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2. BAU

Il sole del mattino filtra attraverso le tende, risvegliandomi dal sonno inquieto.

Harry non c’è più.

Mi alzo con un peso nel cuore, ma determinata a rendere questa giornata un punto di svolta.

Oggi è il mio primo giorno alla BAU, un sogno che si sta finalmente realizzando.

Perfetto.

Se non riesco a gestire una relazione, almeno potrò dedicarmi a catturare psicopatici.

Mi vesto con cura, cercando di apparire professionale nonostante il tumulto interiore.

Ecco il blazer nero.

Niente urla "sono competente" come un blazer nero, giusto?

Arrivata al quartier generale, l'edificio imponente mi accoglie con la sua aura di serietà e dedizione.

Mentre apro la porta dell'ufficio centrale, l'energia frenetica che anima la stanza mi travolge.

Tutti sono impegnati in qualcosa di cruciale, ma ogni movimento sembra avere uno scopo preciso.

Ah, il magico mondo dell'efficienza.

Respiro profondamente e mi dirigo verso l'ufficio di Aaron Hotchner, il capo della BAU.

"Buongiorno, agente t/c" dice Hotchner, alzando lo sguardo dai documenti sulla sua scrivania.

Il suo sguardo è penetrante, ma gentile.

"Buongiorno, signore," rispondo, cercando di mascherare il nervosismo.

"Benvenuta alla BAU. Abbiamo esaminato il tuo dossier e siamo impressionati dal tuo background e dalle tue competenze. Sono sicuro che sarai una grande aggiunta al team."

"Grazie, signore. Sono pronta a dare il massimo," dico con convinzione.

Suona come una frase fatta, ma è la verità.

"Chiamami pure Hotch... Siamo felici di averti con noi," dice, alzandosi e facendomi cenno di seguirlo.

Entriamo nella sala operativa e sono accolta da un gruppo di volti curiosi.

Hotchner inizia le presentazioni.

"Questa è T/n T/c, la nostra nuova agente," annuncia "T/n, loro sono Derek Morgan, Emily Prentiss, David Rossi, Jennifer Jareau e Spencer Reid."

Derek Morgan si avvicina per primo, un sorriso luminoso sul viso "T/n! Finalmente ce l'hai fatta. Mia sorella sarà così orgogliosa di te."

"Grazie, Derek. È bello vedere un volto familiare" rispondo, ricambiando il sorriso.

Ah, il caro Derek, sempre il primo a rompere il ghiaccio con il suo sorriso da copertina.

Poi si avvicina Emily Prentiss, una donna dai capelli scuri con occhi penetranti "Benvenuta, T/n. È sempre bello avere una nuova prospettiva nel team, soprattutto se in gamba come ha detto Hotch."

"Grazie, Emily. Non vedo l'ora di lavorare con tutti voi," dico sinceramente.

Chiunque possa tenere testa a un'unità di criminali ha il mio rispetto.

David Rossi si avvicina, scrutandomi con occhi attenti "Ciao, T/n... Italiana giusto?" sospira "So riconoscere un compaesano quando lo vedo."

"Sì, signore. I miei nonni erano di Firenze" rispondo, notando un sorriso spuntare sulle sue labbra.

"Ah, Firenze! La città dell'arte e del buon cibo. Devo dire, hai un accento che mi ricorda casa. Forse possiamo discutere delle migliori ricette la prossima volta che abbiamo una pausa" dice con un tono scherzoso.

"Volentieri, signore. Mi piacerebbe molto," rispondo, sentendomi un po' più a mio agio.

Parliamo di cucina italiana, mi sento già a casa.

JJ mi rivolge un sorriso gentile e accogliente.

Per ultimo si avvicina Spencer Reid.

Avevo sentito parlare di lui, del suo incredibile QI e delle sue capacità mnemoniche straordinarie.

Vederlo di persona, però, è un'altra cosa.

E non in senso negativo.

Quando Morgan mi presenta alla squadra, sorride con orgoglio "T/n T/c è una vera e propria genietta, proprio come te, ragazzino" dice, scuotendo Reid per la spalla.

Perfetto, ora sembro un prodigio incompreso.

Sento le guance arrossire mentre tutti mi guardano con curiosità.

Spencer, in particolare, sembra essere preso alla sprovvista.

Si aggiusta nervosamente gli occhiali e mi saluta con un sorriso timido e un cenno del capo.

"Benvenuta" dice, la sua voce un po' più alta del previsto "Sono sicuro che ti ambienterai presto."

"Spero di sì" rispondo, cercando di mantenere la calma "Ho molto da imparare."

Reid fa un leggero cenno di approvazione, ma sembra incerto su cosa dire.

Morgan lo colpisce leggermente sulla spalla "Non preoccuparti, Reid. Non è una competizione su chi è il più intelligente."

Reid arrossisce e distoglie lo sguardo "Non stavo... Non intendevo dire che fosse..." borbotta, visibilmente imbarazzato.

Morgan ridacchia e si volta verso di me "Non badare a lui. Spencer è solo un po' impacciato con le nuove persone. Ma vedrai, è un ottimo collega."

"Ci conto," dico, cercando di non far trasparire il mio nervosismo.

C'è qualcosa nel suo sguardo che mi mette un po' a disagio.

O forse è solo il fatto che potrebbe risolvere un cubo di Rubik più velocemente di quanto io possa preparare un caffè.

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Passiamo il resto della mattinata a familiarizzare con il caso in corso.

La squadra lavora con una sinergia impressionante, e mi sento onorata di farne parte.

Durante una pausa, mi ritrovo sola con Derek.

"Allora, come ti senti?" chiede, con un tono preoccupato.

"Sono emozionata, ma anche un po' sopraffatta" ammetto "Ma sono pronta a dare il massimo."

"Lo so. E ricorda, siamo qui per aiutarti. Non devi fare tutto da sola."

"Sì, hai ragione. Grazie, Morgan."

Poco dopo, siamo chiamati in sala riunioni per un briefing.

Hotchner ci aggiorna sui dettagli del caso e assegna i compiti.

Mi sento subito coinvolta, pronta a dimostrare il mio valore.

Dopo il briefing, Spencer si avvicina a me "Vuoi una mano con i profili dei sospettati? Posso mostrarti come li elaboriamo."

"Sì, grazie..." rispondo, felice di avere l'opportunità di imparare da lui.

Trascorriamo le ore successive a esaminare i dettagli del caso.

Spencer è incredibilmente meticoloso e il suo approccio analitico è affascinante.

Mentre lavoriamo, noto quanto sia paziente e disposto a spiegare ogni cosa nel dettaglio.

Non è solo un genio, ma anche un eccellente insegnante.

Chi l'avrebbe mai detto?

Quella sera, tornando a casa, mi sento esausta ma soddisfatta.

La giornata è stata intensa, ma so che sono sulla strada giusta.

Ho molto da imparare e tanto da dimostrare, ma sono determinata a fare del mio meglio.

La BAU diventerà la mia nuova famiglia, e sento che insieme possiamo fare la differenza.

Quella notte, addormentandomi, penso alle parole di Harry.

Trovare me stessa è il primo passo.

E forse, un giorno, riuscirò a bilanciare tutto e a ricostruire ciò che ho perso.

E se nel frattempo catturo qualche serial killer, tanto meglio.

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