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Epilogo

Dita leggere danzavano sulla mia schiena nuda, descrivendo ghirigori senza fine.
Sospirai, emettendo un leggero sbuffo, e mi rannicchiai ancor più vicino al suo corpo caldo e sicuro.
《Lo so che sei sveglia...》mormorò lui, con voce dolce e carezzevole.
Lentamente, seppur controvoglia, aprii gli occhi: una lama di luce rischiarava la nostra camera, tanto da permettermi di scorgere la confusione  che avevamo combinato la sera prima.
Allungai una mano e la posai sul suo petto, proprio al centro, dove potevo percepire il battito del suo cuore.
《E tu... Da quanto sei sveglio?》gli domandai con un basso sussurro, la voce arrochita dal sonno.
《Non da molto... Mi stavo godendo il momento...》mi spiegò lui, posandomi la mano sul fianco nudo.《Mi piace tenerti fra le braccia e guardarti dormire. Hai un'espressione così... invitante...》
Al suono delle sue dolci parole, un calore improvviso si propagò nel mio corpo: mi alzai leggermente, facendo leva sul suo petto, e mi stesi su di lui, così da trovarmi faccia a faccia col mio unico amore.
Aveva i capelli scuri arruffati e gli occhi verdi brillavano di una strana luce interiore mentre un sorrisetto soddisfatto gli arricciava le labbra.
《Ma davvero?》Lo stuzzicai, carrezzandogli dolcemente una guancia.
《Davvero...》sussurrò lui, posandomi una mano sulla nuca ed abbassandomi la testa fino a far congiungere le mia labbra alle sue, in un bacio senza fine.

Dopo un tempo troppo breve, ci alzammo dal letto, pronti a cominciare una nuova giornata.
《Doccia?》chiese Valek, abbracciandomi da dietro e baciandomi teneramente sul collo.
《Prima tu》gli risposi controvoglia.《Se vengo anch'io, sicuramente non ci laveremo!》ridacchiai maliziosa, sciogliendomi dal suo caldo abbraccio.
《Uff...》sbuffò lui, per poi uscire dalla camera da letto diretto al bagno adiacente.
Senza più distrazioni, recuperai da terra una logora vestaglia azzurra e la indossai, dirigendomi poi in cucina. Sulla strada bussai alla porta di Mina per svegliarla: era il grande giorno.
《Forza, dormigliona!》la chiamai, allegra e su di giri.
Udii un breve mugugno e, soddisfatta, entrai in cucina per preparare un veloce colazione: solitamente ero una pessima cuoca, ma volevo sollevare la sorella di Valek da quell'onere almeno per un giorno.
Tutto ciò che riuscii a mettere insieme  furono dei panini dolci con marmellata di fragole e del the ai frutti rossi, regalatomi da mio padre.
Posai tutto al centro del piccolo tavolo proprio al momento giusto: Valek giunse fresco e lindo, con i capelli ancora umidi dalla doccia, mentre la sorella arrivò con indosso il suo pigiama preferito ed un'espressione assonnata in volto.
《Allora...》bofonchiò lei, prendendo posto a tavola.《Come mai mi hai svegliata così presto? C'entra forse quell'enorme sorrisone che ti divide in due la faccia?》
Io e Valek scoppiammo a ridere all'unisono: adoravo Mina ed il suo senso dell'umorismo.
《Io... Vi devo fare un annuncio!》esordisco, arrossendo lievemente.
A quelle parole Valek s'immobilizzò, perplesso e cauto, mentre Mina mi rivolse un'occhiata colma di curiosità.
《Beh... Ecco... Io...》balbettai, cercando di trovare per la cosa giusta da dire in situazioni di quel genere.
Abbassai lo sguardo, irritata con me stessa, ma due fresche dita mi risollevarono il volto.
《Che succede, amore?》mi chiese, ora preoccupato, Valek.
Mi persi dentro i suoi occhi brillanti come smeraldi e le parole fluirono dalla mia bocca senza altri indugi.
《Aspetto un bambino...》sussurrai nella quiete della mia cucina.
Se non fossi stata così emozionata, probabilmente avrei trovato comica l'espressione sconcertata sul viso di Valek.
《Tu... E io...》balbettò, prendendosi la testa fra le mani, con aria frastornata.
《Diventerò zia?》mi domandò Mina con un sorrisone, alzandosi da tavola e correndo verso di me.
Mi abbracciò con una forza che mai avrei pensato possedesse mentre Valek continuava a camminare incredulo e sconvolto.
《Sei... arrabbiato?》posi la domanda con voce incrinata ed incerta.
Credevo fosse una bella notizia, ma forse...
《Arrabbiato?!》ripetè lui, quasi gridando.《Ma certo che no!》
Corse al mio fianco e mi prese fra le braccia: poggiai il volto sulla sua spalla e mi crogiolai nel suo calore.
Non mi ero mai sentita così protetta ed amata.
《Il mio amore per te è sconfinato e profondo... Mi sono sempre ritenuto fortunato perché tu ricambi i miei sentimenti e mai avrei creduto di poter diventare padre... Ho una paura folle di sbagliare, ma sono certo che il nostro bambino crescerà amato...》mormorò lui, con voce arrochita da lacrime inespresse.
《Sarà una bambina...》gli dissi in tono sognante.《Sono sicura che avremo una bambina... E sarà dotata di un enorme potere...》
La mia piccolina avrà la forza del padre e la tenacia della madre, oltre ad un cuore puro...
Ne ero certa.
《Non importa... Maschio o femmina non ha importanza... Basta che nasca sano e che tu stia bene...》Valek mi allontanò leggermente da sé per guardarmi negli occhi.《Non so cosa fare se dovessi perderti...》
《Non dovrai mai scoprirlo...》ribattei, buttandogli le braccia al collo e baciandolo con amore.

Era pomeriggio inoltrato quando raggiunsi la piccola radura dov'erano sepolti i miei genitori. Non andavo quasi mai in quel luogo perché, effettivamente, non percepivo un legame con loro, ma, dopo la battaglia contro Mat, quando avevo incontrato mia madre Val, le cose erano cambiate.
Anche se avevo lo Sciamano, mi mancava una figura femminile, specialmente ora che aspettavo un bambino.
Camminai lentamente verso le due lapidi in pietra scura e mi inginocchiai di fronte.
《Padre, madre, io...》iniziai con voce flebile.《Al mio compagno non l'ho detto, ma... Percepisco odore di morte e pericolo... So che capiterà qualcosa di brutto, ne ho la certezza, però... So bene che non posso fermare il corso degli eventi: stiamo andando incontro ad un cambiamento e provo una paura insostenibile. Ma... Percepisco anche che le cose si sistemeranno: l'amore che mi unisce a Valek, a Mina, a Lee, a Nadja, ad Ike ed a tutte quelle persone che ormai hanno un posto nel mio cuore, mi aiuterà a superare le prove che il Fato porrà sulla mia strada... Io... Volevo solamente dirvi che non mi arrenderò mai... Qualsiasi cosa accada...》
Un lieve gracchiare mi fece alzare lo sguardo: un corvo nero come la pece distese le ali nel vento e si lasciò trasportare lontano.
Mi posai una mano sul ventre, ancora piatto, e cercai di quietare il mio animo innaturalmente spaventato.
Mia piccola Aysa...
Spero che tu possa perdonarmi...






Angolo dell'autrice:

Ebbene sì, la storia finisce proprio così! 😁
Lo so, forse non è il finale in cui speravate, ma non tutti i racconti posseggono un lieto fine 🙄
Spero possiate perdonarmi!

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