Capitolo 17
||Samanta||
<<È arrivato il momento di festeggiare!!!>> gridò Clara entrando nella stanza.
Mi svegliai di soprassalto cadendo dal letto...e ovviamente la mia migliore amica rise di me. Ormai era diventata un'abitudine!
<<Niente gesso e niente più stampelle! Dobbiamo festeggiare!>> urlò
<<Clara, ma che cavolo stai dicendo?>> borbottai strofinandomi gli occhi con aria da bambina assonnata. Nei pochi giorni che erano seguiti a quella sera non facevo altro che pensare alla mia affermazione...io amavo Cam. Non ci credevo di averci messo così tanto a capirlo. I miei sentimenti per lui erano anche fin troppo celati alla mia mente da tutti i miei stupidi problemi e ora che lo avevo capito mi sentivo sconvolta.
Avevo paura di ciò che stavo provando perché mi faceva stare male, tremendamente male.
Ogni giorno e più volte in uno stesso giorno mi chiudevo in bagno...cercando di alleviare i miei tormenti col dolore fisico, e funzionava, almeno finché la situazione non tornava a peggiorare e io tornavo a tagliarmi.
Sinceramente non mi importava granché di quello che facevo.
Sentivo solo il vuoto.
E solo quando mi tagliavo riuscivo finalmente a sentire qualcosa.
Sospirai e guardai Clara che aveva cominciato a fissarmi insistentemente. Già sapevo che entro breve mi avrebbe domandato come mi sentissi:<<Sam va tutto bene? Come ti senti?>> domandò...Wow! O sono veggente, oppure conosco davvero bene la mia adorabile Clara pensai sorridendole in modo rassicurante.
<<Certo, sono solo un po stanca>> le dissi. Lei mi osservò attentamente:<<Pensi ancora a lui vero?>> mi domandò.
La guardai e non risposi.
Mi alzai e andai in bagno, sbattendomi la porta alle spalle.
Quando uscii con ancora indosso il pigiama, Clara mi squadrò con occhi felini:<<Se non ti sei cambiata, che cosa hai fatto in bagno per mezz'ora?>> la sua voce sembrava preoccupata.
Siccome io ero un'ottima attrice riuscii a sviare i suoi sospetti in tutt'altra direzione.
<<Scusa ma non mi sentivo un granché bene, sono dovuta andare al bagno>> le dissi.
Lei sembrò rilassarsi ma perché tutti mi trattano come se fossi fatta di cristallo e potessi rompermi da un momento all'altro? Mi domandai. La risposta non tardò ad arrivare: forse perché è proprio così... Sospirai e mi sdraiai sul letto accanto a Clara.
Entrambe guardavamo il soffitto senza proferire parola, ognuna persa nei propri pensieri.
<<Sam?!...>> sussurrò Clara
<<Mmh>> dissi io per farle capire che l'ascoltavo.
<<Forse hai bisogno di svagare un po la tua mente da lui>> la guardai.
Ci pensai su per un tempo che mi parve infinito. In fin dei conti cosa c'era di male se provavo a distrarmi almeno un po? Ne avevo sicuramente bisogno, non mi avrebbe di certo fatto male uscire un po e cambiare aria.
Sospirai:<<E tu cosa proporresti di fare?>> le domandai arrendendomi >>. Clara rise come se la mia domanda fosse stata assurda:<<Andiamo in discoteca!!>> gridò. Sgranai gli occhi per lo stupore.
<<No, no, non vado neanche morta in discoteca...c'è pieno di brutti ceffi>> risposi io. Clara rise di nuovo e io le diedi una pacca sulla testa:<<Ahia!>> si lamentò lei.
<<Va bene, ok, niente discoteca...PERÒ! Organizziamo una festa qui!>> Proseguì poi con un'inquietante luccichio negli occhi.
Io risi:<<Non credo che tua mamma ti lascerebbe fare una festa con alcool e roba varia>> <<Ma infatti questo fine settimana, cioè dopodomani i miei partono per lavoro!! E noi restiamo qui!>> ribatté. La mia bocca si spalancò così come i miei occhi si sgranarono:<<Mio Dio se Marta lo scopre ti uccide!>> dissi.
<<Ma infatti lei non lo scoprirà!E poi da quando chiami mia mamma per nome? Pensavo che avessi iniziato a chiamarla mamma anche tu>> era vero. Marta, la madre di Clara era per me la figura materna che avevo sempre desiderato, e Jack, suo padre, beh lui era la mia figura paterna. Li amavo come se fossero loro i miei veri genitori, e loro mi volevano bene come ad una figlia.
<<Allora che dici? Ci stai?>> mi domandò Clara.
<<Va bene, ma se tua mamma lo scopre...l'idea è stata tua, chiaro?>> entrambe ridemmo divertite.
<<Ragazze avanti andiamo!>> ci chiamò Marta dal piano di sotto.
<<Arriviamo!>> esclamò Clara roteando gli occhi. Avevamo promesso a sua mamma che l'avremmo accompagnata a fare un po di shopping quel giorno, perché voleva comprare un nuovo paio di pantaloni, anche se in realtà sapevo che la vera ragione era per farmi uscire un po, ed io ero loro molto grata. La gentilezza che avevano nei miei confronti era incredibile e non sarei mai riuscita a ripagarle.
Mi preparai velocemente indossando una felpa nera col cappuccio e dei jeans neri Wow Sam che creatività! Pensai notando il mio abbigliamento da funerale. Sospirai e decisi di non cambiarmi, alla fine chi se ne frega no (?) Potevo decidere da sola come vestirmi.
Arrivate davanti alla porta corremmo fino ad arrivare alla macchina per non bagnarci di pioggia.
Mi sedetti dietro da sola, mentre Clara si mise davanti per parlare con sua mamma al volante.
Io continuavo a guardare fuori dal finestrino le gocce cadere sul vetro dell'auto.
La mia mente si perse e inevitabilmente pensai a lui...ad un tratto dalla radio dell'auto partì una canzone che mi lacerò il cuore nel petto. Le note di Faded di Alan Walker si impressero nella mia mente come un tormento
You where the shadow to my light
Did you feel us?
Another start
You fade away
Eri l'ombra nella mia luce
Sentivi qualcosa tra noi due?
Un altro inizio
Tu sei svanito via
Afraid our aim is out of sight
Wanna see us...
...alive
Temo che il nostro scopo ci sia sfuggito
Vedere noi due...
...vivi
Where are you now?
Dove sei ora?
Where are you now?
Dove sei ora?
Where are you now?
Dove sei ora?
Was it all in my fantasy?
Era tutto nella mia fantasia?
Where are you now?
Dove sei ora?
Where you only imaginary?
Eri solo immaginario?
Where are you now...Atlantis?
Dove sei ora...Atlantide?
Under the sea
Infondo al mare
Under the sea
Infondo al mare
Where are you now?
Dove sei ora?
Another dream
Un altro sogno
The monsters running wild inside of me
I mostri corrono selvaggi dentro di me
I'm faded
Sto svanendo
A quel punto il mio cuore si straziò dal dolore che sentivo nel petto mentre la cantante continuava a ripetere le parole, aumentando il mio tormento...
I'm faded
Sto svanendo
So lost
Così persa
I'm faded
Sto svanendo
Una lacrima solitaria scese dalla mia guancia mentre il vuoto dentro di me si faceva incolmabile.
Clara mi vide e capì tutto. Spense la radio e il silenzio nell'auto si fece assordante.
Chiusi gli occhi e finalmente mi addormentai pensando...dove sei ora? Ma nessuno mi rispose.
||Clara||
Vedere Sam in quello stato era per me uno shock. Lei era sempre solare, anche se fingeva.
Ora che non faceva più finta, ora che mostrava i suoi sentimenti rendeva ogni cosa solo più straziante. Il dolore che provava era qualcosa di unico che probabilmente non avrei mai compreso sino in fondo.
In quei momenti sembrava così fragile e smarrita che avrei tanto voluto tenerla fra le mie braccia e coccolarla in eterno dandole un'ancora in cui aggrapparsi per non cadere affondo, proteggendola dal male.
Ma non sapevo come fare.
Come poterla aiutare nel modo corretto.
Mi sentivo così inutile.
Spensi la radio maledicendola per il suo poco tatto ( non che potessi realmente parlare con una radio).
Dopo poco la vidi addormentarsi, probabilmente stremata emotivamente si era lasciata andare nell'oblio. Sorrisi debolmente, le avrebbe fatto sicuramente bene riposare un po, dato che la notte si svegliava sempre in preda agli incubi e gridando il suo nome, scongiurandolo di non lasciarla mai andare, che aveva promesso.
Da quando Cameron era partito senza dire niente a nessuno e quando Samanta era ancora in ospedale, giuro che ho provato nei suoi confronti un odio tale che se ora lo avessi davanti non esiterei a dargli un pugno in faccia.
Se lui era DAVVERO amico di Sam e le voleva bene, qualsiasi cosa fosse successa quella sera, qualunque bugia lei gli avesse detto, se era davvero suo amico avrebbe dovuto starle accanto i giorni che lei ha trascorso in ospedale e tutto il resto doveva venire dopo, ma per prima cosa ci doveva essere la salute di lei.
Cameron si era comportato male nei confronti di Sam e ora lei soffre per colpa di uno stupido bamboccio che crede di aver trovato l'amore!
<<Clara, prima vi ho sentite parlare di fare una festa in casa e purtroppo devo dirvi di no, lo sai. In compenso però potresti provare a convincerla ad andare una sera in discoteca, penso che forse un po di musica ad alto volume possa farle bene...giusto per staccare la spina almeno dieci minuti>> disse appena parcheggiammo davanti al centro commerciale. Sospirai, mi aveva beccata. Ora era un casino convincere Sam ad andare in discoteca. Tentar non nuoce! Disse la mia stupida coscienza ottimista.
Decisi di restare in macchina e far compagnia a Sam mentre dormiva tranquillamente e mia mamma sorrise della mia decisione:<<Sei una brava ragazza, e le vuoi bene>> disse baciandomi una guancia. Si vedeva lontano un chilometro che era orgogliosa della persona che ero diventata.
Quando scese dall'auto, scesi anche io e andai dietro con Sam. Mi rannicchiai sul sedile accanto a lei e la abbracciai addormentandomi in quella posizione, come due bambine.
||Samanta||
Mi svegliai sentendo il mio corpo schiacciato da qualcosa. Mi girai per identificare la fonte del mio soffocamento e sorrisi vedendo che si trattava della mia Clara. Le diedi un bacio sulla fronte e poi la scrollai dolcemente. Lei si stiracchiò come un gattino e mi guardò negli occhi.
<<Perché mi guardi?>> le chiesi
<<Voglio andare in discoteca...e tu hai il dovere di accompagnarmi e tenermi d'occhio!>> mi disse. Scoppiai a ridere divertita.
<<No, odio le discoteche>> ribattei
<<Eddai! Ti prego, ti prego!>> disse facendo la faccina da cucciolo.
Accidenti! Con quella vince sempre! Pensai sconfitta.
<<Ok, va bene, basta che la pianti>> dissi scuotendo la testa.
Clara iniziò a battere le mani tutta felice e io sorrisi a quella vista.
Più tardi tornammo finalmente a casa dove io potei crogiolarmi nel comodo letto di Clara.
Ero davvero stanca, anche se non avevo fatto un granché.
Mi sentivo solo pesante.
Affondavo.
E avevo paura.
Mi addormentai di nuovo.
<<Ok ragazze noi allora partiamo e vi lasciamo sole per il fine settimana...niente feste e fate le brave>> disse Marta salutandoci con un bacio per uno come se fossimo entrambe sue figlie.
Appena uscirono Clara iniziò a saltellare su e giù per la stanza e io risi vedendola tanto euforica.
Saltò sul letto dove io ero tranquillamente seduta e iniziò a ballarci sopra facendo sussultare me e il materasso.
Ormai ridevo come una matta, quando Clara mi prese per un braccio facendomi alzare sul letto.
In breve finimmo per saltare entrambe, probabilmente lo avremmo rotto, ma poco importava in quel momento perché ero felice e non pensavo a cose tristi.
Quel sabato sera...
Finalmente il fatidico sabato sera arrivò e la mia cara amica Clara sembrava essere più in panico di me.
Correva da una stanza all'altra con in mano cose diverse: prima un vestito, poi con una trousse, poi con un pantaloncino e una maglietta...temevo che non avrebbe mai trovato qualcosa da mettere. Alla fine le consigliai io cosa indossare.
Il vero problema era...cosa devo indossare io?! Doveva coprire le cicatrici dei miei tagli sui polsi altrimenti Clara li avrebbe visti e non doveva assolutamente accadere!!
Perciò dovevo indossare qualcosa che avesse le maniche lunghe.
Alla fine, dopo un'interminabile riflessione interiore optai per indossare un vestitino senza maniche che arrivava a metà coscia e di colore nero. Presi il cardigan nero abbinato così da coprire i segni sulle braccia e infine delle ballerine del medesimo colore. Non sono una persona con molta fantasia, sembrava dovessi andare ad un funerale....ma chissene frega! Esclamò la mia coscienza e per la prima volta fui d'accordo con essa.
Quando uscii dal bagno mi ritrovai di fronte ad una Clara armata di trucchi.
Impugnava il rossetto come se fosse un coltello!
<<Ora che ti sei vestita, ti trucco un po!>> disse con quell'inquietante luccichio negli occhi capace di farmi venire i brividi.
<<No!>> esclamai io correndo verso il bagno per chiudermici dentro. Una volta arrivata davanti la porta però qualcosa mi strattonò verso la camera da letto e senza neanche sapere come, finii distesa sul letto con le braccia bloccate lungo i fianchi e con Clara a cavalcioni su di me armata di trucchi.
Ridevamo come delle matte tutte e due.
Quando infine riprendemmo il nostro"contegno" Clara mi truccò.
Finita la sua opera d'arte mi guardai allo specchio.
I miei occhi verdi erano messi in risalto dalla dolce linea nera di eye-liner sulla palpebra superiore. Il blush colorava le mie guance pallide e le mie labbra carnose erano di un colore viola scuro che le risaltavano e rendevano sensuali.
Sorrisi alla mia immagine.
Uscimmo e aspettammo che la nostra amica Sara venisse a prenderci con la macchina.
Alla fine Clara aveva scelto di mettere gli shorts e la maglietta corta, proprio come io le avevo consigliato. Stava davvero molto bene e le sue curve appena accennate venivano messe in risalto.
Quando Sara arrivò partimmo tutte insieme, anche lei era molto carina nel suo vestitino a palloncino.
Sara era sempre stata una ragazza stramba, sopratutto nei modi di vestire, non capivi mai che cosa le passasse per l'anticamera del cervello e aveva idee pazze.
Siccome la discoteca in cui stavamo andando era esclusiva dovemmo parcheggiare l'auto accanto ad un supermercato per tenere alla larga occhi indiscreti.
Il resto della strada fino all'entrata la percorremmo a piedi e una volta arrivate Jeffry, l'orco che stava di guardia, riconoscendo Sara ci fece passare. Non era la prima volta che lei andava in quella discoteca e ci aveva sempre detto che era un posto fighissimo...a me faceva sinceramente schifo, però i gusti sono gusti, giusto?
La musica rimbombava sulle pareti del magazzino amplificando l'effetto souround e le luci colorate davano un senso stroboscopico all'intero ambiente.
Il ritmo di Get low di Dillon Francis e DJ Snake si diffondeva nell'aria martellandomi la testa quanto odio le discoteche pensai sbuffando.
<<Ragazze mi raccomando dobbiamo rimanere unite...>> dissi girandomi nella loro direzione, ma erano già sparite. Sbuffai irritata e mi avviai al bancone. Avrei trascorso tutta la serata lì pur di non mescolarmi alla massa di corpi sudati che ballava, o meglio si strusciava in piena tempesta ormonale.
Mi sedetti su uno sgabello e mi guardai intorno:<<Vuoi qualcosa da bere bellissima?>> mi chiese il barista, un ragazzo di circa ventuno forse ventidue anni, alto e biondo con gli occhi color nocciola e delle adorabili fossette quando sorrideva. Era un ragazzo molto carino se non addirittura bello, ma non era proprio il mio tipo.
<<Niente grazie, preferirei non bere>> risposi.
Lui sorrise come se si aspettasse una simile risposta:<<Offro io, tranquilla non mordo mica>> disse alzando un sopracciglio in tono malizioso. Rimasi inizialmente spiazzata, ma alla fine decisi di ordinare qualcosa:<<Ok beh, allora portami una vodka liscia, grazie>> dissi.
<<Subito bellezza!>> mi fece l'occhiolino e mi preparò da bere.
<<Puoi lasciarmi la bottiglia accanto al bicchiere grazie>> dissi ancora. Lui sorrise pensando di averla vinta, ma il mio unico scopo era ubriacarmi e basta. Non ci sarei andata a letto nemmeno morta, quindi poteva anche togliersi quel ridicolo sorrisetto dalla faccia.
Quando tornò presi il mio bicchiere e cominciai a bere svogliatamente. Poggiai il mento sulla mano e sbuffai annoiata
<<Ehi non mi aspettavo di trovarti qui principessa...ti annoi?>> disse una voce a me famigliare. Mi girai e i miei occhi incontrarono quelli di Alex, il ragazzo idiota che suonava nella band con lui. Ma li incontro tutti io i deficienti? Mi domandai.
<<Ciao Alex>> dissi con una punta di fastidio così da lasciargli intendere di levarsi dai piedi. Ovviamente non afferrò il concetto e continuò a rompere le palle:<<Sai non pensavo fossi tipo da discoteca>> disse.
<<Invece tu sembri proprio il classico imbecille che frequenta posti del genere>> ribattei io acida.
Lui rise di gusto come se avessi appena fatto una battuta divertentissima ma è stupido? La risposta non tardò ad arrivare:<<Ti va di ballare?>> mi chiese.
<<No>> risposi secca.
<<Eddai, perché no?>> mi domandò.
Non risposi alla domanda ma gli dissi tutt'altro:<<Togliti dai piedi, odio i tipi insistenti>> e bevvi un sorso di vodka, ma non feci in tempo a buttarla giù che mi andò di traverso sentendo la stronzata che aveva appena sparato Alex:<<Ma io non sono affatto insistente>>
<<Se non sei insistente allora incassa il colpo e vai a rimorchiare qualcun'altra>> ribattei. Cominciavo ad irritarmi davvero molto. Non volevo vedere nessuno che avesse anche solo minimamente a che fare con lui, perché ogni cinque minuti mi tornava in mente il suo viso e non volevo assolutamente.
<<No, non me ne vado. Io voglio stare qui con te, forse hai ragione sono insistente, ma non mi importa, riuscirò a conquistarti >> poi si avvicinò al mio orecchio e sussurrò in modo sensuale:<<Io ottengo sempre ciò che voglio....e voglio te, bellissima>>.
Un brivido si propagò in tutto il mio corpo e mentalmente mi maledissi per aver reagito in quel modo.
Dovevo ammettere però che mi sentivo lusingata dal suo corteggiamento.
<<Allora, andiamo a ballare?>> mi domandò di nuovo appena si allontanò dal mio orecchio. Scoppiai a ridere divertita, o forse era per il troppo alcool ingerito.
Non so come ma dopo poco mi ritrovai in mezzo alla mischia di gente sudata che ballava, mentre Alex, davanti a me, mi poggiava delicatamente le mani sui fianchi quasi mi stesse chiedendo il permesso. Io gli misi le braccia intorno al collo e lo attirai a me, beandomi della sensazione piacevole del suo corpo contro il mio.
Dopo non molto ci ritrovammo a ballare e divertirci come tutti gli altri.
Ogni tanto mi diceva qualcosa all'orecchio facendomi ridere. Era un idiota ma era anche simpatico.
Ad un certo punto fu come se tutto rallentasse; la gente che ballava, le luci che cambiavano colore e Alex, lì davanti a me che mi guardava fisso negli occhi, forse percependo anche lui quello strano cambiamento.
Il mio sguardo finì sulle sue labbra piene e forse a causa dell'alcool che annebbiava la mia mente, pensai a quanto sarebbe bello poterlo baciare, e a quali sensazioni mi avrebbe dato.
Mi sarebbe piaciuto?
Mi avrebbe aiutato a dimenticare?
Lui mi aveva abbandonata, non mi voleva, non aveva mantenuto la nostra promessa, era solo un bugiardo.
Spensi il cervello e lo baciai.
Buongiorno! ❤ innanzitutto mi scuso se non ho aggiornato per un po, ma avevo molte cose da fare😥...comunque spero che anche questo capitolo vi piaccia e beh che altro dire? Votate e commentate, e buona lettura!😍😘
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro