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[21] ▪️Un bidone dell'immondizia al posto del cuore▪️

Dopo quel giorno, anzi, sarebbe più preciso dire dopo quel momento, le cose iniziarono veramente ad andare per il verso giusto.
Naruto si sentiva leggero come un palloncino, era sempre di buon umore (be', più del solito) e soprattutto aveva finalmente capito che cosa voleva: rimanere nel Villaggio insieme a Sasuke e agli amici che era riuscito a farsi.
Battibeccava con April, che intanto era tornata a scuola sotto insistenza di Sasuke, passava il tempo con Hinata, aiutava Sakura come forza lavoro (non che la rosata ne avesse bisogno, probabilmente avrebbe potuto sollevare la casa dell'Alpha a mani nude, era una delle lupe più forti), dava fastidio a Neji insieme a Kiba, e soprattutto stava con il suo compagno.
Non erano ancora andati a letto insieme e, nonostante fosse abbastanza chiaro che entrambi lo volessero, per la prima volta non gli sembrava così importante, o fondamentale: prima o poi sarebbe successo, e allora Naruto sapeva che avrebbe davvero trovato la chiave per liberarsi delle sue catene insanguinate.
Quel pomeriggio in particolare, per nascondersi da un furibondo Neji, si era rifugiato nell'ufficio dell'Alpha, pensando fosse vuoto, e invece ci aveva trovato Kakashi-sensei, intento a esaminare dei fogli alla scrivania.
«Mmh? Naruto? Hai bisogno di qualcosa?» Domandò, pacato come suo solito, alzando l'occhio sano verso il biondo.
«Solo di un nascondiglio.» Rispose lui, con un sorriso teso. Non era più lo sfuggire da Neji il suo problema principale. Sasuke gli aveva accennato al fatto che l'uomo dai capelli d'argento sapesse cos'era, e da allora l'idea di rimanere con lui da solo in una stanza per qualche motivo lo agitava, e non poco. «Senta, ecco... Volevo ringraziarla per... Insomma...»
«Per non aver detto al villaggio che sei una kitsune?» Naruto si irrigidì al tono quasi alto. «Non preoccuparti, non può sentirci nessuno. E non è un problema, rispetto le decisioni di Sasuke.»
Quelle parole però, fecero intendere tutt'altra cosa al ragazzo: "Le decisioni di Sasuke, non le sue. Ci scommetto il tatuaggio che se fosse stato lui l'Alpha lo saprebbero anche i morti."
Scommetti il cazzo, piuttosto, così finalmente diventi donna e potrai accettare il tuo aspetto.
«Naruto, posso chiederti un favore?»
Lui alzò un sopracciglio. «Uhm... Okay, cosa le serve?»
«Posso vedere il tuo tatuaggio?»
Ma anche no.
Naruto si fece sospettoso. «Perché le interessa? So che è grazie a quello che mi ha scoperto, dovrebbe sapere com'è fatto.»
Kakashi parve ridacchiare sotto la maschera. «Hai ragione. Se non vuoi non importa, scusa per la domanda.»
Scosse la testa. «Non mi dà fastidio.» E si avvicinò, sollevando appena la maglietta celestina.
Ma allora sei nato stupido. Ti fidi davvero di questo Adam Kadmon giapponese? Disse Kurama, scioccato.
"Non è pericoloso. Se Sasuke si fida di lui, mi fido anch'io."
Piccoli kamikaze crescono.
Il tatuaggio nero svettava sulla parte inferiore del suo stomaco: un cerchio concentrico, intorno al quale degli ideogrammi sconosciuti erano impressi dall'interno all'esterno. Lo sguardo di Kakashi era puntato su questi ultimi, Naruto lo notò.
«Sono scritti con in Rune Arcaiche, la scrittura adoperata dal mio clan per tramandare i segreti. Non ho idea di cosa significhino.»
"Questo perché qualcuno si rifiuta di dirmelo." Aggiunse mentalmente, irritato. Kurama taceva.
«Incredibile, è inchiostro stregato? Se è così, non sbiadirà mai.» Commentò il consigliere, colpito.
L'Inchiostro stregato era un materiale estremamente raro e prezioso, era prodotto esclusivamente sulla vetta del monte della Volpe, aveva i prezzi alle stelle persino al mercato nero; le kitsune erano la razza ad averne di più in quanto erano i responsabili della sua creazione, e lo utilizzavano per marchiare i loro neonati con esso.
Naruto, per non far trapelare altra ignoranza, non gli rispose. Si rese conto di non sapere nulla della storia del suo clan: non conosceva il linguaggio delle Rune, non sapeva nemmeno il significato del suo tatuaggio... Era un vero fallimento.
Si incupì, abbassando di scatto la maglietta. «Può bastare.» Mormorò, mogio mogio.
Se credi che l'essere una buona kitsune dipenda da questo, allora sei irrecuperabile, ringhiò a quel punto Kurama, e fu il turno di Naruto di ignorarlo; piuttosto, la sua attenzione venne attirata da una fotografia rivolta parzialmente verso di lui.
Era contornata da una cornice in legno e non un granello di polvere la ricopriva: ritraeva una famiglia, sullo sfondo di una casa molto familiare.
A destra c'era un uomo dall'aria seria, indossava un kimono all'antica e aveva le braccia incrociate al petto; più in là, vi erano una donna incinta e un bambino sorridenti. Lei indossava un abito blu marino, si teneva il pancione e... Naruto sgranò gli occhi, era la copia sputata di Sasuke.
«Sasuke tratta quella fotografia come un gioiello.» Commentò Kakashi, che aveva seguito il suo sguardo, e incrociò le mani per appoggiarci il mento. «Dopotutto, è l'unico modo che ha per dare un volto alla sua famiglia.»
«Questa donna...» Mormorò Naruto, affascinato, «È identica a lui. È sua madre?»
L'uomo annuì. «Mikoto Uchiha. Era molto bella, non è vero?»
Il biondo aveva la bocca leggermente aperta, se ne rese conto e la richiuse, rosso in viso. «Sembra un angelo...» Con delicatezza, come se avesse paura di spezzarla, rivolse la fotografia vero Kakashi e indicò il bambino. «Aveva anche un fratello?»
«Sì, il suo nome era Itachi. Quando hanno scattato questa foto, aveva quattro anni. E li avrà per sempre.»
Gli occhi celesti della kitsune si velarono di tristezza. «Sembrano tutti così felici... Com'è successo?»
Sapeva che Sasuke era orfano, l'indiscrezione gli era arrivata da Kiba (subito dopo rimproverato da Hinata), e lo aveva immaginato; tuttavia, non sapeva di più. E se voleva davvero rimanere in quel Villaggio, be', avrebbe dovuto farsi un po' di cultura generale suo suoi abitanti.
Prima devi imparare a leggere però, lo schernì Kurama, sai almeno cambiare una lampadina?
"Sta' zitto, a momenti tu nemmeno sai cosa sia."
«Sono morti proteggendo un villaggio che li ospitava.» Spiegò Kakashi, con aria malinconica. «Fugaku, il padre di Sasuke, era l'Alpha prima di me: al tempo non esistevano i Quattro grandi Branchi, ma villaggi autonomi che si auto gestivano. C'era una sorta di anarchia, ma le cose funzionavano a dovere. Dopo che sono morti, è cambiato tutto.»
Naruto aggrottò la fronte. «La regola per diventare capo branco non era uccidere l'Alpha corrente in una lotta all'ultimo sangue, o qualcosa del genere?»
«Sono vecchie tradizioni usate solo in casi estremi.» Fece un vago gesto con la mano, «Attualmente, si risolve tutto con una stretta di mano e delle raccomandazioni. In effetti, quand'era piccolo Sasuke mi ha sfidato, una volta, per provare a prendere il mio posto alla vecchia maniera.»
«Ho la sensazione che abbia perso.»
L'uomo ridacchiò. «Ha perso eccome. Aveva solo tredici anni, devo ammettere che però era piuttosto tenace, ha continuato a rialzarsi finché le gambe non lo reggevano più, ed è svenuto per la stanchezza.»
Naruto faceva fatica a immaginare il teme in difficoltà, figuriamoci sconfitto, perciò rimase basito. «E com'è diventato Alpha?»
L'occhio visibile di Kakashi si accese di una luce particolare. «Be', ha fatto qualcosa di leggendario, ha scommesso la sua vita e ha vinto.»
«Così mi incuriosisce. Ho tutto il tempo del mondo, può raccontarmelo?» Chiese il biondo, con un mezzo sorriso.
L'altro annuì. «Naturale. Devi sapere che circa cinque anni fa, si è verificata la Luna di Sangue. La conosci, non è vero?»
Il sorriso di Naruto scomparve, non negò. La Luna di Sangue era un evento astronomico molto pericoloso: alcuni la definivano "la luna piena dei vampiri" in quanto li rendeva più forti, potenti e affamati; non solo aveva questo effetto benefico sui succhiasangue, ma provocava un chissà quale innesto nell'organismo dei licantropi esposti alla sua luce, e li rendeva incapaci di trasformarsi.
Uno svantaggio mortale.
Fortunatamente, non era mensile o annuale come la luna piena, era un evento estremamente raro, quasi unico, che però si lasciava sempre una scia di sangue alle spalle una volta concluso, da qui era nato il suo nome.
«Quella notte, i vampiri avevano deciso di attaccarci, approfittando della nostra impotenza.» Raccontò il consigliere. «Mi sono diretto all'entrata del villaggio per tentare di convincerli a non attaccarci, ma Sasuke era già li. Ed è stato in quel momento, che ha dimostrato più coraggio di tutti.»
Naruto sentì i peli delle braccia drizzarsi dall'euforia, Kakashi sapeva raccontare dannatamente bene, quella storia lo aveva coinvolto in pochi secondi, e ora voleva sapere com'era andata a finire.
Tra poco non sarà l'unica cosa a drizzarsi, e ho detto tutto.
«Li ha attaccati nonostante non potesse trasformarsi?»
Kakashi scosse la testa. «No. Semplicemente, ha spalancato le braccia e gli ha urlato di andarsene, perché non li avrebbe fatti passare nemmeno se l'avessero ucciso. Si sono guardati negli occhi per interi minuti, e poi... Si sono allontanati.» Sorrise sotto la maschera, mentre l'altro sbarrò gli occhi. «Li ha cacciati con la sola forza di volontà. Un'impresa irripetibile e straordinaria, a cui hanno assistito tutti, e davanti alla quale tutti si sono inchinati.»
Naruto era strabiliato. Con l'occhio della mente, immaginò l'intero villaggio che chinava il capo davanti a quello che era poco più di un ragazzino, e gli vennero i brividi: ecco spiegate l'ammirazione e la fiducia incondizionata che tutti avevano per Sasuke Uchiha. Lui li aveva salvati tutti, senza versare nemmeno una goccia di sangue: le leggende che giravano intorno alla Bestia Nera, dunque, erano partite da quel gesto epocale? Lo domandò all'uomo.
Lui scosse le spalle, incrociando le braccia. «Non lo so. So solo che quel gesto ha fatto il giro del regno, e dopo pochi giorni ci siamo ritrovati pieni di viandanti e Omega che chiedevano di vedere il ragazzo con la volontà del Capo. Da lì in poi, Sasuke si è guadagnato la stima dell'intero villaggio, non è stato difficile fargli prendere il mio posto; ero e sono tuttora sicuro che sia in grado di proteggere questo posto molto più di me.»
«Tutto questo è... Incredibile. Sono rimasto isolato per troppo tempo, non avevo idea di nessuno di questi avvenimenti.» Commentò il biondo, ancora scosso. «Grazie per avermelo raccontato, Kakashi-sensei. Ora mi sono chiare molte cose che prima non capivo.»
«Non c'è problema.» Lo rassicurò l'uomo, tranquillamente. «Solo... Ci sono molte cose che ancora non sai, e sarebbe meglio se fosse Sasuke a dirtele. I segreti rafforzano il legame tra compagni.»
Le ultime parole del consigliere in particolare, avrebbero ronzato in testa a Naruto per molto tempo.
«Ti ho trovato, testa di cazzo!» Ruggì Neji, irrompendo nella stanza con gli artigli sguainati e i denti esposti. Si trascinava dietro un Kiba svenuto con un grande bernoccolo sulla testa, e aveva ancora i capelli e i vestiti parzialmente tinti di rosa shocking, merito di un gavettone di vernice ben riuscito.
Naruto sbiancò. «OH MERDA. RAPUNZEL, NON UCCIDERMI TI PREGO.»

💮💮

«Dico solo che secondo me poteva darmi un punto in più!» Esclamò April, irritata, e rigirò il riso nel suo piatto per l'ennesima volta, prima di tornare a borbottare come una pentola di fagioli.
Quella sera aveva stazionato a casa dell'Alpha perché, a detta sua, "non aveva voglia di cucinare", frase probabilmente interpretabile con una richiesta di attenzioni dovuta alla depressione scolastica. Sasuke non aveva potuto rifiutare, e Naruto... Be', lui non aveva mai davvero voce in capitolo in niente, non che fosse contrario.
«Oggi sei una rottura.» Sbuffò proprio il biondo. «Non hai bei voti? E allora pace.»
«Dubito che un dobe come te possa capire.» Commentò Sasuke.
Naruto gli fece un verso di scherno, mettendosi in bocca un pezzo di pane. «Teme, guarda che io la scuola l'ho finita! A calci in culo, ma l'ho finita.»
«Non ci crede nessuno.» Sghignazzò April, beccandosi un tovagliolo accartocciato in piena fronte.
«Dico sul serio! Scusate se non ho fatto l'università, ma non mi pare che qui voi due siate messi meglio.»
«I licantropi non hanno queste pratiche umane.» Spiegò l'Alpha in tono esasperato e arrogante insieme. «L'istruzione obbligatoria finisce a diciassette anni compiuti, dopodiché ognuno sceglie ciò per cui è portato o che vuole fare.»
April alzò un sopracciglio. «Perché glielo stai spiegando?»
N

aruto, intento a bere un bicchiere d'acqua, ebbe un attacco di tosse compulsiva, che quasi lo portò al soffocamento con le bestemmie non convenzionali di Kurama in sottofondo; toccò a Sasuke rispondere.
«È rimasto isolato per molto tempo e ha vissuto in mezzo ad altre specie, perciò non conosce le nostre pratiche.» Si inventò, era piuttosto bravo a mentire ma non gli piaceva farlo, le parole di Kakashi tornarono a ronzargli in testa. Sbuffò appena.
Poco dopo, la ragazzina se ne tornò a casa propria, approfittando del fatto che con la bella stagione imminente le giornate si stessero allungando notevolmente; Naruto e Sasuke, rimasti soli, emisero un sospiro di sollievo, lasciandosi cadere sulla sedia.
«Ci è mancato poco, grazie per improvvisazione teme.» Borbottò Naruto, grattandosi la nuca. Gli tornò in mente quello che aveva udito quella mattina. «Nah, oggi sono stato da Kakashi-sensei, e mi ha raccontato un sacco di cose fighe! Come quella volta che hai cacciato i vampiri senza combattere.»
L'Alpha non battè ciglio a quelle parole. «È successo un sacco di tempo fa, non conta più.»
L'altro si infervorò. «Ma scherzi?! Dev'essere stato fighissimo! La cosa più eclatante che ho fatto io da piccolo è stato imparare ad allacciarmi le scarpe.»
E sterminare un branco intero da solo, commentò Kurama.
"Quello non è stato un gesto eroico, ma una carneficina." Rispose lugubre.
«Però così è ingiusto.» Disse Sasuke, «Io non so niente di te. Ci sono avvenimenti bui nel tuo passato?»
«Non proprio.» Ribatté Naruto, senza più sorridere. «Be'... Quando avevo dodici anni, i licantropi hanno attaccato il mio villaggio e ucciso la mia famiglia e i miei amici sotto i miei occhi. Poi ho imparato ad allacciarmi le scarpe.»
Sasuke non sapeva cosa dire, infatti per interi minuti ci fu silenzio. «Mi dispiace.» Disse infine, rendendosi conto di quanto suonassero stupide quelle parole. «Ora capisco perché... Kurama? Ce l'aveva con i licantropi. E probabilmente anche tu.»
Lui scosse le spalle, tendendosele con le mani. «Sì, insomma, È piuttosto difficile non fare di tutta l'erba un fascio, come dici tu, ma ci sto riuscendo. Kurama invece... Non è molto propenso al perdono, per così dire.»
«È normale. Li hai mai cercati?» Gli chiese.
«No.» Con quella risposta secca, cadde la conversazione. Finirono di mettere a posto la cucina, e si diressero in camera da letto; Naruto era cupo, non pensava che raccontare il suo passato a Sasuke lo avrebbe reso così malinconico. Sapeva di avergli detto solo una minuscola parte di quella notte d'inferno, ma non si sentiva pronto a dire di più.
E il lupo in qualche modo sembrava averlo capito, perché a un certo punto esordì, schiarendosi la voce: «Usuratonkachi, non dovevi raccontarmi qualcosa solo per ricambiare. Forse mi sono espresso male.»
Naruto scosse appena la testa, buttandosi sul letto. «Non è quello. È solo che... Tu hai protetto un villaggio intero, quando ero piccolo, mentre io non sono stato nemmeno in grado di proteggere me stesso.»
Sasuke si sedette sul letto, dopodiché si sdraiò affianco a lui, ed entrambi osservarono il soffitto per un po'. «Quella volta me la stavo facendo sotto.» Confessò, il tono addolcito dai ricordi, «Ho pensato che non valeva la pena di proteggere il villaggio che aveva lasciato morire i miei genitori.»
«Ma l'hai fatto comunque.»
«Già. E non ho nessun rimpianto.»
Il biondo si voltò per guardarlo, issandosi sui gomiti. «Sei molto coraggioso.» Disse, con un piccolo sorriso, e sfiorò i capelli corvini tutti scompigliati.
Sasuke ricambiò con uno più abbozzato. «Anche tu. Quel Omega avrebbe potuto ucciderti, non meritava perdono.» E gli prese la mano, stringendola con la sua.
Naruto sospirò, ricambiando la stretta debolmente, e sbadigliò appoggiando la testa sul suo petto. «Mmh. Può darsi. Non so se lo rifarei, prima non avevo niente da perdere, mentre ora... Perderei tutto, ancora una volta.»
Già, tempo fa avevi proprio un bidone dell'immondizia al posto del cuore.
Toccó a Sasuke accarezzargli i capelli, affondando le mani affusolate nelle setose ciocche color grano; erano morbide, e profumavano di buono.
Entrambi erano sul punto di addormentarsi, era stata una giornata piuttosto pesante.
«Sas'ke... La sai una cosa?» Biascicò Naruto, gli occhi prossimi a chiudersi; riuscì a incrociare lo sguardo con le gemme d'ebano sopra di lui, per un momento. «Non ho mai fatto l'amore.» E cadde nel mondo dei sogni, ancora vestito e ancora accoccolato vicino al suo compagno.
Anche il corvino chiuse gli occhi, con l'ombra di un sorriso che faceva capolino sul viso diafano. «Neanche io.» Mormorò, nel buio.





Zona Autrice:

USCIRÒ DA QUESTO BUNKER QUANDO DEPORRETE LE ARMI.

Ohayo, minna-san!

Sono tornata dopo un sacco di tempo, scusate ma ho avuto un blocco orribile. Pensate che sono rimasta per quasi un mese su 700 parole, e oggi Boom, arrivo a 2700 a random. Funziono in modo strano.

Anyway, daijobu?

Scusate per la fluff e la poca ironia, ma volevo riprendere un po' di serietà visto quello che sta per succedere.

Sapete? Per un momento, avevo quasi pensato di farli procreare in questo capitolo lol.

Dovreste aver capito che vedo il sesso come qualcosa di molto speciale, scusate se sono così bigotta :(

Ed ecco perché sarò sempre single.

Ditemi cosa ne pensate, e come al solito stay tuned!🌸

Sayonara,

-C_Andy🌸

P.s. Chiedo scusa per tutti i passati remoti che ho mancato, essendo del Nord ci litigo spesso.

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