Capitolo 3
I love you
Caro diario,
La chemioterapia stà andando avanti.
Visto che i miei genitori sono dei medici la posso tranquillamente fare a casa,facendomi dare da loro una volta al mese il medicinale.
Io odio gli aghi,ma devo sopportarlo.
Fra un mese riandró in ospedale per vedere com'é la situazione.
La chemioterapia dovrebbe durare due anni,e se tutto va bene la malattia si curerá.
Se non sarà così,e al contrario,si aggraverá,faró la radioterapia,e poi l'operazione.
Con i miei compagni mi comporto tranquillamente,come se non fosse successo niente.
Anche con Armin fingo.
Anche con mia madre.
Con tutti,tranne che con Levi.
Lui sa che c'è qualcosa che non va in me,e questo mi preoccupa.
Parlando di Levi,oggi a scuola mi é smebrato piuttosto strano.
Le sue attenzioni che mi dedicava,non le vedo più.
Oggi ho fatto tardi e lo avevo alla prima ora,ma lui non mi ha detto nulla.
Non mi ha degnato di una parola,di uno sguardo.
Le poesie le ha recitate piuttosto freddamente,non ci ha messo più il cuore come prima.
Non lo trovo più a suonare al pianoforte,non sento più quella fantastica melodia che sentivo ogni giorno.
E la cosa più brutta,che mi ha distrutto,é stato vedere che lui all'uscita era con una donna.
Le sorrideva e l'aveva presa sotto braccio,regalandole un bacio sulla fronte.
Prima che se ne andasse mi ha notato e per un secondo mi ha guardato,ma poi ha distolto subito lo sguardo,come se fossi una sottospecie di persona rivoltante.
A quel punto il mio cuore si era distrutto.
Ho trattenuto le lacrime,ma di conseguenza sono scappato.
Sono passato accanto alla "coppia",e mi era sembrato come se il tempo si fosse fermato.
Chi era quella donna?
Sua moglie? No,impossibile. Non ha fede al dito.
La sua fidanzata? Non ci voglio pensare.
Non voglio pensare che lui non potrà mai essere mio. A quel punto non m'importerebbe di morire.
La donna,in quel lasso di tempo che sembrava infinito,mi sorrise.
Che aveva da sorridere?
Era felice della sua vittoria,del suo premio?
Mi sento come se stessi aspettando qualcosa che non accadrá mai.
Mi sento come se Levi non potesse mai amarmi,che non sará mai mio.
In effetti é anche colpa mia,io devo fare il possibile per stare al suo fianco.
Ma io ci sto provando,lo sto cercando ogni giorno alla sala di musica,ma é da una settimana che manca.
Ho il timore che abbia scoperto il mio segreto.
Questo mese,quando sono stato in ospedale a vedere le mie condizioni,stupidamente mi ero portato il mio diario.
E me lo scordai in sala d'attesa.
Quando uscii lo ritrovai aperto,e una scritta all'ultima pagina di diario.
"Ti amo,Eren"
É ciò che ci ho trovato scritto.
Chi é stato questo sconosciuto?
Qualcuno della mia classe?
E se fosse stato Levi?
Sarebbe una valida spiegazione per avermi evitato.
Ma poi perché mi sto preoccupando che lui mi eviti,quando non é nemmeno mio?
Levi non é di mia proprietá e quindi può fare tutto quello che vuole.
Odio pensare che io non sono nulla per lui. Odio pensare che siamo solo studente e alunno.
Io odio...
Hanno suonato al campanello.
Sono stupefatto,ho aperto la porta e non ho trovato nessuno,solo una lettera.
Controllo se ci sta' il destinatario,ma ci sta solo scritto.
"I love you"
Che sta' succedendo?
Adesso vado,caro diario.
~~~~
Sorrido.
Mi ricordo molto bene quel periodo.
Io,il mittente della lettera.
Io,che in anonimo gli dedicai tutto il mio amore.
Io,che come uno stupido in quel periodo lo evitai,perché impaurito di perderlo come tutti gli altri.
Io,che lo amavo,e amo ancora,come se fosse il mio tutto.
Lui é la mia metá,ed io la sua.
°°°°°°°
-ragazzi la storia la continueró in terza persona-
Il castano stava sempre peggio.
La febbre invece di diminuire,aumentava.
Era stanchissimo,e stava diventando sempre più magro.
Era pallido,sembrava un cadavere.
I suoi occhi erano spenti,lui stesso era spento.
Non riusciva a muoversi,a malapena riusciva ad alzare un poco la testa per bere della semplice acqua.
Non stava mangiando,non aveva fame.
Il suo stomaco sembrava ribellarsi,ma non solo quello,anche tutti i suoi muscoli in generale.
La madre era preoccupatissima per il figlio,anche il padre,e quando avevano anche il più piccolo minuto della lora dura giornata libera,lo passavano a controllare come stesse il figlio.
Loro stavano capendo che non era una semplice febbre.
Volevano farlo visitare,ma decisero in un primo momento di aspettare altri 2 giorni per vedere una qualunque reazione.
Ma da quando avevano visto il sangue del ragazzo scorrere dal naso e le genvive,decisero di farlo visitare sul momento.
Loro avendolo studiato avevano già capito che era malato di leucemia,avevano solo bisogno di una conferma.
Lo portarono urgentemente in ospedale.
Erano preoccupatissimi,mai stati così in ansia in tutta la loro vita.
Non volevano accettare il fatto che il figlio fosse leucemico.
Eren,per i due spasimanti,era la luce nelle loro giornate.
Erano felici di avere un figlio come lui.
Sempre solare,e con due occhi smeraldi che trasmettevano gioia giá dal primo sguardo.
Si ricordavano il giorno del suo parto come se fosse ieri.
Carla,dolorante.
Grisha che le stava accanto e le stringeva la mano come per rassicurarla.
Loro due avevano fatto il possibile per costruirsi un futuro,insieme.
Si amavano,e amavano tanto anche il loro figlio.
Non volevano sopportare l'idea che lui era a rischio.
Entrambi guardarono l'orologio,impazienti.
Il figlio stava facendo l'esame del sangue e anche il più piccolo secondo sembrava essere durato ore.
I due si tenevano per mano,si confortavano a vicenda.
Ma sapevano,sapevano fin troppo bene che Eren stava male.
A Carla scesero alcune lacrime cristalline,che furono prontamente asciugate dal marito.
Grisha le sorrise,voleva farla sentire bene.
Appena il dottore uscì fuori,i due si alzarono di scatto dalle scomode sedie della sala d'attesa.
<Abbiamo fatto l'esame al ragazzo. Domani avrete gli accertamenti,ma per ora preferiremo averlo in ospedale,visto le sue condizioni.>
I due genitori annuirono.
Se ne andarono,salutando il dottore con un sorriso.
Ma dentro di loro si sentivano distrutti.
Rientrarono a casa,e Carla iniziò subito a piangere.
Grisha,la confortava ma anche a lui erano scese diverse lacrime.
Eren,invece,era in un letto d'ospedale,pieno di dolori.
Non riusciva a capire il perché dell'urgenza che avevano avuto i suoi genitori.
Eren iniziava a preoccuparsi.
Se stava in quella stanza d'ospedale voleva dire che stava veramente male.
Si ricordò delle parole di Levi.
Aveva ragione il suo professore,come sempre del resto.
°°°°°
Levi era in ansia.
Il suo moccioso mancava a scuola da settimane e solo due giorni prima aveva avuto l'avviso che fosse malato.
Era in ansia perché non voleva avere ragione sulla sua gravità di salute.
Non voleva perderlo,anche se,in cuor suo,sapeva che Eren non era ancora suo.
E forse non lo sarebbe mai stato.
Decise di aspettare.
Il corvino decise di aspettare un suo ritorno a scuola,o magari andare a casa dei suoi genitori e visitarlo.
Ma se fosse stato qualcosa di più grave che una semplice febbre?
Levi non sapeva cosa fare.
Quello era l'ultimo anno del liceo,aveva aspettato ben quattro anni per potersi avvicinare a lui.
Non voleva mandare tutto in fumi,non voleva farlo per una stupida malattia.
A quel punto pensava che la vita gli stesse andando incontro,voleva farlo perdere,abbandonare alla sua realtà.
Ci stava pensando. Aveva avuto varie occasioni per andarsene,e varie volte se ne stava per andare veramente.
Ma non l'aveva mai fatto,Levi amava Eren,e lui sperava che fosse ricambiato.
E se Eren non avrebbe ricambiato?
Levi ci pensava da mesi,aveva il timore di un "no" da parte sua.
Per calmare tutta la sua ansia,si mise al piano ed incominciò a suonare.
A suonare per Eren.
Sperando che si riabilitasse al più presto.
°°°°°°°
Eren si risvegliò in una stanza bianca,sentiva delle voci provenire da fuori la stanza.
I suoi occhi erano stati accecati dalla luce gialla dell'ospedale.
Due dottori,vedendolo sveglio,gli andarono vicino,guardandolo compassionevole.
<Che ci faccio qui?>
Domandò stordito.
<Signor Jaeger,é stato portato qui in ospedale dolorante. Dopo di ché é svenuto poco dopo che é venuto qui. Le abbiamo fatto alcuni esami e...>
I loro sguardi si incupirono.
Eren si stava agitando. Che cosa gli era successo?
<Cos'ho,dottore?>
Domandò preoccupato.
<Beh veda. Non volevo dirglielo così,ma lei si é ammalato di Leucemia linfoblastica acuta. Si deve addentrare nelle cure per distruggere le cellule malate.>
Eren si stava agitando sempre di più.
<Cosa?! Non ci credo,é impossibile!>
Fece per alzarsi,ma i due dottori lo fermarono con forza.
Il castano non voleva crederci.
<Dove sono i miei genitori?>
Domandò quando si calmó
I due dottori gli lasciarono la presa.
<Stanno arrivando. Gli abbiamo dato la notizia>
Come se li avessero richiamati,entrarono nella sua stanza. La madre di Eren,corse verso di lui,abbracciandolo piangente.
Mentre la madre restò con lui,Grisha andò fuori con i dottori per parlare della vicenda.
<Mamma... Ho paura>
Ammise Eren,incominciando a piangere sul petto della madre.
<Eren,ce la faremo. Insieme>
Gli disse la madre alzandogli il viso,e rivolgendogli un sorriso materno.
Eren ricambió il sorriso,anche se era falso.
Lui voleva che quelle parole gliele avesse dedicate il suo professore.
Lui voleva stare con lui,voleva affrontarla con lui.
Allora si decise di una cosa.
Avrebbe fatto il possibile per avverare i suoi più grandi sogni,nascosti nelle parti più buie del cassetto.
Si decise che doveva iniziare un nuovo capitolo della sua storia.
<Amore,vuoi che faccia qualcosa per te?>
Gli domandò la madre.
<Mi puoi comprare un'altro diario?>
Gli chiese convinto.
La madre annuì.
Doveva raccontare la stessa storia ma con una prospettiva diversa.
Chissà,forse qualcosa sarebbe veramente cambiata.
E sarebbe iniziato tutto daccapo.
Avrebbe fatto coming out con i suoi genitori,e poi finalmente avrebbe avuto la via libera,indipendentemente da come l'avrebbero presa.
La prima pagina di diario stava per iniziare.
°°°°°°°°°
Heyyyyyy.
Ciao.
Come va:3?
Non pubblico da un po' eh. Va beh io sono tanto intelligente da farmi i compiti di matematica alla fine,ma va beh.
Vi é piaciuto?
Scusate per gli errori,alla prossima :3
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