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Ti avevo detto niente casini

- È qui la festa? - Ghignò uno dei Cacciatori, sfoderando una spada enorme e tenendola con una mano sola come se fosse un coltellino.
- Questa era scontata, Suigetsu. - Replicò l'unica donna del gruppo, una rossa, sistemandosi la montatura rettangolare sugli occhi. Aveva un pugnale fra le mani, nient'altro.
- Taci, strega... -
- Come mi hai chiamata?! Prova a ripeterlo, coglione! -
Naruto aggrottò la fronte, mentre i due tizi iniziarono a litigare nel bel mezzo della loro entrata ad effetto: aveva le traveggole, o uno di loro lo stava guardando male? Nel perdersi in quelle riflessioni, si distrasse, ritrovò addosso il mostro, che non prestò più attenzione ai Cacciatori. Una volta sopra di lui, iniziò a colpirlo. Il finire a terra gli fece battere la testa, cosicché la sua vista si annebbiò, e non poté difendersi.
Fu un attimo.
Attendeva un altro pugno, subito dopo quello che gli aveva appena spaccato un labbro, ma non arrivò mai. In compenso, la bestia ringhiò, e qualcuno lo aiutò ad alzarsi; il brivido caldo che lo percorse quando sentì una mano sulla sua schiena aiutò Naruto a capire chi fosse il quarto membro. Che idiota, come aveva fatto a non riconoscerlo? Il combattimento gli rendeva il cervello annacquato.
- Teme... Che ci fai qui? - Bofonchiò, tornando a vedere. Al suo fianco, con la fronte corrugata anche più del solito e una Katana in mano, c'era Sasuke. Con la divisa era particolarmente attraente, i capelli neri erano in ordine come sempre e le sue gemme d'ossidiana lo scrutavano indecifrabili. Era una sua impressione, o un lampo di preoccupazione le aveva attraversate, un attimo prima?
- Dobe, che domande, il mio lavoro. Tu piuttosto, sei sempre dove non dovresti essere. Ti avevo detto niente casini. - Lo rimbeccò il moro, senza lasciare la presa su di lui anche quando fu in piedi.
Juugo si avvicinò a Gaara, con l'intenzione di aiutarlo, ma questi si allontanò a fatica. - Io sto bene. Occupatevi della ragazza. -
Come ad aver capito a chi si stesse riferendo, il mostro (ferito dalla lama dell'Uchiha) ruggì così forte che alcuni pezzi di muro, smossi dai ripetuti impatti contro la loro superficie, crollarono timidamente. Snudò i denti cariati, e si lanciò contro i Cacciatori.
Naruto per un momento temette il peggio, la cosa frustrante era che non poteva neanche intervenire, ma si ricredette subito: con una velocità incredibile, il ragazzo dai capelli bianchi si lanciò all'attacco, centrando la schiena del nemico con un taglio della sua lama; questo ululò in modo animalesco. Subito dopo, anche gli altri due si occuparono di immobilizzarlo: il braccio di uno di loro venne come circondato da uno strato sconosciuto, che gli permise di tirare un pugno così forte da distruggere ogni cosa si fosse parata davanti a lui. La donna invece, lanciava pugnali con mortale precisione, centrando i punti critici del mostro, come le articolazioni e la schiena.
- Sono incredibili... - Mormorò Naruto estasiato, gli occhi ormai cerulei che luccicavano.
Si sentì incredibilmente debole.

Sai che avresti potuto distruggerlo, moccioso.

"Fatti i cazzi tuoi." Poco ci mancò che il biondo lo dicesse ad alta voce, tanto era arrabbiato. Doveva sfogarsi, trattenere l'energia non era affatto una cosa buona, soprattutto per uno come lui, ma un momento del genere non si prospettava buono per rilasciare tutto ciò che aveva dentro.
- E questo sarebbe un Bijou? - Disse Sasuke, quando l'essere finì a terra per la medesima volta, e stavolta non si rialzò più, perché il ragazzo di nome Suigetsu gli premeva la punta del suo spadone sulla schiena.
Naruto quasi si mise a ridere, davanti al tono deluso dell'altro, ma si impose di restare serio anche grazie all'occhiataccia che gli lanciò Gaara, dall'altra parte dell'aula. - Wow, l'avete proprio pestato. Mi chiedo quanto sia servito, farsi picchiare così tanto. -
- La ragazza sarebbe morta, se non fossimo intervenuti. - Gli ricordò Gaara con voce flebile, poi gemette tenendosi lo stomaco colpito, e sputò altro sangue.
Juugo lo resse, e Naruto tentò di corrergli incontro per aiutarlo: purtroppo, la spalla ferita non gli permise di fare più di qualche passo, prima di barcollare con la vista annebbiata dal dolore. Il contatto con il pavimento però, non ci fu, perché Sasuke lo mantenne in piedi un'altra volta.
Quando il moro sfiorò per errore la spalla del ragazzo però, questi lanciò un vero e proprio grido, facendogli mollare la presa; dopodiché, iniziò a imprecare come al suo solito.
- Porca puttana, Sas'ke! Sai quante volte mi ha morso quel obbrobrio? Vacci piano! Ah, merda... -
Sasuke non rispose. Osservava la macchia rossastra sulla spalla del biondo allargarsi a dismisura. Una sensazione di dejàvou lo pervase, solo che questa volta si mischiò a una sorprendente preoccupazione e ansia. La vista del sangue di Naruto che scorreva, adesso, gli causava un turbamento non da poco. Per fermare quella sensazione, al moro venne in mente solo una cosa: doveva guarire. Forse quel misterioso senso di oppressione sarebbe svanito, se il biondo avesse smesso di sanguinare.
- Avete bisogno di cure entrambi. - Annunciò alla fine. - Karin, chiama la preside, e Juugo, avvisa Itachi che abbiamo catturato il Bijou. -
In quel momento la bestia, che se n'era stata apparentemente tranquilla, iniziò ad agitarsi compulsivamente, lanciando gridi strozzati e gemiti di dolore a causa delle numerose lame conficcate nella sua schiena. Addirittura, due pugnali gli trapassavano le mani, impiantati a terra, per impedirgli di fuggire, e preso da quella disumana fuga, il mostro compì un gesto raccapricciante: spingendo verso il basso, lasciò che i pugnali gli scavassero nella carne, poi con un agghiacciante strappo tolse le mani dalla loro prigione. Una volta in piedi, ruggì, e si voltò verso Naruto e Sasuke.
Mirava a Naruto. Il ragazzo sgranò gli occhi, imprecando: sapeva che, nelle sue condizioni, evitare di rilasciare la sua furia sarebbe stato impossibile. Per questo, quando la lama di Sasuke cozzò contro gli artigli del mostro, causando scintille e stridii, Naruto rimase a bocca aperta.
Sasuke non era meno stupito di lui. Si era mosso in automatico, per proteggere il biondo, e a una velocità non da poco; riflesso nel metallo della katana, il moro vide che anche il suo Sharingan si era attivato. Il Bijou fece forza su di lui, ma Sasuke lo respinse con facilità, tornando con mente e corpo alla battaglia: ciò che era successo però, lo avrebbe tenuto sveglio per molte notti avvenire.
Sempre con la katana nella mano destra, il moro attaccò il bijou, che però spiccò un balzo e corse verso la finestra: senza esitazione, la sfondò in un turbinio di schegge, e si lanciò dall'ultimo piano.
L'intenzione di Sasuke (come dei Taka, del resto) era di seguirlo, per non lasciarselo scappare, ma in quel momento nella classe entrarono​ Kakashi e una donna bionda, con un piccolo marchio viola sulla fronte. Una strega.
- Baa-chan! Che ci fai qui? - Esclamò Naruto, che non se ne sarebbe stato zitto nemmeno se pagato. Tsunade Senju, la vecchia strega alla quale si rivolgeva dopo le sue risse quotidiane per essere guarito, lo squadrava severamente. Non indossava più la solita tunica verde e i sandali, ma un uniforme più professionale, composta da una camicia bianca, la cui scollatura inesistente non riusciva a sminuire la grandezza del suo seno, e una gonna nera lunga fino al ginocchio; il tutto era condito da dei vertiginosi tacchi a spillo.
- Non chiamarmi Baa-chan, marmocchio! - Lo sgridò subito, le mani perfettamente curate sui fianchi. - Quando ho letto la tua scheda ho pensato fosse una coincidenza, ma mi sbagliavo: di Uzumaki Naruto c'è n'è uno soltanto, eh? -
- L'unico e inimitabile. - Concluse lui, il tono fiero che stonava con l'espressione addolorata.
- Dov'è il demone? - Chiese Kakashi, andando subito al sodo.
- È appena fuggito. Non si preoccupi, andiamo a prenderlo. - Asserì Juugo. - Suigetsu, vieni con me. Penso che Karin potrebbe essere d'aiuto nella cura delle ferite, e solo Sasuke può fare rapporto. Ai rinforzi ci penseremo strada facendo. -
Tutti si ritrovarono d'accordo, e poco dopo i Taka si erano dimezzati. La ragazza, ancora svenuta, venne soccorsa proprio da quella Karin, che la fece sdraiare su una fila di banchi posta in modo strategico, per poi controllare che non riportasse alcuna ferita.
- La tua spalla è messa male, Naruto. - Constatò Tsunade, senza nemmeno il bisogno di avvicinarsi.
Il biondo scosse la testa, tenendosi il punto colpito con una certa riluttanza. - Non preoccuparti, Baa-chan. Guarirò. -
- C'è un limite anche alla autoguarigione di un Notturno, ne sei consapevole? Muoviti e vieni qui. -
E così, poco dopo, entrambi i ragazzi vennero curati a dovere dalla strega, e quando l'unico ricordo delle loro ferite furono le macchie di sangue sulle uniformi, fu il momento delle domande.
- Come avete fatto a trovare la ragazza? Non viene mai nessuno in quest'ala della scuola. - Chiese la preside, sospettosa.
- Volevamo prendere da mangiare alle macchinette del terzo piano, visto che non c'è mai nessuno ci saremmo risparmiati la fila. Abbiamo sentito la studentessa piangere, così siamo andati a vedere. - Rispose prontamente Gaara.
Naruto pensò bene di arricchire la storia, per essere partecipe. Non potevano certo dire che l'avevano udita da tutt'altra parte della scuola, dopotutto: non erano cose che i Notturni ordinari erano in grado di fare. - Dovevate vedere quel mostro quando si è accorto di noi! Ha iniziato ad attaccarci incazzato nero, e più passava il tempo più diventava veloce. -
- Avreste dovuto chiamare gli insegnanti, e non sbrigarvela da soli. - Li rimproverò Kakashi. - Il personale è composto interamente da Notturni per un motivo, non credete? -
Il biondo si grattò la nuca. - Sul momento ammetto di non averci pensato per niente, Kakashi-sensei. -
- Comunque, - Li interruppe Tsunade, tossicchiando. - Vi aspettano almeno due settimane di punizione per come avete ridotto l'aula, mocciosi. -
Al che, persino Gaara parve scocciato. Ovviamente però, fu il biondo a rispondere, lamentoso. - Cosa?! Andiamo, Baa-chan, era per una buona causa! Chissà come sarebbe finita se non fossimo intervenuti. - Lo sguardo truce della donna lo rimise subito al suo posto. - Ehm, voglio dire... Immagino sia anche colpa nostra. Metteremo a posto, promesso. -
- Molto bene. - Disse Tsunade, soddisfatta, poi si rivolse a Karin e Sasuke. - Siamo a vostra disposizione, se avete bisogno di qualcosa non esitate a chiedere, Cacciatori. -
- A dire il vero, qualcosa ci sarebbe. - Annunciò Karin, in tono stizzito. Fissava Naruto in modo molto strano, quasi ossessivo. - I tre studenti coinvolti più tardi dovrebbero fornire testimonianza, sempre che i loro genitori o tutori si ritrovino d'accordo. Ci sono molte cose che non quadrano, in questa faccenda del Bijou. -
- I miei fratelli acconsentiranno, e anch'io sono d'accordo. - Rispose Gaara, con la sua solita compostezza.
Naruto aggrottò la fronte. - Sì, bè, penso che anche per me sia ok. - Ma lanciò al rosso un'occhiata significativa, che venne ricambiata per un breve ma intenso istante.
Sasuke assottigliò lo sguardo. Così era quello, il Gaara della telefonata: un rosso non particolarmente alto, con gli occhi azzurri cerchiati da profonde occhiaie e un kanji dell'amore tatuato in fronte; il suo portamento fiero dava l'idea definitiva che fosse l'opposto di Naruto, che con le mani in tasca e il suo solito mezzo sorriso pareva proprio un dobe.
- Molto bene. - Disse Sasuke. - Se qui è tutto a posto, faccio rapporto, e poi raggiungiamo Juugo e Suigetsu. -
La rossa annuì, sistemandosi gli occhiali sul naso. - Molto bene. Tu, biondo, vieni con me un momento. -
Naruto si irrigidì. - Io? -
- E chi altri? - Fu la risposta seccata della giovane, che poi rivolse a Sasuke un sorriso tutto zucchero. - Se vuoi scusarci, Sasuke-kun, torniamo subito! -
E prendendo il ragazzo per le spalle lo trascinò letteralmente fuori dall'aula, mentre questo si lamentava come sempre.
La porta venne chiusa con una certa veemenza, e da lì sprofondò il silenzio.
Lo interruppe Kakashi, che aveva parlato al telefono fino a quel momento. - L'ambulanza sta arrivando. La ragazza ha avuto un calo di zuccheri, ed è svenuta: Tsunade-sama, potresti... -
- Ho già alterato il livello di zuccheri nel suo sangue quando l'ho curata. Non ci saranno conseguenze, la modifica è minima. Gaara, - E lo guardò, facendosi quasi dolce. - Credo che tu e Naruto abbiate avuto abbastanza emozioni, per oggi: potete pure andare a casa, non ci sarà alcuna conseguenza neanche per voi. -
Sorprendentemente, il ragazzo rifiutò, chinando il capo. - Grazie per l'offerta, preside, ma non è un problema per me continuare la giornata scolastica. - Il suo sguardo lasciava trasparire un altro messaggio: "ho provato di peggio". - Anche se, conoscendo Naruto, penso che accetterà volentieri. Anzi, si farà assegnare almeno una settimana di vacanza totale. -
Tsunade alzò gli occhi al cielo, e un sorriso divertito comparve sulle sue labbra e quelle di Kakashi, semi coperte dalla sua maschera medica. - Me lo aspetto, da lui. Comunque non insistere, ti serve riposo, e poi dove vorresti andare con la divisa conciata in quel modo? -

Karin trascinò Naruto per il corridoio abbandonato, e lo fece entrare in un'aula in disuso poco lontana, per poi chiudere la porta con forza.
- Wow, è una specie di interrogatorio in privato? Sai, la gente potrebbe fraintendere... - Iniziò il biondo, per smorzare la sua ansia crescente.
- Chi sei? - Chiese la donna, interrompendolo in tono ostile. Non era scocciato, o mellifluo come le altre volte, ma serio.
Il pomo d'adamo di Naruto iniziò ad andarsene per conto suo, facendo su e giù. - Cosa intendi? Sono Naruto Uzumaki, e basta. - Borbottò, facendo il finto tonto.
La rossa non parve cascarci. - Il cognome che porti, - Disse, avvicinandosi con aria torva, - Appartiene a un clan antico quasi quanto gli Uchiha e gli Hyuuga. Eppure, in te non c'è alcun tratto caratteristico degli Uzumaki... Mi viene in mente che tu sia un bastardo, oppure un bugiardo. -
Naruto non poté certo definirsi sollevato, ma almeno una parte della sua ansia si placò davanti a ciò che quella tipa voleva sapere. Indeciso se mentire o meno, optò per omettere dei particolari, ma alla fine le parole gli sfuggirono di bocca senza controllo. - Sono orfano. Non ho mai conosciuto i miei genitori, ma so che il mio cognome è Uzumaki perché chi mi ha trovato me l'ha detto. -
Gli occhi magenta di lei si accesero d'interesse, e Naruto capì di aver detto troppo. - E chi ti avrebbe trovato, sentiamo? -
- Nessuno che ti interessi. - Rispose, tagliente. Aveva abbandonato la sua aria spensierata e poco sveglia, utilizzando quel tono. - Le persone che non si fanno gli affari loro sono anche peggio dei Cacciatori... Oh, tu guarda, sei entrambe le cose. -
Un ringhio rabbioso scaturì dalle labbra della donna. - Sei solo un moccioso, dimmi chi sei veramente, ora. -

Allontanati da lei, idiota.

Naruto sbuffò di rimando, odiava che quella cosa gli desse ordini, ma anche lui aveva percepito il pericoloso potere che aleggiava intorno alla Cacciatrice, perciò fece più di un passo indietro.
- Stammi lontana. Voi della Akatsuki vi credete delle divinità, non è vero? Chiedete e attendete che gli altri vi facciano ottenere ciò che volete. Bè, ti do una notizia: da me, l'unica cosa che potrai avere sarà un vaffanculo detto col cuore, strega. -
Karin divenne rossa di collera, e mentre il suo potere aumentava a dismisura Naruto si chiese se provocandola non avesse segnato la sua fine. Poi, inaspettatamente, si calmò, mentre sulle sue labbra andava dipingendosi un ghigno. - Non ho idea del perché Sasuke-kun ti stia tenendo con sé, è evidente che sei solo un moccioso indisciplinato con la lingua lunga. Probabilmente gli fai solo pena. - Fu il torno del biondo di ringhiare. - Non mi importano le sue motivazioni, ma ti dirò una cosa: stai attento, Uzumaki, perché appena farai un passo falso, avrò il piacere di infilzare le mie lame nel cuore da mostro che ti ritrovi. È solo una questione di tempo. -
Detto ciò, riservò a Naruto un'occhiata densa di disprezzo, poi lasciò l'aula senza aggiungere altro.
Naruto sbuffò sonoramente, accasciandosi al muro che, si rese conto, aveva raggiunto indietreggiando man mano che la rossa parlava. Era proprio insopportabile, cosa diavolo voleva da lui? E perché era interessata al suo cognome? Ma soprattutto, chi diavolo si credeva di essere?
"Stronza..." Pensò, improvvisamente furioso. Una forza familiare brontolò nel suo ventre, un basso ringhiò ruppe quel silenzio. "Brutta stronza." E così lui farebbe pena a Sasuke, eh? Cazzate, al massimo era il contrario: se quell'Uchiha non avesse avuto lo Sharingan, Naruto avrebbe potuto sconfiggerlo con uno schiocco di dita...

Ti fa rabbia, non è vero?

La porta della classe si aprì all'improvviso, vi entrò Gaara, cupo in volto. - Naruto, controllati. Si percepisce qualcosa, di là i Cacciatori pensano che il mostro sia vicino. -
Il biondo ringhiò. - Quella puttana... Gli strapperò la lingua a morsi. - Inarcò appena la schiena, mentre sentiva il corpo iniziare prudere e bruciare. - La farò a pezzi, così vediamo quanto durerà il suo sorrisino... -
- Ho detto controllati. - Gli disse Gaara, duramente. - O sarò costretto a colpirti. -
Il biondo non lo ascoltò, grugnendo, e fece per mettersi a quattro zampe, la schiena curva.
In un attimo, Naruto fu gambe all'aria, per un pugno in piena faccia infertogli dal compagno: sbattè la testa contro il muro e gemette, la vista offuscata per qualche istante. Ora la nuca pulsata e doleva, ma in compenso aveva riacquisito il controllo. Incrociò lo sguardo con Gaara, riconoscente.
- Scusa. -
- Non preoccuparti, anzi, spero mi perdonerai per il livido, ma dovevo agire in fretta. - Gli tese la mano, per aiutarlo ad alzarsi. - Quella donna è pericolosa, Naruto. Non prestare attenzione alle sue parole, sospetto sia il tipo di persona che parla quasi e unicamente solo per irritare gli altri. -
Il biondo si massaggiò lo zigomo, e subito ritrasse la mano per la fitta che si procurò. - All'inizio pensavo che avesse dei sospetti su tu-sai-cosa, ma poi mi ha chiesto solo del mio cognome. Sembra che sia importante, o cose del genere: ne sai qualcosa? -
Gaara scosse la testa. - Uzumaki non mi dice nulla. Forse dovrei fare un salto alla biblioteca della Mezzanotte, per controllare. -
Naruto annuì. - Lo farò anch'io. Non so cosa voglia, ma ho un brutto presentimento. Dai, torniamo dagli altri. -
I due amici si sorrisero appena: ancora una volta, l'avevano scampata bella.
Intanto, appoggiato al muro vicino con le braccia incrociate, Sasuke aprì gli occhi di scatto, e si affrettò ad allontanarsi, con un obbiettivo in testa: quei due liceali non sarebbero stati gli unici a fare ricerche extra, nel prossimo futuro.
"Il mistero si infittisce. Quante altre cose nascondi, Naruto?" Si chiese, assorto. Era incredibile che genere di persona gli fosse capitata in casa, fatto sta che era troppo curioso per lasciar perdere.
Il moro camminò più in fretta, conscio di avere un vantaggio su cui poter fare leva per placare la sua sete di risposte: e quel vantaggio portava il nome di Karin Uzumaki.

Zona Autrice:

Ohayo, minna-san! Sono viva! Scusate l'inattività, ma ho dovuto avere a che fare con un mostro terrificante chiamato vita sociale e altri due incubi, la scuola e gli impegni.
Quindi, eccovi il capitolo! Le cose si fanno interessanti, per Sasuke, come ha detto lui stesso il mistero si infittisce, e Naruto sembra essere al centro di tutti i suoi interrogativi: ma chi è davvero il dobe con il condivide la casa?
Per avere le rispose, continuate a leggere... Quando aggiornerò. E visto che ho ufficialmente finito le bozze, potrebbe essere dura avere un nuovo capitolo così presto.
Ma! La prossima parte sarà del tutto comica e trash, vi avviso, e anche un po' Sasunaru. Giusto per ricordare ai nostri protagonisti che devono fare cose.
Sayonara!

C_Andy

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