[15] ▪️Cappuccetto rosso▪️
«Hai visto qualche documentario sugli uomini primitivi, di recente? No, spiegamelo!»
Da più di dieci minuti, ovvero il tempo che Naruto e Sasuke avevano impiegato ad arrivare a casa dell'Alpha, il primo non aveva fatto altro che lamentarsi e borbottare sul modo in cui era stato strappato all'abitazione della gentile Hinata, interrompendo il suo lavoro di acconciatura di "alto livello".
Sasuke in tutta risposta si mise le mani in tasca e tirò fuori le chiavi, armeggiando con il mazzo (Sì, aveva poggiato Naruto a terra poco prima) per qualche secondo, prima di trovare la chiave che gli serviva e aprire la porta.
Entrò senza dire una parola, e aspettò che Naruto lo seguisse scocciato, prima di chiudersela alle spalle con una faccia che non prometteva niente di buono, tanto che il biondo iniziò a sentirsi incredibilmente a disagio. Proprio quando voleva defilarsi con la scusa di una doccia però, il corvino si decise ad aprire bocca.
«Cos'è il Contatto?»
Naruto rimase spiazzato dalla domanda, tanto che per qualche secondo rimase immobile, con le sopracciglia aggrottate. Dopodiché, si cimentò in qualcosa di inaspettato per uno come lui: iniziò a balbettare. «Eh? Il... Il Contatto? Come... Voglio dire, n-non... Tu non d-dovresti...»
«Ti chiedi come faccia a saperlo? Ho sentito tu e Gaara che ne parlavate,» Serrò la mascella, «Sai... prima che ti baciasse.»
La kitsune parve riprendere il controllo di sé, si schiarì la voce. «H-Hai detto bene, prima che mi baciasse. Io non ho fatto niente.»
«Non cambiare discorso.» Grugnì Sasuke. «E non prendermi per il culo. Hai ucciso tre Omega da solo, vuoi dirmi che non avevi la forza di allontanare lui?»
Naruto digrignò i denti, in parte ferito e irritato a quelle parole, e l'accenno di balbuzie che sembrava averlo colto scomparve. «Come se le tue mani fossero immacolate, avrai ucciso molto più di me. E come osi insinuare che ucciderei semplicemente tutti quelli che mi danno fastidio? Non sono un animale.»
«Non è questo il punto. Perché lui ha il Contatto e io no? Che cos'è?» Insistette Sasuke, e Naruto capì che quel tizio era abbastanza testardo da assillarlo anche alla tomba, se necessario.
Quindi sospirò, massaggiandosi il viso. «Non so cosa ti aspetti che sia, ma è una grandissima stronzata. Nonché la mia condanna a morte.»
💮💮
«Come ben sai, mio piccolo e inutile discepolo, le kitsune e i licantropi si differenziano per molte abilità, le più ovvie la Telepatia e l'attività cerebrale del Guerriero dell'Anima.» Iniziò Naruto, in tono saccente. «Il fatto è che noi, somma razza superiore, non possediamo il collegamento mentale, semplicemente perché siamo in grado, attraverso le Volpi, di parlare anche durante la trasformazione.»
Modestamente, il mio tono di voce arrapa.
«E questo cosa c'entra?» Chiese Sasuke.
«Stai zitto e fammi finire, teme.» Tossicchiò. «Ma, attento bene, le kitsune sono senzienti sempre. E non c'è modo per le altre razze di sentire la loro voce, a meno che non si scambino con il partner, prendendone il controllo... O almeno, così si pensava. Non guardarmi con quella faccia, sono un grande oratore!»
«Non ti ho chiesto di partire da Adamo ed Eva, dobe.»
Naruto sbuffò. «Ok, ok. È semplice, in realtà: se una kitsune e una qualsiasi razza differente dalla sua fanno sesso, il secondo impazzisce o muore, essendo più debole.»
«Affascinante.» Commentò Sasuke, sarcastico. «Sfortunatamente però, Gaara è vivo e vegeto.»
«I lupi fanno eccezione.» Ribattè il biondo, scrollando le spalle. E in qualche modo, in quel momento Sasuke iniziò a capire. «Siete duri a morire, credo per via dei vostri anticorpi o cose del genere... Questo vi porta non solo a sopravvivere a una notte di fuochi d'artificio con moi, ma anche a sviluppare un'abilità particolare, che ho chiamato Contatto dopo una sbornia colossale.»
«
Ci stiamo avvicinando al punto, almeno.» Borbottò il corvino, la fronte aggrottata. «Hai chiamato?»
«Esatto.» Rispose Naruto, con una certa fierezza. «Hai davanti a te il primo (fighissimo) esemplare di kitsune che se n'è andato a letto con altre razze. Ad ogni modo, il Contatto consente al fortunato di udire la voce della Volpe, seppur a distanza ridotta e solo quando questa non impedisce di essere ascoltata.»
La Volpe ha un nome, fece Kurama scocciato, Il tuo puoi mettertelo nel culo, il mio vedi di usarlo.
«Tutto qui?» Domandò l'Alpha.
«Sento della delusione nel tuo tono, teme.» Borbottò Naruto, buttandosi sul divano con ben poca grazia. «Sì, tutto qui. Ma ripeto, fa schifo: non è basato su un legame particolare, tantomeno si può scegliere a chi darlo. È... Un adattamento del DNA dei licantropi. Non solo è imbarazzante perché Kurama dice un sacco di stronzate, ma anche abbastanza pericoloso: ogni razza ha i suoi segreti, e la mia non fa eccezione. È uno dei motivi per cui me ne sono andato dal villaggio di Gaara.»
Da lì, i due ragazzi lasciarono cadere la conversazione, avendo ottenuto entrambi quello che volevano: Naruto si era tolto di dosso Sasuke, che intanto ora aveva le sue risposte.
"Ti basti sapere che molto probabilmente tra poco lo avrai anche tu, Uchiha." Le parole del Demone della Sabbia rimbombarono in testa all'Alpha del Nord, che si picchiettò il labbro inferiore con il pollice, pensieroso. Tra poco, eh?
«Quel bastardo...» Mormorò, con un ghigno malizioso dipinto sul volto diafano.
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«Ehi teme!»
Sasuke, intento a scrivere una bozza della lettera al Branco dell'Ovest, alzò lo sguardo verso Naruto, che da parte sua era stravaccato sul divano in modo scomposto, e si cimentava nell'elaborazione di una costruzione indefinita con delle vecchie carte da Poker.
«Che vuoi?»
«Puoi dire a April di non entrare in casa come se fosse un topo d'appartamento? Insomma, mi ha sentito parlare da solo, penserà che sono un idiota o qualcosa del genere.»
«Quello lo pensano tutti.» Lo sfottè il ragazzo corvino. «E comunque no.»
«Eh? Perché?!»
Sasuke sbuffò, passandosi una mano tra i capelli e appallottolando il foglio. Troppo formale. «Combina casini ovunque va e non riesce a stare ferma un momento, praticamente è la tua versione al femminile. Piuttosto che ricevere lamentele perché ha rotto un vetro giocando a calcio o si è azzuffata con ragazzi più grandi di lei, preferisco lasciarla girare in casa mia.»
Il biondo fischiò. «Wow, è praticamente un maschiaccio. Mi piace.» Poi gli sorse un dubbio, aggrottò la fronte. «Non capisco, però... I suoi genitori non dicono niente? Insomma, non conosco molto le vostre usanze, ma da me se un bambino andava in giro a fare il teppista veniva riempito di legnate.»
L'Alpha scosse appena la testa, aspettando qualche minuto prima di rispondere; sembrava stesse soppesando le parole da usare, valutandole una alla volta. «È stata trovata all'entrata del villaggio quando era ancora piccola, coperta di sangue non suo.» Disse infine. «Al villaggio la chiamano "Cappuccetto Rosso", e il fatto che non si sia ancora trasformata non ferma di certo le cattiverie che i suoi coetanei e gli adulti le sussurrano alle spalle.»
Naruto sgranò gli occhi, sentendosi arrabbiato e triste insieme per quelle parole, contrapposte alla figura apparentemente allegra e solare della ragazzina in questione. «Ma è orribile... Non puoi fare qualcosa?»
«Credi che non ci abbia provato? I pregiudizi non si estirpano facilmente, temo che anche se diventasse un licantropo a tutti gli effetti non smetterebbero di prenderla di mira. È... Diversa.»
Il biondo si morse il labbro inferiore, pensieroso. Dopo qualche secondo, entrambi udirono la porta dell'ingresso che veniva sbattuta con violenza, che portò con sé un silenzio tombale.
«L'hai sentita?» Mormorò Naruto.
«Sì.» Rispose Sasuke, e impedì all'altro di fiondarsi fuori di casa con un solo sguardo. «Non farlo. Lasciala sola.»
Di norma, il biondo lo avrebbe mandato a quel paese e sarebbe corso dietro a April, ma qualcosa lo trattenne: forse fu la pigrizia data dall'orario, o l'occhiata storta che gli lanciò il compagno, ma alla fine decisa di non fare nulla, e ricadere nuovamente sul divano facendo crollare il castello di carte con un colpo d'aria dato dall'impatto.
Fu un grande errore.
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April, con lacrime silenziose che le solcavano il viso, corse senza fermarsi per le vie deserte del villaggio. Strinse il tessuto della maglietta oversize blu, all'altezza del cuore, che le doleva come se fosse stato preso a calci.
Per un secondo, e uno soltanto, i suoi occhi color miele assunsero una sfumatura scarlatta, per poi velarsi di lacrime e ritornare normali.
Tuttavia, nell'aria risuonò un suono sordo e distante, per il momento impercettibile, ma che fece fremere Naruto, ancora in casa dell'Alpha.
Sembrava un ringhio.
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