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Capitolo 9

A quelle parole sollevai di scatto la testa e fissai il Maestro, chiedendomi ancora una volta come avevo potuto trattarlo in modo così... sgarbato, per usare un eufemismo.
Era l'unico punto fermo della mia vita.
Il nostro rapporto trascendeva il legame Maestro-allieva, era più profondo persino di un vincolo di sangue. Eppure avevo usato parole maligne durante il nostro ultimo incontro e questo mi rodeva dentro.
Valek non mi faceva pesare l'atteggiamento chiaramente odioso che possedevo in questo giorni, ma sapevo che soffriva per il mio comportamento.
Sono una persona orribile...
Non dovevo permettere a quel tizio incappucciato di rovinarmi la vita.
《Davvero?》chiesi con un filo di voce, appena udibile nella tranquillità dell'ufficio.
I miei occhi erano fissi in quelli nocciola dello Sciamano, però non riuscivo a scorgere quella scintilla di calore che li aveva sempre contraddistinti. Era diventato un uomo distante, sempre impegnato a risolvere i problemi del Clan.
《Sì, Jonah le ha trovate giusto ieri sera.》affermò lo Sciamano, continuando a fissarmi con sguardo impenetrabile.《Il loro accampamento si trova in un canyon appena fuori dai nostri confini.》aggiunse, continuando a girare attorno al problema.
Sapevo che non ci stava dicendo tutto, ma rimasi in silenzio, curiosa di sapere fin dove si sarebbe spinto.
《Bene. Io e Kira partiremo subito.》decise il mio compagno, con una flebile speranza nella voce.
Notai, con disappunto, che le sue parole avevano cambiato lo sguardo dello Sciamano: era quasi... rassegnato.
《Tu non puoi andare, Valek.》disse, in tono dispiaciuto, fermando le proteste del ragazzo con un cenno della mano.《So quello che provi, credimi...》Mi fissò intensamente prima di rivolgersi al mio compagno.《Ma il Clan dei Sogni non è un clan tradizionale. Infatti, si tratta di una tribù nomade, costituita interamente da donne. Gli uomini sono banditi ed uccisi a vista.》
Un brivido gelido mi scese lungo la schiena.
《Cosa?!》esclamò Valek esterrefatto, lasciandomi di colpo la mano ed avvicinandosi alla scrivania.《Mi stai prendendo in giro?》
《Purtoppo no, ragazzo.》rispose il mio ex mentore, con dispiacere.《Per questo Nadja è qui: accompagnerà lei Kira.》
Valek non fu felice di quella notizia, ma cercai di rassicurarlo con un lieve sorriso, dopotutto andarci con Nadja era una bella prospettiva. Anche se non capivo appieno la mentalità di quella tribù nomade.
《Partirete fra un'ora.》annunciò lo Sciamano, dichiarando chiusa quella riunione e tornando ai suoi doveri.
《Ti aspetto alle porte del villaggio.》mi disse Nadja prima di lasciare l'ufficio in silenzio.
《Valek...》richiamai l'attenzione del mio compagno.《Potresti prepararmi lo zaino? Io... Ho una cosa da fare...》aggiunsi, con voce incerta.
Lui diede un'occhiata all'uomo dietro la scrivania, intento a firmare documenti importanti, ed annuì con un cenno della testa.
《Ma certo, tesoro. Consideralo fatto.》Mi baciò lievemente sulla bocca prima di aggiungere:《Sono fiero di te.》E poi uscì dall'ufficio, chiudendosi la porta alle spalle.
Erano rimasti solamente io e lo Sciamano.
I minuti passavano inesorabili mentre lui continuava a leggere i documenti ed io formulavo discorsi nella mia testa che, però, non riuscivo ad esprimere a parole.
Alla fine, il mio ex mentore decise di porre fine a quell'imbarazzante situazione.
《Kira.》disse, chiudendo il dossier che stava leggendo ed alzando lo sguardo.《Dovresti prepararti per il viaggio.》
Una frase di circostanza.
Cosa mi aspettavo?
《Io... Valek si sta occupando di tutto...》mormorai, abbacchiata, puntando lo sguardo a terra.《Io... Volevo...》
《Kira, noi ci conosciamo da tanti anni... Se devi dirmi qualcosa, puoi farlo tranquillamente...》Probabilmente le sue parole volevano essere incoraggianti, ma riportarono la mia mente alla discussione di un paio di giorni prima.
Quando gli avevo gridato che non poteva arrogarsi il diritto di decidere per me perché non era mio padre.
Parole stupide ed ingiuste pronunciate in un momento di forte stress.
Parole che non pensavo veramente.
Parole utilizzate per ferire l'unica persona che mi avesse mai amato.
《Mi dispiace... Lo so che probabilmente mi odierà e ne avrebbe tutto il diritto, però... Io... Ho sbagliato a dire quelle cose, a riversare su di lei tutta la mia frustrazione... Non ho scusanti per il comportamento che ho avuto nei suoi confronti e se non mi vorrà più avere intorno, la capirò...》Calde lacrime di dolore e rimorso si fecero strada sulle mie guance per poi cadere sul morbido tappeto rosso, che celava il pavimento in marmo.《Però mi lasci dire un'ultima cosa... Sono davvero felice di averla conosciuta e di averla avuta come Maestro, non solo in Accademia, ma come Maestro di vita. Lei mi ha insegnato ad amare e ad apprezzare le persone per ciò che sono, ma, soprattutto, mi ha insegnato a non disprezzarmi e questa, forse, è la cosa più importante...》
Mi passai le mani sul viso in un vano tentativo di arginare quel salato fiume in piena, ma era tutto inutile: avevo, finalmente, messo a nudo la mia anima ed era una cosa stupefacente.
Per me, almeno.
All'improvviso mi sentii cingere da un paio di robuste braccia maschile che mi attirarono su un petto altrettanto muscoloso. Appoggiai la testa nel punto esatto in cui si trovava il cuore: batteva ad un ritmo irregolare, sfasato, emozionato. Inspirai il suo profumo caldo e confortevole, come il sole di primavera, e, per la prima volta dall'inizio di quella tragedia, mi sentii meglio.
《Oh, Kira...》mormorò lo Sciamano, con voce soffocata, come se stesse trattenendo le lacrime.《Non ti odio. Non potrei mai odiarti. Per quanti disastri combinerai... Per tutte le parole che mi dirai... Io ti amerò sempre. Te l'ho già detto, ma forse, all'epoca, non lo capisti per bene: io non ti vedo come un'allieva o come una Sentinella... Tu sei mia figlia. E questa cosa non cambierà mai. Discuteremo... Litigheremo... Lotteremo... E poi ci abbracceremo... Perché è così che si comporta una famiglia... È cosi che ci si comporta fra padre e figlia...》
Nell'abbraccio sicuro dov'ero chiusa, mi lasciai andare, tirando fuori tutta la sofferenza che, in quei giorni, avevo soffocato per non fare preoccupare i miei amici ed il mio compagno.
Sapevo che lo Sciamano non mi avrebbe giudicato.
《Grazie...》singhiozzai contro il suo petto.《Padre...》

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