VI_Quei dannati Lines Seta
🔓
Dove la principessa incappa in una bellissima fioraia e una figuraccia che arriva a minare irrimediabilmente la sua credibilità.
La prima settimana di Naruto alla Konohagakure poteva dirsi ufficialmente conclusa.
E lei stava già facendo il conto alla rovescia per le vacanze, perché ne era uscita fisicamente e psicologicamente stremata: troppe emozioni in una volta sola, aveva bisogno di una pausa.
E cosa c'era di meglio di uscire dal austero edificio e godersi la città dove sorgeva, ovvero la tranquilla Konoha, insieme ai suoi nuovi amici?
Così, dopo aver disturbato Tenten intenta a una maratona notturna di Breaking Bad con una videochiamata, Naruto aveva il suo outfit da uscita: dei pantaloncini di jeans, una canottiera grigia con il logo degli Avengers all'altezza del cuore (a ricordarle l'imminente uscita di Infinity War) e le sue All Stars celesti mezze distrutte dal gatto dei vicini.
Esatto, lo stesso bastardo che le aveva fatto quei graffi in viso, ma sorvoliamo.
Una volta che si definì pronta, prese il necessario e lo mise nella sua borsetta a tracolla nera: chiavi della stanza, qualche soldo per pranzare, degli assorbenti perché non si sa mai e il suo cellulare.
Perfetto, non mancava nulla.
Non si truccò, non ce n'era bisogno, e fischiettando lasciò la sua camera, le chiavi in mano per chiudere la porta principale: forse fu il destino, oppure la sfiga (rettifico, sicuramente la sfiga), ma in quel momento la suddetta porta si aprì dopo qualche giro di chiave, rivelando un Uchiha ansimante e sudato, in tenuta sportiva e con gli auricolari nelle orecchie.
Sembrava appena tornato dopo del jogging, e giusto per non smentirsi mai Naruto dovette fare i salti mortali per non cedere all'istinto. "Non guardargli il pacco, non guardargli il pacco, non guardargli il pacco..." Dannazione, gli stava guardando il pacco. Non era colpa sua se quei pantaloncini aderivano magistralmente al suo apparato riproduttivo! "Oddio, se davanti è così stretto immagina il culo."
«Che hai da guardare, contadina?» Sbottò il corvino, infrangendo la sua bolla di sconcezze con l'usuale tono acido.
La ragazza quasi trasalì. «Cazzo.»
«Sì, è quello che ho in mezzo alle gambe. Te ne vai o devo far venire qui il carro attrezzi?»
Naruto a quel punto sbuffò. «Me ne vado, duckass. Ma se lasci ancora l'accappatoio bagnato sul mio te lo butto dalla finestra.» Lo ammonì, e fece per andarsene con stizza.
Inaspettatamente, Uchiha la trattenne con una leggera spallata, senza nemmeno voltarsi. «Spero che tu abbia capito cosa si prova a essere giudicati per le apparenze da qualcuno che non conosci. Dobe.» Disse, monocorde, e sparì nella sua stanza dopo essersi tolto le scarpe.
Naruto rimase immobile dov'era, ancora una volta senza possibilità di rispondergli: ma questa volta aveva un motivo valido, non aveva capito.
A cosa si riferiva la papera? Non riusciva ad arrivarci. Scosse le spalle, era inutile perderci il sonno, e si incamminò verso l'ingresso principale, era il ritrovo che avevano deciso sul nuovissimo gruppo Whatsapp aperto da Kiba.
Fu una volta fuori dai dormitori, che Naruto boccheggiò: quel giorno faceva un freddo cane, pensò rabbrividendo. Sudato com'era, Uchiha si era scavato la fossa da solo a starsene così sudato all'aperto!
E di certo lei non voleva fare lo stesso, perché fece rapidamente marcia indietro, le braccia al petto nel vano tentativo di scaldarsi.
"Prendi nota, Namikaze: il Giappone è ubriaco e il culo di Uchiha è ancora più bello con i pantaloncini della Adidas."
🔹
«Yo! Ci sono, scusa il ritardo.» Fece Naruto, con il fiatone e una felpa nera un po' stinta addosso, ma ancora decente e soprattutto che teneva caldo.
Sul luogo dell'incontro per il momento c'era solo Shikamaru, con una giacca di pelle marrone, il che probabilmente significava che gli altri avevano fatto il suo stesso errore. «Yo. Kiba e Sai sono andati a coprirsi, Shino non è potuto venire perché è andato a una conferenza con i suoi genitori.» Spiegò rapidamente, con uno sbadiglio.
«Chiaro! Dove andiamo oggi?» Naruto non era riuscita a trattenersi, non stava più nella pelle: solo agli studenti del terzo anno era concesso allontanarsi dalla scuola durante i weekend, gli altri dovevano accontentarsi delle gite e delle opportunità che la Konohagakure offriva.
E se paragonate a quelle del suo vecchio liceo, dove mancavano anche le tavolette dei water, non erano affatto poche.
«Non lo so, è stato Kiba a decidere. Alla fine per noi è uguale, ormai Konoha la conosciamo a memoria.»
Il sorriso di Naruto vacillò. «Oh... Spero che non vi annoierete, allora.»
Il ragazzo parve improvvisamente in imbarazzo, si passò una mano sulla nuca. «Non sono il tipo che esce solo per dare un contentino a qualcuno, e neanche gli altri. Tanto saremmo andati in giro comunque, qui è un mortorio nei fine settimana.»
Era un "non preoccuparti" alla Shikamaru Nara, la bionda aveva afferrato. Nonostante le sue parole, pensò ugualmente che quei ragazzi fossero davvero speciali.
Presto i due membri mancanti li raggiunsero, infagottati con una felpa a testa: una volta che ci furono tutti, toccò a Inuzuka fare strada, come promesso.
«Oggi ti mostrerò le magie e i misteri di una città antica come il mondo.» Iniziò con fare teatrale, mentre si incamminavano fuori dall'Istituto e imboccavano il sentiero per la stazione.
A Naruto sembravano passati secoli da quando aveva percorso quella strada al contrario, per entrarci.
«Sono pronta. Mi raccomando però, non ho la carta di credito decorata in diamanti come voi, perciò non portatemi in ristoranti a cinque stelle per pranzo.» Scherzò, ricevendo una leggera spallata dal castano.
«Che visione hai di noi, esattamente?»
«Non vuoi saperlo davvero.»
Tra Kiba e Naruto c'era già quel tipo d'intesa, era una cosa rara. I sorrisi, le frecciatine e le battute intinte appena di amichevole sarcasmo; un rapporto che ricordava dolorosamente alla bionda quello con Tenten, ma solo alla lontana.
Il legame con la ragazza infatti era qualcosa di fin troppo speciale per essere imitato. Le mancava da morire, ma Naruto non era il tipo che si piangeva addosso, proprio come lei, così non lo dava troppo a vedere.
A dir la verità non le importava nulla di come sarebbe stato il suo outfit; voleva solo vedere la faccia della sua migliore amica, seppur attraverso uno schermo.
«Woah! È carina, lo ammetto.»
Avevano raggiunto da poco le prime case di Konoha, ma quello in cui risiedevano adesso era, se si poteva definire tale, il centro della cittadina: una via acciottolata di grigio con parecchi negozietti e botteghe incastonati in case tradizionali giapponesi ma con un tratto europeo non indifferente, come le staccionate e alcuni muri tinti di colori sgargianti, che pareva essere già sveglissima nonostante fossero appena le dieci del mattino.
Giovani coppie che facevano jogging (mio Dio il culo di Uchiha), anziani che passeggiavano e persino qualche famiglia di turisti, riconoscibili per gli zainetti sulle spalle e le macchine fotografiche al collo, insieme ovviamente agli stessi occhi luccicanti e bocca aperta che aveva Naruto nel vedere tutto questo.
«Konoha fa questo effetto a tutti, all'inizio.» Spiegò Sai, con il solito sorriso gentile. «Sembra un piccolo angolo di paradiso. Al club pomeridiano di pittura non è raro che ce la facciano usare come modello, affascina anche dopo anni.»
«Già, ci credo...» Concordò l'americana. «È tutto così grazioso! Dove andiamo?»
Kiba prese nuovamente le redini della conversazione con un ghigno raggiante, se così si poteva definire. «Eh! Per prima cosa facciamo un salto al negozio di fiori della fidanzata di Sai, poi andiamo in sala giochi... Ti piacciono i videogiochi, vero?»
Naruto finse di pensarci su, aggrottando la fronte. «Mmh... Non so se il mio Account Steam e l'abbonamento al Game Stop siano una prova sufficiente, cazzeggio qualche ora su League of Legends e ti faccio sapere.»
«Sposiamoci adesso.»
Già, l'intesa tra Kiba e Naruto era rara quasi quanto la loro stupidità.
🔹
Il negozio della fidanzata di Sai era un posto grazioso, con ogni tipo di fiore e pianta esposto nella vetrina principale, e delle camelie bianche dipinte sull'insegna che ne recitava il nome.
I ragazzi entrarono frantumando la quiete di quel posto.
«YO, INO!» Gridò Kiba, facendo il suo ingresso in modo ridicolmente plateale.
Shikamaru gli diede un pugno in testa. «Non fare casino, imbecille.»
Una ragazza emerse dal retrobottega, e la prima cosa che Naruto notò fu quanto fosse bella. Aveva lunghissimi capelli biondo platino legati in una coda di cavallo, due affilati occhi di ghiaccio e un colorito niveo, dove spiccava il rosa opaco del suo lucidalabbra; sotto il grembiule bianco -su cui il nome Ino era ricamato con cura in giallo- si intravedeva un maglione verde scuro e dei leggins neri.
"Porca puttana, sembro la sua versione uscita male." Pensò, chiudendo la bocca appena aperta. "Niente pensieri impuri Namikaze, è la fidanzata di Sai."
«Ragazzi, è bello vedervi.» Sorrise dolcemente, con le mani una sull'altra all'altezza del grembo. Sembrava così tranquilla, Naruto proprio non capiva come avesse fatto ad entrare in contatto con quella gente così rumorosa.
«Ino, vieni a darmi una mano con questi vasi!» Gridò un uomo che trasportava i suddetti oggetti in porcellana uno sull'altro, uscendo dalla tenda che conduceva nel retrobottega, e la ragazza lo incenerì.
«Che diavolo stai facendo, pa'?! Non pestare il tappeto della mamma con gli stivali sporchi di terra, altrimenti prendo le liane e le uso per strozzarti! E chi sono, la tua serva?! Hai quarant'anni, un po' di autosufficienza Dio!»
«E quel caratteraccio dove l'hai preso, eh?»
"Come non detto." Pensò coprendosi la bocca con una mano per nascondere il suo risolino mal trattenuto.
Ino lasciò il balcone e con un'improvvisa foga gettò le braccia al collo di Sai, abbracciandolo. «Ah, Sai! Finalmente ti fai vedere, bakayaro!»
Il ragazzo ricambiò. «Sei bellissima, Ino.»
Si ricomposero in fretta, già quel contatto era stato troppo: Naruto sapeva quanto i giapponesi fossero riservati su queste cose*, e non poteva fare a meno di pensare "meno male che tra un anno me ne torno in America, dove la gente si limona tranquillamente in pubblico e girare in topless è legale".
«Tu sei nuova? Ho sentito che la Konohagakure Institute apriva le porte anche alle ragazze quest'anno, vieni da lì?» Le domandò in tono cordiale, dimostrando un umore piuttosto altalenante.
Naruto le porse la mano. «Esatto! Mi chiamo Namikaze Naruto, nice to meet ya Ino!»
Kiba cercò di non ridere alla faccia spaesata della giapponese. «Hai molto da imparare. Non si saluta così.»
«Eh? Aspetta, l'ho visto in qualche anime... Mi devo tipo inchinare?»
«Certo, in una profonda riverenza, e non dimenticare di sollevare le gonne.»
«Va' all'inferno Inuzuka.»
Ino scoppiò a ridere mentre i due battibeccavano. «Sei forte, Naruto! Mi piacerebbe uscire con voi oggi, ma sono di turno al negozio.»
Il padre di Ino si stava lavando le mani nel piccolo bagno adiacente al retrobottega. «Vai pure, tesoro!» Le gridò dall'altra stanza. «Qui me la cavo benissimo da solo!»
La ragazza sospirò, scuotendo la testa. «Non mi fido a lasciarti solo, pa'.»
«Non ti preoccupare, sarà per la prossima volta.» La rassicurò Sai; Naruto notò che accennava in viso quello che doveva essere il suo reale sorriso, ed era tutto per la ragazza bionda da cui non staccava gli occhi di dosso.
Quasi sospirò con fare sognante. "Ah, l'amour..." Un po' invidiosa lo era, ammise a se stessa. Erano una bella coppia quei due, e poi Ino era davvero bellissima.
Lasciarono il negozio poco dopo, salutando animatamente la bionda e venendo ricambiati con un bel sorriso: una volta fuori, Kiba annunciò che sarebbero andati alla sala giochi, e così fecero.
Incredibile ma vero, in un paesino come Konoha c'era davvero: ricordava vagamente uno di quei luoghi americani in stile anni ottanta, ma le macchine per i videogiochi erano per lo più di giochi giapponesi di dubbia qualità, che Naruto non conosceva nemmeno.
Sempre meglio di niente.
Ci passarono gran parte della mattinata, Naruto si divertì parecchio: Kiba pretese di sfidarla a Tekken, e oltre una fila immensa dovette sorbirsi anche una clamorosa sconfitta, dopodiché Shikamaru la trascinò in uno di quei giochi in 3D, dove rischiò l'infarto avendo scelto la modalità "apocalisse zombie", e perse in modo patetico; anche Sai volle mostrarle il suo gioco proferito, c'era anche in America, era una specie di schiaccia la talpa con cui guadagnarono una montagna di punti.
E poi, era arrivato il suo momento.
La pedana brillava di una luce angelica mentre si avvicinava, i tasselli con le quattro frecce azzurre e rosa parevano chiamarla, lo schermo era illuminato da un grande "Game Over", segno che qualcuno aveva appena finito.
«Dance Dance Revolution!» Strillò Naruto, il ritratto della felicità. «Cazzo sì! Con quello faccio così tanti punti che posso comprarmi l'edificio!»
(Nota: spammo immagine di DDR per gli ignorantoni)
In realtà desiderava solo il peluche di Rainbow Dash dei My Little Pony esposto in vetrina, ma gli altri non dovevano saperlo.
«Chi si offre per fare coppia, ragazzi?»
I suddetti fecero tutti nel medesimo momento un passo indietro.
«Io passo, sono stanco.» Si scusò Sai.
«Mi fa male la schiena, sarebbe una rottura.» Disse Shikamaru.
«Io su quel coso non ci salgo.» Proclamò Kiba, inorridito. «Da piccolo ho sbattuto la testa su quel coso.»
«Bene, almeno significa che non sei nato così.»
«VA' ALL'INFERNO NAMIKAZE.»
«Dai, per favore! Ho visto un premio stupendo!» "E un commesso che mi ha fatto calare la salivazione. Devo avere quel peluche."
Alla fine Inuzuka cedette, togliendosi la felpa e borbottando maledizioni: Naruto lo imitò, consapevole di stare per sudare parecchio, dopodiché si misero in fila per aspettare il loro turno.
In realtà a DDR non era obbligatorio giocare in coppia, esisteva tranquillamente la partita singola, ma senza uno sfidante per la mezza americana non c'era abbastanza sfida. Era molto legata a quel gioco, ricordava perfettamente la prima volta che lo aveva provato: aveva accompagnato Kushina al centro commerciale, ovviamente solo per essere scaricata alla sala giochi con cinque dollari e il giuramento di non uscire da lì, e poi aveva deciso di provare una nuova piattaforma colorata che avevano appena aggiunto.
Era stato amore e prima vista, a furia di usarla probabilmente era stata Naruto a permettere al centro commerciale di rifare i pavimenti.
«Woah, ci sono un sacco di canzoni nuove!» Esclamò quando poterono finalmente occupare le due pedane. Dopodiché sogghignò, attuando la sua subdola tattica. «È la prima volta che giochi? Sarà meglio selezionare la modalità principiante, then...»
L'orgoglio di Kiba, a quelle parole, esplose. «Eh?! Che diavolo stai farneticando? Vincerò a occhi chiusi!»
🔹
E invece perse a occhi aperti.
Anzi, spalancati. E Naruto lo notò, quanto poco importasse al castano di seguire le frecce colorate ai suoi piedi quando il seno della sua compagna faceva su e giù a causa dei passi.
"Sia benedetta la 36C** che ho preso dalla nonna." Pensò sogghignando, mentre strappava i punti dal dispenser e li aggiungeva a quelli in borsa ridacchiando malefica.
«È ora di pranzo.» costatò Shikamaru dando un'occhiata al suo orologio da polso. «Andiamo da Kisame a mangiare un boccone?»
«Okay, gimme a second.» Accordò la bionda, dirigendosi al bancone. «Vedo cosa possiamo avere con questi!»
«Ah? Davvero ti interessa?»
Kiba gli mise una mano sulla spalla, l'espressione solenne e un rivolo di sangue che gli colava dal naso. «Lasciala andare. Troverà la felicità.»
«Intendi insieme a quelli che come te le hanno guardato il petto per tutto il tempo?» Domandò genuinamente Sai.
Naruto intanto si diresse a grandi passi verso il (fighissimo) commesso, con un sorriso smagliante. «Salve! Vorrei sapere cosa posso ritirare con una cinquantina di punti.»
Lui ricambiò il sorriso, e la bionda credette di morire: era un gran bel ragazzo, le spalle larghe, i capelli scuri spettinati e due occhi nocciola. «Certamente. La macchina per contare i punti la aiuterà a capire quanti ce ne sono per la precisione.»
Anche la sua voce era perfetta! Così mascolina... Gli ormoni di Naruto insorsero, affamati, e lei si sentì incredibilmente accaldata. «C-certo, aspetti che li prendo...»
Aprì la borsa e rapidamente tirò fuori i bigliettini bianchi e neri: ecco, forse troppo rapidamente, visto che qualcos'altro lasciò il piccolo accessorio a tracolla.
Il tempo parve fermarsi.
Naruto, con gli occhi fuori dalle orbite, vide l'assorbente fuoriuscire dalla borsa a causa della sua troppa foga nell'estrarre i biglietti, e atterrare con un tonfo -per lei- rieccheggiante e sinistro sul bancone che li divideva.
"No... Non è possibile... Non può star succedendo a me."
Rimasero entrambi in silenzio, incapaci di muoversi.
«Ecco...» Alla fine commesso si grattò la nuca imbarazzato, gli occhi fissi sul sottile quadratino viola. «Signorina, le è caduto il suo... Il suo... Utensile per l'igiene femminile.»
"Dio, se esisti, folgorami dall'alto." «N-non è quello che pensa! È solo un... Uhm, fazzoletto in edizione limitata!» Esclamò, rossa fin sopra le orecchie.
Fulminea lo rimise in borsa, cercando di frenare l'impulso di sbattere con forza la testa del ragazzo sulla cassa, in modo che non potesse raccontare ciò che aveva visto, oppure suicidarsi con la stessa cassa.
«Sa una cosa? Ho cambiato idea, li regalerò a mia sorella! I biglietti, intendo. Gli assorbenti erano per lei, sa come sono le pre adolescenti...» E con una risata nervosa uscì praticamente correndo dalla sala giochi, i suoi amici alle calcagna.
«Ehi, tutto bene? Non hai preso niente, alla fine?» Le chiese Kiba, aumentando il passo per starle dietro.
Naruto voltò il capo, in viso aveva un'espressione così terrificante che fece indietreggiare i tre di cinque passi in due secondi. «Se fai solo un'altra domanda su quello che è appena successo, Inuzuka, l'unica cosa che prenderai saranno botte.» Minacciò, spettrale.
Resistette all'impulso di chiedere un accendino e dare fuoco a quei dannati Lines Seta. Fu una lotta epocale.
*In Giappone le coppie non si scambiano mai effusioni o gesti d'affetto in pubblico, nemmeno quelli per noi normalissimi come il tenersi per mano; per questo Sai e Ino che si abbracciano è già un mandare a puttane la loro cultura XD
**la 36C è la taglia americana che equivale alla terza abbondante di seno. Hai capito la tettona!
Zona Autrice:
LA COSA BELLA DI AVERE NARUTO FEMMINA È CHE PUOI FARLE PROVARE SOTTOFORMA DI FIGURACCE GLI INCUBI DI OGNI DONNA.
Ohayo, minna-san!
Come ve la passate? Io mi sento stra leggera, ho dato l'esame di greco l'altro ieri e mi sto godendo gli ultimi giorni di vacanza lalalalala-*deve comunque studiare le altre materie*
Ve l'avevo detto che questa storia sarebbe stata imbarazzante o.o
Comunque sia, DOMANDA IMPORTANTE: il prossimo capitolo l'ho già scritto, lo pubblicherò lunedì, ma dopo di quello ho un buco nella trama che non so come riempire...
È la prima volta che faccio una cosa simile, ma vorrei chiedervi cosa vorreste leggere?
ATTENZIONE: SCENE SASUNARU ESCLUSE, PER QUELLE SI ASPETTA ANCORA QUALCHE CAPITOLO.
Mi è appena venuto in mente che potrei parlare di Minato e Kushina con qualche flashback... lemon😏
Ma non mi convince appieno, quindi chiedo a voi u.u.
Va bene qualsiasi cosa vi venga in mente eh, io rispondo a tutti!
Se non mi cagherà nessuno farò come voglio io lol (probabilmente andrà a finire così AHAHA)
Sayonara!
C_Andy🌸
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro