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Capitolo 22

||Cameron||

Avevo fatto un casino, un maledetto e stupido casino ed ora non sapevo come poter rimediare. Mi faceva male il cuore per tutto quello che stavo facendo a Samanta.
Lo schiaffo lo avevo decisamente meritato anche se faceva male dentro. Per la prima volta nella mia vita mi sono sentito vuoto...che cos'ero senza di lei?
Un naufrago.
Dovevo assolutamente chiarire ogni cosa o l'avrei persa.
Quell'idea era per me come pronunciare una bestemmia. Non potevo perdere la mia luce, perché si, lei era la mia luce e senza... il mio mondo era buio e tetro.
Mi alzai da letto con una nuova energia, ma subito un forte mal di testa mi colpì alle tempie come un martello pneumatico.
Lo giuro, non berrò mai più in vita mia, nemmeno un bicchiere! Esclamò il mio inconscio piagnucolando per il dolore.
Con passo strascicato raggiunsi il bagno e mi feci una doccia. L'acqua calda scendeva sulla mia schiena riscaldando solo in parte il mio cuore ghiacciato.
Non potevo arrendermi, non se c'era Samanta in gioco.
Dovevo solo riuscire a raccontarle come era andata veramente la storia. Mi sentivo molto positivo e pieno di energie, combattivo addirittura...ma tutte le mie speranze si frantumarono come un pezzo di vetro che cade al suolo, quando a scuola venni a sapere da Thomas che Sam e Alex si erano messi ufficialmente insieme.
Mi sentivo vuoto e privo di ogni energia che avevo fino a pochi attimi prima, non aveva più senso combattere per qualcosa che non esisteva più.
E l'errore era mio.
La colpa di tutto ciò, era solamente mia, perché Samanta aveva semplicemente agito di conseguenza.

Due settimane dopo...

Avevo ormai perso il conto del tempo che era passato da quando avevo deciso di rinunciare a lei. La sua relazione con Alex sembrava andare a gonfie vele...ogni volta che li incontravo per i corridoi mano nella mano, o addirittura a baciarsi, il mio cuore perdeva un nuovo pezzettino.
Lei me lo strappava via e lo gettava nell'immondizia come se non valesse nulla, come se io non contassi più nulla...e probabilmente era davvero così, ma faceva male comunque....
<<Dio Cam, è ormai da due settimane che hai la faccia di un cadavere>> disse Thomas interrompendo il filo dei miei pensieri.
<<Sta zitto >> ribattei scorbutico.
<<Qui qualcuno ha la luna davvero molto storta>> esordì.
Lo guardai in cagnesco e lui alzò le mani in segno di resa. Tirai un pesante sospiro e abbassai lo sguardo.
Improvvisamente le mie scarpe erano diventate davvero molto interessanti.
<<Ok amico, qui c'è bisogno di una bella sbronza >>disse prendendomi per un braccio.
Mi costrinse ad alzarmi dal letto su cui ero sdraiato:<<Dove vuoi andare?>> gli chiesi.
<<James fa un'altra delle sue feste e noi andiamo ad ubriacarci da bravi alcolizzati>> ridacchiò.
Sbuffai ma non opposi resistenza,  sapevo perfettamente di averne bisogno, anche se mi ero ripromesso di non bere più.
Dovevo assolutamente non pensare.
Assolutamente...

Arrivati a casa di James, non si riusciva neanche a camminare dalla calca di gente sudata e ubriaca.
Thomas che conosceva la casa perché ci era già stato in passato, mi guidò fra la marea di persone.
Mi sentivo particolarmente a disagio a casa di quello stronzo, non lo sopportavo proprio e in quel momento, trovarmi lì come se fossimo vecchi amici, per farmi una sbronza, non mi sembrava più una grande idea.
Forse dovevo tornare a casa e....e poi cosa? Stare a deprimerti per il resto della vita? Mi prese in giro il mio inconscio. Sospirai, volevo solo che tutto questo finisse ed io potessi tornare indietro nel tempo per poter di nuovo stringere Samanta fra le mie braccia.
Smisi di seguire Thomas e andai in cucina a servirmi qualsiasi cosa ci fosse pur di non pensare.
Dopo un po non mi sentivo più le labbra e non capivo quasi più niente.
Continuai a bere incurante della festa, di tutti...volevo solo annegare nell'alcool.
<<Ehi ciao!>> mi salutò qualcuno, o almeno così credevo. Mi girai nella direzione della voce e i miei occhi incontrarono quelli di Stacy.
<<Ciao..>> risposi abbassando lo sguardo.
Lei mi prese il mento fra due dita e mi risollevò il capo cercando i miei occhi:<< Come mai così triste?>> chiese. Il suo tono sembrava dolce e rassicurante come se io avessi potuto confidarle ogni segreto.
Le raccontai ogni cosa, mi sfogai rivelandole i miei sentimenti per lei, il fatto che non fossero corrisposti e che ora mi odiasse perché ero partito infrangendo la nostra promessa di restare sempre insieme.
Ovviamente non parlai del motivo per cui ero partito, perché era il segreto di Sam e non avevo alcuna intenzione di parlarne con lei.
<<Beh se tu sei dovuto partire mica è colpa tua...voglio dire che dato che hai avuto quell'incidente, avrebbe dovuto essere più comprensiva....se non altro ora sai quanto quella ragazza si superficiale e immatura>> disse con tono altezzoso. Io la ignorai e dissi:<<Non riesco più a levarmela dalla testa>>
Lei sorrise maliziosamente e si avvicinò a me con passo lento e sensuale:<<In tal caso, potresti trovare un'altra che la sostituisca e ti faccia dimenticare di lei>>
Quando mi baciò per la seconda volta da quando ci conoscevamo...io non la respinsi, di nuovo.
<<Vieni con me>> disse.
E io la seguii senza farmi troppe domande. In fondo dopo tutto quello che avevo bevuto non mi sembrava una cattiva idea.

||Stacy||

Recuperai le mie mutandine o meglio dire il "filo interdentale" che usavo come mutande e i miei shorts da terra, mi rimisi il reggiseno e la canotta, mentre Derec o come cavolo si chiamava, si sistemava i pantaloni rialacciandosi la cintura.
<<Wow Stacy, è stato il miglior sesso della mia vita>> disse.
Io sorrisi accattivante finendo di vestirmi:<<Lo so, me lo dicono tutti>> risposi con voce suadente.
Presi la mia borsetta che era finita chissà dove da qualche parte e tirai fuori un pezzettino di carta.
Scrissi il mio numero sopra e lo diedi al ragazzo davanti a me che avevo conosciuto all'incirca due ore prima.
<<Se hai voglia di divertirti ancora, sai dove trovarmi>> dissi.
E sculettando uscii dai bagni pubblici del bar.
Avevo appena adocchiato la mia preda successiva quando il mio cellulare aveva iniziato a squillare:<<Pronto?>> risposi abbastanza seccata per l'interruzione.
<<Ehi Stacy...stasera do una festa, non puoi mancare>> riconobbi subito la voce di James dall'altro capo del telefono.
<<Sto arrivando!>> esclamai.
Per mia fortuna avevo parcheggiato l'auto non molto lontano...dopo tutto quel movimento nel bagno mi sentivo un tantino indolenzita.

Appena arrivai a casa di James mi fiondai a prendere qualcosa di super alcolico da bere e dopo mi scatenai in soggiorno ballando a ritmo con la musica. Accanto a me notai una coppietta molto carina e alquanto affiatata. In me scattò come al solito la scintilla d'invidia che mi fece agire.
<<Ops, scusami>> finsi di andare addosso al ragazzo.
Lui si girò nella mia direzione e i suoi occhi castani incontrarono i miei:<<Tranquilla, fa niente>>
Io mi avvicinai di più a lui sfiorando col mio petto promperoso il suo e mettendo così il mio seno dalla scollatura più che abbondante in bella vista:<<Ne sei sicuro?>>
Lui non mi rispose neanche sembrava andato in tilt.
Purtroppo quella sciacquetta della sua ragazza attirò di nuovo la sua attenzione.
Ma non per molto ancora, mia cara! Ribatté il mio inconscio.
Non mi allontanai di molto da quei due così che il ragazzo potesse vedermi ed iniziai a muovermi in maniera provocante fissandolo.
Vedevo che era ormai sul punto di cedere e venire da me così con un'ultima occhiata ammiccante mi allontanai.
Conoscevo la casa di James a memoria e non feci fatica a trovare la camera degli ospiti.
Mi sdraiai sul letto poggiandomi sui gomiti e accavallando le gambe oltre il letto.
Dovetti aspettare al massimo cinque minuti (?) Prima che il bel ragazzo richiudesse la porta alle sue spalle.
<<Ma guarda un po chi c'è>> dissi.
Dal suo sguardo capii che era ancora un po titubante così senza pensarci due volte aprii le gambe in maniera lenta e sensuale provocandolo.
<<Allora, che facciamo?>> gli chiesi.
Neanche un attimo dopo eravamo uno appiccicato all'altro.
Sfortunatamente proprio quando stavo per arrivare al culmine del mio piacere la porta della stanza si aprì di botto rivelando quella sciacquetta della sua ragazza.
<<Perché?!>> urlò contro al suo ragazzo che nel frattempo era saltato in piedi tentando in vano di tirarsi su i pantaloni. Quasi quasi mi fa pena, pensai ridendo di quella scena patetica.
Poi la ragazzina rivolse la sua attenzione su di me:<<E tu chi cazzo sei eh?!>>io non resistetti e le scoppiai a ridere in faccia.
<<Quella che ti ha fatto aprire gli occhi sulla fedeltà del tuo "fidanzatino">> la presi per il culo mimando le virgolette. Poi proseguii:<<Probabilmente non eri in grado di soddisfarlo come si deve>>
Finii di risistemarmi la gonna e feci la mia uscita trionfale dalla camera.
C'era una spiegazione dietro questo mio comportamento.
Io avevo il disperato bisogno di sentirmi bella, accettata, e ben voluta.
E quindi quando vedevo che un ragazzo non notava me, mi sentivo vuota...e dovevo averlo assolutamente.
Proprio in quel momento notai tra la folla di corpi lui. Quel ragazzo riusciva ogni volta a mandare la mia autostima sottozero.
Quel ragazzo non mi voleva!
Ed io non potevo accettare una cosa simile.
Io lo avrei avuto, avrei avuto Cameron.
Mi diressi con passo deciso nella sua direzione, e non ci voleva un genio per capire che era ubriaco marcio.
Soghignai, questo avrebbe solo reso più facile i miei scopi...ma con lui avevo anche imparato che partire in quarta come facevo con tutti gli altri ragazzi non funzionava, perciò avrei dovuto utilizzare una tattica differente.
Dovevo sembrare interessata ai suoi problemi e fargli credere che poteva confidarsi con me, in poche parole, dovevo fargli abbassare la guardia e attaccarlo una volta indifeso.
<<Ehi ciao!>> lo salutai.
Lui si girò lentamente nella mia direzione e come ogni volta che i miei occhi incontravano i suoi, il mio cuore battè all'impazzata.
<<Ciao...>> mi rispose abbassando lo sguardo.
In un primo momento rimasi spiazzata a vederlo tanto depresso, ma subito mi ripresi.
Infilai dolcemente due dita sotto il suo mento costringendolo ad incontrare i miei occhi. Tutta questa dolcezza nei confronti di qualcuno mi disgustava, ma per portarmi a letto lui ero disposta a fare un'eccezione.
<<Come mai così triste? >> gli chiesi con un tono il più possibile rassicurante Bleah! Si schifò il mio inconscio.
Povero Cameron era talmente ubriaco e sciocco che mi raccontò ogni cosa...e quando mi nominò quella troia che gli piaceva tanto, dentro di me si agitò un odio tale che mi tremavano le mani.
Lui l'amava. Non le piaceva semplicemente, i suoi sentimenti per quella ragazza che nemmeno conoscevo erano fuori dalla norma.
Glielo leggevo negli occhi.
E questo mi fece terribilmente incazzare.
Ero terribilmente gelosa di questo legame...e avevo tutte le intenzioni di distruggerlo.
<<Beh se tu sei dovuto partire mica è colpa tua...voglio dire che dato che hai avuto quell'incidente, avrebbe dovuto essere più comprensiva...se non altro ora sai quanto quella ragazza sia superficiale e immatura>> dissi con tono altezzoso. Forse avevo esagerato un tantino, ma la rabbia aveva accecato la mia lucidità facendomi aprir bocca ancora prima di pensare.  Per fortuna era talmente ubriaco da non essersi accorto del veleno nella mia voce e proseguì:<<Non riesco più a levarmela dalla testa>> il suo tono sembrava disperato e sinceramente mi faceva davvero schifo.
Quelle parole erano riuscite a lasciarmi l'amaro in bocca.
Gli sorrisi maliziosamente e mi avvicinai a lui con passo lento e sensuale:<<In tal caso, potresti trovare un'altra che la sostituisca e ti faccia dimenticare di lei>> dissi e posai le mie labbra sulle sue. Dio com'era divino il suo sapore.
Mi sentivo già eccitata.
Siccome non mi respinse, gli dissi:<<Vieni con me>>.
Lui non si oppose e io lo tirai per un polso. Salimmo le scale e ci dirigemmo nella camera degli ospiti che aveva ancora il letto sfatto dell'avventura che poco prima avevo avuto con quel ragazzo. Questa volta chiusi a chiave per evitare spiacevoli inconvenienti.
Finalmente potevo avere Cameron.
Mi attaccai alle sue labbra e lo spinsi contro il letto.
Lui ci si sedette e io mi misi a cavalcioni sulle sue gambe ritornando sulle sue labbra.
Le nostre lingue s'incontrarono ed io mi sentii in paradiso. Iniziai a muovere i fianchi su e giù lentamente, provocando a entrambi dei gemiti strozzati.
Mi sfilai la maglietta e quando feci per slacciargli la cintura dei pantaloni...lui si ritrasse bruscamente.
Si allontanò definitivamente da me:<<Cazzo... io non posso>> sussurrò.
<<Si che puoi!>> urlai io.
A quel punto non mi importava più di sembrare ridicola, perché io dovevo averlo a qualunque costo!.
<<No che non posso>> ribatté lui.
<<Perché?!>> esclamai.
<<Perché non voglio te!>> e se ne andò lasciandomi sola come un oggetto.
Lacrime di rabbia e umiliazione scesero dai miei occhi.
Odiavo quella puttana  che aveva ottenuto il suo cuore senza muovere neanche un dito. La odiavo terribilmente e cazzo se le avrei rovinato la vita.
Non solo le avrei portato via Cameron, ma tutto. Ogni cosa!
Preparati Samanta Black...stai per conoscere l'inferno...pensai sorridendo.

Buonasera miei adorati lettori!❤
Scusate la mia lunga assenza...spero tanto che anche questo capitolo vi piaccia.😍
Che cosa succederà ora secondo voi? Cosa avrà in mente Stacy?
Beh lo scoprirete😆
Votate e commentate❤❤
Buona lettura!😚

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