Capitolo 18
||Samanta||
Spensi il cervello e lo baciai...
Subito ricambiò con trasporto. Gli infilai le dita fra i capelli e lo avvicinai a me, come se con quel gesto avessi potuto farlo entrare nel mio corpo. Alex gemette sulle mie labbra e mi strinse di più i fianchi. La situazione iniziava a farsi bollente mentre lui chiedeva accesso alla mia bocca succhiandomi il labbro inferiore. Glielo consentii e le nostre lingue s'intrecciarono. Potei sentire il suo dolce sapore mentre le mie labbra sempre più bisognose di attenzione chiedevano di più.
Tutto ciò però sapeva di sbagliato.
Io amavo Cameron e non volevo lui. Non era corretto aprofittarmi di Alex per non pensare a Cam. Eppure ne avevo così bisogno che mi mancava il fiato. All'improvviso ci staccammo per respirare. Ma dopo pochi secondi le sue labbra furono di nuovo sulle mie, impetuose come il mare in tempesta. Nella mia mente si insinuò nuovamente il dubbio e l'incertezza. Mi sentivo come soffocare al contatto con un ragazzo che non fosse lui, non c'ero più abituata. Sapevo che era sbagliato, terribilmente sbagliato. Alex non rapprentava niente nella mia vita...mentre lui era il centro del mio mondo, l'equilibrio, la mia costante era la tua costante! Mi ricordò il mio inconscio come una pugnalata al cuore.
Se era così sbagliato, allora perché le mie labbra erano ancora su quelle di Alex?
Dovevo subito interrompere quel bacio senza senso e avere un po di tempo per pensare a ciò che volevo davvero.
Misi le mie mani sul petto di Alex e lo allontanai da me con decisione.
I miei occhi incontrarono i suoi confusi ed io mi sentii in colpa per aver approfittato di lui.
<<Scusami Alex, i-io ho bisogno di pensare, abbiamo sbagliato a-..scusa>> balbettai allontanandomi.
Non avrei retto un secondo di più il suo sguardo triste. Era ovvio quanto lui ci tenesse a me ed io lo avevo trattato malissimo.
<<Samanta aspetta! Ti prego!>> lo sentii urlare in mezzo alla folla. Feci finta di non averlo sentito e m'incamminai a passo svelto verso l'uscita, facendomi largo fra la calca di corpi sudati che ballavano. La mia mente era ancora annebbiata dall'alcool ingerito, ma riuscivo ancora a camminare dritta per fortuna. Cercai in mezzo alla folla Sara e Clara ma non le trovai. Intanto vidi con la coda dell'occhio Alex farsi largo per raggiungermi, merda pensai affrettando il passo.
Sarei andata fino a casa da sola e poi avrei aspettato il ritorno di Clara.
Mi feci largo velocemente e riuscii a raggiungere l'uscita.
Appena fui fuori iniziai un pianto isterico senza neanche saperne il motivo.
Mi sentivo terribilmente fragile e sbagliata. Tutto di me era sbagliato. Avevo bisogno di essere ricoverata in un manicomio!
<<Samanta!>> sentii una voce e poi due braccia forti avvolsero il mio docile corpo nella loro stretta.
Non c'era bisogno che mi girassi per sapere chi fosse. Avevo subito riconosciuto la voce di Alex. Sentivo il mio cuore schiacciato in una morsa, quella del senso di colpa.
<<Sam, perché dici che noi non possiamo?>> mi domandò con una nota disperata nella voce.
Serrai le labbra e tenni lo sguardo basso perché sapevo che se avessi incontrato i suoi occhi tristi ne sarei morta per la colpa.
Feci dei respiri lunghi e lenti indossando quella maledetta maschera di finta gioia.
Gli sorrisi e risposi:<<Credo che io e te non siamo fatti per stare insieme, mi dispiace>>. La mia voce era pacata e mostrava una calma e un controllo che in realtà non esisteva.
Lo sguardo di Alex s'incupì improvvisamente:<< Smettila di mentire anche a te stessa...smettila di nascondere i tuoi sentimenti sotto un falso sorriso che non ti appartiene. Io ho notato molte cose...>> mica poi così scemo il ragazzo! Disse il mio inconscio beffandosi di me e di tutte le volte che avevo considerato Alex un cavernicolo senza cervello.
A quel punto senza neanche rendermene conto, Alex mi prese per il polso e mi trascinò fino al retro della discoteca dove non c'era nessuno e un'unico lampione illuminava a intermittenza il piccolo parcheggio vuoto nascosto nella penombra.
Nella mia mente suonò un campanello d'allarme:<<Alex che vuoi fare?>> chiesi con un lieve tremore nella voce. Lui non rispose aumentando le mie ansie:<<Alex che stai->> ma non riuscii a terminare la frase che lui mi baciò appassionatamente. Gemetti di sorpresa quando mi spinse contro il muro schiacciandomi col suo corpo.
Non avevo via di fuga.
Gli posai le mani sul petto nel sciocco tentativo di respingerlo.
Mi prese i polsi e li alzò sopra la mia testa tenendoli con una sola mano contro il muro.
Finalmente staccò le labbra dalle mie riprendendo a respirare.
<<Ti prego dammi una possibilita>> sussurrò. Il suo alito caldo sfiorò dolcemente il mio collo facendomi rabbrividire.
<<I-io non posso, non lo so, i-io...>> balbettai come un'adolescente in piena tempesta ormonale.
Alex mi interruppe posando l'indice sulle mie labbra.
Avvicinò la bocca al mio orecchio e sussurrò con voce roca dall'eccitazione:<<Permettimi di farti dimenticare di lui...>>
Ansimai appena soffiò delicatamente dietro l'orecchio nel mio punto più sensibile mandandomi una scossa in tutto il corpo.
Con un gemito mi arresi a lui e fusi le mie labbra alle sue.
Sapevo perfettamente che me ne sarei pentita il giorno dopo, ma cos'altro potevo fare?
Dov'era Cameron?
Perché non c'era lui al posto di Alex?
Inutile continuare a pensarci.
Il suo abbandono bruciava ancora nel mio cuore come la lama di un coltello.
Come ha potuto tradire in quel modo la fiducia che io avevo in lui!
Non mi aveva neanche salutata...
Avevo atteso per giorni una sua visita, con l'ansia di potergli finalmente raccontare ogni cosa senza più temere nulla, finalmente ero pronta ad aprirmi con lui come non avevo mai osato fare con nessun'altro e lui se n'era andato senza un biglietto, un messaggio, un saluto....solo il silenzio, doloroso testimone del suo tradimento e della sua codardia.
Non lo avrei mai perdonato.
Con un balzo allacciai le mie gambe attorno alla vita di Alex, spegnendo ogni dubbio o incertezza e mandando a fanculo il suo tradimento.
Dopo un po ci staccammo e lui mi mise a terra.
Ci scambiammo uno sguardo pieno di sotto intesi e taciti consensi...e nel silenzio mi prese la mano guidandomi verso la sua auto.
Non ci mettemmo molto ad arrivare davanti casa sua.
Durante il tragitto mi preoccupai di mandare un messaggio a Clara per assicurarle che non ero stata rapita dagli alieni né gettata in un pozzo.
Altrimenti avrebbe di sicuro chiamato la polizia (e non sarebbe stata la prima volta).
Alex spense il motore e mi guardò di nuovo negli occhi come a chiedermi ancora se fossi sicura di voler proseguire ed io gli sorrisi per tanta premura nei miei confronti.
In silenzio uscimmo dall'auto.
Neanche dopo due passi, eravamo già l'uno addosso all'altro.
Alex frugò nella tasca dei jeans le chiavi della porta, impaziente di aprire e continuare ciò che era stato costretto ad interrompere.
Il click! della serratura ruppe il silenzio, unico testimone di ciò che stavamo facendo.
<<I miei genitori sono fuori per lavoro e non rientreranno fino a domani, nel tardo pomeriggio...>> disse. Poi avvicinò le labbra al mio orecchio e sussurrò con voce roca:<<Abbiamo la casa tutta per noi...siamo soli>> innarcò un sopracciglio in modo malizioso e il mio cuore si fermò per l'agitazione.
Forse stavo sbagliando ma in quel momento non m'importava.
Mi prese per mano e senza indugio mi portò nella sua stanza.
Lo baciai con foga e lo aiutai a sfilarsi la maglietta.
Alex fece altrettanto con la mia e la lanciò da qualche parte nel buio della stanza.
Mi sospinse gentilmente sul letto e io mi sdraiai sul morbido materasso.....
Sentii uno strano rumore provenire dalla cucina, mi allarmai sedendomi sul letto.
Tutti i sensi in allerta.
Ancora quel forte rumore di qualcosa che cadeva a terra.
Mi girai per svegliare Alex, ma nel letto non c'era.
Mi preoccupai pensando che fosse sceso di sotto e si fosse fatto male nel buio della notte.
Mi alzai dal letto e solo in quel momento mi resi conto di essere ancora nuda dopo aver passato quasi tutta la notte a fare l'amore con lui.
Notai infondo al letto una vestaglia bianca.
Sorrisi pensando che me l'avesse lasciata Alex per coprirmi.
Quel ragazzo sapeva davvero essere molto premuroso!
La indossai e proprio in quel momento sentii di nuovo quel forte rumore.
Il mio cuore ebbe un sussulto...per qualche strana ragione sentivo in me la paura farsi strada nelle profondità più recondite del mio cuore.
Per un momento non riuscii nemmeno a fare un passo, immobilizzata dal terrore di qualcosa che forse non esisteva.
Finalmente mossi i primi passi che risuonarono minacciosi rompendo l'inquietante silenzio della casa.
Uscii dalla camera e la porta cigolò facendomi sobbalzare.
Presi coraggio, maledicendo in tutte le lingue che conoscessi, me e la mia passione per i film horror.
Alla fine del corridoio c'era la cucina.
Solo pochi passi ancora e...la vidi.
Mia madre era lì girata di spalle con un coltello insanguinato fra le mani.
Davanti a lei il corpo di Alex riverso a terra in una pozza di sangue.
Mi portai le mani alla bocca come a trattenere il piccolo gemito di paura che mi era salito in gola, ma invano.
Lei mi sentì.
Come a rallentatore il suo volto si girò nella mia direzione e il suo sguardo assassino s'incastrò con i miei, colmi di un puro terrore che mi scuoteva e faceva tremare sin nelle viscere.
Sentivo le mie gambe farsi molle, il respiro affannoso, e il sudore freddo scendeva lungo la schiena provocandomi brividi.
Uno strano luccichio nel suo sguardo mi fece capire che si sentiva trionfante.
Sul suo volto spuntò un ghigno come se avesse appena fiutato la paura riflessa nei miei occhi...e scattò.
Tentò di colpirmi ma io riuscii ad allontanarmi in tempo prima che la lama mi colpisse all'addome.
Presa dalla disperazione mi girai e corsi per le scale nel tentativo di rifugiarmi in camera da letto e chiamare la polizia col telefono.
Lei mi raggiunse e mi prese per i capelli.
Gridai di dolore, ma riuscii a non farmi dominare dalla paura.
Le diedi una gomitata e sentii il coltello caderle di mano e finire da qualche parte a terra.
La vidi con la coda dell'occhio retrocedere per recuperarlo ma io glielo impedii prendendola a mia volta per i capelli e trascinandola all'indietro.
<<Stronza!>> mi strillò cadendomi addosso e intrappolandomi sotto il peso del suo corpo.
Gridai sentendo le costole schiacciate in una posizione innaturale contro lo spigolo dello scalino.
Feci per scrollarmela di dosso, ma fu inutile.
Le sue mani fredde e pallide come quelle di un cadavere artigliarono la mia gola in una morsa d'acciaio.
Non riuscivo a respirare.
Stavo soffocando.
Potevo sentire la vita che mi abbandonava mentre tentavo disperatamente di aggrapparmi alla speranza, scalciando coi piedi e graffiando con le unghie dove potevo.
Ma la sua stretta non faceva che aumentare sempre di più.
Mi stavo inesorabilmente arrendendo alla fine, quando un luccichio attirò la mia attenzione...il coltello.
Un ricordo m'investì come un pugno alla testa.
Improvvisamente la stretta svanì.
Mia madre era scomparsa e anche la casa di Alex.
Ma dove diavolo ero finita?
Cosa stava succedendo?
Mi guardai intorno e riconobbi quel luogo....il ponte.
Afferrai il coltello, osservandolo attentamente.
Era affilato e spaventoso.
Tornai ad osservare il ponte e fu in quel momento che la vidi.
Una ragazza era lì sotto la pioggia, oltre il guardrail.
Stava guardando di sotto nell'acqua torbida.
Ad un tratto come percependo la mia presenza si girò nella mia direzione e il mio cuore mancò un battito...ero io!
Quella ragazza ero in realtà io!
Mi sorrise triste e si lanciò nel vuoto.
Fu a quel punto che io gridai con tutto il fiato che avevo in gola....ma non ne uscì alcun suono.
<<Samanta ti prego svegliati! >> gridò una voce scrollandomi insistentemente. Solo in quel momento io aprii gli occhi e smisi di gridare.
Mi alzai di scatto, col respiro corto e il corpo madido di sudore.
Avevo la testa così confusa...perché avevo fatto quel sogno?
Stranamente ricordavo perfettamente ogni orribile dettaglio di quell'incubo.
Mi sentivo l'aria mancare.
Il ponte.
Ancora quel luogo.
<<Mio Dio Sam...che cosa sono queste?>> sussurrò Alex con una nota di terrore nella voce, accarezzandomi la schiena.
M'irrigidii subito.
Stava toccando le mie cicatrici.
<<Non. Toccarmi...tu non hai visto niente è chiaro?>> gli ringhiai contro, guardandolo omicida. Lui parve decisamente confuso.
Dovevo andarmene.
Avevo bisogno di risposte e non le avrei di certo trovate stando lì con lui.
Mi alzai di tutta fretta e recuperai i miei vestiti sparsi per la camera.
Li indossai:<<Samanta ma che cavolo succede?>> mi bloccò il braccio Alex.
Lo strattonai dalla sua stretta.
<<Devo andare Alex. Smettila di fare domande e vestiti. Devi portarmi a casa di Clara>> al mio tono autoritario si zittì di colpo ed eseguì le mie istruzioni.
Appena fummo entrambi pronti mi precipitai letteralmente fuori da casa sua.
Raggiunsi l'auto nel vialetto, entrammo nell'abitacolo e partimmo.
Restammo in silenzio per molto, poi fu lui a romperlo:<<Samanta...cosa sono quelle cicatrici?>>
Vedendo che non rispondevo sbuffò e fermò la macchina sul ciglio della strada:<<Non riparto finché tu non->> <<Alex! Fa partire questa cazzo di auto! Subito! Il fatto che noi due abbiamo trascorso la nottata a scopare non ti dà di certo il diritto di farmi l'interrogatorio sulla mia cazzo di vita!>> lo interruppi bruscamente.
Poi addolcii il tono:<<Io non ti faccio domande sul tuo passato...per favore portami da Clara>>
Lui sembrò triste e malinconico ma fece come gli avevo chiesto e ripartì.
Sul vialetto lo salutai con un semplice "ciao" e me ne andai.
Avevo fatto bene a troncare tutto sul nascere o rischiavo che scoprisse qualcosa.
Clara mi aprì la porta e guardò l'auto di Alex fare retromarcia nel vialetto fino a scomparire alla nostra vista.
A quel punto il suo sguardo indagatore si scontrò col mio.
Inutile dire che lei aveva già capito quello che era successo tra noi due.
Non fece né commenti, né battutine e non mi giudicò.
Lei mi capiva e mi sosteneva in qualsiasi mia decisione, giusta o sbagliata che fosse lei non mi abbandonava mai.
<<Preparati. Devo andare in un posto>> annunciai lasciando trapelare l'ansia dalla mia voce.
Avevo intenzione di trovare quel ponte...e lo avrei trovato.
Buonasera!❤
Scusate la lunga attesa😢
Finalmente eccomi con un nuovo capitolo...che ne pensate? Votate e commentate.
Buona lettura😍😘
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