1. Harry
[T/n sta per tuo nome]
L'appartamento è immerso nel silenzio, a eccezione della luce soffusa che proviene dal salotto.
Entrando, vedo Harry seduto sul divano, con il computer aperto sulle ginocchia.
Il suo sguardo si alza quando apro la porta, e mi accoglie con un sorriso stanco.
"Sei tornata tardi," dice, chiudendo il pc e posandolo sul tavolino. "Di nuovo..."
"Sì, è stata una giornata lunga," rispondo, sentendo il peso della stanchezza accumulata.
Mi avvicino e lo bacio.
Harry posa una mano sulla mia guancia e inizialmente mi avvicina a sé, sistemandosi sul divano.
Poi fa scivolare la mano sul mio petto e mi allontana.
Ci sono alcuni secondi di silenzio.
Poi Harry si alza e mi si avvicina "T/ , dobbiamo parlare," dice con un tono serio.
Il mio cuore inizia a battere più forte "Di cosa?" chiedo, anche se so già la risposta.
"Di noi," risponde, prendendo un respiro profondo. "La nostra relazione... non sta andando bene. E sembra che tu non stia facendo nulla per impedirlo, nonostante io ci provi, ci provo veramente tanto T/n, perché ti amo."
Le sue parole mi colpiscono come un pugno.
So che ha ragione, ma sentirlo dire ad alta voce è diverso "Harry, non è che non mi importi di noi," dico, cercando di trovare le parole giuste "È solo che il lavoro... è così impegnativo. E ci sono momenti in cui mi sento sopraffatta."
"Lavoro? T/n, il lavoro è sempre stato impegnativo, ma ultimamente sembra che tu usi il lavoro come una scusa per evitare di affrontare quello che non va tra noi," dice Harry, con un tono più acceso "Non possiamo continuare così, a vivere come due estranei sotto lo stesso tetto."
"Sto per entrare alla BAU, sto per realizzare il mio sogno e a te non importa."
"Sembra che ti importi più dei tuoi sogni personali piuttosto di quelli che avevamo insieme."
Abbasso lo sguardo, incapace di sostenere il suo sguardo pieno di delusione "Non so cosa fare," ammetto, sentendomi vulnerabile "Mi sento persa. Ogni volta che penso di parlarne, mi blocco. Ho paura di rovinare tutto."
Harry si avvicina e mi prende le mani tra le sue "Non possiamo risolvere tutto da un giorno all'altro, ma dobbiamo iniziare da qualche parte. Ho bisogno di sapere che tu sei disposta a lottare per noi, T/n. Non posso farlo da solo."
Le sue parole risuonano nel mio cuore. "Hai ragione," dico, stringendo le sue mani "Non voglio perderti, Harry. Devo solo trovare il modo di bilanciare tutto. Prometto che ci proverò, davvero."
Harry mi guarda per un lungo momento, poi sospira.
"Ho già sentito queste promesse prima, T/n. E ogni volta finisce allo stesso modo. Sono stanco di aspettare che le cose cambino."
Mi lascia andare le mani e si allontana, andando verso la camera da letto.
Lo seguo, sentendo un nodo allo stomaco "Harry, cosa stai facendo?" chiedo, vedendolo aprire l'armadio e tirare fuori una valigia.
"Non posso continuare così," dice, iniziando a mettere i suoi vestiti nella valigia "Ho bisogno di prendermi una pausa, di capire cosa voglio davvero. E penso che anche tu ne abbia bisogno."
"Harry, per favore, non farlo," dico, sentendo le lacrime bruciare "Possiamo lavorarci su, possiamo trovare una soluzione."
Lui si ferma e mi guarda, con una tristezza infinita negli occhi "Non puoi avere tutto nella vita."
Non ho mai avuto niente nella mia vita, penso amaramente ma decido di tacere.
"E non posso essere l'unico a lottare per questa relazione. Ti amo, Hailey T/n, ma non posso continuare a vivere così."
Continua a riempire la valigia, poi la chiude con un gesto deciso.
Si avvicina e mi abbraccia, stringendomi forte per un momento "Se hai bisogno di me, chiamami," dice con voce spezzata. "Ma per adesso, penso che sia meglio per entrambi se ci prendiamo una pausa."
Le lacrime finalmente iniziano a scendere "Harry, non so cosa fare senza di te," sussurro.
"L'unica cosa che puoi fare è trovare te stessa, T/n," risponde, con un sorriso triste. "E forse, un giorno, ci ritroveremo."
Con quelle parole, prende la valigia e si avvia verso la porta.
Lo seguo, sperando in un ultimo miracolo che lo faccia cambiare idea, ma so che ha già deciso.
Chiude la porta dietro di sé, lasciandomi sola nell'appartamento silenzioso.
Sento un vuoto enorme dentro di me, ma so che ha ragione.
Devo affrontare i miei demoni, trovare un equilibrio, e forse, un giorno, sarò in grado di ricostruire ciò che abbiamo perso.
Quella notte, mi addormento con la consapevolezza che il cambiamento deve iniziare da me.
Ed è una consapevolezza che fa un male cane, ma che mi determina a fare del mio meglio.
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