Vincitore Scambio Oscuro
1) Da quanto scrivi?
A dire la verità ho sempre amato qualsiasi forma d'arte. Sin da piccolissimo ho imparato a scrivere, dipendere e disegnare e andando avanti non ho mai abbandonato queste passioni, sebbene la scrittura testi la più importante per me. Ho deciso di impegnarmi al massimo affinché questa strada fosse il mio futuro all'età di 16 anni, e da allora lavoro costantemente per cercare di affermarmi nel mondo della scrittura e far conoscere il mio nome.
2) Come è sortita l'idea di "Non piangere"?
La verità è che all'inizio "Non piangere" è nato come una storia breve da inserire in una raccolta di storie dell'orrore. Non aveva alcuna pretesa e non aveva una trama profondamente strutturata come quella che potete vedere qui. A dicembre 2020, però, una mia cara amica mi ha consigliato di provare a far conoscere il mio lavoro tramite questa piattaforma. Ho deciso di seguire il suo suggerimento, ma non me la sentivo di esordire col romanzo su cui stavo lavorando. Volevo vedere cosa sarebbe successo con un "racconto minore" e così ho rispolverato "Non piangere", che aveva persino un altro titolo. Però da quando ho preso questa decisione quel racconto breve non esiste più. Sì è trasformato, senza che me ne rendessi conto, in un vero e proprio romanzo. E sinceramente sono stupito di questa metamorfosi, ma anche felice.
3) Da cosa hai tratto ispirazione per questa storia?
L'ispirazione, come per qualsiasi altra mia storia, viene da episodi che mi sono capitati (e ovviamente portati allo stremo). Questa storia nasce da qualcosa di incredibilmente banale: ero seduto a un bar e ho visto un neonato piangere, mentre suo padre sembrava assolutamente incapace di farlo smettere. Non so perché, ma in quel momento mi sono chiesto "E se un genitore fosse realmente incapace di prendersi cura del proprio figlio? Se il suo amore, a causa di questa incapacità, si trasformasse in altro?" Ho preso il blocco per gli appunti (sì, ne ho sempre uno con me) e ho iniziato a buttare giù le prime idee continuando a osservarli. Alla fine sono rimasto seduto a quel bar fino all'orario di chiusure...
4) Qual è il tuo personaggio preferito?
Chi sta leggendo "Non piangere" può constatare che si cerca di dare spazio - sebbene il protagonista assoluto resti sempre Kevin - a diversi personaggi. Non perché siano realmente importanti al fine della trama, quanto piuttosto per riuscire a far immergere meglio chi legge nella cittadina di Cold Falls. Si impara che Kevin non è l'unico ad avere dei segreti, e che il concetto di felicità è del tutto relativo, così come quello di "apparenza". Ho provato a dare una storia ad alcuni di essi. Un po' perché in un romanzo non può esistere soltanto il protagonista, e un po' perché ho intenzione di tornare a Cold Falls in futuro (o in passato). Sono affezionato a tutti i personaggi, ma se dovessi dare una preferenza questa ricadrebbe su Lewis. Non perché mi riconosca nel suo carattere, ma perché riesce a mettere magistralmente in atto una pratica che oggi sembra pura prassi e da cui dovremmo prendere le distanze, ovvero usare la verità per ferire. Lewis è egocentrico, classista, spregiudicato, eppure mette in atto tutte le sue meschinità per il presunto bene della figlia. È qualcosa che vediamo ovunque: male a fin di bene. Ma quanto in là siamo disposti a spingerci prima che il male sia male e basta? Quand'è che diventiamo semplicemente cattivi? E, soprattutto, cosa siamo ai nostri occhi?
5) Da dove nasce la tua passione per il romanzo thriller / horror?
Potremmo dire che ormai mi sono specializzato in questo campo, sebbene mi piaccia scrivere di qualsiasi genere. Sono cresciuto con Steohen King e credo che sia l'autore che più di tutti ha avuto un'influenza non solo sulla scelta del genere, ma anche sullo stile. Per quanto siamo sempre alla ricerca della felicità non possiamo non ammettere il fascino che l'oscurità esercita sui nostri cuori. Ma, detto ciò, non escludo di potermi dedicare anche ad altro in futuro. Chissà, magari scriverò una storia d'amore strappalacrime ahahah.
6) Anche le altre tue storie sono di questi generi, o ne tenti altri?
Come ho detto, mi piace scrivere tutto. Non faccio altro che seguire l'ispirazione, ma ciò che voglio davvero è diventare un romanziere affermato nell'horror/thriller. In questo momento ho così tanti progetti e idee che mi risulta difficile anche solo provare a dedicarmi a un altro genere, ma mi piacerebbe, in futuro, provare a raccontare anche la felicità: credo che ne abbiamo bisogno!
Recensione di "Non piangere"
Kevin è appena diventato padre. La sua nuova vita insieme alla piccola Phoebe sembra scorrere bene, lui la ama con tutto il cuore... tuttavia un'oscura presenza gli procura spesso pensieri indecenti per un genitore. Perché tali paranoie? La mente di Kevin è sana?
Con un incipit che già fa rabbrividire, questa storia thriller psicologica deve ancora entrare nella fase horror, ma la base gettata è veramente inquietante. I capitoli scorrono rilasciando una suspense eccezionale, ogni volta si vuole sapere cosa succederà, per scoprire come Kevin arriverà a compiere ciò che viene preannunciato all'inizio della storia.
Una scrittura veramente fluida, dal lessico ottimo. I pensieri, le similitudini, le metafore, sono molto originali e coerenti allo stile adottato dall'autore, ma anche fedeli al misterioso protagonista.
Per quanto si legga dal suo punto di vista, egli rimane forse il personaggio più misterioso e del quale dover scoprire così tanto.
E la gente che lo circonda, in tutti i suoi difetti, non aiuterà la sua sanità mentale.
Lo consiglio eccome, e non vedo l'ora di scoprire il resto, sia di questa storia che delle altre opere di Matteo!
Gli auguro tante cose belle e che il suo sogno si avveri!
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