La parte migliore della convivenza
Naruto era sdraiato nel suo nuovo letto con braccia e gambe divaricate, intento a fissare il muro senza pensare a qualcosa in particolare. Anzi, non era vero: il suo cervello riavvolgeva il nastro dei ricordi a mezz'ora prima, quando Sasuke Uchiha gli aveva mostrato la camera dove si trovava ora.
"Questa è la tua stanza. A patto che tu non la distrugga in qualsiasi modo, puoi farci quello che vuoi."
Il miglior regalo che il biondo potesse mai ricevere. Addio, schifoso appartamento a Tokyo malfamata, benvenuto fighissimo loft in centro, con tanto di vista epica! La sua stanza era sul bianco esattamente come il resto della casa, con la differenza che le pareti erano intonacate di un celeste tenue, quasi tendente al grigio: il letto era a una piazza, piccolo ma comodo, con lenzuola immacolate e un comodino nero al suo fianco, su cui troneggiava una copia di un libro di Banana Yoshimoto, ma che probabilmente Naruto aveva già letto. Amava quella donna. Comunque, proseguendo l'esplorazione, davanti a una luminosa ed immensa finestra c'era una scrivania completamente vuota, se non fosse stato per un portapenne e un vocabolario; poi ancora, un armadio dalle ante a specchio scorrevoli, una piccola libreria a muro e un'altra porta, che conduceva a un bagno con tutto il necessario per l'igiene.
E allora perché Naruto se ne stava lì fermo immobile a non far niente, con un'espressione corrucciata in viso?
Bè, innanzitutto il problema principale: Sasuke era della Akatsuki. Questo era palese, di Uchiha ne erano rimasti solo due, ed entrambi facevano parte di quella organizzaione, eppure... Era Dominatore dello Sharingan, anche se ancora acerbo! Era pericoloso, molto pericoloso. Doveva stare attento, non fidarsi troppo e soprattutto non lasciarsi andare. Se quel Sasuke avesse scoperto cos'era davvero, o meglio, cosa nascondeva dentro di sé, per lui sarebbe stata la fine.
E poi: cosa avrebbe fatto da ora? Con l'Uchiha a controllarlo a vista non aveva chance di riprendere le sue scorribande illegali. Anche perché non sembrava avere più senso compierle, dato che possedeva vitto e alloggio gratis. "Sì, ma per quanto?" Esatto, la domanda era proprio questa. E se Sasuke si fosse stufato di avere un piantagrane come lui fra i piedi? Era una creatura della notte, dopotutto. Non che fosse proibito instaurare un rapporto con i cacciatori, ma non era nemmeno visto di buon occhio. E poi, di che rapporto stiamo parlando?! Naruto non aveva niente in comune con quel tipo, si poteva dire che erano agli antipodi.
Sospirò, basta rimuginare. Si alzò non con poca fatica (la ferita stava guarendo, grazie alle bende dell'uomo aveva almeno limitato la perdita di sangue, che ora si era fermata), e si diresse in bagno per farsi una doccia. Da quanto tempo non ne faceva una per bene? Il fatto che non lo ricordasse era imbarazzante.
Dopo essersi lavato, indossò un vecchio pantalone della tuta (presa dell'armadio, che a quanto pare non era vuoto) e andò a dormire. Ne aveva abbastanza di tutto, per quel giorno, tant'è che si addormentó subito, sprofondando in un sonno profondo e -stranamente- senza incubi.
La mattina seguente, Naruto si svegliò che la luce del sole era già alta, gemette e si stropicciò gli occhi celesti, con un sonoro sbadiglio. Fischiettando una canzone americana di cui non sapeva il nome, si alzò, rimanendo spiazzato dal luogo in cui ri trovava: si diede un paio di schiaffi, era rincoglionito dal sonno, e quando rammentò tutto rimase più confuso di prima dal fatto che fosse la realtà.
La casa era silenziosa. Naruto passò per il salone, andando nella famosa cucina, zeppa di pochi ma dolorosi ricordi passati con l'uomo corvino.
Trovò un post-it bianco appiccicato sull'isola, lo lesse.
Se trovo qualcosa fuori posto quando torno ti ammazzo, dobe.
- Teme... - Bofonchiò lui, con un piccolo sorriso. Era una strana sensazione, quella che stava provando: Sasuke gli aveva lasciato un biglietto, era una cosa carina. Okay, lo stava praticamente solo insultando e minacciando, ma poteva benissimo non scrivere nulla.
Naruto si ambientò in fretta alla cucina, e preparò una colazione abbondante: caffelatte, biscotti, cereali e pane con burro. Cercò di mangiare poco alla volta, ma alla fine finì solo per ingozzarsi, da quanto era buono ciò che gli si parava davanti, e dovette fermarsi per non stare male.
Quando ebbe finito anche di ripulire, si ritrovò a fissare il vuoto seduto sul divano, con addosso dei bermuda militari e una maglietta dei Guns N' Roses. Accese la tv, ma non passò molto tempo che si annoiò nuovamente: dopo aver guardato qualche episodio di un anime che non conosceva, la spense.
Alla fine, Naruto tornò in camera sua (faceva ancora strano chiamarla così), prese il suo blocco degli schizzi e una matita consumata e si mise all'opera, iniziando a disegnare.
Gli era sempre piaciuto farlo, fin da piccolo aveva una fantastia fuori dagli schemi, e questo lo aveva portato a disegnare qualsiasi bestia mitologica, come draghi o fenici, per poi passare agli esseri umani: la sua predisposizione, in quanto ragazzo, fu ovviamente sulla fisionomia maschile, ma tuttora se la cavava anche con il gentil sesso, anche se con un tratto un po' più incerto.
Ecco, il suo punto forte erano gli esseri viventi: non era particolarmente in grado, invece, di disegnare oggetti inanimati troppo complessi, come case o automobili.
Così, Naruto disegnò e disegnò, scartando fogli e attaccandone altri al muro, sulla porta, persino agli angoli dell'armadio... La sua mano produceva schizzi, bozze o piccoli capolavori, i quali dovevano subire l'esame del suo occhio critico, davvero selettivo; solo a quel punto veniva la sentenza, che li decretava degni o meno di essere appesi da qualche parte per la già disordinata stanza.
Naruto passò così gran parte della giornata, si interruppe solo per andare in bagno e farsi un panino. Okay, tre panini.
Era pomeriggio inoltrato quando udì la porta di casa aprirsi, segno che il teme era tornato, e si sentì stranamente felice: cos'era, un cagnolino? Represse l'istinto di andare incontro al padrone di casa, limitandosi a urlare un "ciao!".
Sasuke fece il suo ingresso esausto, dopo una sessione di Università massacrante e un pomeriggio passato a studiare con gli amici, e grazie a Dio trovò tutto al suo posto: non avrebbe avuto la forza di mettere in ordine al casino del dobe. Era contro i pregiudizi in generale, ma si vedeva lontano un miglio che quel tizio era disordinato come pochi: infatti, al moro bastò entrare nella sua stanza, per rimanere sconvolto dal caos che vi regnava.
Il disordine era creato più che altro da fogli bianchi appesi dappertutto. Disegni? Naruto era stravaccato sulla scrivania, giocando con la sedia girevole e nel contempo scarabocchiando chissà cosa su un blocco. Sasuke schivò una pallina di carta lanciata dal biondo, che ripose il quaderno e si mise a lavorare su un foglio.
- Che diavolo è successo qui? -
Naruto alzò lo sguardo. I suoi occhi azzurri scrutarono Sasuke per intero, dai jeans blu alla camicia perfettamente in ordine, salendo fino al viso, incupito. Provò una strana sensazione al centro del petto, ma non ci fece caso. - Ah! Ecco, era così il tuo naso. Cazzo Sas'ke, non hai idea di cosa ho passato per provare a ricordarmelo! - Esclamò ad un tratto, tornando a disegnare con foga.
- Punto primo, non chiamarmi Sas'ke. Punto secondo, hai davvero passato la giornata così? - Chiese allibito.
Il biondo lanciò un'altra pallina, questa finì contro la testiera del letto e vi rimase incastrata. - Nah, ho anche mangiato e sono andato in bagno. Che vuoi farci, sono un uomo impegnato! -
- Uomo? - Sasuke grugnì per nascondere una risatina. Se quel dobe era un uomo fatto e finito, allora lui aveva un piede nella fossa.
- Ridi pure. Dovresti vedere alcuni miei amici, se non mi reputi tale! -
- Ah, perché, hai degli amici? -
Naruto sbuffò, poi lanciò il blocco sul letto e sventolò un foglio davanti alla faccia del moro, avvicinatosi.
L'Uchiha lo prese, aggrottando la fronte: era un suo ritratto, ed era disegnato fottutamente bene.
- Io non ho questa espressione! - Si lamentò, senza aggiungere che era comunque un bellissimo ritratto. Diamine, quel ragazzino aveva un talento! Lui se disegnava un omino stilizzato lo vedeva come una manna dal cielo. E comunque, con l'università non poteva avere chissà quali hobby. Eccetto uccidere demoni.
Naruto scoppiò a ridere, e per un attimo Sasuke ne rimase incantato: aveva sentito tantissime risate di cortesia, alcune troppo sguaiate e altre soffocate. La risata di Naruto era pura, vera, viva. E avrebbe ucciso per sentirla di nuovo.
"Che pensiero da checca."
- Certo che no, hai sempre un bellissimo sorriso che ti incornicia il volto, Sas'ke. - Lo canzonò. - Puoi tenerlo, ne ho fatti di migliori. -
Okay, quella era una bugia bella e buona e Naruto ne era consapevole: era uno dei suoi disegni più riusciti, ne era fiero come con pochi... Perché lo stesse regalando proprio a Sasuke, non lo sapeva.
La verità era che fra di loro si era creato qualcosa, come un'alchimia: lo dimostrava il fatto che scherzassero come amici di vecchia data, nonostante non si conoscessero nemmeno. Se non era follia, era qualcos'altro. Qualcosa di impossibile da gestire, da contenere e da nascondere. Ma quel sentimento è ancora acerbo, bisogna pazientare perché si vedano risultati.
Quella sera, a cena, Sasuke cucinò per due per la prima volta dopo tempo immemore: cucinare non era esattamente la sua passione, tuttavia se la cava abbastanza. Pollo al curry piccante, quando fu tutto pronto fece per chiamare Naruto, ma non dovette sprecare la voce: con una velocità -giustamente- inumana, il biondo era già seduto, con la bava alla bocca.
- Wow! Questa sì che è una cena! Spero che non solo l'odore sia fantastico. - Proclamò, prendendo in mano le posate affamato.
- Sfacciato. - Commentò il moro, sedendosi a sua volta. L'isola appariva più piccola, tanto che le loro gambe rischiavano di sfiorarsi: si impegnarono entrambi per evitarlo.
- Bene, buon appetito! - Esclamò Naruto, per poi iniziare a mangiare.
Ancora una volta, i due si dimostrarono completamente diversi: Sasuke era calmo anche a tavola, mangiava poco alla volta e guardava spesso il cellulare, rispondendo a messaggi o e-mail; Naruto... bè, sembrava un morto di fame, anche se l'epiteto non gli rendeva giustizia, in quanto fino a poco tempo prima lo era per davvero.
- È buono? - Chiese sarcastico l'uomo, vedendo che l'altro era già a metà.
Naruto fece per parlare, ma si bloccò con un gemito preoccupante. La sua faccia assunse un colorito verdognolo, e Sasuke temette il peggio... Per il suo pavimento immacolato.
- Ehi, cos-Se devi vomitare, vai in bagno, Usuratonkachi! -
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte, corse via imprecando tra i denti e con le mani sulla bocca. Sasuke lo seguì, riluttante: trovò il biondo nel bagno della sua caotica camera, intento a vomitare come un dannato.
Per qualche minuto, Naruto non fece che vomitare, tossendo e imprecando in modo colorito: quando finalmente parve aver donato al water tutto ciò che il suo stomaco conteneva, alzò la testa. Era bianco come un lenzuolo, e tremava.
- Faceva così schifo? - Chiese Sasuke per spezzare la tensione, appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate.
Naruto gemette, e per qualche secondo non rispose. - Io... Scusa. Non sono abituato a mangiare così tanto, davanti a tutta quella roba non ci ho visto più. - Si guardò le mani, strinse i pugni per fermare il tremito. - Non voglio mai più avere fame, non come ne ho avuta per tutta la mia vita. -
Sasuke sospirò, avvicinandosi al ragazzo. Per un attimo pensò di tendergli la mano, poi si chinò, picchiettando la sua fronte tremante con la punta delle dita. - Puoi abituarti a qualsiasi cosa, ma non puoi pretendere che il tuo corpo faccia lo stesso, non subito. - Naruto arrossì, imbronciandosi. - Potevi dirmelo, che di solito non mangiavi molto. -
Lo sguardo di Naruto non resse più quello di Sasuke. - Non voglio che tu provi pena per me. C'è già una fila di persone che lo fa. -
- Riservo la pietà a gente come le chimere di ieri. Tu non mi fai pena, dobe. - Borbottò, bruscamente. Dopodiché, si alzò, porgendo la mano all'altro perché potesse fare lo stesso. - Sarà meglio che da domani tu mangi di meno. Non avere fretta. -
- S-sì. - Naruto si prese la nuca con le mani, poi lanciò un'occhiata alla tazza. - Però è un vero peccato, quel riso è finito nel cesso. -
- Sempre più fine. - Commentò Sasuke, uscendo dal bagno.
- Se lo diventassi sarei noioso. - Ribattè il biondo. Aveva ripreso colore, la sua faccia stava tornando dorata come prima.
Spazio autrice:
Ehi, ciao a tutti! Come va? Scusate l'attesa, ma giuro che ho un buon motivo se ho trascurato la pubblicazione di questa fan fiction.
*colpo di tosse*
Sto affogando la mia tristezza per la fine della Season 2 di My Hero Academia in del sano yaoi. Capitemi, probabilmente dovrò aspettare il 2018 per continuare a vedere quell'anime! E no, non voglio leggere il manga.
Ho già fatto (anzi, sto facendo) una cosa del genere con Attack on Titan (ERERI), più che altro per la mia impazienza: che dire, leggere l'opera originale è bello, ma io cerco l'emozione che solo una trasposizione animata può dare, con le musiche e le voci dei personaggi, quindi... Aspetterò.
...
Insomma, dipende quando uscirà la Season 3. Attendo fino al 2018, poi i miei principi li butto nel cesso e vado su Manga Online.
Scusate se divago, sono una persona prolissa (ma che termini fighi che sto usando). Ora però basta, non posso più restare: ho latino da finire e dei film mentali da attuare nella mia testa.
See ya!💕
Post Scriptum: Ringraziate Phoenix312 se mi sono data una svegliata per aggiornare😂
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