazienza ma stuzzicarlo un po', pensavo che ferire il suo ego sarebbe servito a qualcosa. «Sono stanca di non sapere cosa ti passa per la testa e non puoi prendere e baciarmi in quel modo senza poi pretendere che io non ti chieda come stanno le cose. Ed è così dannatamente frustan-»
«L'unica cosa che prenderò se non la smetti di blaterare sarai tu su questa fottuta parete.» Mise fine alle mie parole facendomi anche spalancare leggermente gli occhi. L'aveva detto sul serio? Sbattei un paio di volte le palpebre quasi intontita. «Scommetto che nemmeno in quel momento chiuderesti la tua boccaccia.» Ingoiai il groppo in gola e poggiai una mano sul suo petto con l'intenzione di allontanarlo, i suoi occhi finirono la dove la mia mano metteva della pressione che non serviva. Sospirò togliendo la mano dalla mia vita facendola passare nei suoi capelli prima di deglutire e puntare i suoi occhi nei miei.
«Se non .. non hai niente di meglio da dire io-»
«Sto facendo uno sforzo terribilmente grande nel non strapparti quei vestiti di dosso, non credevo di possedere questo autocontrollo.» Non riuscii a controllare i miei battiti o il respiro, il cuore mi minacciava di uscire fuori dalla cassa toracica e pensai che si stesse prendendo gioco di me, non mi avrebbe sorpreso da parte sua. «Queste labbra..» Portò la sua mano sul mio viso sfiorando con le sue dita le mie labbra, deglutii non riuscendo a fermare il sangue che pian piano andava ad affluirsi alle mie guance. Dio mio cosa mi faceva il suo tocco? «Questo corpo..» La sua mano si posò sulla mia spalla scendendo lentamente lungo il braccio fermandosi al gomito prima di scendere alla vita essendo ancora piegato con le mie mani sul suo petto, i miei occhi restavano paralizzati sul suo viso a poca distanza dal mio mentre i suoi seguivano il movimento della sua mano. «Così, piccolo, esile ma con tutte le curve al posto giusto..» La sua voce roca mandò brividi per tutto il corpo, le mani sul suo petto tremavano e il suo respiro sulle mie labbra non miglioravano le cose. «Dio, mi fanno impazzire.» Chinò il suo viso lasciando che il naso sfiorasse la mia guancia, sussultai quando la mano sulla mia vita si fece spazio sotto la maglietta, accarezzando dolcemente la pelle nuda del mio fianco salendo lentamente. «Non puoi venire a chiedermi spiegazioni quando la tensione sessuale e chiaramente visibile tra di noi, non puoi quando tutto ciò che voglio è sentire il tuo corpo nudo sotto il mio, gemere e ansimare il mio nome quando sarai vicina.» I miei occhi erano quasi fuori dalle orbite e non riuscì a dire niente, le parole mi morirono in gola e il mio respiro si spezzò quando la mano di Harry sfiorò il lato del mio reggiseno, strinsi il tessuto della sua maglia quando poi le sue labbra sfiorarono la mia mascella. «Amerei vedere il tuo corpo avvolto nelle mie coperte impregnate del tuo profumo.» Fermò il movimento della sua mano e il suo viso tornò di nuovo di fronte al mio, non c'era nessun segno di divertimento sul suo viso, era totalmente serio. Oh mio dio, era serio. «Era questo che volevi, le tue spiegazioni? Ti bastano queste fottute spiegazioni?» Chiese leggermente irritato infine.
Non riuscii più a sostenere il suo sguardo e mi voltai dall'altro lato, non poteva fare sul serio, non poteva pensare davvero a tutto questo, non riuscì a muovere qualche altro arto del corpo, temevo che se mi fossi allontanava le mie gambe avessero ceduto, erano paralizzate, sentivo il mio viso andare letteralmente a fuoco.
Ingoiai il groppo in gola percependo nella mia testa una grande stato di confusione. «Cosa, cosa stai dicendo.. tu non-» Scossi la testa prima di guardarlo nuovamente negli occhi. «Credevo mi o-odiassi.»
«Si ma sappi che è sottile il filo che divide l'odio dal desiderio, certe volte mi fai venire voglia di riportarti io stesso da dove sei venuta, solo per non sentire le tue stupide domande, non sopportare la tua dannata curiosità e.. adesso pedini anche i miei amici.»
«Perché non lo fai allora? Perché non mi riporti indietro?» Mormorai allentando la presa stretta alla sua maglia.
Sospirò togliendo via la mano dalla parete passando una mano tra i miei capelli, chiusi gli occhi rilassandomi al tocco, ma nessuna risposta arrivò da parte sua. Portò i miei capelli oltre la spalla e riaprii gli occhi quando senti le sue dita tracciare il mio collo, il suo sguardo era puntato su un punto fisso, non ci volle un genio nel capire che la sua attenzione era presa dal livido lasciato da lui la notte prima. «Non dovresti coprirlo.» Un sorrisino sghembo comparì sul suo viso. Certo, pesai, mi si bloccò il respiro in gola quando le sue dita di posarono su quel punto. «Fa un bel contrasto con la tua pelle chiara.»
Non potevo crederci, per lui era tutto normale. Mi aveva messa al corrente dei suoi pensieri, che anche se gliela avevo chiesto io non me lo sarei mai immaginata fossero questi, pensieri contorti, perversi fino a quel punto. Quando non risposi spinse il suo corpo contro il mio e sentì l'aria venire a mancarmi, sapevo come sarebbe finita, volevo evitare di pendere dalle sue labbra ma era una cosa totalmente impossibile.
Come si più stare lontana da una persona che desideri con tutta te stessa al tuo fianco?
Avevo già ammesso i miei sentimenti per lui a me stessa, avevo ammesso di essermi innamorata di qualcuno che probabilmente voleva solo il mio corpo.
Ma nonostante tutto il suo tocco non mi infastidiva, la sua mano era ancora sotto la mia camicia, le sue dita si muovevano lentamente sulla mia pelle e non avevo fatto niente per fermarlo.
«Adesso non parli?»
«Perché sei così?» Chiesi in un sussurro, accarezzò il mio viso con le dita della sua mano ancora poggiata sul mio collo.
«Sei tu.»
In quell'esatto momento il suono della campanellina arrivò alle nostre orecchie segnalando l'arrivo di qualcuno.
Harry si staccò da me facendo scivolare via la mano da sotto la mia camicia, mandando per un'ultima volta brividi di freddo lungo la mia schiena. Deglutii quando il corpo di Harry si allontanò dal mio, puntai poi gli occhi all'entrata trovando l'ultima persona che mi aspettavo di ritrovare.
Ana.
Mi ero quasi dimenticata della sua esistenza, non poteva trovare un momento migliore di quello per fare la sua ricomparsa, almeno qui davanti a me, visto che probabilmente con Harry si vedevano spesso.
Guardò entrambi studiandoci per bene fin quando Harry non le chiese se era successo qualcosa. Avanzò lentamente con i suoi occhi su di me nonostante la sua destinazione fosse Harry. «Ho bisogno di parlarti.» Mi guardò ancora prima di abbassare lo sguardo al mio collo, ma durò pochi secondi poiché con un gesto spontaneo sistemai i miei capelli in modo da coprire il livido sul collo.
Sperai solo che non lo collegasse ad Harry, l'ultima cosa che volevo era sopportare le sue scenate.
«Dimmi.»
«Da soli, è una cosa .. importante.» Deglutì lanciandomi una occhiata veloce prima di guardare di nuovo Harry.
Non fiatai afferrando il messaggio, non mi guardai nemmeno intorno prima di avvicinarmi alle scale, fu inevitabile notare Harry passarsi una mano tra i capelli seguendo i miei movimenti con i suoi occhi.
Arrivata davanti alla porta dell'appartamento sentii Ana parlare.«Sono per strada Harry, mi hanno buttata fuori.»
«Cosa? Perché?» Chiese Harry, mi accigliai scendendo circa un paio di scalini e prendendo posto cercando di non far rumore.
Non potevano vedermi, al contrario mio invece che se mi sporgevo potevo vederli benissimo.
«Sai bene perché Harry, guardarmi. Guarda il mio viso e dimmi se non sembro un mostro!» Esclamò Ana indicando le sue bende che si ostinava a portare, non doveva essere affatto facile per lei trovarsi con delle cicatrici del genere sul viso.
«Calmati, smettila di considerarti tale, non lo sei.» Le rispose fermamente.
Il capo di Ana restava chino fin quando un singhiozzo non riempì il locale, quando ritornò a guardare Harry potei vedere il suo viso inondato dalle lacrime. «Mi viene tolto tutto, tutto.. sempre.» Pianse ancora posando i palmi delle sue mani sul suo viso. Il braccio di Harry si tese sino a posarsi sulla sua spalla e tirarla sé. La racchiuse nelle sue braccia accarezzandole la schiena, non negai che provai un pizzico d'invidia nei confronti di Ana, non mi sarebbe dispiaciuto essere tirata in quel modo, mi sarei potuta perdere nelle sue braccia. «Sembra essere ritornata in quel periodo buio, dove non avevo una casa, una famiglia, niente. Avevo solo te, aiutami ti prego.»
«Troveremo una soluzione.»
Mi alzai e risalii con l'intenzione di non assistere ad altro, non avrei dovuto origliare.
In realtà non riuscivo a gestire quella strana fitta allo stomaco ogni volta che la stringeva più a sé.
Entrai nell'appartamento rielaborando quella che era stata ancora l'inizio della mattinata.
Non male, proprio non male.
Pensai, i ragazzi avevano spostato il divano da una parte e mi immobilizzai alla porta con Louis e Liam giocavano a pallone in quel piccolo spazio ristretto, Zayn era la cosa più simile ad un arbitro mentre Niall quando mi vide mi corse incontro.
«Ho cercato di persuaderli ma mi hanno lanciato una pallonata sul naso.» Si abbasso quando il pallone cercò di colpirlo. «Conosco Louis, se rompono qualcosa cercherà di rifilarmi la colpa a me.»
«Non preoccuparti, in tal caso ci penserò io.» Gli sorrisi accennando un sorriso.
Lui annuì alternando lo sguardo dai suoi amici a me prima di guardarmi terrorizzato. «Hai un aspetto orribile.»
Portai gli occhi al cielo prima di fermarmi in mezzo al corridoio, meno probabilità di essere colpita da quei due folli accompagnati da Zayn. «Grazie Niall, come farei senza i tuoi complimenti.»
Niall mi raggiunse con un velo di imbarazzo negli occhi e le sue dita grattavano lentamente la sua nuca. «No cioè, al dire il vero volevo io, che..-»
«Tranquillo, lo so. Non ho chiuso occhio questa notte.» Spiegai sistemando meglio la catenina all'interno della camicia.
Mi morsi la guancia incrociando le braccia al petto, c'era un non so ché che mi rendeva nervosa.
E anche se i miei occhi in quel momento erano fissi su i ragazzi, la mia testa era da tutt'altra parte.
Non puoi venire a chiedermi spiegazioni quando la tensione sessuale e chiaramente visibile tra di noi.
Era inevitabile che pensassi a quelle sue parole, e mi sentì un po' una stupida quando realizzai che lui provasse solo quello, una maledetta tensione sessuale.
«Amerei vedere il tuo corpo avvolto nelle mie coperte impregnate del tuo profumo.»
«Perché sei così?»
«Sei tu.»
Sono io.
«Scarlett, sei sicura di sentirti bene?» Niall mi svegliò dal mio turbinio di pensieri, in un primo momento non riposti nemmeno sentendomi abbastanza stordita.
«Si.. si, mi sono persa nei miei pensieri.» Scrollai le spalle cercando di far passare in secondo piano quel che erano i miei pensieri.
«Cos'è che ti fa andare in paranoia in questo modo?» Lo guardai quando l'espressione malandrina sul suo viso mi diceva che si aspettasse una risposta degna di quella domanda.
«Niente di importante.»
«Andiamo, credevo ti fidassi di me! Io mi sono aperto con te.» Abbassò il tono di voce a quell'ultima frase.
«Tecnicamente quel che avevi era così visibile che ne sono venuta al corrente da sola.» Posai le mani su i fianchi guardandolo con superiorità.
Era ovvio che lui fosse pazzo di Gyne, l'avrebbe visto anche un cane. Credeva di essere così bravo nel nascondere i sentimenti?
«Beh ma dopo che l'hai scoperto io non ho negato niente e ti ho spiegato meglio come andavano le cose.» Puntò il suo indice contro di me con una buffa espressione che lo rendeva davvero tenero.
«Niall, non è nient-»
«Chi è?»
Lo guardai accigliata, sapevo di cosa stesse parlando ma non volevo ancora ammetterlo, non era giusto parlarne con lui. Era uno dei migliori amici di Harry e se ne avessi parlato con qualcuno sarebbe stata sicuramente Gyne. «Chi?»
«Il tipo che ti ha fatto perdere la testa.» Sentimmo un Goal! da parte Louis e Zayn urlare Ci hai provato Louis ma non vale.
«Nessuno e adesso basta parlare di me, te l'ho detto, sono solo stanca per non aver riposato come si deve.» Scattai in modo fermo, sperai di aver messo un punto a quell'argomento. «Tu invece? Con Liam?»
Rivolsi un'occhiata ad entrambi e sul viso di Niall spuntò un enorme sorriso. «Abbiamo parlato un po' di sere fa proprio qui ed è tutto risolto. Siamo amici da tempo, siamo tutti come fratelli. E' stato stupido da parte mia permettere che a causa di una ragazza che poi non mi si fila per niente stessi per rovinare la mia amicizia con Liam.» Spiegò, annuii con un piccolo sorriso sulle labbra.
«E .. con Gyne?» Mi azzardai a chiedere.
«Niente, è passata.» Bugiardo, avrei voluto urlargli. Era chiare che dal suo tono di voce non era passata per niente. «Liam mi ha spiegato che non è interessato a lei, lasciandomi campo libero ma sai cosa? Nemmeno io voglio più provarci, non voglio essere l'amico sfigato che viene friendzonato ogni volta. Ho deciso lasciarla perdere, è chiaro che lei non sia interessata.» Il suo discorso non faceva una piega, l'unica cosa che voleva evitare era di prendere un'altra batosta, Gyne aveva fatto capire molte volte che Niall non era il suo prototipo di ragazzo.
Come diavolo fanno le persone a capire quale lo è e quale no?
Non puoi saperlo, pensai, puoi creartelo nella tua testa con le caratteristiche che ti piacciono, con gli atteggiamenti che vuoi tu, ma sappiamo bene che non lo troverai mai.
Non lo sai fino a che non l'incontri, non scopri che tutto l'opposto di come lo immaginavi, totalmente stravolto e quando ti chiederanno qual'è il tuo tipo ideale? Improvvisamente hai la sua faccia stampata davanti agli occhi.
«Voglio allontanarmi da lei, in tutti sensi.» Riprese poi.
Lo guardai un attimo perplessa. «Cosa vuoi dire?»
«Mi piaceva stare con lei e trascorrere del tempo parlando del più e del meno ma adesso non me la sento, non più. E' stato un periodo pesante, credo che guarderò altrove, sai a cosa mi riferisco no?» Ammiccò con un sorriso divertito.
«Vuoi dire che vuoi allontanarti da lei anche come .. amico?» Gyne mi aveva detto che ultimamente le sembrava che Niall la stesse evitando ma essendo all'oscuro di ogni cosa non comprendeva il motivo di questo suo atteggiamento. Lui annuì e quando scossi la testa non molto d'accordo con questo cercò di ribattere ma lo precedetti. «Cosa credi farai quando verrà da te a chiedere perché tu tu stia allontanando in questo modo da lei? Lei non sa niente di tutto questo e ti considerava un amico importante.»
«Niente, non voglio pensare a niente. Voglio vivere al momento e poi forse presto avrò possibilità di rimettermi in gioco con una ragazza e vedere come va.» Sospirai sollevando le sopracciglia, non credevo che fosse facile disinnamorarsi in questo modo di una persona. «La conoscerai a breve.» Mi accigliai aspettando che mi spiegasse di cosa stesse parlando. «Alan ha intenzione di assumere un'altra persona che aiuti giù e stamattina prima di andare via ci disse che probabilmente avrebbe assunto una ragazza del posto, ha della esperienza per cui è avvantaggiata.»
«Oh, non ne sapevo niente. Alan non mi ha mai accennato niente su questo, ma comunque penso abbia avuto una buona idea, io e Gyne siamo arrivate al punto di non farcela da sole.» Più si era, meglio era, ed era diventato stancante ogni sera dividerci in quattro tra i tavoli e la gente al bancone.
I ragazzi smisero di giocare lasciando la palla in un'angolo, mi chiesi da dove l'avessero presa ma probabilmente l'avevano portata loro. Mi avvicinai allora al frigo -seguita a ruota da Niall- ormai sicura di non essere colpita da nessun pallone e afferrai una bottiglia d'acqua.
«Si, penso si chiami Emily e dicono che molto carina.» Afferrò sue bicchieri dalla credenza porgendomeli entrambi.
«Si chiama Emma e l'ho vista prima io, sta' a cuccia Niall.» Si avvicinò Zayn fregando il bicchiere appena riempito d'acqua.
«No invece, non l'hai ancora vista.» Urlò Louis battendo poi il cinque a Liam al suo fianco.
«La conosco, l'avrò vista un paio di volte e quindi ho il permesso di provarci per primo.» Rispose autoritario Zayn, la sua aria di badboy probabilmente avrebbe fatto colpo sulla nuova arrivata.
«Avete anche il numerino adesso?» Non riuscii a trattenere una risata ma che però non ne furono aggiunte delle altre. Mi guardarono come se la cosa non fosse divertente e che fosse totalmente normale. «Oh mio dio, lo fate sul serio.» Mi accigliai lasciando la mia bocca leggermente schiusa.
«Comunque sia, io ho la precedenza e se solo vi becco a flirtare con lei vi appendo per le mutante lungo i pali di questa strada.» Minacciò i suoi amici puntando loro l'indice contro.
Liam sollevò le mani con fare innocente e Niall sbuffò. «Bene allora non avrò nessuna chance.» Poggiai una mano sulla sua spalla e strinsi le labbra in una linea sottile reprimendo un sorriso.
«Louis.» Lo ammonì Zayn.
«Amico non preoccuparti per me, dovresti invece avvertire Harry.» Si lamentò Louis tirandogli un cuscino.
Zayn ridacchiò a fior di labbra scuotendo la testa.«Io non preoccuperei per lui, qualcosa mi dice che la sua testa sta da tutt'altra parte.» Un sorrisetto sghembo si impadronì delle sue labbra quando piegò il viso nella mia direzione oltre la sua spalla. Non mi guardò esplicitamente negli occhi ma avevo come l'impressione che fosse solo un dettaglio quello. Mi grattai il collo leggermente agitata guardandomi intorno.
Se solo sapessero cosa fosse successo minuti prima.
Sentii l'aria improvvisamente pesante, come la mia testa. Dove i pensieri, le teorie e le supposizioni che in quel momento mi facevo si accavallarono tra loro.
Non gli ero totalmente indifferente e almeno questo non fece sentire una nullità invisibile ai suoi occhi. Sperai solo che le cose non si complicassero ulteriormente dopo che Harry mise a nudo i suoi di pensieri.
E sapevo che non sarebbe stato facile poiché per quanto cercassi di ignorare il tutto quella tensione la sentivo anche io.
Spazio Autrice;
Buonasera! Ecco a voi il nuovo capitolo di Scarlett!
In quanti l'aspettavano? eh? Avrei voluto metterlo nel pomeriggio, sul presto ma non c'è lo fatta..
Abbiamo avuto un'assaggio dei pensieri di Harry! Cosa ne pensate?
E' servito a quanto pare nel mandare nel pallone anche Scarlett, cosa avreste fatto voi?
Ho voluto postare una foto dei protagonisti x
Votate e commentate dicendomi cosa ne pensate!
See you soon.
All the love.xx
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