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II_Livello d'inglese: no grazie, non fumo

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Dove la principessa scopre di dover condividere castello, carrozza e cavalli e se la prende con la sua innegabile povertà.

«La Konohagakure Institute ha aperto le porte alle studentesse solo da quest'anno, riscontrando un buon numero di cinquantanove iscritte su duecento già presenti, compresa tu.» Spiegò Kakashi, mentre con Naruto al suo seguito percorreva corridoi che parevano tutti uguali. Avevano lasciato l'edificio principale e ne avevano imboccato un altro in marmo bianco, il dormitorio. «Di queste, quarantasette sono del primo anno, e dieci del secondo.»
Naruto impiegò un paio di secondi a fare i calcoli necessari per giungere a una conclusione che non le piacque affatto. «Vuole dire che oltre a me c'è solo un'altra ragazza del terzo anno?»
«Esatto. Sfortunatamente, per volere del comitato studentesco e con concessione del preside, lei fa parte della 3°B, tu della 3°A.»
"Fantastico, di mia coetanea ce n'è una ed è pure in un'altra classe." Commentò mentalmente Naruto, "Dovevo aspettarmelo, qui le ragazze sono come i progetti autentici di Leonardo Da Vinci davanti ai collezionisti." «Non è un problema. Ma sul vostro sito c'è scritto che le camere sono esclusivamente da due, e le ragazze qui sono dispari. Qualcuna sarà da sola?»
Kakashi a quel punto parve imbarazzato, entrò in un ascensore seguito dalla ragazza. «A tal proposito... Non è un problema per te, la condivisione della stanza con uno studente, vero?»
Naruto non rispose subito, metabolizzando la cosa. Quando ci riuscì, erano alla fine della corsa e lei era allibita. «Come?»
«Intendo dire,» L'uomo sembrò misurare le parole, «Le stanze da letto all'interno del dormitorio sono separate, le uniche cose in comune sono l'ingresso e in certi casi il bagno, inoltre il ragazzo in questione è incredibilmente rispettoso, perciò avrai i tuoi spazi.»
L'Americana non riusciva a mettere in ordine le parole per formare una frase di senso compiuto, e questa volta la colpa non era della lingua, ma dello shock. «Mi sta prendendo in giro?» Esordì infine, con una punta scontrosa nel tono. «Insomma... È una specie di scherzo? Non avete accennato a niente del genere nella email. E poi perché io e non l'altra ragazza?»
«Lei... Come dire, si è espressamente rifiutata.»
«Anch'io mi sto espressamente rifiutando!»
Kakashi sembrava incerto sulle parole, sembrava che non potesse dire ciò che doveva. E dopo qualche secondo, Naruto capì. «Certo...» Mormorò, cupa in volto. «Lei ha pagato, non è vero?» l'uomo non rispose, e capì di aver fatto centro. «Ecco perché tocca a me, tra tutte. Perché io, i soldi per pagare, non ce li ho.» Strinse il tessuto della maglietta con rabbia, serrando i denti fino ad emettere attrito tra loro. Andava sempre a finire così, era lei a rimetterci perché non aveva abbastanza denaro. Non era cambiato niente da quando era in America.
Kakashi scosse la testa. «Non è l'unico fattore in campo. Hashirama-san si fida di te, l'hai potuto vedere con i tuoi occhi, esatto? Siete entrambi degli ottimi studenti.»
Non era giusto, aveva giocato la carta del "complimenti, sei a un livello più alto degli altri e per questo sicuramente non ti troveremo a scopare con il tuo compagno di stanza in tutte le posizioni del kamasutra più qualcuna inventata". Così Naruto non aveva scampo, diamine. «Ma... Insomma, non è contro le regole? E poi non lo conosco nemmeno!»
«Basta questo a fermarti, Namikaze Naruto?» Con quella domanda retorica la ammutolì per interi secondi.
Naruto strinse i pugni e prese un respiro profondo. No, certo che no. Era lì per frequentare uno dei migliori licei del Giappone che, seppur per un solo anno, le avrebbe garantito un accesso più che dignitoso alle migliori università del New Jersey.
Se era fortunata le avrebbero anche dato una borsa di studio.
Si focalizzò su una possibile immagine del suo compagno di stanza: basso, mingherlino, con i capelli a scodella e i baffetti da tredicenne in pre adolescenza. Sperò vivamente che fosse un tipo del genere, così in futuro non avrebbe avuto alcun tipo di tentazione. "Sarei dovuta andare a quella festa con le ragazze di basket e rimorchiare, prima di partire. Sono quasi in astinenza!" «D'accordo.» Si arrese infine, ancora imbronciata. «Questa è la seconda volta che qualcuno agisce contro il mio volere. Per colpa della prima mi trovo qui, quindi che male potrebbe farmi la seconda?»
Kakashi sembrò sorridere sotto la maschera, soddisfatto. «È un comportamento molto maturo da parte tua. Vieni, ti mostro la stanza.»

🔹

«Presta attenzione.» Kakashi le sventolò davanti agli occhi tre chiavi, due in un unico portachiavi e l'altra separata. «Questa apre la porta della tua stanza, e la sua gemella quella del bagno, nel caso volessi chiuderti dentro. L'ultima invece serve per il tuo armadietto, sai come funziona vero?»
Naruto annuì. «Sì. I libri che non servono per fare i compiti o studiare vanno sempre dell'armadietto. Se perdo la chiave o perdo i libri, devo ripagarli.» Non che fosse mai successo. Era sbadata e spesso con la testa tra le nuvole, tanto che riusciva a essere più maldestra della protagonista di una fiction romantica per adolescenti, ma quando si parlava di sprecare i soldi era di marmo: una dimostrazione? Per tutta la scuola materna era riuscita a conservare gli stessi pennarelli, senza buttarne nemmeno uno. Un paio erano arrivati addirittura alle elementari.
Per i vestiti poi, era ancora peggio.
Kakashi fu soddisfatto della risposta, e le consegnò i due mazzi. «In questo momento, i tuoi compagni sono tutti in classe, le lezioni stanno per cominciare. Sul letto troverai gli orari di cui hai bisogno e gli abiti scolastici, in caso di chiarimenti sai a chi rivolgerti... Naturalmente non sei obbligata a presenziare alle lezioni, per oggi.»
«Dormirò un paio d'ore, then I'll meet my classmatesDecise. «Ci vediamo... Ehm...»
«Alle lezioni di matematica.» Concluse per lei Kakashi, e si allontanò salutandola con un cenno della mano.
Naruto sorrise, l'idea di avere quell'uomo come insegnante le piaceva non poco: prese la chiave della stanza, che da quel momento avrebbe riconosciuto per via del nastro blu intorno ad essa, e aprì la porta con soli due giri, per poi entrare.
Accesa la luce, rimase sbalordita.
Era davvero la camera di un liceo in stile college? Sembrava un mini appartamento! Davanti a lei, Naruto aveva un piccolo spazio con un divano, delle sedie e un tavolo, dopodiché tre porte creavano una ramificazione ad albero: una di esse doveva essere il bagno, le altre due la camera sua e del suo compagno.
Già, tutto molto bello... Ma qual era la sua? "Oh no. Devo andare a culo."
Abbandonati zaino e valigia all'ingresso, la bionda si diresse riluttante verso la porta nel mezzo, che trovò socchiusa: era un piccolo bagno piastrellato di blu, con tutto il necessario e persino una cesta dei panni sporchi, proprio come nei college occidentali. Sospirò di sollievo, anche se il suo calvario non era ancora finito: e se il suo compagno fosse stato uno di quelli che lasciavano le mutande sporche a terra insieme ai giornalini porno? Le era capitata una cosa del genere in campeggio alle medie, e non le era piaciuto per niente.
Naruto lanciò un penny che aveva in tasca (inutile, visto che in Giappone avevano gli yen, ma lei non buttava via nulla), e uscì croce: d'accordo, quindi destra. Pregando tutti gli dei che le venivano in mente, fece forza sulla maniglia e aprì la porta.
Appena vide una gonna ripiegata sul letto esultò mentalmente, e di dedicò a esplorare la sua nuova stanza con lo sguardo: porca vacca, era piccola ma mica male.
Di forma quadrata, nella parte di fronte alla porta c'era una finestra da cui, a causa di sobrie tende celesti, filtrava solo parte di quella giornata primaverile; a sinistra c'era una scrivania completamente vuota, a destra un letto e subito dopo un piccolo armadio, nient'altro.
Nonostante fosse spoglia e minimale, quando Naruto si buttò sul letto sentì la morbidezza del materasso e gongolò per l'odore di pulito che emanava: la sedia girevole era comoda come una poltrona e la scrivania non aveva nemmeno un graffio sulla sua superficie, la stessa cosa valeva per l'armadio.
"Ci sanno fare, questi." Commentò, con un mezzo sorriso. Scattò una foto della stanza vuota e la inviò a sua madre, scrivendole che a breve avrebbe raggiunto i suoi nuovi compagni. "Posso farcela, è solo per un anno. Un anno, e poi potrò tornare a casa."
Ancora non sapeva che per distruggere il suo piccolo mondo sarebbe bastato un momento, e che da un anno a quella parte ne avrebbe creato uno tutto nuovo.

🔹

Le note di Kissing Strangers risuonarono per la piccola stanza svegliando un'assopita Naruto, che con un grugnito colpì un paio di volte il cellulare per zittirlo; ormai sveglia, la ragazza si alzò stiracchiandosi.
Erano le nove in punto, perfetto, aveva dormito un po' e ora si sentiva già meglio. Inoltre prima di addormentarsi si era anche lavata, perciò poté immediatamente indossare la sua uniforme, la quale consisteva in una gonna corta blu scuro, una camicia a maniche corte bianca e in abbinato alla gonna una giacca con sgargianti bottoni gialli. Quest'ultima non era particolarmente pesante, perciò Naruto decise di metterla; le gonne non la facevano impazzire, ma aveva avuto il tempo di realizzare mesi prima che ne avrebbe indossata una per tutto l'anno, e aveva risolto la situazione usando dei collant neri per coprirsi degnamente (una cosa su cento che il regolamento di quel posto permetteva). Trovò le scarpe ai piedi del letto, una volta messe legò i capelli in due codini e si ritenne pronta.
«Bene! Dov'era quel foglio, e che diamine...» Borbottò, guardandosi intorno. «Eccolo!»
Il pezzo di carta in questione era addirittura plastificato, da un lato le mostrava le materie che avrebbe dovuto seguire, l'aula in cui si sarebbe recata e qualche altra info. Sarebbe stato strano avere sempre gli stessi compagni*, ma d'altra parte l'avrebbe aiutata a memorizzare facce e nomi, quindi meglio per lei.
Fischiettando le note della sua sveglia improvvisata, Naruto lasciò la stanza con il suo zaino azzurro sulle spalle, e seguendo le indicazioni riportate sul foglio percorse il corridoio deserto.
Scese molti più scalini di quanti ricordava ci fossero, e giunse nell'ala scolastica dell'istituto.
Alcuni studenti erano ancora fuori, fortunatamente in pochi le prestarono attenzione; c'erano persino un paio di ragazze, anche se erano talmente piccole che probabilmente non avevano nemmeno sedici anni. "Appena mi trovo davanti quella che mi ha lasciato la camera con un pene-munito, la strozzo." Si promise, astenendosi dal mettere la mano sul cuore per non apparire come una di quelle ragazze che si palpavano in pubblico. Si ritrovò davanti alla porta spalancata della sua classe, e solo a quel punto si rese conto di quanto il cuore le battesse forte nel petto.
"Per l'amor di Dio, Namikaze, calmati. Non sei all'altare." Si riproverò, prendendo un respiro profondo, dopodiché varcò la soglia senza più esitare.
L'intera classe era sparsa in giro per l'aula, alcuni chiacchieravano seduti sui banchi, altri sfogliavano rapidamente le pagine di qualche libro nell'insana paranoia di un'interrogazione il primo giorno, un paio di loro stavano addirittura pasticciando la lavagna di messaggi in inglese maccheronico misto a giapponese: Naruto non capì tutto, ma le parole si riferivano alla libertà di espressione e alla scollatura della vicepreside.
La prima impressione che le fece quella mandria di adolescenti asiatici fu di puro benessere. Si era immaginata qualcosa come una manciata di figure sedute compostamente ai loro posti, i capelli neri pettinati alla Hitler e gli occhi a mandorla; invece, ne aveva inquadrati almeno tre che non erano sicuramente giapponesi, come lei.
Ecco, la sua tranquillità vacillò pericolosamente quando uno di loro si accorse di lei: a bocca aperta, diede così il via a un domino umano di gomitate e scappellotti sulla nuca, che portarono venti paia di occhi a fissarla come se fosse un'oasi in mezzo al deserto.
Imbarazzata da quella attenzione generale, Naruto dimenticò ogni cosa e come un'idiota sbagliò la lingua. «Hei... What's up guys? This is the 3°A, isn't it?»
(Hei... Come va ragazzi? Questa è la 3°A, non è vero?)
Dopo che qualcuno annuì, mormorii concitati si sparsero per l'aula, mormorii che l'Americana accolse storcendo appena il naso. Come a salvarla da quella situazione imbarazzante, il professore di quell'ora entrò in classe, e l'attenzione fu parzialmente rivolta verso di lui: non era Kakashi, purtroppo, bensì un uomo con vistose basette e una sigaretta spenta tra i denti, che salutò la classe con un amichevole cenno, come se fosse uno zio o un amico di vecchia data di papà.
«Vedo che non è cambiato niente dall'anno scorso, banda di scapestrati.» Commentò, aveva una voce profonda ma non arrochita dalla nicotina, pure i suoi denti erano bianchi: fingeva di fumare o cosa, quel tizio? Ad ogni modo, a primo impatto anche lui piacque a Naruto. «Forza, tutti ai vostri posti... Shikamaru, sei il rappresentante di classe, non dovresti riportare l'ordine o qualcosa del genere?»
In tutta risposta, qualcuno tirò una matita a un ragazzo assopito sul banco, che lamentandosi si tirò a sedere, tra le risatine generali. «Mmh? Ci ho provato, Asuma-sensei, ma dopo il terzo richiamo diventa una rottura farsi ascoltare.»
Sospirando con fare sconfitto mentre la classe si metteva rumorosamente a sedere, Asuma si accorse di Naruto, che era rimasta impalata all'ingresso come un albero secolare, e rigirandosi tra le mani la sigaretta se la tolse di bocca. «Tu sei la ragazza nuova, esatto? Mi chiamo Asuma Sarutobi, e insegno storia e storia giapponese in questa gabbia di matti. Puoi presentarti nella lingua che preferisci, il preside mi ha detto che parli giapponese, ma un po' d'inglese non farebbe male alla classe.»
Naruto annuì, con un sorriso, e si voltò nuovamente verso i suoi nuovi compagni. Prese un respiro profondo, poteva farcela. «Mi chiamo Naruto Namikaze, ho diciassette anni e vengo da Hoboken, nel New Jersey. In realtà sono nata a Tokyo, ma mi sono trasferita lì con mia madre quando avevo quattro anni... Uhm, mi piacciono il Ramen, gli Imagine Dragons e giocare a basket. Spero di passare un buon anno scolastico in questa classe.» Guardò il professore per fargli capire che aveva finito. "Ho dimenticato almeno un centinaio di hobby e quello che ho appena detto è più scontato delle calze nelle scarpe, ma ehi, è tutto ok."
«D'accordo, Naruto, allora siediti pure dove preferisci. Qualcuno vuole fare posto alla nuova comp-»
«Io!»
«QUI È LIBERO!»
«Namikaze-san, per favore siediti accanto a me!»
«Io adoro gli Imagine Dragons!»
«MIA ZIA CUCINA RAMEN!»
«E allora?! Io vado alle partite di basket con mio cugino!»
«Che rottura...» Si lagnò Shikamaru, coprendosi con la giacca sperando di attutire il chiasso causato da quella banda di studenti ormonati.
Da quando aveva più o meno quattordici anni, Naruto aveva sviluppato un utilissimo radar che le aveva permesso di captare tra i presenti chi volesse solo infilarsi nelle sue mutande: come una sirena impazzita, il suo sensore personale rischiò di esplodere. Era invece perfettamente calmo quando la ragazza adocchiò il pigro rappresentante di classe, il cui posto accanto era, oltre che libero, anche accanto alla finestra, perfetto. Chinando appena il capo per scusarsi con tutti, prese posto accanto al ragazzo, che non fece una piega e tornò a dormire nei lamenti generali; appoggiando il suo zaino a terra accanto a lei, riportò l'attenzione su Mr. Sarutobi, che a passo lento andò tranquillamente a sedersi, senza fretta alcuna e tornando a rigirarsi la sigaretta tra le labbra.
E da quel momento, Naruto aveva dato il via ufficialmente alla sua permanenza nella Konohagakure Insitute. Sarebbe stato un lungo anno scolastico, ma lei ancora non lo sapeva.

*In America i ragazzi non seguono normali lezioni e non hanno un'aula propria, ma la cambiano ogni ora, così come i compagni. Semplicemente, sono loro che vanno dai professori e non il contrario: la mia scuola usa questo metodo e sarà anche bello lì dove hanno due libricini, ma se ho la versione, con il vocabolario sulla schiena sudo così tanto che l'Africa avrebbe di che abbeverarsi per vent'anni. E non abbiamo gli armadietti perché siamo poveri.

Zona Autrice

Yo! Ve l'avevo detto che avrei postato presto eh eh

Sapete che siamo in classifica? Intorno al 20esimo posto ma ci siamo, con una het non me lo sarei mai aspettata sinceramente XD

E ho anche raggiunto le 10k con URFDO, che non aggiorno dall'attentato alle Torri Gemelle ma ok.

Nel prossimo capitolo arriva Sasuke e i due si ammazzano di botte😏

Piccolo avviso: vi prego, dimenticate quell'alone di sarcasmo e affettuosa competizione che ho dato ai Sasunaru nelle mie altre storie. Prima lo fate, meglio è, perché questo Sasuke mi è uscito abbastanza cattivo o.o

Naruto ovviamente risponderà al fuoco, ma non sempre riuscirà ad avere l'ultima parola su di lui: questo perché è nato molto più stronzo XD

Devo dire che però non mi dispiace, al contrario dei miei altri Au in questo caso all'inizio non ci sarà nulla a legarli: no, non conta una mazza che sono nella stessa stanza, fidatevi.

Non abbiate così scarsa stima di me, non sarò banale con cose come "omg ho dimenticato i vestiti in camera, ora uscirò nudo/a con solo uno striminzito asciugamano intorno al corpo e mi farò vedere da Naruto/Sasuke".

Nah, non è il mio stile. Piuttosto, Naruto che dà fuoco alle tende lo è-OPS SPOILER Vanessa_Butterfly_ TE L'HO DETTO CHE L'AVREI FATTO.

Sì ok basta. Alla prossima, mi raccomando stay tuned!

Sayonara~

- C_Andy🌸

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