Assuefatti alla speranza
Capitolo 1
Un nuovo mondo
La seconda metà del '900 fu un periodo di grandi speranze.
Due guerre mondiali con i loro disastrosi effetti erano rimaste impresse nella memoria di chi le aveva vissute e sanguinosi ricordi trasmessi ai loro figli e nipoti. I posteri fecero dunque tesoro dei nuovi valori morali per impedire il ripetersi dei disastri causati dalle generazioni precedenti.
Ad alimentare tali chimere contribuivano nuove scoperte in ambito tecnologico: i mezzi di comunicazione abbattevano le distanze rendendo le persone più vicine e questo pensiero di unione tra gente lontana e popoli diversi non poteva che portare ottimismo; gli occidentali riuscivano finalmente a scorgere l'agognata pace nel mondo.
Sul finire del secolo la consacrazione di questo sogno trovò finalmente un mezzo: Internet.
Curioso scherzo del destino, un'idea concepita per uso militare diventava lo strumento designato a portare armonia tra ogni essere umano. Come dal letame nascono i fiori, dalla guerra può nascere la pace.
Grazie a queste premesse, il nuovo millennio fu per l'occidente non un semplice voltare pagina ma l'inizio di un libro tutto da scrivere, l'alba di un'era dell'amore fraterno.
Ma le speranze morirono quasi subito, a causa di un evento infausto...
La creazione dei social network.
In quanto parto di internet, queste piattaforme rappresentavano l'evoluzione del concetto stesso di web: creare delle reti di connessioni tra parenti e conoscenti, all'interno delle quali legarsi ad altre persone grazie ad amicizie e interessi in comune.
L'unione tra ogni singolo essere umano presente sul pianeta sembrava alle porte, il tassello definitivo che avrebbe completato l'utopico puzzle della pace nel mondo era stato finalmente incastrato.
Invece andò tutto storto.
I social network portarono sì la creazione di nuove reti di amicizie basate su passioni condivise ma esse si rivelarono chiuse in sé stesse, incapaci di integrare opinioni differenti e ben presto, divennero fazioni in conflitto le une contro le altre.
Iniziò tutto con le preferenze musicali. Un esempio nel nostro paese fu lo scontro virtuale tra sostenitori di Vasco Rossi e seguaci di Ligabue, schermaglia sfociata in guerra quando alle ostilità si aggiunsero la congrega della gente cui piacevano ambedue gli artisti e quella che invece schifava entrambi. Inizialmente i due cantautori, coinvolti loro malgrado, tentarono di placare l'animosità dei rispettivi adepti, ma dopo poco si schierarono come leader in questa micidiale lotta d'insulti e sfottò.
I social network pensati per colmare le distanze finirono per erigere barriere volute dagli utenti stessi; protetti da un monitor e da chilometri di cablaggio tutti si sentirono in dovere di esprimere opinione a spada tratta, col solo fine di vincere feroci e infiniti dibattiti in cui i contendenti consumavano le dita sulle tastiere rinunciando a ore di sonno.
Tutto questo naturalmente ebbe delle ripercussioni sociali.
Le persone introverse, costrette a reprimersi nella vita reale, trovarono una valvola di sfogo sul web dove divennero feroci leoni da tastiera, impegnati con tutte le forze ai fini di trionfare nelle suddette dispute. Gli estroversi invece si trovarono in difficoltà contro la rivalsa internettiana dei timidi e, sconfitti sulla rete, diventarono di conseguenza aggressivi nella vita quotidiana. Uno dei primi casi fu quello di un agente di commercio il quale, massacrato online dai Nerd per aver dato un giudizio negativo al settimo film della saga di Star Wars, aggredì due ventenni nella metropolitana di Roma dopo averli uditi parlare con entusiasmo di tale pellicola.
L'arte e la cultura non furono afflitte dalle guerre sui social. Peggio, ne furono la miccia.
L'interesse verso le opere letterarie, musicali e cinematografiche ebbe un incremento notevole; inizialmente percepito come una notizia positiva, ciò si rivelò in seguito un bluff. La gente non si avvicinava a tali opere per un bisogno personale di cultura bensì si limitava ad analizzarle freddamente per coglierne solo i dettagli principali, così da avere dei punti di riferimento rivendibili nei conflitti virtuali di stampo critico.
Anche i giornali divennero social e ciò fu una catastrofe culturale: i quotidiani s'impigrirono iniziando a trasmettere contenuti forniti gratuitamente dai lettori, smisero così di esistere giornalisti di professione e il mondo dell'informazione si trasformò in un guazzabuglio di notizie confuse e scritte in un linguaggio povero di espressioni. Parole come "petaloso" entrarono ufficialmente nei dizionari, "qual è" assunse in via definitiva l'apostrofo e "piuttosto che" sostituì "oppure".
Il progressivo imbarbarimento culturale e la violenza dilagata dai social alla vita reale crearono società distopiche in tutto il mondo, comunità in cui il pensiero individuale era ormai estinto. Il panorama politico a metà del ventunesimo secolo era profondamente differente da quello del secolo che lo aveva preceduto: così come la gente ricercava zone di conforto sul web legandosi a persone con interessi simili, lo stesso principio si applicava nella vita reale con la creazione di "nazioni di conforto", formate da cittadini uniti dalle stesse passioni.
Si crearono nazioni in perenne conflitto con le rispettive controparti, tipo lo stato dei carnivori contro quello dei vegani, lo stato degli amanti della Coca Cola contro quello degli adoratori della Pepsi, lo stato degli automobilisti contro quello dei ciclisti (questi ultimi due tra l'altro caratterizzati da una continua migrazione di voltagabbana) e molti altri ancora.
Ognuna di queste nazioni era costituita a sua volta da altre più piccole, in guerra pure queste tra loro.
Anche le religioni scomparvero, persino i fondamentalisti del medio oriente sentendosi ignorati dal nuovo assetto occidentale s'integrarono in esso per unirsi a fazioni belligeranti come ad esempio Playstation vs X-Box o Amici vs X-Factor.
Il mondo era ormai un campo minato.
Tutte le grandi speranze di metà Novecento nemmeno un secolo dopo erano polvere come chi vi aveva creduto.
Capitolo 2
Genesi di un eroe
In questo panorama di anime assuefatte all'omologazione, spiccò un individuo come tanti ma portato dal fato a vivere un'esistenza differente dal resto.
Nato nell'ultimo decennio del ventesimo secolo, per un soffio Massimiliano Bestia aveva fatto in tempo a vivere un'infanzia antecedente l'avvento di internet riuscendo quindi a provare l'ebbrezza di calciare un pallone in strada quando non passano automobili, giocare a nascondino, piazzarsi di fronte al televisore alle quattro del pomeriggio per guardare quotidianamente un'ora al massimo di cartoni animati. Insomma, la felice e spensierata infanzia del bambino italiano medio di fine Novecento.
Questo periodo lieto finì però ben prima del raggiungimento della pubertà, quando i suoi genitori gli regalarono un PC Intel Pentium III dotato di connessione 56K. A quel punto ebbe inizio una fase di emarginazione sociale autoindotta seguita da un'adolescenza trascorsa ignorando i propri coetanei, salvo la forzata convivenza scolastica.
Divenuto adulto durante il boom dei social network Massimiliano si iscrisse a Facebook. Avrebbe volentieri evitato ma lo fece per seguire i compagni di gioco di ruolo online, individui mai conosciuti di persona, che vi avevano creato dei gruppi in cui organizzare campagne e da cui Massimiliano non poteva certo restare tagliato fuori.
In breve tempo ricevette richieste di amicizia da parte dei vecchi compagni di scuola, gli stessi che incontrandolo per strada nemmeno gli avrebbero rivolto il saluto, ed ebbe l'incauta premura di accettarle.
Fu così che divenne drogato di feed.
Passava le giornate a scorrere la propria Home per leggere i post dei vecchi conoscenti imparando a memoria persino l'ora di pubblicazione e, in assenza di aggiornamenti, era lui a cercare i compagni di classe mancanti inviando richieste di amicizia così da avere nuovi profili da seguire.
Divenne un guardone virtuale, e la cosa buffa fu che il materiale da spiare veniva fornito dalle stesse vittime.
La cosa andò avanti per un po', ma in seguito Massimiliano avvertì un vuoto... si stancò di leggere i vissuti degli altri e decise che anche lui doveva condividere frammenti di sé.
Pubblicò barzellette di sua stessa creazione, argutamente concepite nell'arco della giornata e minuziosamente assemblate e concentrate in brevi aggiornamenti di stato. Un lavoro raffinato e certosino di produzione artistica di cui Massimiliano andò molto fiero.
Ma non ricevette neppure un like.
Le sue freddure non solo non erano apprezzate, ma addirittura ignorate. Eppure i suoi genitori lo avevano sempre adulato per il suo fine senso dell'umorismo... Perché allora il mondo fuori dalle mura domestiche non condivideva lo stesso pensiero dei suoi familiari?
Non si diede per vinto e perseverò caparbio nella produzione, sicuro che alla fine qualcuno avrebbe dato un cenno. Finalmente un giorno comparve la notifica relativa a un commento, Massimiliano si precipitò a cliccare per leggerlo...
ma la vuoi far finita? come comico fai schifo!
Distrutto e sconsolato, cancellò il commento ma non prima di scoprire chi ne fosse l'autore: Giampiero Bignarelli, suo compagno di classe alle elementari, all'epoca apprezzato dalle femmine per gli occhi azzurri e il ciuffo ribelle, adesso assicuratore di professione.
Il fato volle che quella stessa settimana i due ex-compagni si incontrassero nella deserta piazza del loro paesino di provincia.
«Perché hai scritto quel commento, Giampiero? Perché lo hai fatto?»
«Ci conosciamo?»
Era troppo.
Con un pugno Massimiliano gli deturpò quel sorriso perfetto, poi lo portò in un vicolo per tempestarlo di ulteriori cazzotti.
«Sono Massimiliano, dannato te! Massimiliano Bestia!»
«AAAAH! Fermo, basta, ti prego! Che ti ho fatto? Non ti conosco!»
«Perché hai scritto quel commento? Perché hai scritto che come comico faccio schifo?»
«Quale... quel commento? Non me lo ricordavo nemmeno. Non sapevo nemmeno fossimo amici su Facebook. Scorro sempre la pagina sullo smartphone mentre sono al cesso e vedo le barzellette di questo Bestia... lasciami ti prego... Vuoi dei soldi?»
E lo lasciò andare.
Le lacrime scendevano dagli occhi di Massimiliano mentre nella sua testa sorgevano consapevolezze che iniziavano a pesargli persino sul cuore...
La consapevolezza di non essere apprezzato da altri eccetto i suoi genitori.
La consapevolezza di non essere ricordato dai suoi vecchi compagni, dei quali rimembrava invece persino la disposizione sui banchi il primo giorno di scuola.
La consapevolezza di aver dato tanta importanza al giudizio di gente che spulcia Facebook mentre defeca.
In seguito a questa presa di coscienza Massimiliano Bestia iniziò a odiare se stesso, gli ex-compagni di scuola, i suoi genitori ma soprattutto i social network, rei di averlo inghiottito in un processo di creazione di posticce immagini sociali ai fini di ricevere una futile compensazione in like e commenti.
I social network erano stati una droga e adesso che era uscito dal tunnel avrebbe fatto di tutto per liberare il mondo da questa piaga.
Ma il suo scopo faceva a pugni col resto del pianeta, lui era l'unico vedente in un mondo di ciechi assoggettati alla realtà virtuale e intanto tutto cambiava, rapidamente il panorama sociopolitico globale degenerava e insulse nazioni in guerra sorgevano, tutti erano marionette e solo lui scorgeva i fili.
Per fortuna scoprì di non essere solo.
Altri emarginati sociali si erano svegliati come lui, curiosamente alcuni di questi erano suoi compagni nei giochi di ruolo online. Formarono un piccolo gruppo di ribelli e iniziarono a sabotare il sistema con atti di vandalismo e hackeraggio, altri si aggiunsero e il gruppo si fece sempre più numeroso, ma il nemico era potente e sconfiggerlo richiedeva una lunga e accurata pianificazione...
Capitolo 3
La salvezza
Ci sono voluti decenni ma oramai tutto è pronto.
Nel 2050 Massimiliano Bestia è a capo di un'organizzazione terroristica nata con lo scopo di rovesciare l'attuale ordine mondiale per il ripristino del Vecchio Occidente. Il nome dell'organizzazione è Progetto Super Tele, chiamata così per ricordare con nostalgia i bei tempi andati in cui ancora i bambini giocavano a pallone per strada.
Grazie al lavoro di migliaia di adepti sotto anonimato sparsi per il mondo e pronti ad agire al suo segnale, questa è la notte in cui l'impero dei social cadrà azzerando tutto al secolo precedente.
Come in uno stereotipato film anni '80 la scena cruciale mostra il Bestia, i segni dell'età sul volto, con in mano un dispositivo elettronico: la corretta sequenza di comandi digitati sul display darà il via alla formattazione di tutti i server del mondo. Drastico ma giusto.
Prima però, Massimiliano si connette a Facebook.
Il Progetto Super Tele, composto dai migliori hacker del globo, è riuscito a creare pure un algoritmo che permette di pubblicare messaggi sui profili di tutti gli account del mondo con un unico invio e Massimiliano ne usufruisce per scrivere un ultimo messaggio social all'umanità.
Buonasera, marionette.
Il Progetto Super Tele sta per rovesciare l'attuale ordine del mondo abbattendo l'intera rete virtuale, ciò significa che tra un minuto la ragnatela di menzogne in cui voi mosche siete intrappolate cesserà di esistere.
Sarete liberati da internet e dai suoi figli social network, potrete staccare gli occhi dagli schermi e interagire guardandovi negli occhi, osservare la bellezza intorno a voi e apprezzare tutti insieme il pianeta sul quale vivete.
Potrebbe essere la vostra occasione d'oro per imparare l'arte dell'ikebana.
Progetto Super Tele
L'ultimo aggiornamento di stato dell'umanità.
Massimiliano ridacchia tra sé e sé, la battuta sull'ikebana pensata sul momento lo riporta indietro di molti anni, quando si improvvisava giullare del web. Questa freddura lo rende particolarmente gaio perché assai sagace: l'ikebana è l'arte giapponese della disposizione dei fiori recisi, un invito che si collega perfettamente alla frase scritta nella riga precedente sull'osservare la bellezza del mondo. Senza dubbio una delle sue migliori battute, Massimiliano si sente un dannato genio.
Ma adesso deve tornare alla dura realtà: sta per avviare il processo, cancellare Internet per sempre, rovesciare l'ordine mondiale!
Ma ha un lieve impulso, uno sprazzo di curiosità... apre di nuovo Facebook.
Dieci miliardi di like.
Dieci miliardi, l'intera popolazione mondiale. Massimiliano è sbigottito.
L'umanità ha accettato il verdetto e espresso il suo gradimento verso l'atto del Progetto Super Tele, ogni individuo sul pianeta vuole la morte del web e il ritorno alle origini!
Tutto il mondo è con Massimiliano!
Tutto il mondo lo supplica di portare a termine la sua missione!
"Cancella questo sistema! Spezza le nostre catene! Liberaci!" sembra gridare il genere umano!
Ma Massimiliano non ha capito.
«La mia battuta sull'ikebana... è piaciuta a dieci miliardi di persone!»
Un fraintendimento cancella anni di lotte e oscure trame, riportando indietro di decenni non l'ordine mondiale bensì l'uomo che l'ha combattuto. Dieci miliardi di like rendono Massimiliano Bestia schiavo dei social network.
Lui, il messia, il salvatore, l'uomo che doveva annientare internet, finisce intrappolato in una gabbia di pollici virtuali.
All'ultimo momento, il Bestia decide di non avviare il suo piano. È ormai troppo impegnato a produrre nuove barzellette da inviare alla popolazione globale, tipo questa:
Non dormite sugli allori. Meglio i materassi ortopedici.
Così l'umanità è condannata non solo a vivere soggiogata dal web, ma anche alla lettura forzata delle agghiaccianti freddure di colui che poteva salvarla ma non lo fece.
FINE?
Epilogo
«La guerra tra sostenitori e detrattori dei cetrioli negli hamburger si è conclusa con un solo morto. Il caduto era l'unico soldato schierato nella fazione dei...»
Il telegiornale dà le notizie del giorno mentre il sessantenne assicuratore Giampiero Bignarelli, seduto al divano assieme alla moglie, lo segue con svogliatezza. D'un tratto si odono due segnali acustici: sono le suonerie degli smartwatch dei due coniugi. Senza nemmeno accordarsi i due premono contemporaneamente gli apparecchi attaccati ai loro polsi facendo emergere da ciascuno di questi un ologramma luminoso riportante delle scritte.
«Ancora una notifica da questo Massimiliano Bestia? Sarà la cinquantesima oggi!»
«Ma chi è? Lo conosci?»
«Ma che diavolo ne so io! Che ha scritto stavolta?»
La donna legge a voce alta quanto riportato sull'ologramma.
«Vi saluto con uno squillo di trombe... a pagamento perché è una squillo che tromba.»
«Ma cosa vuol dire?» sbraita Giampiero mentre si strappa lo smartwatch dal polso e lo sbatte a terra «Co-sa dia-vo-lo vuol direeeeeeee?»
Giampiero salta ripetutamente sull'apparecchio fino a ridurlo a misere briciole di componenti elettroniche.
«Tesoro, calmati!»
«Non sono mai stato più calmooooo! E stasera usciamo fuori! Mi sono rotto di questa roba!»
Con un battito di mani Giampiero spegne la TV.
E i coniugi Bignarelli questa sera escono di casa, per la prima volta dopo tanti anni.
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