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IV_Sto per vomitare

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Dove il principe e la principessa hanno un diverbio, il primo di una lunga serie, e lei annega la sua rabbia nelle calorie.

«Vattene.»
«Ti ho già detto che non posso, idiota. È anche la mia stanza.»
«E allora muori.»
«Muori tu!»
Questo era stato lo scambio di battute più amichevole che Naruto e Sasuke avevano avuto in quei brevi ma intensi dieci minuti: dieci minuti in cui l'arrogante Uchiha aveva provato a sbatterla fuori quattro volte, chiamando qualcuno perché la portassero via come se fosse pattume da discarica. Naruto non l'aveva presa bene, rispondendo al fuoco con una serie di epiteti sputati in americano decisamente poco intendibili e poco carini, tutti sentiti mensilmente da Kushina, ancora ben lontana dalla menopausa.
Alla fine era dovuto intercedere Kakashi tra i due, spiegando la situazione e dileguandosi subito dopo senza alcuna voglia di udire lamentele inutili; nessuno li avrebbe cambiati di stanza, né la prestanza economica del corvino né il fervore della bionda sarebbero serviti a qualcosa in quel caso.
«Ma tu guarda con che razza di narcisista devo condividere la stanza...» Sputò Naruto. «Vedi di non starmi troppo tra i piedi, Uchiha.»
Si voltò appena in tempo per sentire la porta della camera del ragazzo venire sbattuta e chiusa a chiave a doppia mandata.
Naruto ringhiò in risposta a quella segregazione, e stizzita si diresse nel suo spazio a grandi passi, decisa a ignorarlo a sua volta. Stupido giapponese, chi si credeva di essere?
"Ringrazio Iddio per non aver scelto il club di sport!" Arrivò a pensare, mentre indossava il suo pigiama, ovvero una maglietta xl e dei pantaloncini militari.
La suddetta t-shirt recitava "e la donna fu creata senza palle, perché sapeva che la sua vita sarebbe stata piena di coglioni", pareva appropriato dopotutto; l'importante era ricordarsi di non uscire con quella addosso, altrimenti l'avrebbero espulsa dalla scuola a calci.
E voleva che passasse almeno una settimana prima di essere a rischio.
Si legò i capelli in un rapido chignon e prese il suo beauty case di Topolino, andando a lavarsi i denti in punta di piedi; fortunatamente la malvagia papera sembrava essere già passata di lì, così fece ciò che doveva fare e tornò a rintanarsi nella sua stanza.
Voleva chiamare Tenten per spettegolare, ma facendo un rapido calcolo in quel momento doveva essere a lezione, perciò rimandò alla mattina dopo.
Addormentarsi per Naruto fu incredibilmente semplice, si era aspettata più resistenza al fuso orario da parte del suo corpo, invece si assopì in una mezz'oretta scarsa: il suo ultimo pensiero fu malinconico, perché ripensò a sua madre e alle persone che aveva lasciato in America. Le mancavano.

🔹

«Mi stai dicendo che sei in camera con un ragazzo?» Chiese allibita Tenten, dall'altro capo della cornetta.
Naruto sbuffò, il telefono tenuto sull'orecchio con una spalla, e si infilò con fatica i leggins; era a malapena Aprile ma stava già facendo troppo caldo per indossarli. «Esatto. Un ragazzo arrogante, insopportabile e probabilmente sessista. Ne ho già beccati due così, gli altri sono a posto credo.»
«Chiamiamolo con il suo nome. Uchiha con la 'h' dove esattamente?»
La bionda si infilò le scarpe saltellando, e mise il quaderno rilegato con i suoi compiti nello zaino blu, già pieno di cancelleria primaria.
Se pensava a quanta fatica aveva fatto per scriverli anche in giapponese si sentiva male.
«Prima della 'a' e della 'i', perché?»
Due secondi dopo la sua migliore amica emise un fischio di apprezzamento. «L'ho cercato su Facebook. Porca vacca Naruto, quelli sì che sono addominali. Perché non gli chiedi di uscire esattamente? Devo ricordarti da quanto tempo non lo fai?»
La bionda emise un verso di scherno, continuando tranquillamente a parlare nonostante fosse in corridoio. Non era in ritardo, ma nemmeno in anticipo, perciò abbassò la voce visto che non era sola. «Certo, come no. Aspetta che gli apro le gambe quando passa.» Due studenti del primo anno la guardarono allibiti. Ops, non erano tutti così ignoranti in inglese allora. «È una questione di principio, Ten. E poi non è nemmeno così figo, sono sicura che quando andrò a sbirciare quelli del club sportivo vedrò di meglio.»
«Io non ne sarei così sicura. Vai a dare un'occhiata al suo profilo dopo... Merda, devo andare, stiamo andando a cena dai miei zii: aggiornami non appena ci sono sviluppi con il nostro principe azzurro, mi raccomando.»
«Ah-ah, come no. Ciao, Ten.» La salutò Naruto, prima di infilare il cellulare nello zaino e aumentare il passo.
Un sorriso spontaneo le nacque sul volto, Tenten le aveva sempre fatto questo effetto: era come una sorella per lei, si conoscevano da quando gattonavano grazie alle loro madri, anche lei aveva origini orientali, però da parte di suo padre, che era nato a Hong Kong. Con quella ragazza poteva parlare di tutto, l'avrebbe sempre aiutata e capita, ovviamente la cosa era reciproca: dopo che lui se n'era andato l'intera famiglia di Tenten era stata vicina a lei e Kushina, Naruto li adorava tutti quanti.
Si era commossa quando, il giorno della sua partenza l'aveva abbracciata stretta, sussurrandole "non fare casini, Foxy-girl", usando proprio il nomignolo con cui l'aveva chiamata la prima volta che si erano incontrate; aveva ricambiato il contatto con un piccolo singhiozzo prima di sorriderle.
"Solo un anno." Pensò nuovamente, mentre con una mano salutava i ragazzi intenti a fare colazione al tavolo. Sorrise anche di più vedendoli. "Forse non passerà così lentamente."
«Buongiorno!» Fece allegramente, dopo essersi andata a servire al self service: aveva preso solo un cappuccino e un pacchetto di biscotti che avrebbe mangiucchiato dopo, a causa del jet lag non aveva fame.
«Buongiorno, Naruto-kun. Sembri meno stanca di ieri.» Disse Shino, cordiale come sempre.
«Yeah, ho dormito benissimo.» Rispose lei raggiante. «Oggi iniziano le lezioni, right? Sono emozionata!»
Kiba e Shikamaru si lanciarono un'occhiata perplessa. «Come, non sei agitata per i test?» Chiese il primo.
La bionda, intenta a sorseggiare tranquilla la sua bevanda, si pietrificò. «Eh?»
«Pensavo lo sapessi.» Commentò il ragazzo con il codino. «Questa giornata è dedicata alle prove d'ingresso. Verificano le nostre conoscenze, quanto abbiamo studiato e se siamo in pari con il programma come quando è finito il secondo anno.»
«Di solito tutti passano questi esami, visto che l'anno scolastico è finito il mese scorso.» Spiegò Kiba facendo spallucce. «Ma per te potrebbe essere un problema, pensavamo.»
Naruto iniziò a sudare, all'improvviso tutta la sua serenità si era appena impiccata. «Io... Ho fatto un esame per venire qui, pensavo bastasse questo.»
«Neh, può darsi allora che tu non debba farlo. Devi chiederlo al presidente del comitato studentesco, è lui che si occupa di concordare le date dei test del terzo anno.»
Subito lei scattò in piedi, scolandosi il cappuccino in un sorso e ficcando rapidamente i biscotti nello zaino. «Perfetto, faccio in un attimo. Chi è?»
Kiba si grattò la nuca, come se le parole che stesse per dire non sarebbero affatto piaciute alla ragazza; e aveva ragione. «Sasuke Uchiha.»
Naruto imprecò sonoramente, battendosi una mano in faccia. «Cambio di programma, chi è il vicepresidente?»
«Neji Hyuga.»
«Oh, ma porca puttana!»
E così si ritrovò a un quarto d'ora dall'inizio delle lezioni a fare testa o croce con il caro vecchio penny che l'aveva aiutata per la stanza; malgrado le sue preghiere uscì testa, Uchiha, e dovette dirigersi al tavolo dove sostava insieme ad alcuni loschi figuri con la faccia di una condannata a morte. Be', più o meno la sensazione era quella, perciò era realistico.
«Sasuke, chi è quella?» Chiese Suigetsu, con la bocca spalancata come un pesce all'amo, e tirò una gomitata al nominato, che grugnì e diede un'occhiata dove indicava l'amico.
Gli bastò intravedere dei ridicoli capelli biondi per capire immediatamente che la sua quiete si sarebbe spezzata in un attimo, e la sua giornata sarebbe andata a puttane.
«Che ti importa?» Sbuffò, tornando a occuparsi del suo telefono.
«Be', sai, è una bomba di ragazza e sta guardando proprio te. Ho capito che puoi averle tutte ma-»
«Uchiha, ti devo parlare.» Esordì Naruto, incrociando le braccia al petto. Ma quando si era avvicinata così tanto? «Quindi fammi il favore, rendi la cosa meno dolorosa e dammi retta, così me ne vado e non devo rivedere il tuo brutto muso.»
Suigetsu sghignazzò, e Sasuke alzò lo sguardo. «La cosa meno dolorosa per me implicherebbe che tu ti levassi dai coglioni, contadina.»
Un ragazzo al tavolo fischiò, altri ridacchiarono e alcuni esitarono dal prendere in giro la bionda.
Naruto grugnì. «Sei tu quello con un rastrello nel culo, non io.»
«Oh. Mio. Dio. Ce l'ho duro, una ragazza che risponde a Sasuke Uchiha senza avergli succhiato il cazzo!» Bisbigliò l'albino, con gli occhi che emanavano scintille. «Perché non te l'ha succhiato, no? È solo il secondo giorno.»
«Chiudi il becco, Suigetsu.» Sbottò Sasuke, e si alzò in piedi ribaltando la situazione.
Naruto perse clamorosamente il vantaggio dell'altezza e si ritrovò a torcere il collo per continuare a fulminare quell'arrogante pennuto pallido. «Sei il presidente giusto? Devi rispondere a una mia domanda.»
Un ghigno derisorio solcò il volto del giapponese. «Rispondo solo agli studenti che fanno parte di questa scuola, tu torna a lavare i pavimenti.»
Naruto boccheggiò davanti a così tanta cattiveria, ma ciò aumentò solamente la sua rabbia. E quando si arrabbiava, diventava anche più impulsiva del solito. «Sai una cosa? D'accordo. Ma sai, sono una studentessa d'oltreoceano con molte cose da imparare sull'istruzione nipponica, il preside non la prenderà bene quando scoprirà che il tanto stimato Sasuke Uchiha non ha fornito il suo aiuto...»
Il ragazzo non perse il ghigno. «Non sai come funziona qui, vero?» Chiese retoricamente, mettendosi le mani in tasca. «Più soldi hai, più la gente ti dà retta. Più la gente ti dà retta, più dimostri il tuo valore. Il che significa, contadinella, che non vali niente.»
«Non vali niente!»
Quelle parole non avrebbero dovuto colpire così tanto Naruto, aveva ricevuto insulti peggiori, ma quella volta fu impossibile per lei chiudere gli occhi, per scacciare l'umidità che li aveva sfiorati.
«Oi, ci sei andato pesante, si può sapere che ti ha fatto?» Borbottò Suigetsu, senza più sorridere.
Sasuke non rispose, impassibile, e nemmeno Naruto aprì più bocca; semplicemente se ne andò, a testa alta ma con lo sguardo un po' più vacuo di prima, e la stretta sull'orlo della gonna sempre più forte.
Si sentiva frustrata e umiliata, non era riuscita a spiccicare parola contro quel bastardo e ciò la faceva arrabbiare; sbattè contro qualcuno e borbottò delle scuse in inglese, per poi realizzare che si trattava di Neji, intento a fissarla, anche se forse con meno disgusto delle altre volte.
«Ehi, vicepresidente.» Mormorò monocorde, guardandolo a malapena negli occhi. «I test d'ingresso di oggi li devo fare?»
Lui non battè ciglio, sembrava fatto di cera, come il suo compare. «No. Oggi la tua intera presenza alle lezioni è superflua.» La superò, senza smettere di parlare. «Va' da Kakashi-sensei e dai presenza, lui ti dirà che te ne devi andare da qualche parte per non disturbare noi. In pratica hai la giornata libera.»
E se ne andò senza aggiungere altro, lasciando Naruto sola con la sua rabbia.

🔹

«Mi porta un'altra fetta di torta, per favore?» Borbottò Naruto, allungando il piatto verso la cameriera, che lo prese e annuì con un sorriso gentile.
Aveva seguito il consiglio di Neji, scusandosi con Kakashi-sensei, dopodiché se n'era andata senza guardare in faccia nessuno, tanto che aveva visto con la coda dell'occhio Kiba e Shino borbottare qualcosa guardandola strano.
Aveva scoperto che la Konohagakure Insitute disponeva, oltre che di una palestra pubblica anche di una privata, di delle terme vecchio stile e di una caffetteria, dove attualmente si trovava per annegare le sue emozioni negative nei dolci: i grassi non erano un problema per lei, a meno che non perdeva totalmente ogni inibizione, e comunque non gliene importava niente in quel momento.
"Non vali niente." Quasi ringhiando, Naruto strinse la presa sulla forchetta, picchiettandola sul tavolino in legno di betulla. Quelle parole bruciavano, ma ciò che le dava più fastidio era il non essere riuscita a ricambiare come si deve; ne era in grado, e allora perché non l'aveva fatto? "Con questa siamo uno a uno, bastardo."
«Ecco a te. Hai fame, non è vero?» La cameriera era tornata, le porse il dolce con il tono affabile con cui aveva imparato a riconoscerla.
Naruto ricambiò abbozzando un sorriso, all'improvviso però le si era chiuso lo stomaco e non aveva più fame; lasciò la forchetta accanto alla torta e prese il telefono, decisa a mangiarla più tardi e andarsene.
Non si era fatta vedere neanche a pranzo, quel giorno aveva mangiato poco e male ed era grave per lei, che era sempre stata una buona forchetta: nemmeno l'umore nero tuttavia l'avrebbe condotta allo spreco di un alimento pagato, anche se cominciava ad accusare un vago senso di nausea per tutto quel pasticciare.
«Che fai, non la mangi?» Chiese allegramente qualcuno, davanti a lei.
La bionda alzò lo sguardo dallo schermo, la fronte aggrottata davanti allo sconosciuto; un ragazzo con dei buffi capelli color carota e un gran sorriso le stava quasi ammiccando, la giacca dell'uniforme sottobraccio e le mani in tasca.
«Non è la mia giornata, dammi tregua. A proposito, ci conosciamo?» Borbottò con poca vitalità.
Lo sconosciuto ridacchiò in modo spensierato, e scosse la testa. «Nope.
Posso averla? Se non la mangi la finisco io.»
Il radar personale di Naruto emise un debole ed incerto allarme, prima di spegnersi; scrutandolo per qualche secondo poi, spinse il piatto con il dolce verso il ragazzo. «Accomodati, io sto per vomitare.»
Gli occhi nocciola dello sconosciuto si illuminarono, si sedette con foga e usando la forchetta della bionda iniziò ad abbuffarsi. «Grazie mille! Ti ripagherò, promesso! È che oggi il cibo a pranzo faceva proprio schifo, accidenti.»
Naruto si resse la guancia con una mano nel guardarlo mangiare, istintivamente le veniva da ridere: era così buffo, non pareva della sua età, ma nemmeno un primino. «Di che anno sei, mangiatore incallito?»
«Mi chiamo Yahiko!» Mugugnò con la bocca piena in segno di protesta. «Sono del secondo anno. E tu, ragazza pensierosa sei del terzo anno vero? Sei quella che ha litigato con Uchiha-senpai stamattina.»
Il sorriso di Naruto si incrinò. «Le voci girano.» Replicò seccata. «Paga tu quando hai finito, eh.»
«Scusa, scusa! Non volevo farti arrabbiare.» Si scusò subito. «Però è stato molto figo, di solito nessuno litiga con Uchiha-senpai, a meno che non voglia la guerra.»
«Figurati! Ha iniziato lui.» Rispose Naruto, ricordandosi del giorno precedente. Le sembrava di essere in quella scuola da molto più tempo.
In quel momento la porta della caffetteria si aprì nuovamente, rivelando due studenti dall'aria piuttosto affaticata che subito parvero guardarsi intorno, come alla ricerca di qualcuno; fu uno dei due, un ragazzo dai capelli rosso fuoco e gli occhi cerchiati da occhiaie violacee a guardare verso il tavolo di Naruto.
«Ecco dov'eri.» Disse a mezza voce.
«Yo! Konan-chan, Nagato!» Li salutò Yahiko, agitando la mano. «Ve l'avevo detto che sarei andato a mangiare qualcosa di buon-Ehi, lasciami!»
La sudetta Konan aveva afferrato il ragazzo per il colletto e aveva iniziato a trascinarlo via, non prima di aver lasciato una banconota sul tavolo accanto a Naruto. «Ti chiediamo scusa per il disturbo, senpai. Usa pure questi per pagare il dolce, perdona Yahiko per la sua maleducazione.»
«Speriamo che non ti abbia causato disturbo.» Aggiunse Nagato, e chinando la testa seguì gli altri due fuori dal locale, mentre una grande goccia si formava sulla testa della bionda, che non era riuscita a spiccicare parola.
"La gente in questa accademia è strana forte." Pensò, nonostante un sorriso sincero le fosse comparso sulle labbra. "E io che volevo fargli pagare anche le altre tre fette, cavolo!"
Pareva stupido che fossero bastati tre sconosciuti a farle risollevare il morale, d'altronde Naruto non era fatta per tenere il broncio a lungo.
Andò alla cassa e pagò, aggiungendo denaro in modo che tornassero i conti, dopodiché salutò ed uscì, fischiettando.

Zona Autrice:

Misonodimenticatadiaggiornareciao

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