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Capitolo 10

||Samanta||

Ero felice. Per la prima volta nella mia vita ero felice. Non mi sentivo più oppressa. Avevo fatto pace con Clara ed ora eravamo più unite che mai. Il tempo passava e mia madre non mi aveva più toccata. Forse era finita. Forse per la prima volta tutto era finito e potevo vivere la mia vita senza problemi, come una normalissima ragazza del liceo.
Per quanto riguardava Cameron...beh lui ormai era una persona importantissima per la mia vita. Mi faceva sentire speciale e amata. Ogni mattina mi aspettava dietro l'angolo per accompagnarmi a scuola. E ogni mattina mi donava una rosa rossa perché sapeva che erano il mio fiore preferito. E ogni volta mi tornavano in mente i ricordi di quel pomeriggio...il giorno in cui mi aveva promesso che non mi avrebbe abbandonata. Le settimane passavano, i mesi passavano e l'estate inesorabilmente finì, lasciando il posto all'autunno. L'aria divenne più fresca e le strade della città erano decorate da miriadi di foglie dal giallo, al rosso, al marrone in tutte le loro più svariate sfumature. Quasi tutti i giorni Cameron mi portava a fare un giro, ogni volta in un posto diverso, sempre più bello. Sembrava che conoscesse il mondo intero. Il suo modo di vedere le cose, con bellezza, mi affascinava molto. In pratica passavo la maggior parte del tempo con lui. Mia madre non mi chiedeva dove andassi, cosa facessi o con chi fossi, per cui ne approfittavo finché potevo. Siccome Anche Clara aveva una sua famiglia e una casa sua alla fine era tornata a viverci, ma nonostante questo mia madre non ricominciò a tromentarmi e io vivevo felice e spensierata.
Una leggera luce mi scaldò il viso, svegliandomi dal mio torpore. Stranamente mi ero alzata prima che la sveglia suonasse quella mattina e stavo aspettando che Cameron venisse a prendermi.
<<Ehi dolcezza>> mi salutò con la sua solita gentilezza. Mi alzai e gli andai incontro abbracciandolo e baciandolo sulla guancia. Lui ricambiò la mia stretta con altrettanto trasporto. Era il migliore amico che una persona potesse avere, sempre disposto ad aiutarmi o ad ascoltarmi. Gli bastava uno sguardo per capire cosa mi passasse per la testa...era incredibile, mi conosceva come mai nessuno prima.
<<Ehi>> lo salutai. Quando ci staccammo mi porse la rosa che ogni giorno mi portava. La presi sfiorando le sue dita con le mie. Sentii una scossa lungo tutto il braccio fino al cuore:<<Grazie, è bellissima>> sussurrai guardando nei suoi meravigliosi occhi azzurri. Lui sorrise e arrotolò attorno al suo dito una ciocca dei miei capelli e la baciò:<<Il rosso è il tuo colore>> mi disse poi. Io arrossii e lui mi prese per mano. Insieme c'incamminammo verso la scuola chiacchierando di qualsiasi cosa. Perché semplicemente il nostro posto era lì; l'uno accanto all'altro.
<<Mi porterai da qualche parte anche oggi?>> gli chiesi dopo qualche minuto, troppo emozionata per aspettare che me lo dicesse lui. Il suo sguardo sembrò adombrarsi leggermente:<<Credo di no...oggi pomeriggio devo fare le prove per la band>> mi disse amareggiato. Cercai di non sembrare troppo triste, non volevo farlo sentire in colpa. D'altro canto anche lui aveva la sua vita, non poteva certo passare ogni secondo a prendersi cura di una mocciosa viziata tutta matta come me! Il suo volto s'illuminò all'improvviso:<<Se vuoi,  potresti venire a sentirmi suonare...e quando ho finito ti porto a fare un giro>> disse. Con una sola frase era riuscito a farmi rispuntare il sorriso sul viso. Lo abbracciai forte e risposi:<<Certo che vengo!>> lui rise al mio entusiasmo.
Passai tutta la giornata a scuola a pensare a vedere Cameron suonare con quelle sue meravigliose dita che pizzica le corde e forse anche qualcos'altro magari...oh mio Dio! Ma che cazzo vado a pensare? Pensai scandalizzata. Purtroppo l'attrazione che provavo nei confronti di Cam non era affatto diminuita, anzi era cresciuta ancora di più! Certe volte facevo di quei pensieri sconci che io stessa me ne stupivo...era la prima volta che mi ritrovavo ad essere una gran pervertita. Ero giustificata, Era lui ad istigarmi con la sua bellezza...ti ispirava sesso solo a guardarlo! Ridacchiai fra me e me... <<Signorina Black sarebbe così gentile da dire a tutti quanti che cosa c'è di così divertente? Almeno ci mettiamo tutti a ridere>> mi rimproverò la professoressa Damiano. Insegnava discipline geometriche dall'inizio di quest'anno ed era una rompicoglioni per eccellenza! Ce l'aveva con me dal primo giorno di scuola quando io le avevo "educatamente" ( mandandola a cagare) fatto notare di spiegare la lezione invece che stare a chattare su siti per appuntamenti dal computer della scuola. Solitamente ero una persona che si faceva i cavoli suoi, ma non potevo proprio sopportare che un'insegnante nuova si credesse Dio disceso in terra...insomma noi avevamo il diritto di imparare e quella faccia di merda lì aveva il dovere di insegnare. Appena si girò dall'altra parte le feci il dito medio, suscitando degli sghignazzi da parte dei miei compagni di classe. La professoressa si girò di nuovo e mi guardò con occhi di fuoco. Io mi limitai a sorridere...quando era troppo era troppo.

Finite le lezione mandai un messaggio a Clara dicendole che avrei passato il pomeriggio con Cameron e lei mi rispose che se fossi rimasta incinta avrebbe scelto lei il nome per il bambino. Scossi la testa roteando gli occhi, era sempre la solita sciocchina. Andai davanti al cancello della scuola, stranamente Cameron non era ancora arrivato. Scrollai le spalle e presi i miei auricolari. Subito misi la musica a palla nelle cuffie e le note di Stitches di Shawn Mendes riempirono la mia mente con la loro dolcezza. Cominciai a battere il piede a ritmo con la musica, quando vidi arrivare Cam con il labbro gonfio e un'occhio viola. Mi si geló il sangue a vederlo in quelle condizioni e il cuore mi si squarciò in due per la tristezza. Mi tolti le cuffiette e gli corsi incontro abbracciandolo stretto.
<<Cam che cos'è successo?>> gli chiesi preoccupata. Lui non disse nulla. Poco dopo passarono tre ragazzi tatuati e pieni di piercing in ogni angolo della faccia, i pantaloni strappati e talmente bassi che gli si  vedevano i boxer e gli sguardi da veri stronzi. Li conoscevo. Con loro avevo dei brutti precedenti. Avevo rifiutato uno dei tre una volta...e non me l'avevano mai perdonata. Li osservai attentamente. Sembravano fatti tutti quanti con un cazzo di stampino, tanto che erano schifosamente uguali a tutti gli altri deficienti della nostra scuola.
<<Ehi sfigato! La prossima volta che ti metti in mezzo le prendi il doppio!>> disse quello che sembrava il capobanda, puntando un dito contro Cam con aria spavalda, gli altri risero e io mi incazzai. Andai da lui piazzandomici davanti, pronta ad affrontarlo a muso duro:<<Certo che è facile prendersela con le persone a bene vero? È davvero un gioco da ragazzi quando si è in tre contro uno...peccato che in questo modo ti rendi solo più ridicolo>> gli dissi con calma glaciale. Lui fece finta di non sentire e mi squadrò da capo a piedi come un pervertito:<<Ehi bellezza, perché non vieni a bere qualcosa con noi eh?>> disse prendendomi per il polso. Mi divincolai, ma non riuscii a liberarmi dalla quella stretta d'acciaio. Sorrisi e gli tirai un calcio nell'inguine. Lui mollò la presa reggendosi le parti basse e accasciandosi a terra per il dolore. Riuscii solo a vedere con la coda dell'occhio un movimento prima che il colpo entrasse in contatto con la mia guancia. Il ceffone mi fece cadere a terra. Non mi ero neanche accorta che nel frattempo Cameron aveva steso il terzo. I suoi occhi incontrarono i miei, ma quando si spostarono sulla mia guancia rossa divennero una tempesta. Andò da quell'altro e gli tirò un pugno:<<Bastardo!>> gli gridò.
Venne subito da me e mi aiutò ad alzarmi. Mi aggrappai a lui e lo tirai via. Una volta arrivati a casa sua Cameron mi si fiondò addosso con mille premure, aiutandomi. Io ero praticamente sotto shock.
<<Ehi Sam che hai? Dio, tremi come una foglia...è tutto a posto, ora non può toccarti nessuno>> mi disse per tranquillizzarmi. Ma io non ci stavo più capendo niente, mi sentivo così distante da tutto. La voce di Cam mi arrivava ovattata. Mi abbracciò stretta e posò le labbra sul mio collo, delicatamente. La mia pelle reagì istantaneamente al suo tocco rabbrividendo. Continuò a darmi lievi baci sul mio punto più sensibile finché lentamente non tornai alla realtà e smisi di tramare, rillassandomi nelle sue braccia forti.
<<Sam...è tutto ok?>> mi chiese con premura.
<<S-Sto bene, grazie>> sussurrai.
Lui mi guardò incerto e disse:<<Non credo che tu stia bene...la tua non è stata una reazione normale. Samanta che cosa succede? Qualcuno ti picchia?>>  sembrava davvero preoccupato per me, ma io non potevo permettere che lui sapesse. Mi allontanai da lui con uno strattone,  rintanandomi sul lato opposto del divano e continuando a muovere la testa a scatti a destra e a sinistra, in segno di negazione...in poche parole con quella reazione mi ero fatta fessa da sola. Lui mi si avvicinò ancora ed io istintivamente mi allontanai cadendo di culo per terra.
<<Ahi! Chi cazzo ha messo il pavimento qui?!>> sbraitai. Iniziai a piangere istericamente. Wow che finezza Samanta! Ci manca solo che gli vomiti sul tappeto, così poi le ha viste tutte per oggi! Disse quella stronza della mia coscienza. Cameron mi abbracciò di nuovo. Mi diede un'altra scia di baci dal collo, alla clavicola, fino alla spalla. Il mio pianto s'interruppe e il mio respiro accellerò. Interpretando male il mio respiro strozzato Cam mi si fece più vicino, baciandomi la mascella e io non riuscii a trattenere il piccolo gemito che mi si era formato in gola. Lui si bloccò a disagio e decisamente spiazzato dalla mia reazione da teenager in piena follia ormonale.
<<Ehm scusa>> sussurrai. Lui per sdrammatizzare la situazione disse:<< Tranquilla, so di essere eccitante>>. In un attimo il mio attacco d'isterismo se ne andò così come era arrivato, lasciando il posto alla quiete che tanto desideravo di raggiungere. Risi e gli diedi una pacca affettuosa sul braccio, spostandomelo di dosso...cazzo, non mi ero neanche accorta che nel frattempo Cameron si era disteso sopra di me.
Dopo averlo spostato restammo sdraiati su un fianco per guardarci negli occhi. Certo non era esattamente comodo il pavimento, però in quel momento non sembrava importare a nessuno dei due. Gli accarezzai l'occhio viola con la punta delle dita:<<Ti fa male?>> sussurrai.
<<Un po...>> rispose.
<<Perché ti hanno picchiato?>> gli domandai. Lui non rispose. Quando passai le dita sul labbro inferiore, anch'esso rovinato, lo sentii mugugnare per il dolore:<<Scusa>> sussurrai. Poi feci una cosa stupida, che non era proprio da me: gli presi il viso tra le mani e gli baciai l'occhio gonfio, lo zigomo, sfiorai le sue labbra doloranti con le mie, come se i miei baci potessero guarire le sue ferite. Gli presi le mani e feci lo stesso in ogni nocca...poi lo abbracciai:<<Mi dispiace tanto>> sussurrai. Lui mi posò una mano sui capelli. Dopo un po iniziammo a chiacchierare e scherzare come se niente di quello che era successo poco prima, fosse realmente accaduto, ovattati in un mondo tutto nostro. Un mondo fatto di dolcezza e senza i problemi della vita. Era strano che Cameron non mi avesse tartassato di domande sulla mia reazione di poco prima, ma gliene ero veramente grata, non mi sentivo ancora pronta per parlare di tutto quello con lui, avrebbe reso ogni cosa più reale e orribile di quanto già non fosse.
<<Ok dai...hai ancora voglia di accompagnarmi alle prove di oggi?>> mi chiese speranzoso. Io sorrisi e gli risposi:<< Ovviamente!>>. Lui mi tirò su in un colpo prendendomi a mo' di sposa. Io lasciai un gridolino acuto che lo fece ridere di gusto. Mi portò fino in garage, sul retro della casa e mi adagiò delicatamente sulla moto. Mi ci misi a cavalcioni e aspettai impaziente che lui mi raggiungesse così da aggrapparmi a lui come una scimmietta e sentire la sua schiena calda contro di me e riempirmi le narici del suo profumo. Mi porse il casco e io lo misi. Cameron montò davanti a me e io gli allacciai le gambe in vita stringendolo forte:<<Woo, piano dolcezza o mi sbricioli>> scherzò facendomi sorridere e aumentare la presa allo stesso tempo.

Appena arrivammo un ragazzo si avvicinò a noi...sembrerà strano da dire, ma era la prima volta che andavo con lui alle sue prove, nonostante stessimo insieme praticamente in ogni momento della giornata:<<Ehi Cam! Come va? Cazzo ma che hai fatto all'occhio?>> gli chiese.
<<Niente Alex, lascia perdere per piacere>> si lamentò lui alzando gli occhi al cielo e aiutandomi a levare il casco. Mi prese per i fianchi e mi fece scendere dalla moto:<< Grazie>> gli sorrisi.
<<Ookaay! Ehi, Ehi,  Ehi.  Un momento! Chi è questa bellezza?>> chiese Alex. Aveva la faccia da idiota! Conoscete il classico ragazzo tutto muscoli e niente cervello? Con le solite troie senza cervello e con tante tette come devoto esercito? Beh ne avevo uno davanti. Un esemplare alpha! Feci una smorfia schifata e mi allontanai, snobbandolo. Se aveva almeno un briciolo di intelligenza in quella testa piena di capelli avrebbe capito che la sola idea di parlargli mi ripugnava.
<< Aspetta piccola dove vai?>> mi seguì come un cagnolino. Sbuffai irritata:<<Preferirei che mantenessi la debita distanza da me se non vuoi un calcio nei coglioni>> lo punzecchiai. Mi bloccai appena udii la voce nausebonda che riconobbi subito:<<Ma allora hai questo caratterino con tutti eh bella?>>. Lo guardai. James...quel porco schifoso!. Non lo degnai neanche di uno sguardo e feci retrofront. Andai dritta a sbattere addosso a Cam che guardava James, Alex e me con un misto di disagio, e irritazione (?). Lasciai perdere e gli dissi:<<Portami via! Se non puoi saltare le prove allora me ne andrò da sola. Io non ci resto qui!>>
<<No,no. Non mi importa...vengo con te. Questi smidollati si arrangiano>> disse strappandomi il millesimo sorriso. Mi prese per mano e mi condusse alla moto quando una terza voce disse:<<Ehi Cam, che fai? Te ne vai?>> conoscevo benissimo quella voce...era Thomas. Eravamo stati insieme per due mesi o giù di lì...come si può immaginare; facevamo tanto, ma tanto sesso. Per me non era nulla più che uno sfogo. Quando avevo capito i suoi sentimenti per me, lo avevo mollato nel letto. L'avevamo fatto da poco e lui mi aveva accarezzato una guancia, dicendo quelle fatidiche parole "ti amo". Io l'avevo guardato con calma glaciale. Mi ero alzata, vestita e sotto le sue suppliche, mi ero sbattuta la sua porta di casa alle spalle, senza proferire parola, né ascoltare i "ma" o i "se" o i "ti prego". Nulla. Il vuoto più totale...non me ne fregava un cazzo. L'avevo illuso? Si...ero una stronza?  Si...me ne pentivo? Purtroppo no. Ed era questa mia indifferenza a schifarmi. A rendermi indegna degli altri. Ero solo una pazza e una puttana. E la colpa di tutto era mia, inutile darla ai miei genitori, avevo un cervello per pensare di testa mia, ma non facevo mai la cosa giusta e me ne vergognavo amaramente.
Cameron mi porse il casco riportandomi alla realta:<<Scusa Thom! Per oggi ce ne andiamo>> disse. Thomas si avvicinò a noi e con la punta di un dito mi toccò un braccio, attirando la mia attenzione:<<Ehi...è un po che non ci vediamo>> disse dolcemente. Certo che è da un po che non ci vediamo! Ogni volta che ti vedevo in lontananza me la davo a gambe pur di non parlarti! Pensai, ma non lo dissi, risposi semplicemente:<<Eh già >>la mia voce era talmente bassa che per un attimo sperai quasi che non mi avesse udito...ma dal suo sguardo triste capii che aveva sentito eccome, e c'era pure rimasto male. Come biasimarlo? Ero davvero una stronza.
Dal suo modo di guardarmi capii anche che lui mi amava ancora e che rivedermi gli aveva riaperto una ferita nel cuore, chissà quanto grande. Non gli dissi che mi dispiaceva per come mi ero comportata con lui.  Non era giusto farlo soffrire ancora o peggio dargli false speranze. Lo salutai e salii in sella con Cameron. Partimmo sgommando sulla strada.

Persa com'ero nei miei pensieri non mi resi conto di dove Cameron mi stesse portando...eravamo in mezzo al nulla. In una strada sterrata lunga chilometri e chilometri. Sempre dritta. Sembrava quasi volesse guidarci verso l'ignoto di questo mondo. Un brivido d'eccitazione mi corse lungo la schiena. Cameron fermò la moto e girò leggermente il capo nella mia direzione:<<Cam...che diavolo vuoi fare?>> gli domandai stranita. Lui mi sorrise dovertito:<<Voglio accelerare al massimo su questa strada...portare la moto oltre i limiti>> disse d'un fiato. Sgranai gli occhi pensando che fosse impazzito, allo stesso tempo però, l'idea mi faceva girare la testa... <<Cam ne sei sicuro?>> gli chiesi titubante. Lui mi sorrise spavaldo:<<Assolutamente! fa bene a tutti un po di adrenalina>> disse con un'inquietante luccichio negli occhi...non riuscii nemmeno a tirare un respiro che era partito come un pazzo sulla strada sterrata... Il vento mi sferzava il viso, gli occhi mi lacrimavano per il freddo e il cuore batteva forte nelle orecchie...mi sentivo così leggera, era bellissimo e decisamente adrenalinico! Lanciai un grido, emozionata dal momento di totale euforia. Alzai le braccia sopra la testa come se potessi volare... <<Cosa stavi cercando di fare?>> ....<<Cercavo di volare>>... la mia voce e quella di un'altra persona innondarono la mia mente gelandomi il sangue nelle vene.
<<Fermati!Ferma questa cazzo di moto Cameron!>> gridai. Al mio tono isterico rallentò fino a fermarsi. Scesi dalla moto e levai il casco con uno strattone lanciandoglielo addosso.
<<Cazzo! Cazzo, cazzooooo! Perché continuo a sentire queste voci?  Perché non ricordo?! Cazzo perché? >> gridai tappandomi le orecchie. Cameron mi si avvicinò e mi strinse a se:<<È tutto apposto Sam...stai tranquilla. Ci sono io qui con te. Non ti lascio e non lo farò mai...>> mi cullò dolcemente, tranquillizzandomi. Quel piccolo squarcio di memoria ricadde nell'oblio della mia mente e io dimenticai ancora una volta, un tassello importante del mio passato.

Cameron mi riportò a casa.
Erano le sei e mezza e mia madre era in casa perciò mi fermai dietro l'angolo:<<Buonanotte Cam>> dissi.
Lui sembrava incerto:<<Sam...sei sicura di stare bene? Anche oggi a casa mia->> <<Se vuoi sapere i cazzi miei hai fatto male a chiedere. Non c'è nessun problema. La vita è meravigliosa. Tutto è meraviglioso. Smettila di vivere nella favole Cam. Questa è la vita vera e presto o tardi capirai che o si combatte o si resta fottuti>> lo interruppi andandomene.

Ehi lettori😍 questo capitolo è stato strano a mio parere...voi che ne pensate? Nel prossimo capitolo ci sarà la grande svolta! Secondo voi che cosa succederà?...mi raccomando votate e commentate se il mio libro vi piace. Buona lettura❤

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