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[24] ▪️La preghiera del silenzio▪️

«Avete preparato addirittura degli Onigiri?! Ragazze, siete le migliori!» Esclamò Naruto, già con la bava alla bocca.
Ino si esibì in un sorrisetto soddisfatto. «Sentito, fronte spaziosa? Era una buona idea!»
Sakura mugugnò qualcosa, mentre gli artigli e i canini le tornavano nella carne, e gli occhi divennero nuovamente verdi.
"Verdi come un prato senza fiori." Naruto, nonostante fosse sudato come un porco, ebbe un brivido ghiacciato a quel pensiero. Basta farsi congestionare dal passato, erano uno a uno dannazione! Kiba aveva segnato una decina di minuti prima del fischio di fine primo tempo, potevano ancora farcela.
Gongolando, il biondo raggiunse il suo compagno e gli lanciò una bottiglietta d'acqua, la bocca piena di riso. «Che te ne pare, teme? Non sei l'unico bravo qui.»
Sasuke fece un verso stizzito, tracannandosi metà bottiglia in poche sorsate. «Ma sarò l'unico a vincere.»
«E ricordiamoci qual è la fiamma che ha acceso la tua determinazione.» Sghignazzò a quel punto Naruto, asciugandosi la fronte mandida di sudore con la maglia. «Sei stato anche scorretto teme, non sapevo fosse valido usare i poteri dei vostri Guerrieri.»
«Non me l'hai chiesto.» Si limitò a rispondere secco. Non sembrava con i piedi per terra, anzi, era da un po' che aveva lo sguardo perso oltre il villaggio.
Naruto sospettò che fosse per la squadra di Neji, partita alla volta della foresta Oscura quella mattina, e si sentì in qualche modo in dovere di rassicurare il compagno. Gli mise una mano sulla spalla. «Sono in gamba, torneranno presto e allora avremo qualche informazione su quelle cannucce col pelo.»
Sasuke non sembrava convinto. «Il solo pensiero che quei mostri possano avvicinarsi al villaggio, o che abbia mandato tre dei miei uomini da loro, mi fa venire la nausea. E se non fossi abbastanza forte per proteggerli?»
Il biondo era stupefatto, non era dall'Uchiha uscirsene con un'insicurezza del genere; i ragazzi erano poco lontano intenti a ridere e scherzare tra di loro, di sicuro non avevano sentito e forse era proprio per quello che si era lasciato andare così. «In tal caso ti darò una mano io. Non mangiavo e non avevo niente da perdere, per questo fin'ora mi hai visto così debole sotto trasformazione.» Gli sorrise. «Al massimo mi prenderò un po' di botte per questo posto insieme a te.»
Un barlume di riconoscenza attraversò gli occhi di ossidiana, prima che il loro possessore gli rispose con la solita sufficienza. «Non sono così disperato, dobe.»
Naruto gonfiò le guance offeso. «Bastardo! Io ti offro il mio aiuto e tu mi tratti così? Spero che tu sia bravo a fare le seghe.»
Sasuke sogghignò. «Potrei dire lo stesso della boccaccia che ti ritrovi.»
«Avete finito di amoreggiare, voi due? Inizia il secondo tempo!» Sbraitò Kiba, agitando le braccia. «Naruto, tornatene in porta!»
«La sua capacità di ridurre a zero l'eccitazione è preoccupante.» Commentò il lupo. La kitsune scoppiò a ridere, superandolo con una giocosa spallata per andare a mettersi i guantoni.
«Tutti in campo, secondo tempo.» Annunciò Shikamaru, bofonchiando appena per alcuni onigiri che aveva sgraffignato e mangiato di nascosto per sottrarsi alle ire di Ino. «Siamo uno a uno, non accetto tempi supplementari perché mi sono già rotto le scatole, perciò qualcuno segni e finiamola qui.»
«Arbitro d'oro!» Fischiò Naruto, applaudendo per prenderlo in giro, e molti risero imitandolo.
«Ti tengo d'occhio, portiere.» Fu la risposta seccata del ragazzo col codino, per poi portarsi due mani alla bocca e fischiare. «Gioco!»
Sotto le esclamazioni dell'improvvisato pubblico la partita ricominciò. E fu un testa a testa notevole, Kiba era decisamente forte per essere un beta, così come Sakura; Suigetsu era passato in difesa, Karin in attacco non era affatto male e dava del filo da torcere agli avversari, peccato che avesse un piccolo difetto.
«Sasuke-kun, segnerò per te!» E puntualmente qualcuno le rubava la palla. Naruto era divertito e infastidito insieme da quella scena; le smorfie di Sasuke alle fallimentari avances della ragazza erano pura arte, non riusciva nemmeno a essere geloso.
Non tantissimo, ecco.
Il biondo parò ben altri due palloni, uno dei quali per un pelo e solo grazie a Kurama, anche se non l'avrebbe mai ammesso nemmeno mentalmente.
Non c'è bisogno stellina, lo so che senza di me non sapresti nemmeno da che parte inizia il tuo cazzo.
"Impossibile, è troppo lungo per non essere notato."
Quello che me ne frega sì, il tuo non credo proprio.
Naruto sfregò le mani tra loro, per scacciare la sensazione di bruciore causata dalla parata di un tiro di Karin; quei lupi non ci andavano piano, riusciva a leggere la competizione negli occhi di compagni e avversari allo stesso, infervorato modo. Non sarebbe stato da meno assolutamente, ormai oltre la scommessa una strana sensazione di adrenalina mista a malinconia gli era entrata in circolo, solo vincendo sarebbe riuscito ad appagarsi davvero.
In quel momento però, un uomo mai visto corse verso Shikamaru gridando qualcosa; aveva una spada alla cintura, dunque era una delle guardie all'ingresso. Sembrava agitato, l'arbitro ascoltò con attenzione quello che aveva da dire, annuendo a tratti e sbiancando alla fine; con un cenno attirò l'attenzione di Sasuke, che senza pensarci due volte li raggiunse, mentre nel campo e nel pubblico serpeggiavano preoccupati mormorii.
«Si può sapere che succede?» Mormorò Naruto stranito, e si tolse i guantoni per poi raggiungere il compagno; anche gli altri giocatori lasciarono perdere il gioco e si avvicinarono. I taka in particolare parevano agitati, si lanciavano sguardi fugaci e d'intesa. «Teme, che è successo?»
Sasuke non gli rispose. Quando la guardia smise di parlare, il suo viso era cinereo e il suo sguardo vacuo; tutti intorno a lui sembravano aspettarsi una qualche reazione da parte sua, forse stavano comunicando tramite il collegamento mentale e lui era stato esonerato. L'ansia lo colse, non sapevano che non poteva sentire.
Quando l'Alpha alzò lo sguardo, era una maschera di spietatezza e i suoi occhi erano rossi: Naruto aveva già visto quello sguardo una volta, nel bosco, contro l'Omega grigio.
Rabbrividì da capo a piedi.
Si trasformò rapidamente, senza nemmeno curarsi dei vestiti, che in gran parte si stracciarono; di solito con un po' di pratica i metamorfi erano in grado di assorbirli nella mutazione, il fatto che Sasuke non se ne fosse curato indicava quanto fosse incazzato.
Kakashi, ti lascio il villaggio. Disse, lugubre. Dalla folla spuntò l'uomo dai capelli d'argento, che annuì.
«Prendi i taka e vai, Neji e gli altri hanno bisogno di te.» E nel dirlo lanciò un'occhiata indecifrabile a Naruto, che lo ringraziò con un impercettibile cenno del capo.
Avere fatto i nomi lo aveva aiutato a capire la situazione, non di meno iniziò a sudare ancora più di prima: il team di Neji era stato catturato, se non peggio. Deglutì, una familiare sensazione di angoscia si aggrappò alle sue viscere come una piovra e si rifiutò di lasciarlo andare.
Anche i taka si erano trasformati, senza dire una parola; nemmeno Suigetsu e Karin stavano battibeccando come al solito, la situazione era nera.
Naruto attirò l'attenzione di Sasuke parandosi davanti a lui, il lupo aveva gli artigli piantati nel terreno e quasi fremeva, ma sembrava nel contempo restio. Ricordò le sue parole: Il solo pensiero che quei mostri possano avvicinarsi al villaggio... «Non hai niente di cui preoccuparti, teme, qui ce la caveremo benissimo: vai a prenderli.» E diede una piccola pacca sulla testa dell'animale, imbarazzato. «Ma mi raccomando, torna anche qui. Ti aspetto, eh.»
Dobe. Rispose, mostrando appena i denti in un tentativo di sorridere.
Dopodiché, i suoi tornarono impassibili e spietati. Choji, Kiba, andate subito ad aiutare quel Omega. Sakura, vai con loro.
"Omega? Ma di cosa diavolo sta parlando?" Pensò Naruto, più confuso che mai.
Tu non te ne sei accorto, ma più o meno dieci minuti fa un lupo che non viene da qui si è avvicinato al villaggio. Sarà stato lui ad avvertire le guardie di cosa è successo, Disse Kurama, ostile.
"Chiaro... E perché parli come se questo qui ti avesse sputato in faccia?"
Puzza di sangue, suo e non. Viene da quella fottuta foresta Oscura.
Il ragazzo rabbrividì. Un lupo aveva percorso tanta strada in un tempo così misero? Per cosa poi, avvertire un branco di tre morti che camminano? Come diavolo era stato convinto a farlo? Troppi dubbi si insinuarono in lui, cominciò a sospettare che fosse tutta una grande trappola, e che Sasuke ci stesse andando contro a testa bassa.
Idiota, riesce a sentire il suo battito cardiaco, Gli ricordò Kurama, Se avesse mentito l'avrebbe già sbranato, no?
"Ci sono persone in grado di controllarlo a proprio piacimento, potrebbero aver mandato di proposito qualcuno in grado di farlo." Obiettò il ragazzo, sempre più preoccupato, mentre guardava il suo compagno e i taka allontanarsi rapidamente dal villaggio.
In tal caso Uchiha gli farà il culo a strisce, concluse spiccia la volpe, se proprio vuoi giocare a fare il detective vai dall'Omega che stanno portando qui, lui potrebbe avere qualche risposta.
Naruto non si oppose a quell'idea e la fece sua, raggiungendo a grandi passi i suoi compagni di squadra: al gruppo si era aggiunto anche Kakashi, che inaspettatamente si avvicinò a lui quasi con fare casuale, anche il ragazzo sapeva che nessun gesto di quel misterioso uomo lo era.
«Questa faccenda mi preoccupa.» Commentò Naruto, tenendo bassa la voce. «E se fosse una trappola, Kakashi-sensei?»
«Senza dubbio lo è, e Sasuke lo sa. Ma non lascerebbe mai un team che ha scelto di persona a morire, a dire il vero che non lascerebbe nessuno del suo branco a un destino del genere.» Rispose pacatamente l'uomo. «E dovrebbe farlo, ci serve qui ora più che mai.»
Dunque anche lui sospettava un attacco. «E come mai non l'ha fermato? Voglio dire, lei è il consigliere dell'Alpha no? Non dovrebbe consigliargli appunto?»
Kakashi scosse appena la testa, uno sguardo serio espresso dagli occhi neri e affilati: nonostante questa descrizione fosse appropriata per loro, non somigliavano affatto a quelli di Sasuke. «Così avrei infangato il suo onore. Certe decisioni sono contraddette solo da vigliacchi o stupidi, anch'io sarei andato al suo posto.»
Naruto era allibito, ma non poté ribattere perché avevano raggiunto l'ingresso del villaggio, dove l'altra guardia era intenta a sorreggere una donna: aveva un aspetto orribile, era pallida, debole e coperta di sangue, ma per lo meno respirava ancora.
Sakura corse subito da lei, insieme a Kiba che le fece mettere un braccio intorno alle sue spalle. «Cristo, ha bisogno di cure immediate, o morirà. Casa mia è troppo lontana.»
«Portiamola da me.» Propose Choji, che evidentemente abitava lì vicino, e per evitare di perdere altro tempo prese la donna semi svenuta in braccio, come se pesasse ancora meno di quanto pareva in realtà.
Quando passò accanto a Naruto, egli sbiancò in viso: i suoi piedi e le sue mani erano completamente andati, le unghie erano rotte e la carne ridotta a un grumo sanguinolento zeppo di lividi e tagli. Quella vista lo scosse nel profondo, insieme agli occhi esausti ma soddisfatti della donna in questione.
"Perché ha affrontato tutto questo?"
Non poté parlarle perché perse conoscenza, dopodiché i ragazzi la portarono rapidamente via, con Sakura che prese il controllo della situazione con fare preoccupato.
Resta concentrato, Uzumaki. Sta per succedere qualcosa di brutto, lo ammonì Kurama, agitandosi nervosamente dentro di lui.
A quelle parole, un moto di terrore prese possesso di Naruto, che gelò: qualsiasi cosa innervosisse o addirittura spaventasse la volpe era sempre preoccupante.
"Dannazione teme, torna presto."

💮

Naruto ed April sembravano essere accomunati da un disturbo che impediva loro di starsene fermi.
Entrambi si erano rifiutati di tornarsene a casa, così avevano fatto comunella per seguire Kakashi come delle ombre parecchio fastidiose: l'uomo da parte sua non si era mai esplicitamente lamentato, perciò chi avrebbe potuto fermarli a quel punto?
Erano passate poche ore da quando Sasuke e i Taka avevano lasciato il villaggio, ormai era praticamente notte: Naruto alla fine si era scollato dal consigliere e si era arrampicato sul tetto della base, per osservare la luna sorgere.
"È proprio una puttana, non c'è dubbio." Pensò, guardandola corrucciato. Non riusciva proprio a capire perché i lupi la venerassero tanto; non che lui avesse voce in capitolo, erano otto anni ormai che non pregava più il sole. Aveva pregato abbastanza quella notte ed era stato beatamente ignorato.
Eppure, per qualche motivo, il biondo accantonò il suo orgoglio e congiunse le mani insieme abbassando gli anulari, tipico gesto di preghiera tra le kitsune: e a proposito, si ricordava solo quella che aveva imparato per far contento il vecchio bibliotecario e sua madre. A voce bassissima, proprio per non farsi sentire da nessuno, chiuse gli occhi e la intonò un po' seccato.
«Siediti ai bordi dell'aurora,
per te si leverà il sole.» Strinse le labbra, i ricordi che lo invadevano come un fiume in piena; si impose di scacciarli, stava pregando per il suo compagno ora. «Siediti ai bordi della notte, per te scintilleranno le stelle.» Il suo cuore si strinse in una morsa, deglutì un fiotto di saliva. «Siediti ai bordi del torrente,
per te canterà l'usignolo.» Trattenne il respiro prima di pronunciare l'ultima strofa. «Siediti ai bordi del silenzio, lui ti parlerà.»
«È una preghiera molto bella.» Commentò qualcuno sotto di lui.
Naruto sgranò gli occhi, riportando immediatamente le mani sui fianchi e abbassando lo sguardo preoccupato; Hinata gli sorrideva dolcemente, guardandolo dal basso in alto.
Quella sera indossava una lunghissima gonna lilla che non rendeva giustizia al suo fisico e un maglione grigio, come se fosse insensibile alle temperature tragicamente in salita di quel periodo.
«Grazie, ma non credo verrà mai ascoltata.» Rispose, ricambiando con un sorriso incerto e imbarazzato, e saltò giù per raggiungerla.
«Pregavi per l'Alpha Sasuke-kun?»
«Un po' per tutti, a dir la verità. Ho un brutto presentimento.» Evitò di aggiungere che l'ultima volta che aveva avuto una sensazione del genere due lupi fuori controllo avessero quasi sbranato April, e si grattò la nuca impacciato. «Uhm, ecco, secondo te Neji e gli altri staranno bene?»
Si rese conto di aver detto la cosa sbagliata quando gli occhi perlacei di Hinata vennero attratti verso il basso, come affranti. «Neji-niisan è forte, così come Lee-kun e Tenten-kun... Però no, in questo momento molto probabilmente non se la stanno passando molto bene.»
Desideroso di rimediare all'ennesimo casino che aveva fatto, Naruto toccò la spalla della ragazza per rassicurarla. «Scusami, sono stato insensibile a chiedere. Tuo fratello è fortissimo, vedrai che tornerà sano e salvo con i suoi compagni, e Sas'ke si sarà preoccupato troppo come al solito... Spero che non la prenderà troppo male quando troverà le foto che io e Kiba ci siamo fatti e abbiamo messo nella sua agenda.»
"Merda, questo non dovevo dirlo!" Si tappò letteralmente la bocca con la mano, mentre Hinata ridacchiò.
«Be', almeno riderà un po'.» La kitsune aveva dei seri dubbi al riguardo. «Comunque è mio cugino, perdonami se ti ho confuso, ma fin da quando ero piccola lo chiamo così.»
Questa si scusa più volte di quanto tu ti seghi.
"Ed era un bel momento, finché non sei arrivato tu."
Veramente io ci sono sempre, anche se quando vai al cesso cerco di addormentarmi con la forza, ribattè piccata la volpe.
«Non preoccuparti, sono io che sono saltato a conclusioni affrettate.» Rammentò il modo in cui lo chiamava Konohamaru benché non avessero legami di sangue, e qualcosa gli impedì di respirare per qualche secondo. «Ehi, che ne dici se andiamo dagli altri, vorrei parlare con l'Omega e-»
Non finì la frase che Hinata sbiancò e si accasciò, perdendo le forze; Naruto la prese evitandole una brutta caduta, ma non evitando un infarto per lui.
«

Oh cazzo, Hinata! Tutto bene?» Chiese, preoccupato.
La ragazza si aggrappò al suo avambraccio, stringendolo, e alzò la testa come se quel piccolo gesto le richiedesse grande forza. I suoi occhi erano opachi, il viso improvvisamente smunto e lei tremava. «Naruto-kun... Presto, va' via.» Mugugnò, ansante.
«Ma di che stai parlando? Dobbiamo andare da Sakura-chan, non hai affatto una bella cera!» Esclamò lui.
Intanto, anche i passanti parevano aver iniziato a non sentirsi bene; alcuni cercavano sostegno sui muri o sui vicini, altri collassavano in ginocchio con qualche spasmo e altri ancora perdevano direttamente conoscenza, cadendo a terra a peso morto.
Sembrava un incubo al quale Naruto non era stato invitato; ci mise due secondi a capire che riguardava solo i licantropi, e si sentì pervaso dalla paura.
«Nasconditi... O capiranno che non sei uno di noi.» Mormorò stancamente Hinata, facendolo irrigidire. «Ti prego, non c'è tempo per le domande... Se non te ne vai, è la fine.»
"Lei... Sa cosa sono. Si può sapere che diavolo sta succedendo qui?" Pensò, angosciato. Alcuni abitanti parevano sul punto di riprendersi, ma avevano tutti il viso cinereo, come morti che camminano.
«Io resto, non posso abbandonarti.» Replicò deciso. «Forza, metti il braccio intorno alle mie spalle.»
Oi, moccioso, iniziò Kurama.
"Non ora, sacco di pulci, la situazione è troppo grave per il tuo sarcasmo da due soldi."
Sta' zitto e dammi retta, ringhiò, muovendo le code in modo agitato, Guarda la luna.
Naruto lo fece un po' controvoglia, ma ciò che vide lo fece pietrificare al suo posto: gli occhi celesti si sgranarono all'inverosimile, il suo cuore smise di battere per un attimo che a lui parve infinitamente più lungo, le gambe gli divennero di gelatina... Insomma, i normali sintomi di chi avrebbe visto il satellite poco prima bianco divenire di un rosso scarlatto.
«La Luna di Sangue...» Sussurrò, orripilato. No, non poteva essere. Proprio ora che Sasuke era via, il villaggio era completamente indifeso.
A quel pensiero, il ragazzo imprecò in modo colorito mandando in malora la preghiera di poco prima.
Ci sei arrivato, disse Kurama, chiudendo gli occhi ferini, Lo hanno fatto apposta. Siamo morti.
Chiunque ci fosse dietro all'aggressione del team di Neji, sicuramente sapeva che avrebbe allontanato Sasuke dal villaggio, come sapeva che ci sarebbe stata la Luna di Sangue: era tutto così dannatamente ovvio, eppure ora che Naruto aveva la verità davanti agli occhi era ancora troppo sgomento per metabolizzarla.
«Tutti i cittadini tornino immediatamente nelle loro abitazioni!» Sbraitò una voce familiare. Shikamaru, anche lui pallidissimo, adoperò un tono di voce incredibilmente potente per indurre i passanti ad ascoltarlo. «Nessuno si esponga un minuto di più alla luce della luna nemmeno se strettamente necessario. I team con almeno un membro operativo si dirigano in armeria e poi alle colonne d'ingresso, i bambini e gli anziani nei rifugi sotterranei, presto!»
Il villaggio si animò a quel comando: anche se trascinandosi faticosamente, molti uomini e donne si fecero avanti per dirigersi verso un edificio adiacente alla base, da dove stavano già uscendo Kiba e Shino, armati di spadoni e con uno sguardo spaventatissimo. Altri invece, quasi tutti giovanissimi o vecchi, aiutarono chi era svenuto e lo trascinarono via.
«Devo andare, Naruto-kun... Davvero, andrà tutto bene. Tu va' con gli altri, a quanto ne sanno sei un Omega e non sarai utile in questa battaglia.» Disse Hinata, tornando dritta e serrando le labbra sottili con aria determinata.
Naruto la ammirò moltissimo in quel momento, tuttavia la contraddisse. «Mi dispiace, ma te lo puoi scordare. Credo tu sappia la verità, in ogni caso io sono l'unico che stasera può combattere decentemente. E anche se fossi un Omega, di certo non me ne starei in cantina a piagnucolare e pregare.» Ringhiò. «Se tu vai, vado anch'io.»
"Ho promesso a Sasuke che avrei protetto il villaggio, e così sarà." Pensò, stringendo i pugni. "Kurama, comincia a prepararti, ho la sensazione che stasera daremo spettacolo."
Non c'è bisogno di ricordarlo, sono già pronto per spaccare qualche culo pallido.
Così, i due si diressero a grandi passi da Shikamaru e gli altri, benché la ragazza dai capelli violetti avesse provato a dissuadere l'altro ancora qualche volta, ovviamente fallendo.
«Ci siamo anche noi.» Annunciò Naruto, facendosi notare. «Che sta succedendo?»
Si fece avanti Ino, i capelli biondi legati in una coda e gli abiti mondani spariti; al suo posto, indossava dei leggins e un giubbotto di pelle pesante. Era una dei pochi ad aver avuto il tempo di cambiarsi, Kiba aveva ancora la divisa da calcio. «Un'intera brigata di vampiri ha appena superato il confine della Sorgente, sono almeno una ventina e hanno già eliminato le sentinelle.»
L'Inuzuka strinse i pugni. «E pensare che dovevo andarci io ma mi sono fatto dare il cambio per la partita. Figli di puttana...» Shino gli mise una mano sulla spalla.
«Sapevano che Sasuke se ne sarebbe andato, questo è ovvio.» Disse Shikamaru, mortalmente serio. «Ma di questo ci occuperemo dopo. Hinata, Naruto, andate a prendere un'arma anche voi e raggiungeteci. Noi intanto andiamo a ingrossare le fila di Kakashi.»
I due annuirono e corsero via, dritti verso il filone di persone che attendevano per combattere.
Poco dopo, erano entrambi davanti all'ingresso del villaggio, dove un piccolo agglomerato di persone formava una specie di muro umano per impedire la futura avanzata dei vampiri: Naruto sbiancò, erano una trentina al massimo... Probabilmente i pochi in grado di resistere all'influenza della Luna di Sangue.
Kakashi era in prima fila con una katana sguainata che impugnava saldamente; il biondo si avvicinò a lui conscio che nessun udito sovrannaturale avrebbe potuto coglierlo in fragrante quella notte.
«Non ci sarà bisogno di combattere.» Mormorò. «Non permetterò che venga versata una sola goccia di sangue che non sia mia, stasera.»
«Il tuo è un gesto nobile, Naruto.» Ribattè il consigliere. «Ma che uomo sarei, se mandassi il compagno del mio Alpha al macello senza muovere un dito? Ne morirei io prima che possa uccidermi Sasuke.»
Gli occhi celesti però erano di marmo. «Tenterà la diplomazia, credo di aver capito che tipo è lei, ma se non funzionerà io mi farò avanti. Nessuno di voi combatterà, sarebbe un suicidio.»
Kakashi ricambiò il suo sguardo con altrettanta tenacia, poi strizzò l'occhio sano con fare esasperato. «Hai lo stesso sguardo di Sasuke, come faccio a impormi? Fino a prova contraria però il capo sono io, perciò tu devi sottostare a me: sei parte del branco, non dimenticarlo.»
Quelle parole da un lato stupirono immensamente Naruto, che d'altro canto si convinse ancora di più di qual era la cosa giusta da fare. «Come vuole.»
«Molto bene allora. Se vuoi trasformarti fallo pure, ma noi attaccheremo. Non siamo così in difficoltà da lasciare tutto sulle spalle di una persona.»
Il biondo sorrise. «Come volete, ma non posso assicurarvi che ci saranno nemici da sconfiggere.»
«Arrivano!» Gridò qualcuno, e molti trasalirono. Non avere sensi sovrumani che preannunciavano anche semplicemente la venuta di qualcuno doveva essere insostenibile per quella gente.
Inquietanti creature fuoriuscirono dalle tenebre, caracollando a schiena curva: qualcuno gridò, altri imprecarono ad alta voce.
Perché quelli tutto parevano tranne che vampiri. Naruto li riconobbe, erano della stessa pasta di quelli che lo avevano attaccato alle Spiagge Bianche, lasciandogli anche dei bei ricordini sulla schiena: mostri imponenti, simili a lupi ma fin troppo umanoidi per esserlo appieno; canini spessi e lunghi tagliavano le loro labbra nere e le trapassavano insieme a indecenti quantità di saliva, mani deformi grandi come una testa umana si diramavano in acuminati artigli, che avrebbero potuto fare a fette un uomo in una sola unghiata. Avevano il pelo, ma era rado e mostrava alcuni residui di quella che tempo prima doveva essere stata la loro umanità.
«Che cosa... che cosa diavolo sono quelle cose?» Balbettò qualcuno, in molti tremarono e iniziarono a pregare sottovoce la luna.
Naruto li capiva. Il primo incontro con mostri del genere era più che raccapricciante, era già tanto che nessuno fosse scappato via urlando o che se la fosse fatta nei pantaloni.
Kakashi puntò la spada verso di loro, e un ringhio collettivo partì dai nemici, anche se assomigliava più a un sordo borbottare: la salivazione di alcuni di loro aumentò, altri stirarono gli artigli ma fu quello in prima fila, il più grosso e imponente di tutti, che emise un tremendo e terrificante ruggito, così forte che alcune tegole delle prime sfortunate case non resse e cadde; il terreno si smosse e degli uccelli volarono via allarmati.
Naruto era immobile, spaventato a morte. Quelle creature erano certamente le stesse che lo avevano aggredito, ma nel contempo c'era qualcosa di diverso in loro. Forse era la Luna di Sangue a renderli così, ma gli parvero completamente fuori controllo: sì, decisamente. Non sembravano nemmeno più lontanamente umani, i loro occhi rossi erano vuoti di ogni emozione, se non la più primitiva fame.
Qualcuno li aveva portati lì per riempirsi lo stomaco.
«Non ve lo permetterò.» Mormorò Naruto, spezzando il silenzio. Kakashi e Hinata, accanto a lui, si voltarono a guardarlo. «Già, proprio così.» Alzò la voce, ora tutti lo stavano ascoltando.
Avanzò lentamente e si distaccò dalla fila, fermandosi solo quando i mostri iniziarono a ringhiare famelici.
«Idiota, che diavolo fai?! Torna qui!» Disse subito Kiba. «Non è un gioco, questi ti fanno a pezzi!»
«Kiba ha ragione, non puoi sperare di far qualcosa contro di loro.» Rincarò la dose Choji.
Naruto prese un respiro profondo: in cuor suo, aveva inconsciamente sperato che quel momento non sarebbe mai arrivato. Che avrebbe continuato a ridere e scherzare con quelle persone per sempre, senza conseguenze, senza incidenti.
Stronzate.
Ora Sasuke non c'era, e toccava a lui difendere tutti. Era una strana sensazione, avere qualcuno alle sue spalle che sarebbe morto se lui fosse caduto.
Siediti ai bordi dell'aurora,
per te si leverà il sole.
«Mi dispiace, ragazzi.» Disse, voleva chinare il capo ma non lo fece.
Siediti ai bordi della notte,
per te scintilleranno le stelle.
«Ma da quando sono arrivato qui ho fatto una scelta. Io...»
Siediti ai bordi del torrente,
per te canterà l'usignolo.
«Proteggerò il mondo di chi mi ha dato un motivo per vivere. E se morirò, tanto meglio: il mio ultimo respiro appartiene a colui che amo, così sarà e così dev'essere.» Terminò, chiudendo gli occhi. «Nessuno di voi combatterà o morirà questa notte.»
Siediti ai bordi del silenzio,
lui ti parlerà.
C'erano molti rumori, nel sottofondo.
Persone che urlavano di non andare, che lo chiamavano, alcune rotte di lacrime, poi i ruggiti del capo dei mostri che gli si scagliò addosso: Naruto spalancò gli occhi rossi, e in un rapidissimo spezzarsi di ossa e crescere di zanne si trasformò, ruggendo così forte da far tremare il terreno e i suoi alleati, che d'altra parte erano tutti pietrificati al loro posto.
«Kitsune...» Mormorò qualcuno, impaurito.
Hai tutta la notte, se va bene. Prendili a calci in culo.






Zona Autrice:

MA BUONGIORNO.

Ho molte cose da spiegare, lo so.

Ohayo, minna-san!
Questo capitolo è immenso, ma non credo che a qualcuno dispiaccia (?), il punto è che ho tentato di sbrigarmi per poter lavorare sul crossover con la cara Vanessa.
Piacere, sono una scrittrice che dice A e poi fa B. Perché mi manca un intero capitolo ancora, dannazione.

Non so come farò, comunque non preoccupatevi che questi sono affari miei XD

Dunque, veniamo a noi... Che bomba di capitolo o.o

Questo momento particolare mi ronzava in testa fin da quando non avevo pubblicato la storia, tanto per capirci la portata dei miei film mentali.

Credo abbiate capito quanto sia ingenuo Naruto nel dire che nessuno morirà stanotte.

Vedremo come se la caverà, anche se vorrei avvertirvi che da questo momento le cose prenderanno una piega un po' più cupa (sì lo so che l'ho detto anche tipo all'ottavo capitolo, ma stavolta sono seria), perché? Eh eh eh, perché .

Siamo a metà della storia, ci credete o no? Omg io per niente.

La preghiera che Naruto intona l'ho rubata ai nativi d'America, tra qualche capitolo salterà fuori anche qualche usanza dei licantropi.

(No, niente orge)

E POI DAI, GLI HO FATTO DIRE LA FRASE NELLA DESCRIZIONE.

So che non c'entra una mazza, ma prima o poi il dobe si renderà conto di aver praticamente detto "ti amo" a Sasuke -che non c'è tra l'altro- davanti a trenta persone.

È troppo impulsivo per accorgersene ora, daje.

Okay, ho finito.

Ci vediamo alla prossima, sayonara!

C_Andy🌸

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