VIII_Le orge sono giovedì
🔓
Dove la principessa chiede aiuto alla fata madrina, che però dovrebbe smetterla di guardare How I met your mother prima di dare un consiglio d'amore.
In quella settimana erano successe talmente tante cose che successivamente Naruto stentò a credere fosse passato un mese da quando aveva iniziato a far parte della Konohagakure Institute.
Di significativo in effetti in quel lasso di tempo non accadde poi molto: a fine aprile andò a vedere il nuovo film degli Avengers con i suoi amici e alla fine pianse come una fontana, cercando di non far notare il suo trauma profondo; uscendo dalla sala avevano anche incontrato Sasuke e un ragazzo chiamato Suigetsu, con la stessa espressione sconvolta, e si era risparmiata dal fare battute solo perché aveva ancora le guance sporche di mascara colato.
Poi aveva continuato a frequentare il club di scrittura, e dopo un paio di sessioni finalmente Jiraiya aveva iniziato a interagire con gli studenti, parlandogli della scrittura nel corso dei secoli in modo tranquillo e semplice, cosicché che venisse ascoltato.
C'era una frase in particolare che aveva detto, che Naruto si era segnata nel suo blocco per gli appunti con tanto di cornice e ghirigori: "una storia è bella solo quando il finale capovolge gli eventi". Semplice ma che nascondeva più di un significato, proprio come l'uomo che l'aveva pronunciata. E a tal proposito, ogni volta che lo guardava ultimamente gli pareva familiare... Ma più si sforzava di ricordare se l'avesse già visto e più i ricordi si facevano vaghi, quindi aveva lasciato perdere.
Infine, la sua situazione scolastica era piuttosto precaria: faticava davvero tanto a stare al passo con giapponese e storia, ma i professori erano così gentili con lei che non se l'era sentita di deluderli, così aveva provato ad impegnarsi... Peccato che i risultati fossero arrivati solo recentemente, e al prezzo di sputare sangue sui libri fino ad orari folli: come più o meno tutti i suoi colleghi del terzo anno, ora anche lei aveva le occhiaie perennemente sotto gli occhi, benché quasi sempre invisibili grazie al suo fidato correttore.
Che fosse una scuola difficile lo sapeva, ma per lei la strada non si era mai spianata, quindi si era limitata a tenere duro come sempre: il vero casino erano gli appunti delle lezioni, li prendeva in inglese ma spesso era costretta a tradurli per ovvi motivi, e soltanto così spendeva un'ora.
La rincuorava almeno il fatto che, come lei, anche i ragazzi parevano in difficoltà: una volta aveva beccato persino Shikamaru innervosito da un test, anche se successivamente aveva negato con tutte le sue forze; Kiba sotto stress invece era il peggiore, diventava più scorbutico di Neji e Sasuke fusi insieme e guai a farglielo notare, altrimenti rasentava l'isterico.
Shino si chiudeva ancora di più nella sua solitudine e Sai disegnava compulsivamente: tutti erano davvero sotto pressione a causa degli esami di fine trimestre e quelli finali.
«Pensavo di aver lasciato l'ansia in valigia, invece me la sono portata anche qui!» Si lagnò Naruto, il telefono retto sull'orecchio dalla spalla mentre si metteva lo smalto rinforzante sulle unghie appena tagliate. «Questi giapponesi hanno solo tre verifiche, ci credi? Una per ogni fine trimestre! Una cosa illegale, cazzo...»
«In effetti è strano. Forse potresti uscire con qualcuno per rilassarti un po': che ne so, il nostro caro principe azzurro?» Azzardò Tenten, in un moto di speranza.
La bionda sbuffò, intingendo il pennellino nella boccetta e imprecando quando qualche goccia colò sulla scrivania. «Come no! Solo perché abbiamo chiarito il nostro odio reciproco non significa che ci sposeremo domani. È inutile che ci provi.»
«Uffa! Allora potresti provare con quel ragazzo che non sa bene l'inglese... Kiba, giusto?»
«Nah, finirebbe in friendzone. Non mi piace in quel senso.»
«E tra le ragazze? Nessuna di interessante?» Provò allora la bruna, anche se borbottò qualcosa riguardo agli ipotetici figli di lei e Uchiha.
«No. Karin non è il mio tipo ed è l'unica mia coetanea nella scuola... Non sai quanto vorrei provarci con Ino, ma è fidanzata damn it!»
Dall'altra parte della cornetta, Tenten urlò a qualcuno di tacere, poi tornò dalla sua migliore amica. «Intendi la ragazza del negozio di fiori? Appare spesso nella pagina Instagram del posto, sembra un angelo.»
«Lo so! Dannazione Ten, forse è colpa della tua influenza ma ho il serio bisogno di uscire con qualcuno!» Sbottò Naruto, chiudendo lo smalto e rimettendolo al suo posto; ora le sue unghie erano lucide e lisce, ma aveva altri problemi a cui pensare.
Tenten sogghignò, sedendosi sulla sua sedia girevole; la mezza americana sapeva che aveva acceso i suoi multipli schermi in perfetto stile hacker e aveva iniziato le ricerche. «Fortunatamente per te, mi sono documentata. C'è un locale a Konoha chiamato Kyuubi che potrebbe fare al caso tuo.»
Naruto aggrottò la fronte. «Kyuubi? Volpe a nove code? Sembra il nome di un bordello. Non voglio slinguazzarmi qualche sconosciuto da sbronza...»
«Mi stai dicendo che vuoi intraprendere una relazione qui, sapendo che non avrà futuro?» Il tono dell'amica era serio. «Mancano undici mesi al diploma, Foxy-girl, e poi che tu lo voglia o no tornerai a casa.»
«Non c'è bisogno che me lo ricordi, anch'io faccio il conto alla rovescia.» Accarezzò il calendario di Inside Out appeso alla porta, con aprile cosparso di x fatte con il pennarello. «Mi manchi da morire, Ten...»
«Anche tu.» Le rispose addolcendosi. «Non volevo demoralizzarti, solo assicurarmi che terrai i piedi per terra: non meriti di soffrire ancora, Namikaze Naruto.»
"Non merito di avere un'amica come te, piuttosto." Pensò, quasi commossa, e tirò su col naso mascherando la cosa da colpo di tosse. «Torniamo al locale, potrei pensarci. Come hai detto che si chiama?»
🔹
Sakura sapeva dove trovare i suoi amici dopo una sbornia, ormai era scontato per lei.
Borbottando maledizioni a mezza voce, attraversò la strada con un solo auricolare nell'orecchio e la fronte leggermente alta aggrottata: probabilmente avevano lavorato sulle loro doti di persuasione per fare ubriacare anche Itachi, che aveva quasi l'aureola sulla testa insieme al suo sorriso da bravo ragazzo.
La ragazza dai capelli color ciliegio diede un'occhiata all'orario sul telefono, imprecando ad alta voce, e aumentò il passo per quanto i tacchi a spillo le permettessero. Giunse all'appartamento di Shisui che era mezzogiorno, contando che si era svegliata solo mezzora prima con un forte mal di testa e uno sconosciuto nel suo letto che si era premurata di cacciare era un buon risultato: citofonò, resistendo all'idea di fracassare il portone con un pugno, e attese che le rispondessero.
«Chi è?» Biascicò una voce che riconobbe come quella del padrone di casa.
«Il tuo peggiore incubo, se non apri subito questa cazzo di porta.»
L'appartamento di Shisui assomigliava più a una baraccopoli che a un bilocale: vestiti e residui organici di ogni genere tappezzavano muri, pavimento e soffitto, una ragazza in topless russava abbandonata sulla cyclette e l'aria era pregna di vomito e fumo.
Sakura si degnò di aprire le finestre ma non di svegliare la sconosciuta, che fece rotolare a terra visto che era stata lei a comprare l'attrezzo ginnico per tutti; tecnicamente avrebbe dovuto passare da tutti una volta al mese, ma Shisui se l'era tenuto per chissà quale pratica erotica.
Trovò quest'ultimo davanti alla macchina del caffè, insonnolito: era completamente nudo, eccetto per un cardigan blu incrostato di marmellata che indossava a mo' di camicia da notte, e aveva diversi messaggi volgari scarabocchiati sul corpo pallido e allenato.
«Prima che tu possa dire qualcosa, vorrei che sapessi che ho pulito tutti i residui di sperma della casa prima che arrivassi.» Gracchiò, bevendo il caffè da una tazza dei Simpsons senza più il manico.
La donna alzò un sopracciglio. «Ti sei dimenticato il soffitto. Cos'hai organizzato stavolta, un orgia con sacrifici animali?»
Il corvino le ammiccò con un occhiolino e un sorriso sghembo, poi si sedette su uno sgabello traballante quasi quanto lui. «Quella si fa il giovedì, sai che Itachi ci teneva a venire. A proposito, se lo cerchi è nello sgabuzzino legato come un salame, era fatto a livelli estremi e ha provato a buttarsi dal balcone un paio di volte.»
«Fantastico. Grazie per avermi scaricata in mezzo alla strada come una prostituta, a proposito. Mi sono fatta due chilometri a piedi, ho dovuto comprare un teaser e usarlo tre volte prima di arrivare a casa.»
«Non sei contenta di essere desiderata?» Provò a ironizzare, poi si schiarì la voce all'occhiata omicida della rosata. «D'accordo, scusami. In realtà Mecchan voleva portarti fino a casa, ma ti sei messa a urlare che volevi creare palloncini con dei preservativi e regalarli ai bambini malati di AIDS.»
«E ha deciso di buttarmi giù solo per questo? Io lo ammazzo.»
«Veramente sei tu a essere saltata giù dalla macchina.» Tossicchiò Shisui, trattenendo malamente una risata.
«Oh.» Sakura arrossì appena, imbarazzata. «E dov'è adesso?»
«Se n'è tornato a casa, domani ha l'esame di architettura e la sbornia gli ha fatto dimenticare gran parte di quello che ha studiato. Prendi nota, la prossima volta non andiamo in quel NightClub già ubriachi.»
«L'unico già ubriaco eri tu.» Puntualizzò piccata lei, poi sospirò. «Quand'è che vuole incontrarla?»
Il sorriso di Shisui sparì. «È qui in Giappone, non può più rimandare. Dagli tempo di realizzarlo, Sakura.»
«Penso solo che lei dovrebbe saperlo.» Ribattè. «Probabilmente ora lo odierà a morte, peggio di Sasuke con Itachi.»
L'Uchiha sbuffò. «Sasu-chan non è mai stato davvero arrabbiato con Tachi, solo geloso marcio. Questa è una situazione molto più precaria, potrebbe anche prenderlo a botte.»
«Be', se lo meriterebbe... Però spero proprio che risolvano.» Sakura frugò in borsa in cerca di una sigaretta, nervosamente. «Oltre a noi, Naruto e Kushima sono le uniche cose che gli sono rimaste.»
🔹
Naruto aprì gli occhi piano, con un grugnito indistinto dovuto al mal di testa che aveva preso possesso di lei: ritrovandosi a fissare il soffitto bianco della sua camera, divenuto familiare in poche settimane, rammentò cosa fosse successo e si stiracchiò.
Be', pensò alzandosi traballando un po', non si poteva dire che non avesse fatto serata: aveva riempito la sua solitudine in modo carnale, come mostravano i segni rossi sul suo corpo, sempre meglio di niente.
Iniziò a raccattare ciò che le serviva per fare la doccia mentre faceva mente locale.
Al Kyuubi, la sera precedente, Naruto aveva capito abbastanza in fretta che la maggior parte dei giapponesi non era propensa ad avventure da una notte, così aveva puntato gli stranieri come lei: incredibile ma vero, a Konoha ce n'erano parecchi e non erano nemmeno così mal visti come nel resto del Giappone; probabilmente aiutava il fatto che quasi tutti avessero origini di lì, motivo base per cui molti studenti della Konohagakure Institute approdavano laggiù dai loro paesi.
Dopo qualche shot di Tequila aveva conosciuto uno splendido ragazzo di Barcellona di cui non ricordava nemmeno il nome, erano passati al sodo dopo una mezz'oretta e nonostante tutto era stato molto gentile con lei, offrendole persino il suo appartamento al posto di un bagno sudicio per consumare quello che si era rivelato buon sesso, e riportandola anche indietro con la sua moto fiammante.
"L'ho sempre detto che gli spagnoli e gli italiani sono una bomba." Pensò gongolando soddisfatta, e si mise addosso una una canottiera e dei pantaloncini per non uscire nuda.
E fece bene, perché incontrò Sasuke seduto sul divanetto della zona condivisa, con le cuffie sulle orecchie e un'espressione assorta: alcuni ciuffi neri gli cadevano sul viso pallido, dovette scostarli infastidito quando alzò lo sguardo su Naruto.
(Lo ripeto nel caso qualcuno non avesse letto il capitolo di Anima Guerriera: ho cambiato cellulare e non ho più le freccette carine, per un po' dovrò usare un altro metodo per fare i discorsi diretti)
- Già a studiare di prima mattina? Mi farai prendere un colpo. - Commentò, sbadigliando per l'ennesima volta.
Il corvino alzò un sopracciglio. - Veramente è quasi mezzogiorno. Sei andata a ubriacarti con Inuzuka e gli altri per caso? -
- Nah, ero sola. Be', fino a un certo punto della serata almeno. - Sghignazzò appena tutta soddisfatta, e Sasuke sentì lo stomaco attorcigliarsi.
- Non sapevo che contrarre l'HIV da sconosciuti fosse il tuo sogno nel cassetto. - Disse acidamente.
Naruto ormai era in grado di percepire molte delle sfumature che Sasuke dava al suo tono distaccato, ma con quell'ultima frase proprio non ci riuscì. E si irritò, perché il suo intuito le diceva che il bastardo la stesse rimproverando. - He used a condom, dipshit! E non farmi la predica, sicuramente ho più esperienza di te in queste cose. -
- Non ne dubito. - Replicò gelidamente il ragazzo, e si alzò dopo aver preso le sue cose.
La bionda strinse le labbra. Non voleva litigare di nuovo con Sasuke, non adesso che avevano instaurato un quasi rapporto di amicizia, ma sembrava che ce la stesse mettendo proprio tutta per farle perdere le staffe. E non capiva perché! - Si può sapere che problemi hai? Sei uno di quei fondamentalisti che pensano che una femmina non possa scopare con chi le pare perché non sta bene? - Lo vide fermarsi, e decise di non dargli alcun appiglio per poter evitare la risposta. - E prima che tu possa anche solo pensarlo, imbecille, non ti sto giudicando in base al paese in cui ci troviamo! Sei tu che ti fai giudicare parlando così, chiaro? -
Naruto respirava in modo affannato, la sua natura impulsiva forse aveva di nuovo rovinato tutto... Ma era davvero incazzata, c'erano dei tasti dolenti anche per lei dopotutto.
- Non ho mai detto questo. Forse dovresti connettere i pochi neuroni di cui il tuo cervello dispone prima di sparare cose a vanvera. -
- Sei sempre così antipatico? -
- Sì. -
E sbattè la porta della sua camera, chiudendola a chiave.
La mezza americana imprecò sonoramente, prima di dirigersi a grandi passi in bagno fumante di rabbia: avrebbe dovuto regalare degli assorbenti a Sasuke Uchiha, magari confondendo il cazzo con la lingua se li sarebbe ficcati in bocca.
Zona Autrice:
NON MI UCCIDETE PLS.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro