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17. Confessioni²

Arriviamo al mio appartamento e chiudo la porta dietro di noi.

L'aria dentro è immobile, carica di tutto quello che non è stato detto.

Spencer si siede sul divano, guardandomi con quegli occhi che sembrano leggere la mia anima.

Mi siedo accanto a lui, sentendo il peso della giornata sulle mie spalle.

“C’è qualcosa che ti preoccupa,” dice, non come una domanda, ma come un dato di fatto.

Mi mordo il labbro, cercando di trovare un punto di partenza.

Inizio a giocherellare nervosamente con un cuscino sul divano “Non so da dove cominciare…”

Spencer si inclina leggermente verso di me, mantenendo il suo solito tono calmo e comprensivo "Puoi cominciare da qualsiasi punto. Qualsiasi cosa tu voglia dirmi, io sono qui per ascoltarti."

Mi prendo un attimo per respirare, poi inizio "Harry… è venuto a casa mia ieri sera."

Gli avevo già accennato di Harry, di come era finita la nostra relazione prima che entrassi alla Bau.

Spencer si irrigidisce leggermente, ma il suo sguardo rimane fermo su di me “Cosa voleva?”

Sospiro, appoggiandomi allo schienale del divano “È venuto per parlarmi di… noi. Ha detto che sa di te, che ci ha visti insieme. Ma non è solo questo…” La mia voce si spezza un po’ “È stato… inquietante. Ha detto che non sei la persona giusta per me, che lui mi conosce meglio di chiunque altro. È come se credesse di avere ancora un qualche tipo di controllo su di me, come se pensasse che io gli appartenga.”

Spencer rimane in silenzio per qualche secondo, assimilando le mie parole.

Lo vedo serrare leggermente la mascella, ma il suo sguardo è ancora incredibilmente calmo, cosa che mi sorprende.

Mi aspettavo che si preoccupasse di più, o che si arrabbiasse.

"Ti ha minacciata?" chiede infine, la sua voce ferma ma con un tono di preoccupazione evidente.

Scuoto la testa "Non esattamente. Non fisicamente, almeno. Ma le sue parole erano abbastanza per farmi sentire… in trappola. Non riesco a spiegartelo, ma c'era qualcosa nel modo in cui parlava, come se pensasse che avesse ancora il diritto di decidere per me."

Spencer abbassa lo sguardo per un attimo, riflettendo, poi lo rialza e mi fissa intensamente. "Non sei sola in questo. Non lo sei mai stata, e non lo sarai mai."

Mi prende delicatamente la mano, stringendola con un calore che mi fa sentire immediatamente più sicura "Se ti senti minacciata da lui, faremo qualcosa. Non devi sopportare questa situazione da sola."

"Non volevo coinvolgerti," ammetto piano "So che hai già tanto a cui pensare con il lavoro, e non voglio che questa cosa tra me e Harry diventi un peso anche per te."

Spencer scuote la testa, con un sorriso che sembra triste ma dolce al tempo stesso "Se c'è una cosa che ho imparato, è che le persone che amiamo non sono mai un peso, soprattutto quando hanno bisogno di noi. Se qualcuno ti fa del male, che sia fisico o emotivo, io voglio esserci per te."

Le sue parole mi fanno venire un nodo in gola.

Mi rendo conto di quanto sia stato stupido cercare di affrontare tutto questo da sola.

Spencer è sempre stato lì per me, con una pazienza e un amore che non ho mai meritato, e continuare a tenerlo fuori da questa situazione non ha fatto altro che allontanarlo.

"Grazie," sussurro, stringendo la sua mano con più forza "Non so cosa farei senza di te."

Lui sorride leggermente, e vedo un riflesso di sollievo nei suoi occhi.

Ci sediamo in silenzio per un po', le nostre mani ancora intrecciate.

Il peso di tutto sembra un po' più leggero ora che l'ho condiviso con lui.

Non ho risolto il problema di Harry, ma almeno non lo sto affrontando da sola.

Dopo un po', Spencer parla di nuovo, con quella sua voce tranquilla che sembra sempre avere una risposta per tutto "Potremmo considerare di segnalare il comportamento di Harry alle autorità, soprattutto se continua a mostrarsi ossessivo. Non possiamo ignorare questo tipo di segnali."

Annuisco, sapendo che ha ragione "Sì, lo so. Ma una parte di me spera ancora che lui si renda conto di quanto sia assurdo tutto questo, che si fermi prima di peggiorare le cose."

Spencer inclina la testa di lato, riflettendo "È possibile, ma non possiamo basare la nostra sicurezza su delle speranze. Dobbiamo essere preparati a qualsiasi evenienza."

La sua razionalità mi conforta, e so che dovremo affrontare Harry in modo più deciso se la situazione dovesse peggiorare.

Ma per ora, sono solo felice di non essere più sola in tutto questo.

"Sai," dico, cercando di alleggerire un po' l'atmosfera "mi preoccupo sempre di essere quella che ha bisogno di aiuto, ma mi dimentico che tu probabilmente sei abituato a essere quello che lo dà."

Spencer sorride, con quella sua espressione che riesce a essere affettuosa e leggermente timida al tempo stesso. "Mi piace poter essere quello che aiuta, ma non devi mai sentirti in colpa per questo. Nessuno può affrontare tutto da solo, nemmeno io."

La sua onestà mi colpisce profondamente.

A volte dimentico che anche lui ha le sue vulnerabilità, nascosti dietro l’apparente calma e la sua immensa intelligenza.

Spencer è sempre stato il pilastro di forza su cui tutti noi facciamo affidamento, ma la verità è che anche lui ha bisogno di sostegno.

E io voglio essere lì per lui, come lui lo è sempre stato per me.

"Non sei solo tu," dico piano, guardandolo negli occhi "Non devo essere sempre quella che si appoggia a te. Se hai bisogno di me, se hai bisogno di parlare o di sfogarti… io ci sarò."

Spencer annuisce lentamente, il suo sguardo si ammorbidisce, e per un momento il peso di tutto quello che abbiamo passato sembra sciogliersi "Lo so," risponde dolcemente "E apprezzo molto che tu lo dica."

Restiamo così per qualche minuto, seduti uno accanto all’altra sul divano, mentre fuori il mondo sembra rallentare.

Le nostre mani sono ancora unite, e per la prima volta da giorni, sento che forse le cose andranno davvero per il meglio.

Poi, Spencer rompe il silenzio, con quella sua capacità di spostare la conversazione verso qualcosa di pratico e concreto "Credo che dovremmo stabilire un piano, nel caso in cui Harry si presenti di nuovo. Non voglio che ti trovi in una situazione in cui ti senti insicura."

La sua preoccupazione è tangibile, ma c'è anche una certa logica nelle sue parole.

Sa che dobbiamo affrontare la situazione con un approccio strategico, esattamente come facciamo con i casi della BAU.

Dopotutto, anche se Harry non è fisicamente pericoloso al momento, il suo comportamento è chiaramente fuori controllo.

"Potremmo parlare con Hotch e valutare le nostre opzioni legali," suggerisco, sapendo che il nostro team è ben collegato e ha esperienza anche in situazioni personali "Non voglio che questo diventi più grande di quanto già non sia, ma se le cose dovessero peggiorare, voglio essere preparata."

Spencer annuisce, la sua espressione seria "Mi sembra una buona idea. Non dobbiamo far scattare subito allarmi, ma dobbiamo essere pronti. E nel frattempo, potrei anche rimanere da te per un po'. Non voglio che tu sia sola se Harry dovesse tentare un'altra sorpresa."

Mi accorgo che l'idea di avere Spencer vicino mi rassicura più di quanto voglia ammettere "Sarebbe bello averti qui," dico sinceramente "Anche solo per un po', finché la situazione non si calma."

C'è un leggero sorriso sulle sue labbra, uno di quelli che fa sciogliere ogni tensione nel mio corpo "Allora è deciso. Sarò il tuo coinquilino temporaneo."

Rido piano, sentendo finalmente una certa leggerezza nella conversazione "Non credo che mi lamenterò troppo."

Passiamo il resto della serata a parlare, a discutere dei dettagli e delle prossime mosse.

Spencer, come sempre, è meticoloso nel pianificare tutto, e la sua presenza mi fa sentire più al sicuro.

C'è ancora molto da affrontare, ma con lui al mio fianco, so che non dovrò più farlo da sola.

Alla fine della serata c'è una sorta di tranquillità tra di noi che non avevo realizzato quanto mi mancasse.

Non c'è bisogno di parole, solo il semplice fatto di sapere che siamo lì, insieme.

Mentre mi preparo per andare a letto, mi sento per la prima volta da tanto tempo, leggera.

Il peso di Harry, che sembrava così schiacciante, ora sembra più gestibile, e tutto grazie alla presenza di Spencer nella mia vita.

Ma più di tutto, mi rendo conto di una cosa importante: non devo affrontare tutto da sola.

Non più.

Prima di andare a dormire, mi affaccio alla porta del salotto dove Spencer è già disteso sul divano, un libro in mano come sempre.

Sorrido guardandolo, sentendo una gratitudine infinita per lui.

"Spencer?" Lo chiamo piano, attirando la sua attenzione.

Alza lo sguardo dal libro e mi sorride, quella luce dolce e rassicurante nei suoi occhi "Sì?"

"Non sei obbligato a dormire sul divano, vieni di là con me" dico, sentendo che quelle parole non sono abbastanza, ma spero che riesca a capire tutto ciò che significano per me.

Sorride "Magari dopo, voglio leggere un po' e voglio che tu ti riposi"

"Grazie"

Lui sorride ancora, un sorriso che dice tutto "Non devi ringraziarmi, T/n. Sono qui perché voglio esserci, sempre."

Annuisco, un piccolo sorriso sulle labbra "Buonanotte, Spencer."

"Buonanotte" risponde dolcemente, tornando al suo libro.

Mi ritiro nella mia stanza, chiudendo la porta dietro di me, e per la prima volta da tanto tempo, mi addormento con la sensazione che tutto andrà bene.

Non importa cosa succederà domani o nei giorni successivi, so di avere qualcuno che mi sostiene, qualcuno che mi capisce e che non mi lascerà mai affrontare il buio da sola.

E questo, penso, è tutto ciò di cui ho bisogno per sentirmi finalmente al sicuro.




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