Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

10. Situazione strana

Ed ecco che inizia un altra settimana. Vorrei fingermi malata solo per non incontrare Connor, ma so che mia madre mi butterebbe fuori dal letto a calci.

Sbuffo e scosto il piumone per alzarmi quando qualcuno bussa alla porta.

«Sì?»

Aidan apre la porta e si sofferma sulla soglia, «Tutto bene?»

«Sì, perché non dovrebbe?» finisco la frase mentre sbadiglio.

«Beh, sei stata chiusa qui dentro tutto il giorno ieri», si appoggia allo stipite della porta con le braccia incrociate.

«Avevo un dopo sbornia da panico, e mi sono ammazzata di serie tv», sollevo le spalle fingendomi innocente.

«Pensando ad Evans?» ammicca.

Afferro un cuscino e glielo lancio contro. Mi alzo, mi avvicino al cassetto e recupero l'intimo. «Quanto sei stronzo!» ringhio passandogli accanto.

Mi chiudo in bagno e inizio a far scorrere l'acqua calda. Perché mio fratello deve prendersi gioco dei miei sentimenti?

Infilo un paio di jeans, una maglietta e una felpa bianca. Do un occhiata ai miei capelli prima di legarli in una coda alta. Devo fare un salto dalla parrucchiera il prima possibile, il colore si sta sbiadendo diventando quasi rosa.

Il telefono trilla, lo afferro e apro il messaggio di Matt.

Sto arrivando scimmietta.

Lo infilo in tasca e dopo aver preso lo zaino scendo le scale. In cucina trovo mia madre e quello stronzo di mio fratello intenti a fare colazione in silenzio.

«Buongiorno», sorride lei.

«Sì ciao», afferro una brioches alla crema e alzo una mano in segno di saluto, per poi uscire di casa. Mi blocco appena fuori dalla porta quando vedo Connor appoggiato alla macchina di Matt. Si voltano entrambi nella mia direzione, cerco di fingere indifferenza scendendo i gradini della veranda con nonchalance. Ci scambiamo un cenno con la testa quando li raggiungo.

«Baby, Evans verrà con noi oggi, ha la macchina in panne. Stasera lo accompagno dal mio amico, il meccanico». Socchiudo gli occhi e annuisco senza dire nulla.

Ci mancava solo sorbirmelo durante il viaggio verso scuola.

Apro la portiera e mi accomodo davanti come sempre, Matt mi guarda e sorride scuotendo la testa. Che c'è? È lui l'intruso, che si metta dietro senza fare tante storie. Connor entra in auto senza dire una parola, Matt mette in moto e si immette in strada.

Accendo la radio, cercando di colmare il silenzio che mi sta soffocando. Faccio zapping tra le varie stazioni, finché ne trovo una che sta trasmettendo la canzone preferita mia e di Matt, ovvero "Radioactive" degli "Imagine Dragons". Iniziamo a canticchiarla sotto voce ma al ritornello non resistiamo più, scleriamo entrambi e cantiamo tutto il ritornello a squarciagola.

"I'm waking up, i feel it in my bones
Enough to make my system blow
Welcome to the new age, to the new age
Welcome to the new age, to the new age
Whoa, whoa, whoa, whoa, whoa, whoa, whoa, i'm radioactive, radioactive
Whoa, whoa, whoa, whoa, whoa, whoa, whoa, i'm radioactive, radioactive"

Matt parcheggia di fronte alla scuola, e per un attimo mi ero dimenticata di Connor seduto dietro di me. Era talmente silenzioso che era come essere in macchina da soli. Scendiamo dalla macchina e attraversiamo il cortile per raggiungere l'ingresso. Ashley viene verso di noi.

Oddio, che vuole adesso la principessa sul pisello?

Ci saluta con la mano e poi si avvicina a Connor, lui le mette un braccio attorno alle spalle e insieme, varcano l'ingresso. Mi volto verso Matt sconvolta e lui fa altrettanto.

«Quei due...»

«Non lo so», risponde lui seguendoli con lo sguardo.

Mi mette un braccio attorno al collo e ci incamminiamo anche noi. Matt si ferma a parlare con Josh. Se non erro, domenica dovrebbe esserci un altra partita.

Apro l'armadietto, infilo lo zaino quando Jess arriva a razzo e chiude l'antello, schiacciandomi quasi una mano al suo interno.

«Cazzo!»

«Buongiorno anche a te, è quel periodo del mese?» domanda sghignazzando.

Sbuffo e appoggio la schiena contro gli armadietti. Do un occhiata in giro e in fondo al corridoio, trovo Connor che sta giocando con una ciocca dei capelli di Ashley, tirandola più vicina a sé.

Jess segue il mio sguardo e poi si gira con un sorriso malizioso, «Oh oh, qui qualcuna è gelosa».

«Piantala!» la fulmino con lo sguardo mentre mi incammino nella loro direzione con Jess alle costole.

«Riesco a sentire le tue imprecazioni mentali», sussurra sghignazzando.

Sbuffo e decido di non ribattere. Connor sta ridendo con quella stronza, ma non appena gli passo accanto, il sorriso gli muore sulle labbra. Distolgo lo sguardo, evitando così di prendere Ashley per i capelli. Quella cagna ci prova con qualsiasi cosa che respira.

«Mi spieghi perché i professori tentano di ucciderci mettendo educazione fisica alla prima ora?» sbuffa Jess alle mie spalle.

«Non lo so, ma spero che Ashley cada di faccia», sibilo tra i denti scatenando una grossa risata da parte di Jess che attira parecchi sguardi su di noi. Siamo come il sole e la luna, lei sempre sorridente e felice, io con l'umore variabile a giorni alterni.

Entriamo nella palestra subito dopo esserci cambiate. Il coach è lo stesso che allena la squadra di pallanuoto. L'ho sempre definito uno psicopatico, ha quel brutto vizio di soffiare continuamente dentro il suo fischietto, che vorrei tanto infilargli su per il...

«Allora ragazze, oggi facciamo una partita a pallavolo. Usiamola come allenamento».

Ashley e le sue amiche esultano entusiaste, mentre io mi volto verso Jess con un ghigno malefico dipinto in faccia.

«Cos'hai in mente?» chiede lei preoccupata. Il coach mi lancia la palla e mi allontano da Jess palleggiando come se dovessi giocare a basket. Ashley e Jess sono nella mia stessa squadra. Perfetto!

Ammetto di essere parecchio brava con questo sport, quindi la precisione è a mio vantaggio. Sono già impostata per la battuta quando il coach mi fischia nelle orecchie. Dopo avergli lanciato un occhiataccia, alzo la palla e con un balzo schiaccio con tutte le mie forze in direzione di Ashley, che con mia fortuna arriva perfettamente in piena nuca. Barcolla in avanti e atterra sulle ginocchia, portandosi una mano dietro la testa mentre si volta a fulminarmi.

«Scusa, ho sbagliato le misure», dico con l'espressione dispiaciuta più falsa che conosco.

La lezione finisce in fretta, mi cambio ed esco dallo spogliatoio. Quando percorro il corridoio per andare verso il mio armadietto, noto la stronza che sta parlando con Connor, e non appena mi vede gli fa un cenno con il mento, costringendolo a guardarmi. Ashley se ne va passandomi accanto, ed io continuo por la mia strada. Alla seconda ora ho lezione d'arte quindi devo recuperare il libro.

Arrivo all'armadietto ma vengo afferrata per un polso da Connor prima di riuscire ad aprirlo.

«Che cazzo fai?» sbraito furiosa.

Mi trascina all'interno dello sgabuzzino dove i bidelli tengono scope e quant'altro, per poi chiudere la porta.

«Perché te la sei presa con Ashley?»

«Cosa?! Oh mio dio, quella cretina è venuta a piangere da te?» alzo le braccia in aria.

«Non è questo il punto».

«Qualsiasi sia il punto, non mi interessa. È stato un incidente», lo spintono per passare, ma lui mi mette entrambe le mani sulle spalle e mi spinge contro il muro.

«Cos'è che ti ha dato fastidio? Che parlavo con lei?»

«Non mi ha dato fastidio nulla Evans, ora levati!»

«Pensavi davvero che quel bacio avesse significato qualcosa per me? Non illuderti Roberts, non me ne frega un cazzo».

«Buono a sapersi», volto il viso dall'altra parte prendendo il labbro inferiore tra i denti. Scioglie la presa sulle mie spalle e d'istinto gli tiro uno schiaffo in piena guancia sinistra. Lui indietreggia senza dire una parola.

Apro la porta ed esco dallo sgabuzzino, ma appena fuori, mi blocco trovandomi Matt davanti.

«Che stai combinando, scimmietta?» sorride leggermente. Sicuramente sta pensando che ho architettato qualche scherzo ad un bidello o qualcosa di simile. Sto per rispondere quando la porta alle mie spalle si apre. Mi volto per guardare Connor che si sta massaggiando la guancia.

«Che sta succedendo?» Matt aggrotta le sopracciglia facendo rimbalzare lo sguardo tra me e lui.

«Lascia perdere», sorpasso il mio migliore amico e mi dirigo verso le scale.

Salgo fino in cima ed arrivo sul tetto della scuola. Afferro il mattone che c'è accanto al muro per bloccare la porta, e cammino verso la rete e aggrappandomi ad essa con le mani guardando in basso. C'è il coach che sta rincorrendo un ragazzo per tutto il campo esterno. Il professor Martin è davvero fuori di testa. Decido così di saltare la seconda ora, non ho proprio voglia di una lezione d'arte, e poi non avrei nemmeno la testa al momento per assimilare ciò che spiegherebbe. Onestamente non so perché me la prendo tanto, in fondo, Connor è stato chiaro fin dall'inizio. Forse è proprio perché è Ashley. Lei ottiene sempre tutto quello che vuole, ci prova con chiunque ed ottiene sempre tutto. Ma per una volta che io sono interessata a qualcuno, lei ovviamente ci deve mettere il becco. Nessuno ha chiesto nulla ad Evans, la cosa che più mi da fastidio è che presuppone che io penda dalle sue labbra come molte in questa scuola. Ma non è così, è solo una persona che mi mette curiosità e mi piacerebbe conoscere meglio ma, se lui non ricambia questo interesse, vivo, mangio e dormo lo stesso.

«Alison?»

Ed ecco che il mio momento di tranquillità viene interrotto. Non appena riconosco la voce di Connor cerco di fare un mantra prima di voltarmi e affrontarlo. Citando il maestro "Shifu" di "Kung fu panda", mentre mi volto e inizio ad incamminarmi verso l'uscita, ripeto mentalmente almeno dieci volte la frase "Pace Interiore, Pace Interiore".

Connor si frappone tra me e la porta, ed ecco che la pace interiore se ne va a quel paese. Ho lo sguardo basso, se lo guardassi potrei tirargli un altro schiaffo, quindi meglio evitare.

«Connor, spostati», sibilo mentre osservo le nostre Converse, le mie bianche e le sue nere.

«Possiamo parlare?»

«Non c'è un cazzo di cui parlare, messaggio ricevuto ok? Adesso spostati!» sbotto senza rendermene conto. Resta a fissarmi sbalordito per un attimo, poi decide di spostarsi di lato e farmi passare.

* * *

Fortunatamente la giornata finisce in fretta.

Jess e Jake andavano a farsi un giro al centro commerciale, mentre Matt sta venendo verso di me insieme a Connor, che si tiene a debita distanza.

«Sicura che vuoi venire con noi?» domanda il mio migliore amico prendendomi il volto tra le mani. Gli metto le braccia attorno alla vita e annuisco. Do un occhiata nella direzione di Connor, ha le mani in tasca e ci sta osservando con una punta di... sembrerebbe quasi fastidio.

Il viaggio in auto è stato parecchio silenzioso, si sentivano solo le note delle canzoni che passavano alla radio. Arriviamo fuori dall'officina dell'amico di Matt, del quale ora mi sfugge il nome. Scendo insieme a loro e mi avvio all'interno. Matt si ferma dietro un ragazzo dai capelli biondi che indossa una salopette con sotto una maglietta a maniche lunghe grigia. Ha indosso una maschera da saldatore e sta controllando il sotto di una macchina che è sul sollevatore.

«Logan!» Matt richiama la sua attenzione.

Ecco come si chiamava.

Il ragazzo solleva la maschera e si gira nella nostra direzione. I suoi occhi marroni ci scrutano dall'alto in basso.

«Miller!» si toglie i guanti lanciandoli su un tavolo lì accanto, per poi stringere la mano al mio migliore amico.

«Ti ricordi di Alison?» domanda Matt indicandomi.

«E come dimenticarla...» mi porge la mano e io gliela stringo, «Sei cresciuta ragazzina».

«Se ti ricordi di me, vuol dire che ti sono rimasta nel cuore».

«Le rompi palle come te sono indimenticabili» sghignazza.

«Grazie Logan, ora ricordo perché avevo dimenticato il tuo nome», dico facendolo sorridere.

«Lui è Connor, ha un problema con la sua auto», continua Matt indicando Evans.

«Ok, dov'è la bambina?» domanda Logan fregandosi le mani.

«Ferma nel mio vialetto, non parte», interviene Evans.

«Ok ragazzi, datemi un minuto, recupero il carro attrezzi e vi seguo», si allontana da noi mentre urla a qualcuno. «Hey Caleb, bada tu all'officina, vado a recuperare un auto».

Saltiamo in macchina mentre aspettiamo Logan che arrivi con il carro attrezzi, per poi partire e fargli strada verso casa.

Quando arriviamo Matt parcheggia di fronte alla casa di Connor. Scendo dall'auto, saluto frettolosamente e mi avvio verso casa mia.

«Baby, dove vai?» grida Matt.

«Vi lascio tra uomini, tanto il mio aiuto non serve», lancio occhiata a Connor che è perso in chissà quali pensieri mentre mi osserva. Forse è dispiaciuto davvero per quello che è successo oggi?

Nah, Alison, stiamo parlando di Evans!

Apro la porta d'ingresso e mi ci appoggio con la schiena non appena la chiudo. Finalmente torno a respirare regolarmente.

«Alison?» mio fratello appare sulla soglia del salotto guardandomi pensieroso, «Che ti prende?»

«Niente», sollevo le spalle e poi mi avvio su per le scale.

Scosto le tende della mia finestra e resto ad osservare i ragazzi nel vialetto di Connor. La macchina viene caricata sul carro attrezzi e i ragazzi salutano Logan. Mi sdraio sul letto, lo sguardo rivolto al soffitto. È stata davvero una giornata pesante, mi domando perché Connor si sia trasferito in questa città, con tutti i posti in cui poteva andarsene doveva proprio venire qui?

Sento il campanello suonare al piano di sotto.

«Alison, è per te!» grida mio fratello.

Sicuramente è Matt che vuole sapere cosa mi succede. Esco dalla camera e mi blocco in cima alle scale, non appena vedo Connor sulla soglia della porta d'ingresso. Mio fratello sale le scale per andare in camera sua mentre io scendo, evidentemente vuole darmi un po' di privacy. Arrivo di fronte a Connor, le sue solite mani in tasca e lo sguardo perso chissà dove.

«Che vuoi?» domando bruscamente.

«Sono stato uno stronzo».

«Tu dici?» domando sfottendolo un po'.

«Senti, non sono bravo in queste cose ma, se per farmi perdonare, ti invitassi a cena venerdì sera?» si passa una mano dietro la nuca imbarazzato.

Sbatto più volte le palpebre, cercando di assimilare ciò che ho appena sentito. Non cascarci Alison, non ancora per lo meno.

«Cos'è, uno scherzo?» domando socchiudendo gli occhi in due fessure.

«No, sono serio, lo giuro. Oggi ho veramente passato il limite».

«Però... che occhio».

«Merda!» sbuffa e si volta per andarsene.

«Ok. Venerdì alle otto».

Si volta di nuovo per sorridermi ma io chiudo la porta. Voglio proprio vedere per quanto vuole portare avanti questa strana situazione, un giorno ride e il giorno dopo mi tratta come una nullità. Gli conviene fare pace con il cervello prima di venerdì.

// Spazio Autrice

Uhuh abbiamo un appuntamento con Connor. Ce la farà al piccola Alison a sopravvivere ai suoi continui sbalzi d'umore? Cosa succederà tra i due?

Come sempre, ringrazio chi è arrivato fino qui. Aspetto vostri pareri. Un bacio.❤️

- Erika -

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro