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2. Vicini di casa

Sono ancora imbambolata sulla panchina mentre guardo Connor e penso sulle possibili conseguenze se accettassi quel passaggio. E se mi squartasse? Insomma parliamoci chiaro, con la gente che gira c'è davvero poco da fidarsi.

«Allora? Vieni o no?» lancia il mozzicone e torna verso di me.

«No, non voglio tornare a casa. Ma grazie lo stesso».

«Posso accompagnarti dove vuoi», dice infilandosi le mani in tasca. Ci penso su per un momento. Perché dovrei accettare un passaggio da un ragazzo, del quale conosco solo il nome?

«Non sono un maniaco», continua come se mi avesse letto nel pensiero. Stavo pensando per lo più ad un Serial Killer, ma maniaco va bene lo stesso. Do un occhiata in giro e mi rendo conto che di fronte alla scuola ormai, siamo rimasti solo noi.

«Ok», mi alzo dalla panchina, metto lo zaino in spalla e lo seguo fino ad arrivare al parcheggio del liceo. Preme un pulsante sul telecomando e vedo lampeggiare le frecce di una BMW bianca. Si passa una mano tra quei bellissimi capelli corvini e poi sale in auto seguito da me.

«Allora dove devo andare?» si volta nella mia direzione senza mettere in moto.

«Oh, hem...» estraggo il telefono dalla tasca e inizio ad armeggiare. Devo cercare l'indirizzo di quella libreria appena aperta in cui volevo andare. Trovato!

Faccio leggere la via a Connor e lui annuisce, mette l'indirizzo nel navigatore per poi mettere in moto l'auto.

«Con un po' di fortuna saremo là in quindici minuti», dice lui guardando di fronte a sé. Mi appoggio allo schienale e guardo fuori dal finestrino.

Connor alza leggermente il volume della musica, facendo riecheggiare le note della canzone "Dangerously" di "Charlie Puth". Canticchio sotto voce mentre guardo la città che scorre davanti ai miei occhi. Personalmente non ho mai amato tanto New York, eppure c'è tantissima gente che sogna di visitarla.

Arriviamo all'indirizzo che gli ho dato. Accenno un grazie e mi affretto a scendere dall'auto. In quell'abitacolo si era creato un silenzio imbarazzante, che nessuno dei due a quanto pare aveva il coraggio di rompere. Faccio due passi e sento il rumore di una portiera. Mi volto e guardo Connor camminare verso di me.

«Che fai?» domando curiosa.

«Ti servirà un passaggio anche al ritorno, no?»

«Oh, non c'è problema, c'è una fermata dell'autobus dietro l'angolo», mi stringo nelle spalle. Connor si guarda in giro con circospezione.

«Non esiste. Fai quello che devi, ti aspetto qui», si appoggia al cofano della sua auto ed estrae un pacchetto di sigarette dalla tasca dei jeans.

Ancora stordita, entro nella libreria e inizio a camminare tra le corsie. Ci sono solo un paio di persone prese a leggere le trame di alcuni libri. Svolto in un altra corsia dove finalmente trovo il genere romanzi rosa. Non sto prestando particolarmente attenzione ai titoli che leggo, sto pensando per lo più a Connor. È così strano, così riservato e distaccato, e ammetto che mi mette una certa curiosità. Dopo circa una ventina di minuti riesco a decidermi e acquisto due storie d'amore. Che poi la vita non va mai come in un romanzo, ma è proprio per questo che amo leggerli, perché ti fanno sognare, in qualche modo ti fanno scappare dalla realtà, per entrare in una dimensione che vorresti vivere in prima persona.

Esco fuori e Connor è ancora lì come lo avevo lasciato.

«Scusa se ci ho messo un po'», dico cercando di fingermi in colpa.

«Stavo seriamente valutando se lasciarti qui o no».

«Ah ah! Simpatico!» esclamo sarcasticamente.

Si avvicina e mi soffia il fumo in faccia, costringendomi a sbattere le palpebre più velocemente. Lancia il mozzicone a terra e si dirige verso il lato guidatore.

Salgo e mi accomodo sul sedile con i libri in grembo. Connor allunga un occhio verso di essi e legge ad alta voce, «Cosa sei per me?» 

Mi affretto a coprire i libri con le mani per evitare di fargli leggere altro. «Che c'è?», sbuffo.

«Nulla, ero solo curioso», solleva le spalle e mette in moto.

«La curiosità uccise il gatto, Connor». Assisto mentre le sue labbra accennano un sorriso.

Improvvisamente il suo telefono squilla. Lo estrae per leggere il contenuto del messaggio, poi blocca lo schermo e se lo rimette in tasca.

«Ti dispiace se faccio una piccola deviazione?»

«No, fa pure», sollevo le spalle e torno a guardare fuori dal finestrino.

Guida per circa dieci minuti per poi fermarsi davanti ad un palazzo enorme. Sicuramente ci abitano almeno un centinaio di famiglie. È un po' vecchio e trasandato ma in fondo non sembra poi così male, di fronte ad esso c'è un piccolo parco dove potersi svagare. Esattamente non so dove siamo, non stavo prestando attenzione ai cartelli ero impegnata a leggere le prime pagine del libro di cui Connor ha letto il titolo. Mia madre mi chiedeva sempre come riuscivo a leggere in auto senza che mi venisse la nausea. Il punto, è che non lo so nemmeno io.

«Non ci metterò molto», dice sporgendosi leggermente verso di me.

Annuisco e aspetto che lui scenda dalla macchina per tornare a leggere il mio libro.

"Il giorno che lo incontrai, fu così strano. Una persona che viene da un altro pianeta ho pensato, eppure sono qui, ad aspettare che lui entri e venga ad ordinare un caffè come è suo solito fare. Sono ormai due anni che lavoro in questo bar, e giuro su Dio di non aver mai visto nessuno come lui. Forse sto impazzendo, forse è solo frutto della mia immaginazione, ma c'è qualcosa che mi attira in quel ragazzo, e voglio scoprire cosa sia."

La portiera si apre facendomi interrompere la lettura. Connor sale in auto, abbassa il finestrino e si accende un altra sigaretta, poi si volta verso di me.

«Allora, chi è innamorato di chi?» chiede guardandomi serio portando il braccio fuori dal finestrino.

«Cosa?»

«Eri talmente immersa nella lettura che quasi mi dispiaceva rientrare in auto», mette la sigaretta tra le labbra e dopo essersi assicurato che non arrivi nessuno, si immette in strada.

«Piuttosto... Non ti sembra di fumare un po' troppo?»

«Non credo che la cosa ti riguardi».

Gli spiego la strada per andare a casa mia, siamo un po' lontani e dobbiamo raggiungere la periferia, quindi ci impiegherò circa una mezz'oretta ad arrivare, e il silenzio in auto non aiuta.

«Raccontami qualcosa di te», chiedo girandomi leggermente verso di lui.

Mi guarda con la coda dell'occhio, «Non c'è molto da sapere».

Annuisco e torno a guardare fuori.

Quando imbocchiamo la via dove c'è anche casa mia, noto che si irrigidisce.

Dopo qualche metro gli indico la mia casa, «Eccola è questa». Lui rallenta per poi fermarsi. La macchina di Josh è ancora nel vialetto. Cavolo!

«Tu abiti qui?» chiede quasi incredulo.

«Hem sì, perché?»

«Nulla», dice per poi riportare i suoi occhi di fronte a sé.

«Grazie per il passaggio», sorrido mentre apro la portiera.

«Figurati», ribatte senza guardarmi.

Esco dall'auto e richiudo la portiera, per poi incamminarmi verso l'ingresso.

«Mamma sono a casa!» urlo non appena varco la soglia.

Aidan esce dalla sua stanza e si affaccia dalla ringhiera delle scale, «È già uscita Al». Annuisco e dietro di lui appare Josh, «Ciao Alison».

Il mio zaino scivola dalla spalla finendo a terra con un tonfo, mentre invece la mandibola, per poco non cade. Aidan alza gli occhi al cielo per il mio rincoglionimento momentaneo, come al solito quando c'è Josh. Lo spintona di nuovo dentro la sua stanza ed entrambi spariscono dalla mia vista.

Recupero lo zaino da terra e salgo le scale a passo lento. Lo lancio accanto alla scrivania e mi avvicino alle tende della finestra, per poi tirarle tutte da un lato. Le luci del vicino sono accese. Ma quella casa non era in vendita?

C'è l'ombra di una persona nella finestra al piano di sopra, ma continua a muoversi e non riesco a vedere bene. Quando la persona finalmente si avvicina alla finestra scorgo... Connor?

È a petto nudo e si sta infilando una maglietta. Oh Gesù!!!

Tiro di colpo le tende e mi butto sul letto a faccia in giù.

Ecco perché era sorpreso quando ha visto casa mia.

Lo scorbutico è il mio fottuto vicino!

//Spazio autrice


Sono riuscita ad aggiornare prima.

Il capitolo è un po' breve ma spero che vi piaccia e vi invogli, almeno un pochino a leggere il resto.

Al prossimo aggiornamento. Un bacio. 😘❤️

-Erika-

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