capitolo 2
Entro nel dormitorio eseduti sul divano ci trovo due ragazzi. Mi guardano dall'alto albasso come se fossi io quella nella camera sbagliata e per qualchesecondo mi fanno salire dei dubbi, ma poi entro nella mia stanza echiudo la porta. Dopo poco qualcuno bussa alla porta con delicatezzae vado ad aprirla lasciando con tristezza il letto su cui desiderotanto dormire. Una ragazza con i capelli rossi, probabilmente tinti epoco più bassa di me, mi sorride.
"Piacere". Dice e miporge la mano, "Mi chiamo Sara".
"Io sono Madison".Dico e le stringo la mano con poco interesse.
"Vuoi venire in sala connoi? Parliamo un po', per conoscerci, vedi io e i miei amici..."
"No, grazie". Dicointerrompendola, "Sono molto stanca e preferirei dormire". Non hovoglia di parlare, in questo momento sono veramente stanca. Iragazzi sono dietro di lei e mi guardano, anche io li guardo per poiriportare lo sguardo sulla ragazza.
"Va bene, se hai bisognosono di là". Annuisco e faccio per chiudere la porta, ma lei miferma. "Se hai fame posso prepararti qualcosa, oppure..." .
"Ho mangiato in giroquando sono andata a comprare dei libri, grazie comunque".
"Ah, okay. Allorabuonanotte". Chiudo la porta e poi mi stendo sul letto conl'intenzione di non alzarmi più almeno fino alla mattina seguente.Mentre mi addormento penso ai capelli rossi della mia coinquilina; misono sempre piaciuti i capelli rossi, quando avevo all'incircasedici anni avevo chiesto ai miei genitori il consenso per farmeli,ma non hanno voluto. Ora invece ho cambiato idea, attirerei troppol'attenzione con dei capelli così vistosi e preferirei evitarlo. Improvvisamente mi rendo conto di non aver preparato la borsa con ilibri di testo e di non avere neanche l'orario della settimana. Imiei buoni propositi per una bella dormita spariscono improvvisamentee mi alzo di corsa dal letto guardando l'ora: le 19.50. Esco dallacamera per andare da Sara che trovo sul divano insieme ai due ragazzia guardare un film.
"Sara...".
"Dimmi, ti servequalcosa?".
"La segreteria è ancoraaperta?". Domando di fretta, spero tanto di non essere troppo inritardo. "Chiude alle venti, ti consiglio di correre se hai bisognodi un'informazione". Corro come se non ci fosse un domani versola porta del dormitorio e mi precipito fuori. Altri ragazzi milanciano occhiate ma io sono troppo impegnata a correre. Solo ora miricordo di essere in pigiama, con le pantofole e che sto correndocome una pazza alle venti di sera per un corridoio di un college.Direi proprio che questa è stata un'ottima giornata, un buoninizio.
"Signorina stiamochiudendo". Mi dice una signora appena raggiungo la segreteria. Miprendo qualche secondo per respirare a pieni polmoni prima dirispondere.
"Mi serve solo l'orarioscolastico". Dico e la signora mi guarda male.
"Non sono ancora leventi quindi può ancora farmi questo favore". Guardo l'ora esono le 19.58. La signora rassegnata mi chiede nome e cognome.
"Madison Green"Rispondo con ancora il fiatone e dopo un po' mi passa un foglio.
"Grazie, davvero. Midispiace per l'ora, so che è tardi". La signora alla fine mi faun sorriso e io me ne vado via felice. Sono un po' colpita dallamia gentilezza, mi capita raramente di pronunciare la parola "grazie"con sincerità. Ripasso per il corridoio, questa volta senza correre.Un ragazzo mi ferma toccandomi la spalla:
"Ehi, prima mi sonodimenticato di chiederti come ti chiami. Io sono Caleb, piacere".Il ragazzo che prima ho scambiato per uno scimmione mi porge la mano,ma l'abbassa immediatamente non appena vede la mia faccia.
"E tu ti chiami...?".Dice incoraggiandomi, mi crede una bambina di quattro anni?
"Stanca di dover starein questo corridoio, piacere. Adesso ritorno nel mio dormitorio".Dico, ma mi riferma. "So che sei nuova, se vuoi fare nuove amicizieio sono disponibile. Mi sembri una ragazza un po' timida". Vorreirispondergli che sono una persona a cui piace stare sulle sue, ma nonlo faccio.
"Scusa ma questa non èla parte del dormitorio femminile? Tu non dovresti essere in quellamaschile?". Dico con tono ironico e un po' provocatorio percercare di cambiare argomento, spero che si stanchi e mi lascitornare in camera. Sul mio letto. A dormire.
"Si, ma ho fatto unsalto qui".
"Non c'è bisogno chemi spieghi il perché della tua visita". Dico immaginandomi giàtutto. Riprendo a camminare e per fortuna questa volta non mi ferma.Apro la porta del dormitorio e Sara mi guarda curiosa, alzo la manodove tengo il foglio con gli orari per farglielo vedere e lei misorride. Mi stendo sul letto pensando che da domani dovrò impegnarmidavvero molto per mettermi al passo con gli altri studenti, è giàpassato un mese e immagino che abbiano fatto buona parte delprogramma.
"Madison"bussano alla porta di camera mia e non mi muovo neanche di unavirgola dal letto.
"Madison, noi andiamonel nostro dormitorio. Speriamo di riuscire ad instaurare un buonrapporto, sembri e sarai sicuramente una ragazza simpatica. Dettoquesto buonanotte ". Dice una voce maschile, sicuramente unodegli amici di Sara.
"Mi sa che stadormendo" sento dire ancora.
Non ho intenzione diandare ad aprire, voglio stare da sola. Tutto questo mi fa ricordaregli avvenimenti di qualche anno fa, in cui mi chiudevo in camera miaspaventata da tutti.
"Madison ascolta, nonvorrei darti fastidio, ma non devi preoccuparti di me e dei mieiamici. Come ho detto siamo solo amici, ci conosciamo dal primo giornodi scuola e con loro non mi sono mai spinta oltre gli abbracci,quindi non devi pensare male. Ci farebbe piacere se domani venissicon noi al bar, perché vorremmo instaurare un buon rapporto con te,proprio come ha detto Jace. Buonanotte nuova coinquilina" lasento andarsene via e non ho ancora intenzione di aprire la porta eandare da lei. Domani non andrò al bar con loro, probabilmente nonlo farò neanche tra una settimana.
Spengo la luce efinalmente mi addormento. Che giornata estenuante.
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